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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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DOVE ERAVAMO RIMASTI?

"Dove eravamo rimasti??"

Mi pare di ricordare..- disse Martin - alla......... profezia biblica come istanza di vera pace e giustizia ....

"No ,  ti sbagli, - interloquì Pico -io sono certo che il tema che abbiamo interrotto è un'altro  ....è quello dell' Utopia!

"Già - disse Bit nervosamente-  ....ma veramente dobbiamo ancora  meditare su di  un ossimoro sbrindellato come quello di  "praticar utopie "?

"Perchè........ossimoro???? si udì dal fondo dell'aula.

"Perchè l'Utopia " replicò Bit guardando tutti e nessuno, con uno sguardo grondante di ironia," è volutamente una contraddizione nei termini : se l'ou -topìa " è un " non-luogo"............  il  luogo che non c'è , è di per sè  irraggiungibile!.... quindi ritengo sia  insano.... insistere! "

Ma chi ha  concepito  l'utopia avrà pure avuto una ragione ...."ragionevole".... - disse Martin - cercando intorno a sè, con un tremito di emozione, qualche alleato.

Tom ...sorrise compiaciuto, guardò i suoi giovani interlocutori e dopo una breve  pausa , disse:

..."Carissimi amici , eccoci di fronte ad un nodo che ci terrà impegnati per un tempo non facilmente determinabile.....
Infatti, per scioglierlo,  non possiamo fruire delle facili scorciatoie dell' intelletto..... bensì percorrere e assumere su noi stessi le  spirali ondivaghe delle passioni  poichè sarà ..."quasi banale"  dimostrare che è una sorta di "passio cordis" l'energia di cui si sostanzia il  disegno Utopico.
Posto infatti  un concetto di Utopia che  ci soddisfi....chi di noi avrà una capacità di resistenza  consona  a ristabilirla nella propria e altrui coscienza se non chi ha la passione del cuore?
E ancora:" Se l' utopia può essere pensata come  un   ricettacolo "immateriale " di disegni e di beni condivisibili solo la  "vulnerabilità del cuore" potrà metterli insieme!

Fu allora che Martin,   guardando intensamente Bit   quasi esplose: " Allora non ci resta che cercare, adottare  la relazione, il dialogo, l'attenzione all'altro come antidoti al ...non-luogo e ...sperare!"

Bit colse  nel suo sguardo la  luce febbrile e sfavillante degli ingenui  e ne fu trafitto.

Ebbe un attimo - senza fine - di dolorosa esitazione, stigmatizzato da un silenzio assoluto.
Poi lo schianto: " I binari cerebrali delle sue  certezze precipitarono in una deriva come un cumulo di tronchi travolti da un fiume in piena .
Bit sentiva ora solo  il suo cuore martellare a pieno ritmo....
Guardò Martin , Tom e tutti gli altri con occhi nuovi e quasi stesse formulando un giuramento disse:

"..Se voi  tutti disegnate  i vostri  sogni , scrivete le vostre idee ....io li prenderò  e li trasporterò finché avrò una briciola di energia nel corpo...in un "luogo  che non c'è" ma dove tutti potranno vederli...... per sempre"

Sentì qualcuno battere le mani alle sue spalle  ...si girò e vide Net che gli sorrideva commosso.

Nadia Scardeoni

Verona 23 gennaio 2002

nota

"Il termine utopia oscilla, quindi, fin dall'inizio, tra ou-topia («non luogo») ed eu-topia («buon luogo» o «luogo felice»). O meglio, più che oscillare tra i due significati, direi piuttosto che li contiene entrambi. L'utopia è il luogo felice che non c'è; ma questo non essere è puramente fattuale e non principiale. Significa cioè che «non è» qui ed ora; non è qualcosa di già attuato e realizzato, ma nulla vieta, in linea di principio, che possa in futuro realizzarsi, se e quando ricorrano determinate condizioni. Il «non essere», dunque, di cui l'utopia è carica fin dalla coniazione del termine, non è il puro «nulla» ma è la categoria che Ernst Bloch ha acutamente definita del «non ancora», cui è strettamente connessa la speranza"

(da: http://utenti.tripod.it/utopia/)

Dedico la mia breve "riflessione" sull' Utopia all'amico Dario Cillo


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