POLITICHE ALTERNATIVE per l' E.COMMERCE
Il MERCATO nella Rete INTERNET e non la RETE di informazione sul MERCATO

Relazione per la Riunione del Comitato di Concertazione del 31/01/00
Ministero della Industria Commercio e Artigianato- Roma

di Paolo Manzelli LRE@blu.chim1.unifi.it

 

L’evoluzione del mercato contemporaneo è guidato dalla integrazione dei sistemi di informazione interattiva nel quadro del mutamento della innovazione dei complessi di produzione; tale impatto scientifico e tecnologico sullo sviluppo produce un mutamento generalizzato delle condizioni sociali ed economiche a livello globale.

Il decollo del “commercio elettronico” si attua in questo scenario e nella fase iniziale lo evoluzione della nuova “economia digitale” non è esente da palesi contraddizioni. Assistiamo infatti ad una tra le contraddizioni tra le più evidenti a riguardo della politica di applicazione delle reti in internet al mercato, proprio quando osserviamo che si spendono cifre folli per i “portali generalisti” dove non si vende pressoché nulla ed inoltre constatiamo anche che si aggiungono spese a profusione di marketing e pubblicità, per far conoscere il sito o il portale generalista tramite i mass media tradizionali. Si attua cosi un reclamificio generalizzato, che frastorna la mente di chiunque nei confronti delle prospettive del nuovo business elettronico ed inoltre lascia a bocca asciutta chi pensa di utilizzare le reti per utili fini di sviluppo economico, sociale culturale e di democrazia diretta; sembra infatti che sia sufficiente far girare il denaro in borsa per fare affari miracolosi.

Di fatto di in questa fase di sopravvento dei sistemi e dei capitali di correlati alle tecnologie di informazione sulle strutture del mercato tradizionale, agisce in modo da mettersi nelle condizioni per poter far fronte ad un mercato elettronico che è fortemente competitivo nelle nuova dimensione della globalizzazione. Questa situazione non può certo essere prevista come un creatore di crescita ininterrotta di fortune economiche , in quanto certamente rischia di generare inefficienze e debolezze economiche che alla lunga soffocherebbero il mercato sia che esso sia digitale o tradizionale.

Pertanto tale strategia non può crescere senza incorrere in rischi dell’ andamento generale della economia e dell’ ordine sociale. Quindi è necessario capire ed agire per invertire questa iniziale situazione in modo che il flusso di capitali, che ora passa dagli innovatori verso gli speculatori, venga girato a favore degli innovatori.

Tale inversione dei flussi economici infatti non è impossibile con la maturazione degli eventi; se uno sta ben attento agli sviluppi della economia contemporanea, si accorge che appena l' e-commerce si farà sul serio, e cioè quando si creeranno anche in Italia ed in Europa le condizioni per cui i visitatori dei siti generalisti (lookers), diverranno consumatori (e.shoppers), si scatenerà una guerra dei prezzi, che porterà a ridurre i margini di profitto a livelli bassissimi; perciò diverrà necessario muoversi nelle direzione di una vendita di sempre più grandi volumi di merci.

La contraddizione socio economica emergente da tale profilo di sviluppo del mercato globale è palese infatti, perché il mercato elettronico prosperi è necessario che si associ ad una espansione dei mercati internazionali , cosa che sarà possibile solo se aumenteranno le opportunità di lavoro e quindi le capacità di spesa delle gente.

Quanto sopra sarà invece impossibile se perseguiremo una strategia correlata ad un unico modo di pensare allo sviluppo economico globale, la quale persegue i criteri e le modalità impostate dal più avanzato mercato americano nel settore delle applicazioni della RETE di informazione sul MERCATO.

Quanto detto ci porta ad una considerazione importante e cioè che il modello di sviluppo del Commercio elettronico USA non è esportabile ovunque. è infatti evidente che nel sistema di produzione degli Stati Uniti d’ America , lo sviluppo della produzione non è funzione della piccola e media impresa come lo è in Europa.

Pur essendo consapevoli di ciò le politiche che tendono a favorire lo sviluppo del “e.commerce” in Italia ed in Europa, per lo più cadono appiattite su un mercato delle idee dello sviluppo economico di stampo USA, che di fatto si impone anche perché è appoggiato da risorse finanziarie invero enormi.

Karl Marx aveva detto a chiare note, che le idee dominanti sono quelle che appartengono alla classe dominante, ma questo insegnamento, utile anche a chi non è nè si dichiara comunista, sembra del tutto volontariamente dimenticato.

Una ovvietà, che incide sulle nostre peculiari capacità di sviluppo, risiede infatti nel tentativo di scimmiottare le logiche di sviluppo dell’ e.commerce in USA, che vengono impostate, suddividendo le attivita del Commercio elettronico in una dicotomia tra Busines to Business (BtB) e Business to Consumer (BtC). Ciò in vero è dimostrativo di quanta incoerenza ci sia tra le dichiarazioni di voler favorire la PMI, ripetute ormai uno slogan, senza minimamente riflettere al fatto che dietro tale dicotomia nei riguardi dell’E.Commerce, si annida uno spietato “darwinisno - economico”, che ravvisa possibile la crescita di uno sviluppo dominato concettualmente dal ritenere che, quanto più si saltano gli intermediari del commercio (grossisti, rappresentanti di commercio , ed anche la distribuzione al dettaglio, ecc.) più si guadagna in tempo e denaro nella circolazione internazionale e distribuzione locale delle merci.

Sembra che oggi nessuno, proprio in quanto guidato da un pensiero unico brutalmente riduttivo, sappia ragionare diversamente capire dove di annidano le diseconomie di tale processo, al fine dare una impronta di compertività al nostro sistema di impresa e di mercato in favore delle PMI nello scenario della globalizzazione , in modo tale che le nuove cognizioni di sviluppo della “digital economy” siano anche capaci di compensazione nei riguardi dei valori culturali e sociali e produttivi dell’ Europa.

Nella integrazione tra mercato e rete internet, si possono infatti scambiare i fattori di produttività e cioè fare in modo che sia il MERCATO ad entrare nella rete internet e non lasciare che la RETE di informazione interattiva si imponga sul mercato nell’ affermarsi del commercio elettronico, ciò diverrà possibile agendo con politiche concettualmente innovative in favore della PMI.

Per far ciò il complesso dei modelli di spesa, di distribuzione, le politiche di prezzo, ,....di trasporto...di pagamento e di comunicazione del commercio elettronico, non potranno perseguire la facile e fasulla dicotomia di relazioni tra BtB e BtC, che è in vero malamente applicabile anche al mercato USA, ma che al di là dell’ atlantico, assume un valore non nullo di semplificazione comunicativa, là dove la produzione della grande impresa può tentare di sviluppare una tecnologia interattiva “on demand del tipo one to one” tra sistema produzione della grande Industria e consumatori finali senza alcuna altra intermediazione.

Altresì per lo sviluppo delle Piccola e Media Impresa Italiana ed Europea, dovremo in vero cambiare rotta, prima di raggiungere un punto di crisi irreversibile; quindi è d’ obbligo passare alla <networked digital economy> tramite la realizzazione politiche che favoriscano la connessione interattiva tra Scuole Università Enti Pubblici e Privati ecc.. , seguendo una logica innovativa che persegue la trasformazione della catena lineare del valore in quella della <RETE DIFFERENZATA DI MULTILIVELLO DELLA CREAZIONE DEL VALORE >.

Recentemente ho cercato di descrivere questa tipologia di sviluppo Europeo del “e.commerce” ed anche ho iniziato progettazioni inerenti alla realizzazione di un partenariato di impresa tra PMI ,Università e Scuole, e associazioni dei commercianti e dei consumatori, ( vedi ad Es. Progetto NET-GENERATION NET ECONOMY in : http://www.chim1.unifi.it/group/education, puntando alla comprensione dei criteri e delle politiche del commercio elettronico, utili anche al consumatore finale in quanto finalizzate alla comune organizzazione di postazioni interattive e di terminali multimediali in rete internet tra PMI dei vari settori della Produzione, della Vendita e dei Servizi, decisamente orientate verso la ridistribuzione e circolazione dei profitti acquisibili dalla espansione dei “nerworks P.V.S.” nel mercato globale. (vedi: http://www.edscuola.com/lre.html).

Concludendo questo mio breve intervento , ritengo di essere convinto del fatto che, senza una politica il cui elemento distintivo sia quello di erogare contributi in favore della creazione di NETWORK consortili e di partenariato tra le PMI e centri di ricerca e formazione, la singola PMI messa in concorrenza in Internet nel mercato globale subirà un ulteriore svantaggio dalla crescita delle spese di re-ingegnerizzazione telematica del suo sistema organizzativo, che poi si riflette in una grossa lievitazione dei prezzi imponibili dalla PMI sui suoi prodotti, vendite o servizi; pertanto tale settore vitale della PMI per la economia Italiana ed Europea , di fatto affronterebbe disarmato in conflitto con la guerra dei prezzi scatenata dalla globalizzazione dei mercati ,a tutto favore del mercato americano.

Recentissimamente il LRE della Università di Firenze, ha stipulato un protocollo di intesa con la CONFESERCENTI per lo sviluppo regionale del progetto ECKTA ( Electronic. Commerce. Knowledge Telematic Agency) vedi : http://www.see.it/eckta/ ricercamdo ulteriori adesioni a tale progetto, che persegue la logica strategica sottoscrivibile nello slogan che dice:

<<Dobbiamo mettere il MERCATO nella Rete di informazione interattiva e non la RETE di informazione a copertura del mercato>>

1) In questa logica dovremo individuare inizialmente una mappa di PMI nel settore della Vendita e dei Servizi già correlabili in INTERNET per realizzare il nostro progetto pilota sperimentale di costruzione di un portale commerciale per l’ e.commerce .

2) dovremo inoltre coordinare questo gruppo individuando ad un partenariato di produttori che aderiranno al progetto ECKTA, con cui creare accordi di compra /vendita al minor prezzo della loro produzione per gruppi consistenti di acquisto.

3) infine dovremo iniziare a mettere in rete con un a traduzione multilingue, le proposte di mercato on line emergenti da tali accordi per filiere di produzione/vendita/servizi, affini nella causa finale e complementari in relazione al mercato, sviluppando una strategia che verrà elaborata come politica adatta a favorire strutture consortili online associate ad un esteso partenariato di impresa tra networks di PMI - PVS e centri ed società di ricerca & sviluppo.

Quanto sopra a mio avviso significa iniziare una strategia adeguata ad immettere il mercato in rete e non viceversa.



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