Circolare Ministeriale 8 settembre 1999, n. 241

Prot.n.43003/BL

Oggetto: La Storia del "900. Proiezione del film di Steven Spielberg, "Gli Ultimi Giorni". Raccolta di testimonianze sopravvissuti della Shoah

Nell'ambito delle iniziative attuate da questa Amministrazione a supporto del processo di rinnovamento metodologico didattico dell'insegnamento della storia, con particolare riferimento alle problematiche relative alla promulgazione delle leggi razziali in Italia, nell'anno scolastico 1998/99 è stato realizzato un progetto destinato agli studenti delle scuole secondarie tendente a sollecitare una riflessione sul contesto storico in cui le leggi razziali nacquero e sulle conseguenze a cui dettero origine gli eventi ad esse collegate.

Su questi temi è stato realizzato da Steven Spielberg un filmato"Gli Ultimi Giorni", contenente interviste a sopravvissuti ed altri testimoni della Shoah che la Fondazione istituita nel 1994 dallo stesso ha messo a disposizione per una larga diffusione sul territorio.

In considerazione della rilevanza dei temi proposti dal filmato e della loro pertinenza con il progetto i "Giovani e la memoria", si porta a conoscenza di tutti gli uffici dell'amministrazione scolastica per la più ampia diffusione nelle scuole interessate che a partire dal 24 ottobre p.v. il filmato verrà proiettato nelle città e nelle sale cinematografiche indicate nell'elenco allegato.

Nello stesso sarà indicato sia l'orario di proiezione riservato alle scuole (ore10.30 a.m.) sia le modalità di prenotazione che scuole o singoli docenti potranno effettuare attraverso un apposito numero verde.

Il filmato è destinato a studenti delle scuole secondarie di I e II grado sulla base di un apposito percorso formativo e didattico attentamente predisposto da parte dei docenti della classe di appartenenza.

Al fine di rendere più efficace possibile l'intervento, la Fondazione ha predisposto un manuale-guida per gli insegnanti che sarà distribuito all'ingresso delle sale cinematografiche.
Fin d'ora il suddetto manuale è disponibile sul sito sia Internet che Intranet unitamente alla presente circolare.


 

Guida alla Visione

di

Gli Ultimi Giorni

un film di James Moll

 

La realizzazione del film Gli Ultimi Giorni è stata possibile grazie ai generosi contributi di

The Kenneth and Evelyn Lipper Foundation

 

Come usare Gli ultimi giorni in Classe

Gli ultimi giorni è un documentario storico di 90 minuti sull'ultimo anno della Shoah. E’ basato sui racconti personali di cinque persone, ora tutti cittadini degli Stati Uniti, che vivevano in Ungheria, l'ultimo paese a essere invaso e saccheggiato dalle forze tedesche nella Seconda Guerra Mondiale. Il film documenta il viaggio nei luoghi del loro passato: dalle loro case che non avevano più visto da 50 anni, ai ghetti, ai campi di concentramento dove furono rinchiusi dai nazisti e dai collaborazionisti.

Le loro storie offrono un'immagine comprensibile, provocatoria e straordinariamente umana della distruzione della popolazione ebraica in Ungheria. Ma il film non è solo sulla tragedia degli ebrei ungheresi, così come la Shoah non riguarda solo i tedeschi o gli ebrei o le persone che vivevano in Europa durante gli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Le lezioni della Shoah sono universali, ma sono ancora troppo pochi gli studenti a cui vengono proposte.

La Shoah fu il risultato estremo di spinte sociali e culturali ordinarie, elementi distruttivi di una società che continuano ad essere diffusi oggi, come il pregiudizio, il razzismo, la riduzione a stereotipi e la ricerca di capri espiatori. Una riflessione attenta sulla Shoah, specialmente attraverso un film che porti alla luce esperienze personali come Gli ultimi giorni, offre un aiuto inestimabile al processo di riconoscimento e di lotta contro questi elementi e i loro effetti distruttivi sulla vita di ciascuno di noi.

Questa guida intende aiutare la visione de Gli ultimi giorni nel contesto scolastico spingendo gli studenti delle scuole medie superiori a discutere in classe di Shoah, tolleranza, responsabilità personale e della natura umana. Le spiegazioni, i materiali e gli esercizi sono divisi in tre parti.

La prima parte dovrebbe essere studiata prima di vedere il film. Contiene brevi riassunti che ne offrono lo sfondo storico.

La seconda parte serve come introduzione al film e presentazione dei sopravvissuti e testimoni della Shoah che compaiono nel film stesso. Questa sezione dovrebbe accompagnare il film in quanto offre chiarimenti e il contesto dei ricordi personali di questi sopravvissuti.

La terza parte dovrebbe essere utilizzata dopo aver visto il film, tutto o in parte. Questa sezione analizza il film in profondità e contiene esercizi e argomenti di discussione che dovrebbero aiutare a creare riflessioni e dibattiti sui temi del film. In più lo divide in quattro parti per facilitare discussioni da sostenere in un'ora di lezione scolastica.

Un film come Gli ultimi giorni non si vede senza provare dolore e non è facile discuterne, ma questo risulta gratificante sia per il singolo che per la classe intera. Questo film e questa guida sono indicati in genere per studenti a partire dal primo anno delle scuole superiori.

 

I. Prima di vedere il film

Questa sezione serve come introduzione per molti concetti e temi storici contenuti nel film Gli ultimi giorni.

 

Un breve riepilogo della Shoah

La Shoah fu la campagna di genocidio progettata dallo stato e messa in atto dal governo nazista della Germania e dai collaborazionisti prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Sebbene i tedeschi avessero come bersaglio zingari, slavi e altri gruppi considerati "nemici dello stato", l'obiettivo primario di questa campagna razziale di sterminio era la popolazione ebraica dell'Europa. In tutto, circa sei milioni di uomini, donne e bambini ebrei - circa un terzo degli ebrei del mondo - furono uccisi, in una delle più sistematiche e letali campagne di odio della storia.

 

I nazisti trasformano la Germania in uno "stato razzista"

Nel 1933, il partito nazista prese il controllo del governo tedesco e istituì uno "stato razzista". I nazisti erano convinti che gli "ariani", una "razza" idealizzata di nord europei, fossero gli unici "veri" tedeschi. Credevano che gli ariani avessero una superiorità naturale sulle altre razze e che il patrimonio genetico ariano potesse essere contaminato da altre razze, in particolare dalla "razza ebraica". Il governo tedesco controllato dai nazisti emanò leggi che determinavano chi dovesse essere considerato ebreo, revocò la cittadinanza e i diritti agli ebrei e confiscò molte delle loro proprietà. Durante i primi anni dopo la presa del potere da parte dei nazisti, la politica tedesca era volta a costringere gli ebrei ad emigrare. Molti ebrei che improvvisamente scoprirono di essere considerati stranieri nella loro stessa patria, decisero di lasciare la Germania. Ma la maggior parte di quelli che cercarono di lasciare il paese scoprì che le frontiere del mondo, nella maggior parte dei casi, erano chiuse ai profughi.

L'espandersi delle campagne razziali

Alla fine degli anni Trenta, Adolf Hitler e il governo tedesco iniziarono ad assumere il controllo di aree sempre più estese dell'Europa. L'esercito tedesco occupò l'Austria nel marzo del 1938 e la Cecoslovacchia nel marzo del 1939. Nel settembre del 1939, l'invasione e l'occupazione della Polonia scatenarono la Seconda Guerra Mondiale. Nei primi mesi del 1940 i tedeschi iniziarono a concentrare gli ebrei polacchi in piccole sezioni di paesi e città della Polonia, che furono dette ghetti. Man mano che aumentava il loro sforzo bellico, i tedeschi cominciarono ad utilizzare il lavoro forzato di ebrei e altri prigionieri per alimentare le massicce campagne militari. Il risultato fu che migliaia e migliaia di ebrei morirono di fame, sfinimento e malattia.

La perdita di vite umane aumentò enormemente con l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel giugno del 1941. Speciali unità mobili tedesche assassine percorrevano i territori appena conquistati per uccidere a sangue freddo centinaia di migliaia di ebrei. Il governo tedesco aveva deciso "la soluzione finale della questione ebraica": il genocidio. Negli ultimi quattro anni della Seconda Guerra Mondiale il governo tedesco e i suoi alleati militari uccisero sistematicamente milioni di innocenti.

La fine della guerra in Europa

Man mano che si spegneva la spinta propulsiva dell'esercito tedesco e la sconfitta della Germania si avvicinava, i tedeschi fecero sforzi straordinari per intensificare lo sterminio degli ebrei. A quel punto l'intera comunità internazionale, incluso il governo degli Stati Uniti, conosceva il pericolo che minacciava gli ebrei che rimanevano in Europa ma soltanto nel 1944 gli Stati Uniti e altre nazioni stabilirono programmi di salvataggio per migliaia di loro. Eppure, gli orrori della Shoah continuarono fino al giorno della resa tedesca, l'8 maggio 1945.

L'Ungheria

L'Ungheria moderna fu istituita nel 1918 dai trattati che seguirono la fine della Prima Guerra Mondiale. I primi anni del nuovo stato furono turbati da instabilità politica e da problemi economici, e un'ondata di antisemitismo trovò spazio in un contesto di povertà e scontento popolare. Il governo ungherese fu uno dei primi e più fedeli alleati europei della Germania nazista. Il governo tedesco ricompensò l'Ungheria con territori tra cui, nel marzo 1939, la parte della Cecoslovacchia dove vivevano tre dei sopravvissuti protagonisti del documentario Gli ultimi giorni.

Nei primi anni Trenta le autorità ungheresi riconobbero la Germania come forza dominante emergente in Europa. Nel 1933, non molto tempo dopo la presa di potere in Germania da parte di Adolf Hitler e del partito nazista, il governo ungherese garantì ai tedeschi la sua alleanza e molte delle sue risorse. Gli ungheresi diedero assistenza alle campagne militari tedesche prima e durante la guerra e furono ampiamente ricompensati.

Il governo ungherese era ufficialmente antisemita, e fu il primo governo europeo a perseguitare ufficialmente la popolazione ebraica negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale. Fin dal 1920 l'Ungheria aveva emanato una legislazione che limitava le opportunità di istruzione per gli ebrei ungheresi. Gi… nei primi anni Quaranta gli ebrei dovevano far fronte a numerose restrizioni nella vita quotidiana, e nel 1941 iniziò un programma di lavoro forzato obbligatorio riservato a loro. Nel frattempo aumentava il potere e l'influenza di un gruppo politico profondamente antisemita e violento detto le "Croci Frecciate". La violenza contro gli ebrei si diffuse e divenne comune in tutto il territorio e molti ebrei, in particolare a Budapest, reagirono formando gruppi di resistenza.

Paradossalmente, questo stato di persecuzione e terrore era preferibile alla situazione di morte certa degli ebrei nei paesi caduti sotto il controllo tedesco. A differenza del governo nazista in Germania dopo il 1941, quello ungherese non intendeva esplicitamente uccidere la popolazione ebraica composta da più di 700.000 uomini, donne e bambini. Davanti alle ripetute insistenze dei tedeschi perché deportassero i loro ebrei nei campi di concentramento, gli ungheresi si opposero ripetutamente.

Verso la fine della guerra, quando apparve chiaro che la Germania e i suoi alleati avrebbero perso la Seconda Guerra Mondiale, l'Ungheria iniziò ad allentare i suoi legami con la Germania e a trattare una pace separata con gli Alleati. Nel marzo 1944, per impedire che ciò avvenisse, Hitler diede ordine all'esercito tedesco di invadere il suo vecchio alleato, l'Ungheria.

La Seconda Guerra Mondiale

La Seconda Guerra Mondiale fu un conflitto militare combattuto in Europa, Asia, Africa e parte del Nord America. In Europa, la guerra iniziò quando Hitler diede ordine alle sue truppe di invadere la Polonia nel settembre 1939. La Francia e la Gran Bretagna formarono un'alleanza militare, gli Alleati, e dichiararono guerra alla Germania e ai suoi alleati dell'Asse. Nel 1942, al culmine della guerra, la Germania controllava quasi tutta l'Europa, tra cui Cecoslovacchia, Austria, Polonia, Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Francia, Grecia, gran parte della Jugoslavia e dell'Unione Sovietica.

L'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel giugno del 1941 e l'attacco giapponese di Pearl Harbor, nelle Hawaii, nel dicembre successivo, portarono l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti nel conflitto dalla parte degli Alleati. Nel giro di qualche anno gli Alleati acquisirono forza sempre maggiore e costrinsero le forze dell'Asse alla ritirata. Truppe sovietiche, statunitensi e britanniche iniziarono lentamente a liberare i territori occupati dai tedeschi trovando le prove dei loro crimini di guerra quasi ovunque.

Nel marzo del 1944 il governo tedesco decise un'ulteriore occupazione di uno stato straniero: l'Ungheria (vedi pagina 6). Dopo quell'occupazione, i tedeschi si limitarono alla ritirata fino alla resa incondizionata e alla sconfitta nel maggio 1945. La guerra continuò fino ad agosto, quando anche il Giappone, l'unico alleato della Germania rimasto, si arrese agli Alleati.

Che cos'è la "razza"?

Fino alla prima metà del 1800, la parola "razza" era usata per indicare molte cose diverse. Per esempio, si riferiva alle specie, come nella "razza umana", o alle nazionalità, come nella "razza cinese". Attorno alla metà del 1800 alcuni scienziati iniziarono ad usare questo termine per descrivere gruppi di persone con un patrimonio genetico comune. Questi scienziati stavano tentando di spiegare i diversi comportamenti umani dividendo l'umanità in gruppi distinti, e molti di loro condividevano il desiderio di provare che il loro gruppo, o "razza", fosse geneticamente superiore agli altri. Anche se i loro dati erano distorti o non dimostrati, le loro idee ebbero una progressiva diffusione e continuano ancora oggi ad influenzare il nostro modo di pensare alle differenze umane.

I nazisti credevano fermamente nell'idea pseudoscientifica e razzista di una gerarchia razziale. Secondo i nazisti la loro "razza", un'idealizzazione di razza nord europea, che chiamavano "ariana" era in cima alla gerarchia. Pensavano che la loro "purezza razziale" fosse messa in pericolo da altri popoli inferiori come ebrei, zingari, africani e slavi. Usarono questa teoria per giustificare le loro campagne razziali fino allo sterminio di milioni di persone innocenti.

La maggioranza degli scienziati di oggi esclude il concetto di "razza" in quanto lo considera scientificamente privo di senso. La scienza moderna ha dimostrato, attraverso la ricerca genetica, che ci sono più differenze tra persone della stessa etnia che tra persone di gruppi etnici diversi.

Antisemitismo

L'antisemitismo è l'odio e la persecuzione contro gli ebrei. Storicamente, l'antisemitismo trova le sue basi nella religione. Gli ebrei furono perseguitati a causa di differenze di credo, di rituali e per altri aspetti legati alla loro religione. Nell'Europa cristiana, i movimenti antisemiti spesso si basavano sul rifiuto degli ebrei di accettare Gesù di Nazaret come Messia, e qualche volta erano alimentati dal mito che li considera responsabili della crocifissione di Cristo. Periodi di diffuso antisemitismo culminavano solitamente in tentativi di conversione degli ebrei alla religione dominante nella zona oppure nella loro espulsione di massa.

Nel XIX secolo alcuni capi politici individuarono nell'antisemitismo un potente strumento politico e nuove teorie scientifiche sulla "razza" (vedi pagina 4) crearono la convinzione che gli ebrei fossero geneticamente diversi dalle persone di altre provenienze etniche. Questo rese l'essere ebreo un "carattere genetico", non una convinzione religiosa che poteva essere "sistemata" con la conversione.

Prima della Seconda Guerra Mondiale, in Germania, Adolf Hitler strumentalizzò a suo favore l'antisemitismo profondamente radicato nella popolazione, facendo degli ebrei il capro espiatorio di tutti i problemi economici e politici. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i capi nazisti decisero che la "questione ebraica", per usare il loro linguaggio, potesse essere risolta soltanto con la "soluzione finale", il piano della Germania nazista per eliminare tutti gli ebrei in Europa.

 

II. Mentre si guarda il Film

Questa sezione offre una visione d'insieme del film e presenta i sopravvissuti e i testimoni che ne fanno parte. E’ intesa come strumento per accompagnare il film, dare chiarimenti e spiegare il contesto delle esperienze dei sopravvissuti.

Riassunto del film

Gli ultimi giorni inizia con un sopravvissuto della Shoah, Bill Basch, che medita su una questione che lo lascia perplesso: all'inizio del 1944, quando i tedeschi stavano perdendo la guerra contro gli Alleati, cosa li spinse a dedicare così tante risorse per loro essenziali alla contemporanea "guerra contro gli ebrei"? Il film torna spesso a questa domanda quando ognuno dei cinque protagonisti, tutti sopravvissuti alla Shoah, discute la propria esperienza come vittima dei nazisti ed esplora a fondo i costi umani della loro campagna omicida. Mentre i sopravvissuti tornano in Europa e nei luoghi legati a ciascuna delle loro storie, il film indaga questioni di moralità, religione e identità, e che cosa significhi rifarsi una vita.

Il film può essere diviso in quattro parti per l'utilizzo in classe:

Parte 1: Da cittadini a emarginati (circa 15 minuti)

I cinque sopravvissuti, Bill Basch, Renée Firestone, Tom Lantos, Alice Lok Cahana e Irene Zisblatt, descrivono i paesi in cui sono nati e la loro vita in Ungheria prima del 1944, quando, nonostante i loro paesi non fossero ancora stati toccati dalla guerra, loro stavano vivendo in una situazione di crescente antisemitismo e persecuzione. Si vede Tom che visita Budapest, il luogo della sua infanzia e Renée che arriva a Uzhorod, il paese in cui è nata.

Parte 2: "L'inferno di un pazzo" (30 minuti)

I sopravvissuti ricordano il periodo subito dopo l'invasione tedesca dell'Ungheria nel 1944, quando ciascuno di loro fu gettato negli orrori della Shoah: Alice, Irene e Renée si trovarono nei ghetti e poi ad Auschwitz-Birkenau. Nello stesso tempo Tom e Bill si unirono a gruppi della resistenza a Budapest. Nel film, Tom ritorna in una "casa protetta" di Budapest dove era stato nel 1944; Irene rivisita il luogo del ghetto e Alice si reca a Auschwitz-Birkenau.

Parte 3: La liberazione (11 minuti)

In questo segmento i sopravvissuti ricordano gli ultimi mesi di prigionia e il periodo dopo la liberazione. Questa parte del film mostra Alice ad Auschwitz-Birkenau e Bill che ritorna a Dachau. Termina con una serie di immagini molto forti sulla liberazione dei campi di concentramento, che sono presentate come documenti e prove dei crimini nazisti.

Parte 4: Rifarsi una vita (32 minuti)

I sopravvissuti raccontano i loro sforzi per ritornare a una vita normale dopo la Shoah. Seguiamo Ren‚e ad Auschwitz, dove trova informazioni sul destino di sua sorella, e poi ad un incontro col Dott. Hans Munch, ex ufficiale medico di Auschwitz. Alice va a Bergen-Belsen, dove rende omaggio a sua sorella che morì subito dopo la liberazione. Renée ritorna al suo paese natale Uzhorod e Irene rivede Polena. Si vedono anche i sopravvissuti nelle loro case negli Stati Uniti.

Note sui cinque sopravvissuti protagonisti del documentario

Bill Basch

Bill Basch nacque a Szaszovo, in Cecoslovacchia, nel 1927, in una famiglia di cinque figli. Nel marzo 1939 la regione della Cecoslovacchia in cui viveva divenne parte dell'Ungheria e negli anni che seguirono la sua famiglia risentì delle misure antisemite e della crescente persecuzione esercitata dai vicini di casa non ebrei.

Nell'autunno del 1942 si trasferì a Budapest, la capitale dell'Ungheria, per lavorare come apprendista. Iniziò ben presto a operare nella resistenza, aiutando i profughi ebrei a uscire clandestinamente dall'Ungheria per raggiungere la salvezza in Palestina. Nel luglio 1944, quando Raoul Wallenberg arrivò in Ungheria (vedi pag. 13), Bill si impegnò con lui a Budapest per la distribuzione di lasciapassare diplomatici agli ebrei. Tuttavia nel novembre 1944 fu catturato e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald in Germania. Divenne uno dei prigionieri costretti ai lavori forzati.

Nel marzo 1945, le guardie naziste costrinsero i loro prigionieri a una "marcia della morte" per sottrarli all'avanzata dei soldati alleati. Nonostante l'esaurimento fisico dovuto a mesi di brutali lavori forzati, Bill riuscì a sopravvivere a questa marcia e a raggiungere il campo di concentramento di Dachau. Qui lo liberarono i soldati statunitensi il 29 aprile.

Bill, una sorella ed un fratello furono gli unici membri della famiglia a sopravvivere alla Shoah. Dopo la guerra Bill si trasferì negli Stati Uniti, si sposò e si mise a lavorare nell'industria della moda. Ha tre figli e cinque nipoti.

Renée Firestone

Renée Firestone nacque a Uzhorod, Cecoslovacchia nel 1924. Suo padre era proprietario di un'azienda di tessuti e abbigliamento. Renée aveva un fratello e una sorella. La cittadina in cui viveva divenne parte dell'Ungheria nel 1938 e negli anni seguenti la famiglia fu vittima di crescenti misure restrittive antisemite.

Nel marzo 1944, quando Renée aveva 19 anni, l'esercito tedesco occupò l'Ungheria. Renée e la sua famiglia persero tutti i loro averi. Nel giro di poche settimane tutti i membri della famiglia di Renée, eccetto il fratello, furono costretti ad entrare in un ghetto temporaneo.

Qui vennero caricati su un carro bestiame che arrivò ad Auschwitz-Birkenau alcuni giorni più tardi. La madre di Renée fu uccisa immediatamente all'arrivo al campo, mentre Renée e la sorella riuscirono a rimanere insieme fino a settembre, quando la sorella fu probabilmente uccisa. In novembre Renée fu trasferita ad un campo di lavoro che produceva munizioni per l'esercito tedesco, nella Germania settentrionale nei pressi della città di Liebau. Qui fu liberata l'8 maggio 1945.

Renée tornò a Budapest e ritrovò due membri della sua famiglia che erano sopravvissuti alla guerra. Sposò un altro sopravvissuto alla Shoah e nel 1948 emigrò negli Stati Uniti dove intraprese una carriera di successo nell'industria della moda. Ha una figlia e una nipote e negli ultimi anni si è dedicata all'insegnamento delle vicende della Shoah.

Tom Lantos

Tom Lantos nacque a Budapest nel 1928, figlio unico di una coppia ebrea borghese.

La sua famiglia era ben assimilata nella cultura ungherese, ma Tom ricorda di aver vissuto nel terrore costante di ciò che sarebbe potuto accadere a loro e ad altri ebrei se i tedeschi avessero invaso l'Ungheria.

Quando i tedeschi invasero l'Ungheria, nel marzo del 1944, Tom aveva 16 anni. Si unì alla resistenza clandestina ma fu catturato e costretto ai lavori forzati, in particolare alla riparazione di un ponte spesso bombardato dagli aerei alleati. Riuscì a fuggire e iniziò a lavorare nell'organizzazione clandestina del gruppo di Raoul Wallenberg, distribuendo documenti diplomatici e aiuti materiali agli ebrei di Budapest. Nel gennaio 1945 fu liberato da truppe sovietiche. Anche suo padre sopravvisse alla Shoah ma per sua madre non fu così.

Tom si trasferì negli Stati Uniti, dove sposò un'amica di infanzia Annette. Nel 1980, dopo avere insegnato economia per trent'anni, fu eletto alla Camera dei Deputati degli Stati Uniti dove sta ancora lavorando dopo essere stato rieletto nove volte. Lui e Annette hanno due figlie e diciassette nipoti.

Alice Lok Cahana

Alice Lok Cahana nacque in una cittadina ungherese chiamata Sarvar nel 1929. Era la seconda di quattro figli, e la sua famiglia era proprietaria di una fabbrica di tappeti. Nei primi anni Quaranta per Alice e la sua famiglia ebbero inizio persecuzioni e misure antisemite da parte del governo ungherese.

Nel marzo del 1944, quando l'esercito tedesco invase l'Ungheria, Alice aveva 15 anni. La sua famiglia e altri ebrei della sua città furono costretti a lasciare le loro case e furono rinchiusi per alcuni giorni in una scuola ebraica. Il padre di Alice fuggì a Budapest, ma il resto della famiglia fu caricato a bordo di un treno merci diretto ad Auschwitz-Birkenau. Soltanto Alice e sua sorella sopravvissero alla selezione e furono internate nel campo.

Alice e la sorella rimasero insieme per molto tempo, nel periodo che trascorsero ad Auschwitz, poi furono mandate in un campo di lavoro a Guben, in Germania. Nel gennaio del 1945 giunsero a Bergen-Belsen, un campo nazista sovraffollato e infestato di malattie. L'esercito britannico liberò questo campo il 15 aprile ma la sorella di Alice morì sei settimane più tardi.

Alice si stabilì negli Stati Uniti, dove lei e il marito hanno avuto tre bambini. Oggi fa la pittrice e i suoi lavori sulla Shoah sono noti a livello internazionale.

Irene Zisblatt

Irene Zisblatt nacque nel 1930, in una famiglia ebrea ortodossa con sei bambini. Vivevano a Polena, una cittadina di villeggiatura cecoslovacca che divenne parte dell'Ungheria nel marzo del 1939. Sotto il governo ungherese le leggi antiebraiche e la violenza contro gli ebrei aumentarono vertiginosamente a Polena. Quando l'armata tedesca occupò l'Ungheria, nel marzo del 1944, Irene tentò di nascondersi con la sua famiglia. Furono ben presto catturati e inviati ad un ghetto con tutti gli altri ebrei della loro regione. Quando le guardie fecero appello a chi volesse lavorare in una nota zona vinicola ungherese, la famiglia di Irene fu tra coloro che si offrirono volontari. Furono caricati su un carro bestiame di un treno merci che li portò ad Auschwitz-Birkenau invece che all'azienda vinicola.

Irene fu separata dalla sua famiglia e fatta entrare nel campo. A soli tredici anni, sopravvisse agli esperimenti medici ed evitò per un soffio la morte nelle camere a gas. Fu quindi portata in un campo di lavoro come addetta a lavori meccanici.

All'inizio del 1945 le guardie tedesche costrinsero Irene ed altri prigionieri in una brutale marcia della morte diretta verso il centro della Germania. Dopo alcune settimane, quando solo una piccola parte dei prigionieri era rimasta in vita, Irene fuggì nei boschi. I soldati statunitensi la trovarono quella stessa notte e la portarono in salvo.

Irene fu l'unica a sopravvivere di tutta la sua famiglia. Dopo avere vissuto per due anni in un campo profughi si trasferì negli Stati Uniti. Si sposò negli anni successivi e con il marito ha avuto due figli e quattro nipoti.

 

Domande da porsi mentre si guarda il film

Gli ultimi giorni è un film documentario narrato interamente da sopravvissuti e da testimoni della Shoah. Non ci sono narratori convenzionali o conduttori. Che effetto ha ciò sul tuo modo di vedere questo film?

Quando si discute di Shoah si è tentati di individuare semplicisticamente solo colpevoli e vittime.

Mentre guardi il film pensa anche al ruolo di coloro che assistettero anche se non coinvolti direttamente, delle persone attive nella resistenza e dei salvatori. Che contributo danno queste figure alla tua ipotesi sulla Shoah?

 

Note su altri Sopravvissuti e Testimoni della Shoah

Dott. Randolph Braham nacque nel 1922 e passò la sua infanzia a Des, un paese della Transilvania, in Romania, che divenne parte dell'Ungheria nell'agosto del 1940. Randy fu inviato qualche anno dopo ad un campo di lavoro ungherese, dal quale fuggì 15 mesi più tardi. Fu liberato dall'esercito sovietico che lo mise in carcere come prigioniero di guerra. Tornò a casa e scoprì che i suoi genitori erano stati uccisi ad Auschwitz. Oggi è il massimo esperto mondiale sulla Shoah in Ungheria. Ha scritto o curato dozzine di volumi sull'argomento ed è al momento professore emerito alla City University di New York.

Dario Gabbai nacque nel 1922 a Salonicco, in Grecia. Gli ufficiali tedeschi entrarono nella sua città nel marzo del 1944 e nel giro di qualche settimana la sua famiglia arrivò al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Le guardie delle SS gli ordinarono di lavorare al crematorio n. 2 dove, come membro del Sonderkommando, fu obbligato a bruciare i corpi di decine di migliaia di prigionieri uccisi nelle camere a gas. Doveva setacciare le ceneri per cercare oggetti di valore: anelli, catene, persino le otturazioni d'oro dei denti. Fu testimone di innumerevoli omicidi e atrocità delle SS ad Auschwitz e in seguito nel campo di concentramento di Mauthausen prima di essere liberato vicino ad Ebensee, in Austria. Lui ed un fratello furono tra i pochi membri della famiglia a sopravvivere alla guerra.

Nato in California, Warren Dunn aveva 20 anni nell'aprile del 1945. Comandante di compagnia della 42a divisione della 7a armata dell'esercito degli Stati Uniti, ricevette l'ordine di raggiungere Dachau, mettere in salvo la città ed assumere il controllo del campo di concentramento attiguo. Fino all'arrivo a Dachau nessuno di quei soldati, nemmeno il comandante di battaglione, era a conoscenza del sistema di campi di concentramento nazisti.

Katsugo Miho nacque a Maui, nelle Hawaii. Si arruolò nell'esercito degli Stati Uniti nel 1943 come membro della 442a squadra di combattimento reggimentale nippo-americana. La sua squadra fu una tra le prime ad entrare nel campo di concentramento di Dachau. Paradossalmente nello stesso momento in cui Katsugo stava liberando Dachau, suo padre era rinchiuso in un campo di internamento statunitense per cittadini giapponesi e americani di discendenza giapponese.

Nato ad Indianapolis, il Dott. Paul Parks sbarcò a Omaha Beach il 6 giugno 1944, il D-Day, e si spinse nell'entroterra con il corpo di spedizione degli Alleati. Arrivò a Dachau mentre le forze statunitensi stavano liberando il campo di concentramento nei pressi della città. Dopo la guerra, Paul partecipò attivamente al movimento per i diritti civili. Lavorò come educatore e fu segretario generale della pubblica istruzione nel Massachusetts.

Il Dott. Hans Munch era uno dei capi dell'Istituto di Igiene SS di Auschwitz. Munch, lavorando con Josef Mengele, era coinvolto direttamente nella sperimentazione su deportati ebrei, in particolar modo su donne. Munch fu messo sotto accusa nel 1946 nei processi per crimini di guerra assieme ad altri 40 medici. Fu l'unico ad essere prosciolto in parte per aver dichiarato di avere sottoposto alcune donne ebree a esperimenti medici innocui per evitare che fossero inviate alle camere a gas e, in questo modo, salvando loro la vita.

"L'Ebraismo era la nostra religione, ma noi eravamo ungheresi". Alice

"La grande maggioranza degli ebrei di Budapest era composta da persone del tutto integrate nella società ungherese, profondamente legate alla patria ed enormemente orgogliose delle proprie radici ungheresi". Tom

"Io avevo amici non ebrei. Uscivo con ragazzi non ebrei. I miei genitori avevano amici non ebrei...". Renée

"I nostri cosiddetti amici e i nostri vicini di casa erano in fila lungo la strada e urlavano: "Era ora! Fuori di qui!" e "Non abbiamo bisogno di ebrei nella nostra città!", "Dobbiamo liberarci di tutti voi ebrei!" e io ero lì, e non credevo ai miei occhi... Eravamo amici, avevamo cose in comune. Perché erano così ostili, perché ci odiavano così all'improvviso?" Irene

"C'erano rifugiati che arrivavano in Ungheria, in fuga dalla Polonia. Venivano e ci raccontavano le loro storie e mi ricordo che molto spesso non ci credevamo". Alice

"C'era una specie di ... sentimento patriottico per cui pensavamo che noi ungheresi non facevamo certe cose". Tom

"La gente si chiede perché non abbiamo fatto qualcosa, non siamo fuggiti, non ci siamo nascosti. Le cose non sono successe di colpo, sono successe lentamente. Così ogni volta che usciva una nuova legge o una nuova restrizione dicevamo: "Beh! è solo una cosa in più, passerà". Renée

"E poi ci fu il decreto successivo che ci ordinava di preparare una valigia di 25 Kg al massimo. E all'inizio non riuscivamo a capire. Cosa portare? I cuscini, le coperte, i piatti? Cosa porti?" Alice

"Mentre facevamo le valigie, volevo portare qualcosa che mi ricordasse i bei tempi. Ero molto depressa e preoccupata. E così trovai un costume da bagno che mi aveva comprato mio padre..." Renée

"Stiamo portando tutti i nostri bagagli. Cuscini e coperte legati stretti; e anche noi bambini dobbiamo portare le valigie, e io mi vergogno tanto..." Alice

"Come ebreo non esistevo. Mi avrebbero sparato, sarei stato ucciso". Bill

"Eri un animale braccato 24 ore al giorno". Tom

"Guarda che panorama vasto si vede qui. Come potevano persone normali tornare... dopo aver lavorato qui o progettato questo? Qualcuno l'aveva pianificato. Qualcuno ne era stato l'ingegnere. Qualcuno che ha veramente... messo sulla carta questo tipo di efficienza". Alice

"Cercavano di cambiarci il colore degli occhi". Irene

"Per ogni uomo che si buttava contro il filo spinato, prendevano cento prigionieri e li uccidevano davanti a tutti come esempio. Non ci lasciavano neanche morire quando volevamo noi". Irene

"Il sadismo, la crudeltà, l'irrazionalità dei nazisti tedeschi e ungheresi... [l'idea che] avrebbero potuto guadagnare credito se si fossero comportati in modo più civile... non era presente in realtà perchè il loro odio era così cieco". Tom

"Improvvisamente riconobbi mio padre, e la prima cosa che mi venne in mente fu di nascondermi. Faceva così male vederlo con la testa rasata e l'uniforme da prigioniero. Quest'uomo che aiutava tutti, la persona più gentile del mondo. Proprio non riuscivo ad immaginarmi come si sarebbe sentito a veder noi con le teste rasate, in quegli stracci. Così volevo solo nascondermi perché non mi potesse vedere. In quel momento i nostri occhi si incrociarono. E vidi le lacrime che gli scendevano sulle guance. Quella fu l'ultima volta che vidi mio padre". Renée

"E poi mi venne in mente una cosa. Mi hanno portato via i genitori, l'identità, il fratello e la sorella e i miei averi. C'è qualcosa che vogliono da me. E allora ho pensato alla mia anima. Ho detto: Non riusciranno a portarmela via, la mia anima." Irene

"Edith parla piano e mi dice: ‘è quasi Shabbat... Come celebravamo lo Shabbat a casa nostra. Con il cibo, con le canzoni e con le preghiere e accendendo le candele’. E io le ho risposto: ‘Perché non lo celebriamo qui dentro, nella latrina?’" Alice

"Tenni stretti i diamanti perché quelli erano per comprare il pane..." Irene

 

II DOPO AVER VISTO IL FILM

 

Parte 1: Da cittadini a emarginati (0:00 - 14:30)

IDENTITA’

Nelle citazioni riportate in questa pagina, Alice, Tom, Renée e Irene descrivono le proprie famiglie e comunità in rapporto ad altri ungheresi. Leggi attentamente le loro parole e rifletti su cosa ognuno di loro dice a proposito della propria identità. Ciascuno di loro è ebreo, eppure questo aspetto della loro identità significa qualcosa di diverso per ognuno di loro. Pensa al tuo senso di identità nazionale e all'importanza che dai alla tua identità religiosa o alla tua origine etnica. Quali altri aspetti della tua personalità definiscono per te il senso della tua identità? Irene esprime la confusione e la tristezza che provò quando si rese conto che ciò che dava per scontato sul suo posto nella società non era vero. Che cosa era cambiato nel modo in cui i suoi vicini guardavano la sua famiglia? Pensa che cosa vuol dire essere emarginato. Perché Irene era diventata un'emarginata? Come risponderesti tu alle domande che lei pone alla fine del suo intervento riportato?

DIFFICILE DA CREDERE...

Molti ebrei ungheresi non riuscivano a credere alle voci sentite in giro sulle atrocità naziste, anche se raccontate da testimoni oculari. Perché era così difficile credere alle voci che riportavano atrocità come campi di sterminio ed esecuzioni di massa? Considera ciò che tu stesso ritieni scontato a proposito del modo in cui le persone si comportano l'una con l'altra e cerca una definizione di natura umana. La tua esperienza di vita ti rende difficile immaginare le motivazioni dei criminali nazisti? In che modo ciò che pensi a proposito della natura umana riflette il tuo stesso concetto di chi tu sia, la tua propria identità? Nella frase riportata di Renée, in che modo il punto di vista della gente di cui parla è diverso da quello della sua famiglia e di altri ebrei ungheresi? Su quali informazioni sono basati questi diversi punti di vista? Come è influenzato il tuo ricordo di un evento dalla tua posizione spazio-temporale?

"CHE COSA PORTARE?"

Tra il 15 maggio e l'8 luglio 1944 i nazisti ungheresi e tedeschi deportarono 437.402 ebrei dalle loro abitazioni in città, cittadine e paesi ungheresi. Come molti altri sopravvissuti alla Shoah, Alice e Ren‚e ricordano chiaramente l'esperienza dell'abbandono della propria casa. Perché i loro beni sono così importanti per loro? Cosa rappresentano? Se tu dovessi andartene da casa tua in fretta, che cosa porteresti con te? Che cosa significano per te queste cose? Qual è il rapporto tra l'identità di una persona e le proprie cose? Perché Renée sceglie un costume da bagno?

 

Parte 2 : L'inferno di un pazzo (14:30 - 43:50)

Disumanizzazione

Lo scrittore Elie Wiesel, sopravvissuto alla Shoah, ha descritto il procedimento dei nazisti come tentativo di ridurre la persona a un prigioniero, il prigioniero ad un numero, il numero in cenere facile da disperdere. Le frasi riportate qui accanto illustrano alcuni elementi del processo di disumanizzazione usato dai nazisti. In che modo il diventare un emarginato è un primo passo nel procedimento descritto da Elie Wiesel? In che modo il linguaggio di Tom e Bill nelle frasi citate qui accanto riflette il processo di disumanizzazione? Il governo tedesco, dal momento in cui il partito nazista prese il potere nel 1933, diventò ufficialmente antisemita, cioé incluse esplicitamente politiche contro gli ebrei nel programma di governo. Pensa come le frasi riportate illustrino le conseguenze dell'odio istituzionalizzato. Che rapporto c'è tra questo e il processo di creazione di un emarginato in qualsiasi ambiente sociale?

Sopravvivenza

Mentre i prigionieri entravano nei campi, le autorità tedesche li spogliavano quanto possibile della loro identità, ma i prigionieri riuscivano a mantenere i loro ricordi e la percezione di se stessi. Pensa alle parole di Renée, perché reagisce in quel modo quando vede suo padre? Da dove viene la sua sensazione di vergogna? Di fronte al controllo totale e assoluto delle guardie in che modo le parole di Irene e Alice illustrano atti di resistenza? Si parla spesso di "resistenza spirituale". Come riflette questo concetto l'esperienza di Irene con i suoi diamanti? Perché pensi che li abbia tenuti nonostante il rischio? Nota bene che non li ha mai scambiati per il pane. Quando l'identità è proibita anche la memoria può essere una forma di resistenza. Cosa ci dice questo sul rapporto fra memoria ed identità?

Contrappunto: Raoul Wallenberg

Raoul Wallenberg, un diplomatico proveniente da una facoltosa famiglia svedese, andò a Budapest nel 1944 su richiesta del governo degli Stati Uniti e di altri governi. La sua missione era di salvare quanti più ebrei fosse possibile, usando qualunque mezzo potesse ottenere o inventare. C'erano numerosi diplomatici importanti che lavoravano a Budapest in quel periodo, ma Wallenberg è il più noto e gli è stata attribuita la salvezza di decine di migliaia di ebrei dai nazisti usando mezzi non ortodossi, rischiosi e molto creativi. Tom Lantos ha definito Raoul Wallenberg la "figura centrale" della sua vita. In effetti, Raoul Wallenberg è rimasto un grande eroe per molte persone in tutto il mondo. Fai una ricerca sulla vita di Raoul Wallenberg. Come puoi spiegare il suo straordinario coraggio? Metti a confronto le sue azioni con il comportamento di altri diplomatici in Ungheria.

 

Parte 3: Decisioni Difficili (43:50 - 54:30)

Scelte obbligate

Alcune delle scelte fatte dagli ebrei durante la Shoah furono così lontane dalle nostre normali aspettative di vita che il professor Lawrence Langer ha inventato un nuovo termine: "scelte obbligate". Queste sono le scelte prese "in assenza di alternative dotate di senso umano" basate sulle convinzioni relative a responsabilità e moralità di ogni singolo individuo. Fino a che punto le tre citazioni riportate qui accanto descrivono scelte obbligate? In che modo queste scelte sono diverse da altre decisioni? Chi dovrebbe essere ritenuto responsabile per le scelte fatte nelle condizioni descritte ne Gli ultimi giorni?

Vendetta e giustizia

Dopo la liberazione dei campi nazisti, quando le guardie persero il loro potere, alcuni sopravvissuti e liberatori esercitarono una vendetta violenta contro i loro oppressori. Queste azioni erano una reazione emotiva al contesto estremo in cui furono compiute. Costituirono una forma di giustizia oppure no? Perché? Dopo la Shoah gli accusatori si trovarono di fronte a crimini di guerra che oltrepassavano tutti i precedenti limiti di colpa e castigo. Riesci a pensare a modi appropriati di punire chi si è macchiato di tali crimini? È possibile in qualche modo aggiustare i torti di un crimine collettivo tanto efferato come la Shoah?

Molti sopravvissuti rifiutarono la vendetta violenta come risposta appropriata alle atrocità disumane dei nazisti. Alcuni considerarono una vendetta il semplice fatto di essere sopravvissuti; altri pensarono che ricostruire le loro vite fosse una forma accettabile di vendetta. Pensa alle esperienze e alle azioni dei sopravvissuti nella seconda parte del film. Quali di queste possono essere considerate forme di vendetta non violenta? Si tratta di una forma "migliore" di vendetta? Quali altre risposte erano possibili?

Responsabilità personale

La citazione accanto è tratta dalla testimonianza del Dott. Hans Munch, in parte presente nel film. I suoi commenti sono relativi alla sua vicenda personale di medico delle SS ad Auschwitz e del suo coinvolgimento in casi di esperimenti medici nel campo. Considerate il caso del Dott. Munch in piccoli gruppi di discussione. In qualità di medico a capo di una clinica che effettuava esperimenti medici ad Auschwitz su esseri umani privati della libertà di scelta, può essere considerato innocente? Anche se non uccise personalmente le "portatrici di segreti", pensate che sia in parte responsabile delle loro morti a causa della partecipazione e della conoscenza dei loro destini che lui stesso ha ammesso? Discutete il significato di responsabilità personale usando le vostre esperienze personali. In base a ciò che avete letto e visto, dove inizia la responsabilità personale vera e propria del Dott. Munch? E dove finisce?

Pensate a come il Dott. Munch presenta se stesso nel film. Come potreste caratterizzare le sue descrizioni degli eventi dei quali è stato testimone o partecipe ad Auschwitz? Dopo avergli fatto delle domande, come ne descrive l'atteggiamento Renée? C'è stato un dibattito recente sulle possibili responsabilità criminali di Munch per gli eventi accaduti ad Auschwitz. Cercate di sviluppare una tesi in sua difesa e un'altra che lo pone tra i responsabili. In cosa è diversa la sua posizione da quella che descrive Dario nella citazione prima riportata?

 

Parte 4: Rifarsi una Vita (54:30 - fine)

"Pace con il mondo esterno"

Dopo la liberazione, i sopravvissuti alla Shoah uscirono dai campi con sensazioni complesse di confusione, rabbia, depressione e senso di colpa. Per molti ci sono voluti anni prima di essere reintegrati nella società; altri non sono mai riusciti a risentirsi a casa propria. Pensa alle esperienze di Renée e alle sue parole riportate qui accanto. Perchè è il mondo esterno quello con cui lei sentiva di dover fare pace? In che modo le domande di Bill illustrano un'altra lotta affrontata dai sopravvissuti? Considera gli sforzi di Alice per scoprire il destino di sua sorella e di sua madre. Perché la liberazione non fu "l'ultimo giorno"?

Tornando a casa

Considera il viaggio di Irene a Polena, il paese della sua infanzia, e il ritorno di Renée al suo paese natale, Uzhorod. Cosa sperano di ottenere Irene e Renée con il loro viaggio? Quali sono le difficoltà nel tornare a casa? Dopo la Shoah in qualche modo l'Ungheria era ancora la loro casa? In base alla tua risposta all'ultima domanda, cosa significa casa propria?

Generazioni

Alla fine della guerra ognuno dei sopravvissuti alla Shoah aveva davanti a s‚ il compito monumentale di ricostruirsi la vita. Che cosa mancava loro, che noi diamo per scontato, quando hanno intrapreso questo processo? Qual è il valore della continuità? Molti sopravvissuti alla Shoah, come la maggior parte delle persone che hanno sofferto grandi perdite nella loro vita, hanno creato memoriali, monumenti commemorativi per coloro che hanno perduto. In che modo l'esperienza di Irene dimostra quanto questo fosse difficile per i sopravvissuti alla Shoah che erano stati costretti ad abbandonare le loro case e tutti i loro averi? Se la sua lacrima di diamanti è un ricordo commemorativo, lo è di chi? Quali sono i ricordi commemorativi di Renée, Tom, Bill, Alice e Randolph? In che modo il processo di creare una famiglia riscatta le proprie memorie?

Responsabilità

La Shoah, nella sua totalità è stata considerata un crimine troppo grande per essere una questione di responsabilità individuale. In quanto esseri umani in che modo condividiamo una responsabilità collettiva per ciò che è successo? Considerando le offese e le ingiustizie che continuano ancora, è sufficiente dire che singoli individui furono responsabili per la Shoah? Che cosa possiamo fare noi, nella nostra individualità, per tentare di aggiustare questi torti? Ricorda le parole di Randolph prima riportate per rispondere a questa domanda.

 

Parte 5: Alcune storie italiane

Giorgio Perlasca

Nel narrare le deportazioni degli ebrei ungheresi è necessario ricordare la figura di Giorgio Perlasca. Italiano, di famiglia borghese, aderisce al fascismo con entusiasmo e, dopo avere abbandonato la scuola, parte volontario per l'Abissinia. Nel 1936 si reca in Spagna a combattere a fianco dei franchisti ma ritorna deluso e critico nei confronti di Mussolini e Hitler. Dopo varie peripezie in Europa, alla fine del 1942 si stabilisce a Budapest dove lavora come impiegato per conto di un'azienda italiana. Dopo l'occupazione tedesca dell'Ungheria nei primi mesi del 1944, Perlasca finisce con l'essere ricercato dai nazisti e riesce ad avere dall'ambasciatore spagnolo un passaporto ed un certificato con la qualifica di funzionario di quell'ambasciata. Con altri diplomatici neutrali inizia a radunare parecchi ebrei ungheresi in edifici di proprietà delle ambasciate per proteggerli. Il 29 novembre l'ambasciatore spagnolo fugge da Budapest e Perlasca si autoproclama suo sostituto. Da questo momento in poi aumenta la sua opera fornendo assistenza, cibo e documenti spagnoli falsi. Questa situazione si protrae fino all'arrivo dei soldati sovietici nel gennaio 1945, salvando così dalla deportazione migliaia di ebrei ungheresi. La vicenda di Perlasca è significativa perché riguarda un uomo comune che, anziché fuggire alle prime avvisaglie di pericolo, si inventa un ruolo come diplomatico di uno stato neutrale che lo porta a rischiare più volte la vita. Giorgio Perlasca resta praticamente sconosciuto fino al 1987, quando viene riconosciuto "giusto tra i giusti" dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme. Muore a Padova nel 1992.

Liliana Segre

Liliana Segre, coetanea di Irene Zisblatt, nasce a Milano nel 1930 da famiglia ebraica borghese e laica, italiana da innumerevoli generazioni e completamente assimilata. Dopo un'infanzia felice, nel 1938 scopre la propria diversità quando, come tutti gli studenti ebrei italiani, viene espulsa dalla scuola elementare pubblica che frequentava. Dal 1938 al 1943 la vita per gli ebrei italiani si fa sempre più dura e, quando iniziano i rastrellamenti, il padre di Liliana, Alberto, decide di tentare la fuga in Svizzera. Respinti dagli elvetici, vengono arrestati sul confine italo-svizzero e portati in carcere prima a Varese, quindi a Milano. Il 30 gennaio 1944 viene trasferita in camion alla stazione centrale, caricata su un treno insieme al padre e a molti altri detenuti per motivi razziali dello stesso carcere. Il viaggio verso Auschwitz-Birkenau durerà una settimana alla fine della quale separata dal padre, che non rivedrà mai più, supera la selezione iniziale, forse perché di aspetto più adulto rispetto alla sua età Compirà i 14 anni nel lager. Come Irene, sul finire della guerra, è costretta a lasciare Auschwitz e a partecipare a una delle tremende marce della morte verso l'interno della Germania. Verrà liberata a Ravensbruck nel 1945.

Don Francesco Repetto

Tra le molte figure che si adoperarono per contrastare la soluzione finale di Hitler in Italia, un personaggio che andrebbe maggiormente conosciuto Š Don Francesco Repetto. Giovane sacerdote, segretario di Pietro Boetto, Cardinale di Genova, si adoperò enormemente per nascondere, alloggiandoli presso conventi e privati, sia gli ebrei genovesi che quelli profughi giunti in città, fino a fornire loro documenti falsi e ad organizzare la fuga verso la Svizzera. Collaborò attivamente con la Delasem (Delegazione Assistenza Emigrati Ebrei) e strinse un profondissimo legame di amicizia con il rabbino capo di Genova, Riccardo Pacifici. La sua aperta attività lo fece diventare un ricercato dai tedeschi e dovette trascorrere l'ultimo periodo della guerra da clandestino. Nel 1982 fu riconosciuto "giusto" dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme. E’ importante sottolineare che nessuna delle persone aiutate da Don Repetto fu mai da lui invitata a convertirsi al cattolicesimo.

La figura di questo sacerdote è rappresentativa dello sforzo fatto da quei religiosi che vollero fornire il proprio aiuto agli ebrei ricercati sia dai nazisti che dagli italiani per essere deportati nei campi di sterminio. Questo aiuto fu quasi sempre fornito per scelta personale, in modo indipendente dalla gerarchia cattolica e senza il suo incoraggiamento e supporto.

"Molta gente pensa che noi che lavoravamo nel Sonderkommando fossimo colpevoli di qualcosa, perché facevamo quel tipo di lavoro. Ma noi non potevamo evitarlo. Se non facevi quello che ti dicevano, qualunque cosa fosse, ti ammazzavano subito". Dario

"Eravamo in tre, tre amici che erano rimasti insieme fino a quel punto. E giurammo che avremmo sacrificato le nostre vite per quella di uno di noi, che uno non avrebbe mai deluso l'altro. Eravamo ragazzi, sognavamo, credevamo che fosse possibile. Uno dei tre fu ferito al ginocchio e si sviluppò una cancrena. Un soldato vide che stava zoppicando e così venne vicino e voleva... sparargli, ma noi ci parammo davanti a lui. Ci puntò la sua Luger e disse: 'Vi do tre secondi, conto fino a tre e o lo lasciate andare oppure morirete tutti e tre'. Te lo immagini?" Bill

"Non ho mai saputo il nome di nessuno, non ho mai voluto conoscere nessuno. Non ho mai voluto per evitare la possibilità che arrivasse un giorno qualcuno che conosceva la persona a cui avevo tolto le scarpe... quando è morta". Bill

"L'importante era trovare modi per sterilizzare le donne, in particolare le donne ebree, per ridurre la razza senza spendere troppo. Ero in contatto con il block 10, questo è vero. La saliva che usavamo per le nostre ricerche veniva da lì. Cercavamo un modo per individuare il gruppo sanguigno dalla saliva e la prendevamo dalle donne del block 10... che venivano sterilizzate. Queste donne venivano poi trasferite a Birkenau dove venivano mandate nelle camere a gas perché... erano le cosiddette "portatrici di segreti". Un giorno un mio conoscente venne a chiedermi se avessi potuto cercare di esercitare la mia influenza, se si fosse potuto fare qualcosa per non mandarle nelle camere a gas. L'unico modo per fare questo era di sottoporle ad altri test. Per salvarle dovevamo continuare a condurre test innocui. Questo è ciò che decidemmo di fare, e in qualche modo funzionò. Questo è il motivo per cui fui assolto al processo su Auschwitz". Dott. Munch

"Ritornare alla libertà fu molto difficile. Non sapevamo come avremmo fatto pace con il mondo esterno che non ci voleva. E non sapevamo chi avremmo trovato e chi no". Renée

"Perché sono sopravvissuto? Perché Dio mi ha risparmiato?" Bill

"Ma là fuori ci sono molte persone che come me stanno ancora cercando. Perché per noi la liberazione non fu l'ultimo giorno". Alice

"Presi i diamanti e li feci montare in un pendente a forma di lacrima, perché ogni volta che li avevo salvati avevo dovuto piangere tanto. Così ho pensato che le lacrime fossero adatte. E ho detto ai miei figli che questi diamanti dovranno passare alla primogenita della famiglia di generazione in generazione sino a... per sempre... E sono l'unica cosa che possiedo che aveva tenuto in mano mia madre." Irene

"... e abbiamo due figlie che tempo fa ci hanno detto che... avevano in programma un regalo speciale per i loro genitori. Siccome le nostre famiglie sono state spazzate via completamente, ci volevano dare una grande famiglia e siamo stati benedetti da... 17 meravigliosi nipotini e sono veramente il centro della nostra vita". Tom

"Così, quando ci troviamo tutti insieme, siamo proprio un gruppo piuttosto grande. E la gioia di stare con la mia famiglia e vedere che... ero così vicino alla morte e ora sono qui, seduto a tavola e siamo in 11, in 12, a goderci la vita. Il piacere di essere vivo è meraviglioso." Bill

"La mia arte oggi riguarda la Shoah perché non ho nessun altro memoriale per la mia gente". Alice

"Non penso che sia stato Dio a creare la Shoah. Penso che Dio ci abbia dato una mente e un cuore e libero arbitrio. E sta all'uomo decidere cosa fare della sua vita. Do la colpa all'uomo non a Dio". Renée

"Non riesco a spiegare la Shoah né con la ragione né con le emozioni né con l'intelletto. Non riesco, non riesco a trovare una collocazione per un ente supremo in questo incubo". Tom

"La Shoah deve essere insegnata come un capitolo della lunga storia della disumanità dell'uomo verso l'uomo. Non si può ignorare la discriminazione inflitta a molte persone a causa della loro razza, colore o credo. Non si può ignorare la schiavitù. Non si possono ignorare i roghi delle streghe. Non si può ignorare il massacro dei cristiani al tempo dei romani. La Shoah, forse, è il culmine dell'orrore che può accadere all'uomo quando perde la sua integrità, la sua fede nella santità della vita umana". Randy

 

Glossario

 

Alleati Alleanza militare che si oppose all'Asse durante la Seconda Guerra Mondiale; i principali stati furono Gran Bretagna, Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina.

 

Asse Coalizione militare composta da Germania, Giappone, Italia, Ungheria ed altri stati che si opposero agli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Assimilazione Processo per cui un gruppo etnico o culturale distinto adotta usi e costumi della cultura dominante del luogo in cui si trova.

 

Auschwitz Complesso di campi nella Polonia occupata dai tedeschi, costituito da un campo di concentramento (Auschwitz 1), un campo di lavoro (Buna-Monowitz o Auschwitz 3) ed il più grande campo di sterminio nazista (Auschwitz 2 o Auschwitz-Birkenau). Ad Auschwitz furono uccise tra 1,1 e 1,3 milioni di persone, delle quali 90% erano ebrei.

 

Bergen-Belsen Campo nazista nella Germania centrale, ricordato principalmente per le crude immagini riprese al momento della liberazione dall'esercito britannico. Le condizioni di vita del campo erano così atroci che più di 13.000 persone morirono nelle prime settimane dopo la liberazione e si aggiunsero alle molte migliaia morte durante l'ultima settimana di prigionia, per tifo, fame e disperazione.

 

Buchenwald Campo di concentramento nazista in Germania, istituito nel 1937, fu uno dei principali centri di lavoro forzato.

 

Campi di concentramento Luoghi in cui le persone venivano confinate a causa della loro identità, comportamento o convinzioni. La maggior parte dei campi di concentramento nazisti fu utilizzata come centro per il lavoro forzato e per lo sterminio di massa delle popolazioni civili.

 

Campi di lavoro Luoghi di reclusione in cui i deportati-schiavi venivano sfruttati per attività lavorative per ottenerne un profitto economico.

 

Campi di sterminio Luoghi in cui uccidevano i deportati e i loro corpi venivano bruciati o sepolti in fosse comuni; essi furono istituiti per lo sterminio razziale. Alcuni, come Auschwitz-Birkenau servivano anche come luoghi di detenzione in cui trattenere i prigionieri destinati a lavori forzati.

 

Croci frecciate Organizzazione ungherese di stampo fascista antisemita, legata al governo nazista tedesco.

 

Dachau Il primo dei campi di concentramento nazisti, istituito nel marzo 1933, fu tra gli ultimi ad essere liberato il 28 e 29 aprile 1945. Previsto per prigionieri politici, fu un centro di lavoro forzato.

 

Esperimenti medici Nel contesto della Shoah, i medici tedeschi eseguirono prove di tipo pseudoscientifico utilizzando come cavie migliaia di deportati nei campi.

Ghetto Sezioni di città in cui le autorità tedesche concentravano, sfruttavano e riducevano alla fame le popolazioni ebraiche locali. I tedeschi concentrarono in pochissimo spazio un grande numero di persone ebree in condizioni di vita in continuo peggioramento. I ghetti rappresentarono un luogo di raccolta per un tempo indefinito prima della deportazione per la "soluzione finale".

 

Hitler, Adolf (1889-1945) Capo del partito nazista al potere in Germania dal 1933 al 1945, il principale artefice della Shoah.

 

Marce della morte Evacuazioni forzate dei campi che stavano per essere liberati dagli Alleati con spostamenti a piedi dei deportati verso l'interno della Germania per impedire che venissero trovati. Le più imponenti avvennero nell'inverno tra il 1944 e il 1945, quando decine di migliaia di prigionieri furono costretti a marciare per centinaia di chilometri senza cibo, riparo, misure igieniche o riposo.

 

Mengele, Josef (1911-1979?) Ufficiale medico ad Auschwitz dal 1943 al 1945, responsabile e supervisore dei brutali esperimenti medici sui deportati. Spesso operò la selezione di coloro che a Birkenau erano destinati alle camere a gas all'arrivo dei treni.

 

Organizzazione clandestina Qualunque organizzazione di resistenza mirata a indebolire o a rovesciare il governo al potere. Essere in clandestinità significa essere nascosti o in incognito.

 

Partito Nazista Partito politico tedesco che propugnava conquiste e la superiorità razziale tedesca. Con il suo capo Adolf Hitler governò la Germania dal 1933 al 1945.

 

Shoah In ebraico significa "annientamento"; indica lo sterminio di oltre sei milioni di ebrei da parte dei nazisti. Si è preferito questo termine a "olocausto" per eliminare qualunque idea di sacrificio religioso insita in quest'ultimo.

 

"Soluzione Finale" Indicava nel linguaggio e negli atti nazisti il tentativo di risolvere la cosiddetta "questione ebraica", uccidendo tutti gli uomini, donne e bambini ebrei in Europa.

 

Sonderkommando In tedesco significa squadra speciale, le SS usarono questo termine per indicare i prigionieri costretti al lavoro intorno alle camere a gas, con il compito di eliminare i corpi dei prigionieri uccisi nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau e degli altri campi.

 

Cronologia

1933

30 gennaio Adolf Hitler e il partito nazista prendono il potere in Germania e iniziano a smantellarne il sistema democratico

 

1935

15 settembre Il governo nazista promulga le famose leggi antiebraiche di Norimberga

 

1938

13 marzo Hitler ordina all'esercito tedesco di occupare l'Austria

6-15 luglio La conferenza sui profughi di Evian delle 32 nazioni offre poco aiuto agli ebrei che tentano di fuggire dal dominio tedesco

9-10 novembre Nella "notte dei cristalli", il governo nazista incita la folla a scagliarsi contro gli ebrei e a bruciare le loro sinagoghe

 

1939

11 marzo L'Ungheria emana una legge che obbliga gli uomini ebrei in et… di leva al lavoro forzato

14 marzo La Germania occupa la Cecoslovacchia violando i trattati stipulati con Gran Bretagna e Francia e cede all'Ungheria la regione chiamata Rutenia Carpatica

1 settembre L'esercito tedesco invade la Polonia

3 settembre La Gran Bretagna e la Francia dichiarano guerra alla Germania dando inizio ufficialmente alla Seconda Guerra Mondiale

 

1940

Aprile-giugno L'esercito tedesco conquista Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio, Lussemburgo e Francia.

30 agosto La Germania e l'Italia costringono la Romania a cedere la Transilvania settentrionale all'Ungheria

 

1941

22 giugno L'esercito tedesco invade l'Unione Sovietica, squadre assassine tedesche iniziano ad uccidere ebrei e altri "nemici di stato" nel territorio sovietico

2 agosto Il governo ungherese emana norme contro gli ebrei basate sulle leggi tedesche di Norimberga

 

1942

20 gennaio I delegati della conferenza di Wannsee approvano un piano per lo sterminio sistematico degli ebrei in Europa

15 febbraio Auschwitz-Birkenau è aperto ufficialmente, entro il mese di ottobre saranno pienamente operativi tutti e sei i campi di sterminio nazisti in Polonia

Luglio-dicembre Milioni di ebrei, in gran parte polacchi, vengono uccisi nei sei campi di sterminio nazisti

 

1943

Febbraio L'esercito sovietico sconfigge quello tedesco nella battaglia di Stalingrado. L'armata tedesca inizia la sua ritirata

 

1944

19 marzo L'esercito tedesco occupa l'Ungheria

5 aprile Gli ebrei in Ungheria vengono costretti a portare un simbolo giallo come segno distintivo

Aprile-maggio I soldati tedeschi e i collaborazionisti ungheresi confinano gli ebrei nei ghetti

15 maggio-8 luglio 437.402 ebrei sono deportati dall'Ungheria con 148 treni

9 luglio Termina la deportazione, rimangono solo circa 200.000 ebrei a Budapest dove arriva Raoul Wallenberg con l'intento di salvarli

15 ottobre Il partito fascista delle Croci frecciate prende il potere in Ungheria scatenando una nuova ondata antiebraica a Budapest

Inverno 1944-45 I soldati tedeschi costringono migliaia di deportati ebrei alle marce della morte per sottrarli all'arrivo degli Alleati liberatori

 

1945

11 gennaio Raoul Wallenberg riesce ad impedire che i fascisti ungheresi facciano saltare in aria il ghetto ebraico centrale di Budapest

17 gennaio L'esercito sovietico occupa Budapest, inizia la liberazione dei circa 120.000 ebrei sopravvissuti ed arresta Raoul Wallenberg con l'accusa di spionaggio

27 gennaio L'esercito sovietico libera il complesso dei campi di Auschwitz nella Polonia occupata

11 aprile I soldati americani liberano il campo di concentramento di Buchenwald in Germania

15 aprile I soldati inglesi liberano circa 58.000 prigionieri nel campo di concentramento di Bergen-Belsen in Germania

29 aprile I soldati statunitensi liberano il campo di concentramento di Dachau, in Germania

8 maggio La Seconda Guerra Mondiale termina ufficialmente in Europa con la resa incondizionata della Germania alle forze alleate

 

Bibliografia

 

Opere generali sulla Shoah

Yehuda Bauer e Nili Keren, A History of the Holocaust (Franklin Watts, 1982). Libro esauriente che analizza le origini della Shoah e ne documenta gli eventi nei singoli paesi.

Michael Berenbaum, The World Must Know: The History of the Holocaust as Told in the United States Holocaust Memorial Museum (Little Brown, 1993). Molto chiaro, utilizza testimonianze dirette di sopravvissuti ed è illustrato da fotografie del United States Holocaust Memorial Museum.

 

Ungheria

Randolph Braham e Scott Miller, The Nazis' Last Victim: The Holocaust in Hungary (Wayne State University Press, 1998; East European Monographs, 1994). Uno dei molti testi di Braham, il quale compare nel film Gli ultimi giorni. Molti considerano il suo The Politics of Genocide: The Holocaust in Hungary come il pi— autorevole testo sull'argomento.

Judith Isaacson, Seed of Sarah (University of Illinois Press, 1991). In questo volume di memorie, l'autrice ricorda gli anni in cui da ragazzina ungherese perse gradualmente diritti e libert… fino alla deportazione ad Auschwitz.

 

Raoul Wallenberg

Sharon Linnea, Raoul Wallenberg: The Man Who Stopped Death (Jewish Publication Society, 1993). Biografia interessante, Š una buona introduzione a Wallenberg e alla sua missione umanitaria di salvataggio

 Kati Marton, Wallenberg: Missing Hero (Arcade Publishers, 1995). Uno dei testi pi— ampi ed approfonditi pubblicati su Wallenberg fino ad oggi.

 

Auschwitz e altri campi di concentramento

Robert H.Abzug, Inside the Vicious Heart: Americans and the Liberation of Nazi Concentration Camps (O.U.P., 1985). Questo libro esplora la Shoah dal punto di vista dei liberatori, come quelli che compaiono ne Gli ultimi giorni attraverso diari, lettere, fotografie e testimonianze orali.

Isabella Leitner, Fragments of Isabella: A Memoir of Auschwitz (Crowell, 1978). Le memorie della Leitner riflettono i temi e le idee suggerite dalle esperienze di Ren‚e, Alice e Irene durante la deportazione e ad Auschwitz.

Primo Levi, Se questo è un uomo (Einaudi, Torino, 1963). Il più famoso dei libri di Primo Levi, sopravvissuto alla Shoah, uno dei libri sulla Shoah più profondi e inquietanti.

Elie Wiesel, La notte (La Giuntina, Firenze 1980). Testo autobiografico del premio Nobel Elie Wiesel, che presenta le sue memorie di prigioniero, il suo rapporto con il padre e gli anni successivi alla liberazione.

 

Per saperne di più. La Shoah e l'Italia

Per maggiori informazioni sulla Shoah e in generale sulla presenza degli ebrei in Italia, che risale a prima dell'era volgare, vengono proposti dei testi di approfondimento disponibili in italiano

 

1. Opere generali sulla presenza ebraica in Italia

A. Milano, Storia degli ebrei in Italia, Einaudi, Torino,1963

E. Loewenthal, Figli di Sara e Abramo, Frassinelli,Milano, 1995

Aa.vv., Atlante storico del popolo ebraico, Zanichelli,Milano, 1985

 

2. Memorie di italiani deportati

P. Levi, La tregua, Einaudi, Torino 1963/1992 (disponibile anche con Se questo Š un uomo)

P. Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino, 1986

P. Levi, Se non ora quando?, Einaudi, Torino, 1982

L. Millu, Il fumo di Birkenau, La Giuntina, Firenze 1986

E. Springler, Il silenzio dei vivi, Marsilio, Venezia, 1997

A. Stille, Uno su mille, Mondadori, Milano, 1991

A. Zargani, Per violino solo, il Mulino, Bologna, 1995

ADEI (a cura di), Voci della Shoah Testimonianze per non dimenticare, La Nuova Italia, Firenze, 1993

F. Coen, 16 ottobre 1943, La grande razzia degli ebrei di Roma, La Giuntina, Firenze, 1993

G. Debenedetti, 16 ottobre 1943 , Sellerio, Palermo, 1993

E. Deaglio, La banalit… del bene, storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano,1991

Una giovent— offesa, ebrei genovesi ricordano, La Giuntina, Firenze, 1995

R. Paini, I sentieri della speranza, Xenia, Milano, 1988

 

3. opere di genere storico/filosofico

E. Klee-W. Dressen-W. Ries, Bei tempi: lo sterminio degli ebrei raccontato da chi l'ha eseguito e da chi stava a guardare, La Giuntina, Firenze, 1990

D. Goldhagen, I volenterosi carnefici di Hitler, Mondadori, Milano, 1997

L. Picciotto Fargion, Il libro della memoria, Mursia, Milano, 1991

L. Picciotto Fargion, Per ignota destinazione, Mondadori, Milano, 1994

S. Zuccotti, L'olocausto in Italia, TEA, Milano, 1995

B. Segre, La Shoah: il genocidio degli ebrei d'Europa, Saggiatore, Milano, 1998

H. Jonas, Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il Melangolo, Genova, 1989

M. Sarfatti(a cura di), 1938 le leggi contro gli ebrei, La rassegna mensile di Israel, n. LIV

 

Gli ultimi giorni (The Last Days) è un libro di 240 pagine che tratta in modo esteso il materiale presentato nel film. Include una prefazione di Steven Spielberg, una concisa introduzione di David Cesarani sulla storia della Shoah in Ungheria, testimonianze di sopravvissuti e liberatori, immagini dal film e materiale fotografico d'archivio. (Weidenfeld & Nicolson, 1999)

 

Altri materiali dalla Survivors of the Shoah Visual History Foundation

Survivors: Testimonies of the Holocaust è un CD ROM interattivo con quattro sopravvissuti che offrono testimonianze dirette delle loro esperienze durante la Shoah. Il filo conduttore delle loro storie è narrato da Leonardo Di Caprio e Winona Ryder e legato a cartine, descrizioni particolareggiate, cronologie estese e riassunti storici. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.vhf.org.

Survivors of the Holocaust è un film documentario che ha avuto molti riconoscimenti. Narra gli eventi della Shoah con le parole di sopravvissuti.

The Lost Children of Berlin è un film documentario sull'ultima scuola ebraica di Berlino chiusa dalla Gestapo nel 1942. Una riunione dei sopravvissuti 50 anni dopo fornisce lo spunto per questo documentario. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.vhf.org.

 

Per ulteriori informazioni

Facing History and Ourselves è un ente nazionale americano con fini educativi, il cui scopo è di coinvolgere gli studenti nell'analisi su razzismo, pregiudizio e antisemitismo per promuovere una maggiore informazione e attenzione ai valori umani tra i cittadini. Facing History and Ourselves Resource Book: Holocaust and Human Behavior esplora molti dei temi e degli argomenti introdotti

in questo volume. Per ulteriori informazioni chiamare 001 617 2321595 o consultare il sito

www.facing.org.

The United States Holocaust Memorial Museum di Washington ha creato un manuale per educatori dal titolo Teaching about the Holocaust che include guide didattiche, bibliografie e altri materiali. Per ordini o informazioni sul Museo e i suoi programmi chiamare 001 202 4882661 o consultare il sito www.ushmm.org.

 

Esistono in Italia alcuni luoghi visitabili per completare una informazione significativa:

E’ poi possibile trovare segni della presenza ebraica in Italia e della Shoah in molte località italiane.

Tra queste, a Milano a fianco del binario 1 della Stazione centrale è stata posta una targa a ricordo di coloro che furono deportati ad Auschwitz.

Tra le altre località si ricorda Venezia, Ferrara e Casale Monferrato con una splendida sinagoga.

Molte capitali o grandi città europee hanno nelle proprie vicinanze luoghi significativi da visitare riguardanti la Shoah; la tabella di seguito vuole essere soltanto un esempio di queste possibilità, molto spesso non indicate dalle guide turistiche.

Monaco di Baviera campo di Dachau

Parigi campi di transito di Drancy e del Vel d'hiv

Vienna - Linz campo di Mauthausen

Amsterdam casa di Anna Frank

Praga campo di Terezin

Cracovia campi di Auschwitz

 

"... e con quel costume da bagno, io mi lasciai alle spalle non solo i ricordi ma anche la mia famiglia e tutti gli amici che non avrei rivisto mai più. Credo sia mio dovere di sopravvissuta fare in modo che il mondo sappia della Shoah, perché i sei milioni che sono stati assassinati non hanno voce".

Renée Firestone

 

Survivors of the Shoah Visual History Foundation

 

Nel 1994, dopo avere ultimato le riprese del film Schindler's List, Steven Spielberg ha istituito la Survivors of the Shoah Visual History Foundation, al fine di raccogliere e ordinare in archivio interviste con sopravvissuti e altri testimoni della Shoah.

La Fondazione ha registrato su nastro videomagnetico più di 50.000 testimonianze in 57 nazioni e 31 lingue e, al momento, sta operando per rendere l'archivio disponibile in tutto il mondo come risorsa per l'insegnamento della tolleranza fra gli uomini.

Per ulteriori informazioni, si prega di contattare la Shoah Foundation:

001.818.777.4673/www.vhf.org

Pubblicazione a diffusione gratuita


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