Circolare Ministeriale 19 ottobre 1998, n.423

Prot.n. 32380/BL

Oggetto: La Scuola e i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

L’impegno del Paese nei confronti delle nuove generazioni, si esprime innanzitutto con il pieno riconoscimento e l’effettivo rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sanciti nella Costituzione della Repubblica e nelle Carte internazionali.

Questo impegno è stato assunto dal Governo e dal Parlamento, dalle Regioni e dalle istituzioni locali. La legge N° 285/97, il Piano d’Azione per l’infanzia e l’adolescenza, la Carta di impegni sottoscritti il 16 aprile scorso, la Conferenza Nazionale che si terrà a Firenze il 19, 20 e 21 novembre prossimo sono alcuni dei principali interventi per promuovere la vita e la cittadinanza delle nuove generazioni, per contrastare il disagio e la violenza di cui sono vittime.

Nell’ambito di quest’impegno nazionale la scuola attribuisce priorità culturale e politica alla tutela dei diritti dei minori, assumendo un ruolo decisivo nello sviluppo delle potenzialità personali.

A tal fine si ritiene opportuno trasmettere alcuni documenti utili per individuare una linea di azione delle istituzioni scolastiche sulla tematica specifica.

Unitamente alla suindicata Carta di impegni sottoscritta il 16 aprile scorso (Allegato A) si trasmette, altresì, una nota di indirizzo (Allegato B), concertata sul piano delle politiche integrate del Ministero della pubblica istruzione e del Dipartimento degli affari sociali, volta a sostenere le istituzioni scolastiche nell’azione significativa da svolgere e a renderle pienamente partecipi, nell’ambito dell’autonomia e dell’integrazione con le istituzioni locali, le famiglie, le comunità del territorio, dell’impegno comune per la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese.

Si segnala, infine, che il Dipartimento degli Affari Sociali ha avviato un concorso sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Allegato C), al quale sono state invitate a partecipare le istituzioni scolastiche, inviando loro il relativo materiale.

Si pregano le SS.LL. di portare la presente circolare e gli allegati documenti a conoscenza delle istituzioni scolastiche ed educative funzionanti nelle proprie circoscrizioni territoriali.

IL MINISTRO


Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale - Ministero per la Solidarietà Sociale - Ministero dell'Interno - Ministero della Pubblica Istruzione - Ministero per le Pari Opportunità - Ministero per gli Affari Esteri - Ministero del Commercio con l'Estero - Ministero dell'Industria, Commercio e Artigianato - CGIL - CISL - UIL - ISTAT - OIL UNICEF - CONFINDUSTRIA - CNA - CONFCOMMERCIO - CONFARTIGIANATO CONFAGRICOLTURA - CONFAPI - C.A.S.A - CLAAI

CARTA DI IMPEGNI
per promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile

Roma, 16 aprile 1998

PREMESSA

• Questa "Carta di impegni per promuovere i diritti dell'infanzia e dell’adolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile" costituisce un programma di azioni concrete che il Governo e le parti sociali sottoscrivono e s'impegnano a realizzare nei prossimi mesi.

• La Carta costituisce la traduzione per il nostro Paese del Programma sottoscritto dal Governo Italiano nella recente Conferenza Internazionale svoltasi ad Oslo (27-30 novembre 1997)

• Il Tavolo di Concertazione tra il Governo e le parti sociali, il Tavolo Tripartito OIL - che ha fin qui svolto un importante e qualificato lavoro - sono gli strumenti del dialogo e della concertazione con cui attuare le azioni per contrastare il lavoro minorile.

• Il tavolo di Concertazione tra il Governo e le parti sociali, per l’affermazione la tutela dei diritti umani e del lavoro, fa riferimento rispettivamente all'ONU e all'OIL mentre, sul diverso piano del commercio internazionale, il riferimento è costituito dall’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Concertazione, dialogo sociale, assunzione di responsabilità da parte di ciascun soggetto sono le modalità più efficaci per ottenere risultati concreti.

Il Tavolo intende coinvolgere gli Enti Locali, le ONG interessate, perché ritiene importante che si attivino a livello locale iniziative concertate per realizzare veri e propri Accordi di Programma tra Enti Locali, forze economiche e sociali, amministrazioni dello Stato, per promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

• Il lavoro minorile costituisce una grave lesione dei valori essenziali della nostra convivenza sociale e dei diritti umani fondamentali riconosciuti e sanciti in molte Convenzioni e Trattati Internazionali - la Convenzione sui diritti dell'uomo, la Convenzione sui diritti dell'infanzia, la Piattaforma ONU sui diritti delle donne, la Convenzione OIL sull'età minima di ammissione al lavoro n. 138.

Il coinvolgimento delle bambine e dei bambini nell'esperienza lavorativa precoce ed in condizioni lavorative pesanti arreca un grave danno alla loro crescita perché li priva di risorse - come il gioco, la socialità, l'educazione, il rispetto della loro salute e dei loro tempi di crescita - che sono essenziali per il loro sviluppo psicofisico e costituisce motivo di futura emarginazione dalle dinamiche sociali.

Questo è un dato che vale per tutti i bambini e le bambine, di ogni etnia, colore e di ogni popolo e paese, ovunque siano collocati geograficamente.

I diritti dei bambini e delle bambine sono universali.

• Le cause dello sfruttamento del lavoro minorile sono molte e complesse. La povertà, lo squilibrio tra il Nord ed il Sud del Mondo, la globalizzazione dei mercati che modifica la divisione internazionale del lavoro.
Ma anche fenomeni di povertà culturale che fanno smarrire il senso profondo di alcuni aspetti importanti della vita umana - come il diritto dei bambini e dei ragazzi a vivere pienamente la loro infanzia e la loro adolescenza.
Troppe volte, per l'adulto, il minore non ha valore in sé come persona dotata di propri diritti.
Diventa oggetto perché non possiede la forza fisica o giuridica né la consapevolezza per opporsi alle pretese degli adulti.

• Lo sfruttamento del lavoro minorile è conseguenza e causa della povertà "perché l'utilizzo dei fanciulli rallenta la crescita economica e lo sviluppo sociale e costituisce una violazione grave dei diritti elementari delle persone umane". (Conferenza Oslo 1997)

• Nel contesto attuale il lavoro minorile assume una pluralità di forme e di tipologie nuove rispetto al passato.
E' infatti più corretto parlare di lavori minorili che di lavoro minorile sia per quanto riguarda i paesi del Nord del mondo sia del Sud, che vanno dal Child Labour (lavori pesanti, nocivi, legati allo sfruttamento fino a forme di schiavitù) al Child Work (lavori leggeri, collaborazioni domestiche) presentando però non di rado forme di sfruttamento, molestie sessuali.

• Lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo coinvolge bambini e bambine

Molte bambine durante le giornate svolgono lavoro domestico, considerato non produttivo e dunque non lavoro.

Si tratta invece di lavoro, e di lavoro pesante, spesso accompagnato a forme di maltrattamento sessuale.

Le bambine e le ragazze sono vittime, altresì, in molte situazioni di forme di sfruttamento sessuale a scopo commerciale, fenomeno in espansione e che lascia ferite tante volte non rimarginabili.

La Piattaforma della IV Conferenza Mondiale dell'ONU sulle donne dice "le bambine sono spesso trattate come esseri inferiori, ed esse socializzano ponendo se stesse per ultime, in tal modo indebolendo la propria autostima".

La Piattaforma dell'ONU, impegna i Governi nazionali a mettere in atto politiche mirate che superino ogni forma di discriminazione e valorizzino al contempo la differenza di genere. In particolare indica la necessità di "eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile" delle bambine e dei bambini.

- I -
GLI IMPEGNI

Per eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile sono necessarie azioni integrate che puntino sulla prevenzione, investano sulla educazione e formazione, attivino sostegni economici e culturali alle famiglie, promuovano i diritti delle donne.

Tali azioni devono essere parte di un programma concertato tra amministrazioni dello Stato, parti sociali, ONG; devono saper mettere in rete le opportunità e le risorse; devono localizzarsi nei contesti comunitari.

Per eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile è importante PROIBIRE E PUNIRE ma al contempo dare SOLUZIONI POSITIVE E CONCRETE AI CASI CONCRETI. Promuovere dei sistemi di controllo particolari e elaborare meccanismi intersettoriali di ispezione del lavoro, agendo in linea con i principi contenuti nel Piano di azione adottato ad Oslo nell'ottobre 1997.

Scuola, famiglia, lavoro, impresa sono i cardini della strategia per il superamento del lavoro minorile.

I.1 - In sede internazionale e nel rapporto con i paesi del mondo

Il Governo e le parti sociali si impegnano a:

• Promuovere e sostenere ogni iniziativa volta all'approvazione da parte dell'OIL di una nuova convenzione sulle forme più intollerabili di sfruttamento.

A tal fine si proseguirà nell’attività, anche bilaterale, con altri paesi in vista del raggiungimento di tale obiettivo, dando continuità ai rapporti già intrapresi con i Paesi del Mediterraneo.

• Sostenere la Dichiarazione solenne in materia di diritti fondamentali dei lavoratori, all’esame della prossima Conferenza del Lavoro, che dovrebbe anche sancire l'impegno all’eliminazione effettiva del lavoro minorile e all'elevazione progressiva dell’età minima per l'accesso al lavoro, avendo cura in modo particolare, di rafforzare procedure e meccanismi di controllo per l'applicazione delle stesse.

• Mettere in atto azioni politico-diplomatiche per convincere i Paesi inadempienti a ratificare le esistenti Convenzioni fondamentali, più segnatamente, a ratificare la Convenzione 138 sul lavoro minorile.

• Rilanciare il ruolo delle ONG unitamente alle parti sociali e della cooperazione decentrata nelle attività di prevenzione ed eliminazione del fenomeno del lavoro minorile.

• Attuare e sostenere il Progetto Lavoro, già promosso dal Ministero Lavoro, OIL, UNICEF e parti sociali, che prevede la realizzazione di tre progetti di cooperazione allo sviluppo in Pakistan, Nepal e Bangladesh attraverso una gestione tripartita e la cooperazione dell'OIL e dell'UNICEF.

• Sostenere in sede di Unione Europea una efficace regolazione e attuazione del sistema di preferenze generalizzate.

• Aumentare il contributo di risorse al programma IPEC contribuendo attivamente alla sua realizzazione.

• Contrastare lo sfruttamento sessuale di minori originato da viaggi e turismo, legiferando rapidamente in materia; sostenendo la campagna di sensibilizzazione delle agenzie di viaggio condotta dalle associazioni e dalle categorie; istituendo un ALBO D'ORO della responsabilità che comprenda quelle agenzie che, su segnalazione del pubblico, aderiscono alla campagna di sensibilizzazione.

Il Governo si impegna a:
- avvalersi di forme di incentivi/disincentivi affinché gli investimenti industriali all'estero comportino l'assunzione, da parte delle imprese, dell'impegno a non ricorrere allo sfruttamento del lavoro minorile;
- incoraggiare l'adozione, nell'ambito della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, di programmi coerenti con gli obiettivi delle convenzioni fondamentali dell'OIL.

Le parti sociali si impegnano a:
- definire codici di condotta per i settori e/o le imprese che internazionalizzano in vario modo le proprie attività prevedendo in essi il rispetto dei diritti umani fondamentali e l'eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile.

Sulla natura di questi codici non si registra ancora una convergenza tra le parti sociali. Pertanto questo aspetto dovrà essere ulteriormente approfondito.

L'azione italiana sul piano internazionale, avvalendosi del contributo della nostra Cooperazione, si impegna a:
- destinare significative risorse della Cooperazione alla promozione dei diritti dell'infanzia e dell’adolescenza adottando linee guida che meglio recepiscano gli obiettivi fissati nelle recenti conferenze internazionali;
- assistere i Paesi attivamente coinvolti nell’eliminazione del fenomeno con ricorso ad un approccio integrato per arginare la povertà, insistendo sulle attività di formazione ed educazione di base in particolare per donne, bambine e bambini in circostanze difficili;
- "adottare" un Paese seriamente impegnato nello sconfiggere la piaga del lavoro minorile attraverso accordi bilaterali. Tale progetto dovrà consistere nella creazione di iniziative concrete per allontanare i minori dal lavoro, attraverso alterative di formazione professionale e studio. Sarà una "micro-iniziativa", ma potrà avere valore esemplare e perciò significativo.

- I.2 -
In Italia

Contrastare lo sfruttamento del lavoro minorile rientra nel Piano d'Azione per la promozione di diritti ed opportunità per l’infanzia e l'adolescenza.

A tal fine si assume come criterio per l'azione, la visione integrata delle politiche, della legislazione, delle risorse. La legge n. 59/97 che conferisce autonomia, funzioni e compiti alle regioni e agli enti locali, la Legge 309/90 e la Direttiva n. 600/96 che prevedono l'attuazione da parte delle scuole di attività educative e didattiche finalizzate alla educazione alla salute e alla prevenzione delle tossicodipendenze, la Legge 216/91 che prevede interventi in favore dei minori a rischio di coinvolgimento in attività criminose, la Legge 285/97 per la promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza e il Piano di Azione per l'infanzia e l'adolescenza, la Legge n. 40/98 sulla disciplina dell'immigrazione (art. 36), la direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione n. 133/96. In tal modo si potranno affrontare contestualmente i problemi della dispersione scolastica, dell'educazione alla salute per la prevenzione della tossicodipendenza, dell'immigrazione, dello sfruttamento minorile, degli abusi dei minori, della microcriminalità. Questi interventi convergono nel rilancio della scuola come centro di promozione culturale e sociale nel territorio, determinante per assicurare la convivenza civile e il tessuto democratico.

• Si individua nel tavolo di concertazione nazionale e nei tavoli di concertazione territoriali, secondo il sistema di rete, la sede per l’individuazione delle cause del disagio sociale e del lavoro minorile e per lo sviluppo delle azioni che vedono innanzitutto protagonista la scuola.

• E', altresì, fondamentale, conoscere il fenomeno. Infatti, non è sufficiente una conoscenza in termini quantitativi; per intervenire sulle cause vi è la necessità di acquisire elementi che descrivano il fenomeno anche qualitativamente.
Per raggiungere l'obiettivo di una maggiore conoscenza del fenomeno del lavoro minorile in Italia l’ISTAT, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (IOL) e il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale - su incarico di quest'ultimo - con il contributo delle parti sociali, avvieranno uno studio approfondito sul rapporto tra bambini, adolescenti e attività lavorative, con l'obiettivo di cogliere gli aspetti sia patologici di tale rapporto (lavoro minorile all’interno e all'esterno della famiglia), sia fisiologici (aiuto in casa, trasmissione di cultura artigiana agricola, entrata precoce nel mondo del lavoro, etc.). L'iniziativa conoscitiva sarà condotta in stretta correlazione con il Ministero della Pubblica Istruzione relativamente al monitoraggio della frequenza scolastica nella scuola dell'obbligo e all'indagine condotta presso gli insegnanti.

Specifica attenzione in questo contesto verrà rivolta al fenomeno del lavoro dei bambini extra-comunitari che vivono in Italia.

• Il lavoro minorile è anche l'altra faccia dell’abbandono scolastico. L’obiettivo cui vogliamo tendere è che nessun ragazzo si perda, che si investa sulle potenzialità di ciascuno, che cresca la stima nei confronti della scuola e se ne percepisca il valore sociale e civile.

• Il Governo, su iniziativa del Ministero della P.I., ha avviato un processo di riforma della scuola che, anche grazie alla legge sull’autonomia, modifica profondamente il sistema scolastico. Di tale riforma, che vede la scuola aprirsi al mondo dell'economia, del lavoro, delle problematiche sociali che investono l'infanzia e l'adolescenza, obiettivo fondamentale è il prolungamento dell’obbligo scolastico.
E' importante utilizzare le strategie e le risorse europee. La scuola sviluppa già programmi europei, e in particolare il progetto denominato S.O.S. rivolto alle scuole nelle aree di particolare degrado, e il progetto URBAN per la riqualificazione delle aree urbane. Il Ministero si impegna ad estendere questi interventi in dieci nuove situazioni. Sul territorio si individuano nelle Conferenze e negli Osservatori di area e negli Accordi di Programma, gli strumenti per sviluppare le azioni volte a contrastare il lavoro minorile nella più ampia strategia del recupero del ruolo promozionale della scuola e del sostegno all'infanzia e all'adolescenza. La casa, la scuola, il quartiere: lì si decide il diritto a crescere e lo si decide insieme.

Il Ministero della P.I. assume l'impegno delle seguenti specifiche azioni, nell'immediato e a partire dall'anno scolastico 1998-99:
- promuovere per insegnanti e dirigenti iniziative di formazione sulle problematiche del disagio e dell'abbandono scolastico che aiutino a ripensare i contenuti, i metodi, l’organizzazione della didattica, in relazione ai bisogni profondi dell’infanzia e dell'adolescenza;
- introdurre attività aggiuntive in grado di interessare gli alunni, aiutando quelli maggiormente in difficoltà a superare il senso di estraneità e di dolore che spesso caratterizza la loro esperienza scolastica, predisponendoli all'insuccesso, alla svalutazione di sé, all'abbandono definitivo;
- prevedere forme flessibili di rientro a scuola nei casi di lavoro minorile;
- gestire l’anagrafe scolastica e il monitoraggio delle frequenze in modo che vengano segnalati con tempestività non solo gli abbandoni, ma le situazioni a rischio, così da consentire, in accordo con altri soggetti istituzionali e del privato sociale, opportuni interventi anche preventivi;
- aprire la scuola alla cultura del lavoro, rendendo il lavoro una componente dell'esperienza formativa, offrendo ai giovani informazioni sulle opportunità professionali che si potranno presentare loro. Le imprese possono essere chiamate a partecipare a questo processo di indirizzo mediante esperienze lavorative infra scolastiche e stage formativi, strumenti utili a mettere in contatto il giovane con il mondo del lavoro. La scuola e le organizzazioni datoriali potranno identificare "percorsi di conoscenza" da proporre alle imprese che aderiranno a questo programma.
- coinvolgere le famiglie, anche attraverso la formazione dei genitori, favorendo la crescita di consapevolezza dei problemi, la partecipazione alla vita della scuola, l'assunzione di responsabilità anche nella vigilanza.
- prevedere "contratti" con le famiglie degli alunni in situazione di abbandono scolastico, con forme di incentivi/sanzioni volte a favorire il rientro a scuola degli alunni non più frequentanti.

Il Ministero della P.I. intende coinvolgere su questo programma di azione, anche ai fini di una più forte sensibilizzazione della scuola, le Organizzazioni Sindacali della Scuola, le Associazioni Professionali, Studentesche, delle Famiglie, nonché le organizzazioni culturali e sociali anche internazionali, e in modo particolare l’UNICEF.

• Aiutare a sostenere le famiglie.

Ci rivolgiamo agli Enti locali perché applichino la legge n. 285/97 "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza", dotando il proprio territorio di un programma concreto a favore dell'infanzia e dell'adolescenza.

Il Governo, con gli Enti locali, si impegna a promuovere programmi contro la povertà e l'esclusione sociale utilizzando la legge 285 del 28 agosto 1997 e lo strumento del reddito minimo di inserimento.

Sollecitiamo gli Enti locali ad utilizzare le opportunità offerte dalla legislazione vigente perché si promuovano occasioni di svago, formazione, socializzazione per il tempo libero delle ragazze e dei ragazzi, coinvolgendo l’associazionismo, il volontariato ed il no profit.

Il Governo s'impegna a:
- sostenere le famiglie bisognose nel far studiare i propri figli attraverso le politiche di diritto allo studio, prevedendo anche detrazioni fiscali per le spese scolastiche.
- costruire con l'apporto degli enti locali, una rete di servizi - in particolare rilanciando e riqualificando l'azione dei consultori attraverso la loro riqualificazione - che sostenga la funzione educativa della famiglia e favorisca il dialogo ed il reciproco aiuto tra le famiglie stesse.

• Applicare le leggi in materia di lavoro minorile e rafforzare nonché coordinare gli interventi ispettivi e repressivi. In questo senso è necessaria una iniziativa mirata, straordinaria concordata tra tutte le istituzioni a ciò deputate. In particolare, al fine di realizzare un’opera di coordinamento unitario tra le Istituzioni ed i vari Enti nella loro qualità di Presidenti del Comitato Provinciale della Pubblica Amministrazione - sia svolta nel modo più adeguato tali attività di interconnessione ed interazione tra i diversi organismi, dando particolare impulso ai vari tipi di controllo ed interventi in materia, sia da parte delle Forze dell’ordine che degli Enti locali, della scuola o del volontariato.

• Recepire, nell'ordinamento interno, la direttiva dell'U.E. 33/94 sulla protezione dei giovani operando, in particolare, per prevedere misure adeguate per la valutazione dei rischi, per rafforzare la protezione in materia d'igiene e sicurezza sul lavoro e modificare l’art. 7 della Legge 977 del 1967 al fine di ridurre drasticamente le deroghe all’attività dei minori tra i 14 e 15 anni, in attuazione della legge comunitaria.

• Rafforzare l'attività dell'Ispettorato del Lavoro, sia aumentando gli organici, sia con azioni mirate all'individuazione di aree geografiche e merceologiche a rischio, valutandone i relativi costi., in linea con gli accordi assunti con l'intesa del 22 luglio 1997.

• Contrastare lo sfruttamento del lavoro minorile debellando la piaga del lavoro nero e sommerso. In particolare riteniamo indispensabile il rispetto degli impegni assunti nel Protocollo sulla Politica dei redditi del luglio 1993 e, in questo contesto, l'introduzione di norme che garantiscano l'efficacia generale dei contratti per innalzare il livello medio di tutela e per combattere i fenomeni distorsivi della concorrenza.

• Creare specifici Centri di Servizio che, unitamente alle istituzioni locali, le organizzazioni economiche e sociali, nonché le autorità scolastiche, individuino le dimensioni e le caratteristiche del problema.

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Il Governo e le parti sociali mediante il Tavolo di concertazione sulle tematiche del lavoro minorile s'impegnano a raccordarsi con il lavoro svolto, rispettivamente, dalla Commissione Lavoro previdenza sociale del Senato, dalla Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera; nonché, a verificare, periodicamente, l’applicazione dei contenuti e gli esiti operativi della Carta d'impegni per promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile, arricchendola con ulteriori elaborazioni e proposte.

Il Tavolo di concertazione tra il Governo e le parti sociali si impegna, in considerazione dell'interesse superiore dell'infanzia a realizzare tavoli di concertazione a livello locale per debellare ogni forma di sfruttamento della mano d'opera minorile.

VISTO E SOTTOSCRITTO:

Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale - Ministro per la Solidarietà Sociale Ministro dell'Interno - Ministro della Pubblica Istruzione - Ministro per le Pari Opportunità - Ministro per gli Affari Esteri - Ministro del Commercio con l'Estero - Ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato - CGIL - CISL - UIL - ISTAT - OIL - UNICEF - CONFINDUSTRIA - CNA - CONFCOMMERCIO - CONFARTIGIANATO - CONFAGRICOLTURA - CONFAPI - C.A.S.A - CLAAI

Roma, lì 16 aprile 1998


 

LA SCUOLA
E
I DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA

Nota di indirizzo

Una più consapevole cultura dell'infanzia

 

La Convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia del 20 Novembre '89, che il nostro Paese ha ratificato, impegna le istituzioni e la comunità sociale a svolgere ogni possibile iniziativa per migliorare, la qualità della vita dell'infanzia e dell'adolescenza. Del resto in questi anni si è andata sviluppando nel nostro Paese una sempre più consapevole cultura dell'infanzia e dell'adolescenza, anche se molta è ancora la strada da percorrere.

Il Rapporto 1996 sulla condizione dell'infanzia - "Diritto di crescere e disagio" - pubblicato a cura del Dipartimento degli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha segnalato come non manchino le ambivalenze ed i problemi. Accanto a numerosi segnali positivi che indicano una crescente attenzione a comprendere e soddisfare le reali esigenze dei minori, convivono altri di segno opposto.
Sull'infanzia ricadono crisi familiari, contraddizioni sociali e carenze ambientali di vario tipo. I ritmi del lavoro e della vita, la rincorsa ai consumi, l'invivibilità di certi quartieri fanno sentire i genitori più soli di fronte a nuove responsabilità e nuove contraddizioni.
Succede talvolta che gli stessi adulti diventino nemici dell'infanzia, come è testimoniato dal perdurante fenomeno della violenza sessuale e dello sfruttamento dei minori.

I minori hanno bisogno di vedere sostenuto dalla famiglia e dalla comunità sociale il loro processo di personalizzazione e di socializzazione, e spesso non trovano l'aiuto indispensabile.

Il Rapporto 1997 "Un volto o una maschera?" individua nella scuola una fondamentale agenzia di promozione dell'identità dei bambini e delle bambine, degli adolescenti e dei giovani, considerata nella sua complessa sfaccettatura (identità di genere, sociale, culturale, etnica) e questo in stretta collaborazione con i genitori, primi partner nel compito educativo.

Ambiente educativo e di apprendimento

In questo impegno la scuola riveste una particolare centralità. E' un luogo di apprendimento, ma un luogo particolare nel quale la relazione tra docenti e alunni e degli alunni tra loro è fondamentale.
Proprio per l'intensità delle relazioni che si intessono nell'aula, i docenti sono continuamente sollecitati a sviluppare una sempre più efficace attenzione nei riguardi dei bambini e delle bambine, dei preadolescenti e dei giovani. Sono chiamati, in particolare, a prendere sempre più consapevolezza delle normali difficoltà di crescita degli alunni, delle loro insicurezze ed ansietà, delle loro inquietudini, spesso non espresse in maniera diretta.

Gli insegnanti sono tanto più efficaci quanto più, mentre conducono la loro azione didattica, imparano a sviluppare una sempre maggiore capacità di ascolto e di dialogo. La scuola appare ambiente privilegiato per favorire negli stessi alunni una sempre più matura consapevolezza dei loro diritti, correlata alla scoperta dei doveri che vi sono connessi. Lo "Statuto delle studentesse e degli studenti", recentemente approvato, la definisce comunità di dialogo, di ricerca e di esperienza sociale informata ai valori democratici, nella quale ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla 'Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia'.

La scuola può fare molto per promuovere negli alunni una consapevolezza critica dei loro diritti e dei loro doveri, e per allargare questa conoscenza alle tante realtà, del nostro Paese come nel mondo, nelle quali i diritti dei minori sono negati.

L'impegno della scuola

Oggi la scuola è sempre più spesso chiamata in causa quasi a supplire carenze di ogni tipo che si verificano in ambito familiare e sociale. Se è vero che non si possono scaricare sulla scuola tutti i disagi e gli insuccessi che originano in altri contesti, né è accettabile una logica di deresponsabilizzazione e di delega, tuttavia non si possono ignorare i problemi e le richieste. Ciò che giustifica, in primo luogo, l'intervento degli insegnanti non è una domanda di supplenza, ma ciò che appartiene alla natura e alla finalità della scuola stessa. Favorire sul piano culturale la consapevolezza dei diritti della persona e assicurarne sul piano pedagogico la piena promozione a partire dall'ambiente scolastico costituiscono per la scuola compiti non marginali né facoltativi.

Non si vuole, certo, invitare gli insegnanti ad aggiungere una nuova materia o una nuova "educazione" al loro già impegnativo piano di studi. Il processo di innovazione in atto vede spostarsi significativamente l'accento dall'insegnare all'apprendere, vede cioè riscoprire sul piano educativo e didattico la "centralità" dell'alunno, rispetto al quale le stesse discipline devono considerarsi campi di educazione e formazione. La finalizzazione alla persona degli insegnamenti scolasti ci consente di superare il carattere aggiuntivo e periferico delle tante "educazioni" (alla salute, alla pace, alla legalità, all'interculturalità..) riconducendole pienamente dentro il curricolo, del quale costituiscono importanti trasversalità, capaci di connettere e dare significato a molti apprendimenti settoriali.

Gli interventi che competono alla scuola si inseriscono nel nuovo contesto dell'autonomia. Ancora prima di essere provvedimento legislativo e regola istituzionale l'autonomia rappresenta valore culturale e nuovo modo di concepire il servizio scolastico.

L'autonomia non riguarda solo il campo della didattica o dell'organizzazione interna della scuola, ma anche i rapporti che la scuola intesse con la comunità sociale e il territorio. La Legge n.59/97 e il D.Lgs. 112/98 hanno ridisegnato i compiti della scuola e la sua collocazione istituzionale; oggi è più forte, la sollecitazione verso una azione coordinata tra tutti i soggetti impegnati in ambito educativo e sociale (famiglia, istituzioni, servizi presenti sul territorio, privato socia le). Alla scuola si chiede di farsi protagonista e promotrice di contatti, di favorire collaborazioni, di promuovere assunzione di responsabilità, di svolgere, nell'ambito del progetto di istituto, una azione di coordinamento delle risorse e degli interventi.

La scuola e i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

Nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche si segnala alle scuole, per i compiti di orientamento generale e di prospettazione degli obiettivi formativi ritenuti essenziali, propri di questo Ministero, l'importanza che assume l'impegno per il pieno riconoscimento e sviluppo dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Si segnala, in particolare, la legge n.285/97, coordinata dal Dipartimento degli Affari Sociali, ma che vede anche la scuola tra i protagonisti. Tale legge, finalizzata a promuovere interventi per la qualità dell'infanzia e dell'adolescenza, attraverso le Regioni, le Province, i Comuni, finanzia progetti che coinvolgono sul territorio la scuola o che possono essere elaborati anche dalle istituzioni scolastiche, secondo le varie modalità che l'autonomia consente. Lo stesso Ministero ha contribuito alla definizione del "Piano d'azione per l'infanzia e l'adolescenza", elaborato in accordo con altri ministeri, coordinato dal Dipartimento Affari Sociali e fatto proprio dal Governo.

Il Dipartimento per gli Affari Sociali sta inviando alle scuole una documentazione che può costituire un utile riferimento per le istituzioni scolastiche che intendano conoscere meglio le finalità della legge e le possibilità di intervento.

Si segnala, inoltre, la "Carta di impegni per promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile", sottoscritta, oltre che dai Ministri del Lavoro, dell'Interno, degli Affari Esteri, della Pubblica Istruzione, del Commercio con l'Estero, dell'Industria, Commercio e Artigianato, per la Solidarietà Sociale e per le Pari Opportunità, anche dalle parti sociali.

La risposta che la scuola può dare si colloca, dunque, tanto sul versante dell'azione educativa e didattica, quanto sul versante delle politiche scolastiche e degli interventi istituzionali.

Da un lato riguarda, per così dire, l'ordinarietà dell'esperienza scolastica, che deve essere di qualità, dall'altro la capacità di sviluppare una strategia istituzionale, che preveda interventi organici, mirati e integrati.

La Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'Adolescenza

Nei giorni 19-20-21 Novembre 1998 si svolgerà, a Firenze, la prima "Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'Adolescenza". Si tratta di un appuntamento voluto dalla citata legge n. 285/97 e affidato, per la realizzazione, al coordinamento del Dipartimento per gli Affari Sociali. Tale Conferenza intende porre con il massimo rilievo all'attenzione di tutto il Paese il tema dei diritti dei minori, riservando una particolare attenzione alla azione educativa della scuola. Si ritiene opportuno fin d'ora invitare tutte le componenti della scuola (docenti, dirigenti, studenti, genitori) a prestare attenzione a tale appuntamento.

In particolare, si propone alle scuole di vivere la giornata del 20 Novembre come occasione per un approfondimento del tema dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in collegamento ideale con la Giornata Italiana per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza promossa nell'ambito della Conferenza.

Al fine di sottolineare l'importanza della ricorrenza, si propone inoltre alle scuole di aderire all'iniziativa del Dipartimento per gli Affari Sociali e del Ministero della Pubblica Istruzione, che prevede lo svolgimento di un concorso per le scuole elementari, medie e superiori, da svolgersi nell'arco temporale che va dal 20 Novembre 1998 al 16 Aprile 1999 (ricorrenza della morte del piccolo pakistano Iqbal Mazih), data prevista per le premiazioni.


I DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA

CONCORSO PER LE SCUOLE

Finalità

Il concorso vuole essere una occasione, proposta alla libera adesione delle scuole statali e non statali della scuola elementare, media e superiore, per favorire negli alunni una presa di consapevolezza dei diritti dei minori, alla luce della Convenzione ONU approvata a New York il 20 novembre 1989 e della quale ricorre il decennale.

Modalità di partecipazione

Scuola elementare: realizzazione di un Poster
Scuola media: realizzazione di un elaborato scritto
Scuola superiore: realizzazione di un video (durata massima 5 minuti)

I lavori possono essere individuali o collettivi.

Modalità di svolgimento

I dirigenti scolastici nominano una commissione con il compito di promuovere l'iniziativa e, successivamente, di selezionare i lavori da inviare al competente Provveditorato agli Studi.

Al Provveditorato vanno inviati, da parte delle singole istituzioni scolastiche:

per la scuola elementare un numero massimo di 10 poster;
per la scuola media un numero massimo di 5 elaborati scritti;
per la scuola superiore un numero massimo di 5 video.

Tutti i lavori devono pervenire ai Provveditorati entro il mese di dicembre.

Presso i Provveditorati una commissione nominata dal provveditore valuta i lavori pervenuti selezionando, per la provincia, quelli da inviare al Dipartimento per gli Affari Sociali, nel numero di:

- scuola elementare: 10 poster
- scuola media: 5 elaborati scritti
- scuola superiore: 5 video.

Tutti i lavori dovranno pervenire al Dipartimento per gli Affari Sociali entro il 15 febbraio 1999.

Valutazione

Presso il Dipartimento per gli Affari Sociali una commissione altamente qualificata di esperti esaminerà i lavori pervenuti.

Premiazione

Tutti i lavori saranno esposti nell'ambito di una mostra in occasione della giornata delle premiazione, fissata a Roma per il 16 aprile 1999, ricorrenza della morte di lqbal Mazih.

VERRANNO PREMIATI:

- dieci lavori della scuola elementare;
- cinque lavori della scuola media;
- cinque lavori della scuola superiore.

I vincitori verranno invitati a Roma per la premiazione a palazzo Chigi alla presenza di alte autorità dello Stato e saranno ricevuti dal Presidente della Repubblica.

I vincitori riceveranno anche dei premi consistenti in materiali e sussidi a disposizione delle classi e delle scuole di provenienza.

ULTERIORI INFORMAZIONI.

Per ogni ulteriore informazioni le scuole possono rivolgersi al Dipartimento per gli Affari Sociali, presso il quale sarà attivo un apposito sportello.

Indirizzo:

Dipartimento per gli Affari Sociali
Servizio minori
Via Veneto, 56 ROMA.
Tel. 06 48161367
Fax 06 48161424

Per acquisire documentazione utile le scuole possono anche rivolgersi al Centro Nazionale di documentazione e Analisi sull'infanzia e l'adolescenza

Istituto degli Innocenti
Piazza SS. Annunziata, 12
FIRENZE
Tel. 055 2491743
Fax 055 2491744
e-mail:
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internet:
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