Nota Ministeriale 25 settembre 1998

prot. n. 158/Segr.

Oggetto: La diffusione della musica come fattore educativo nel sistema scolastico

Nel quadro delle problematiche educative che gli spazi di ampliamento dell’offerta formativa consentono di avviare a soluzione, almeno in via sperimentale, è stata di recente focalizzata quella relativa alla diffusione della musica come fattore educativo all'interno del sistema scolastico.

E' stato a tale scopo creato un gruppo di lavoro, con il mandato di identificare gli spazi operativi all'interno dei quali soddisfare questa esigenza.

ll gruppo di lavoro ha prodotto due documenti, che si allegano, il primo di carattere concettuale e di riflessione generale, il secondo di tipo progettuale operativo.

Su tali documenti il giorno 1 ottobre 1998 si svolgerà presso questo Ministero della Pubblica Istruzione un Forum di presentazione e di discussione, che vedrà presenti illustri rappresentanti della cultura musicale. Si fa riserva di comunicare gli esiti di tale iniziativa.

Come si ricava anche dal documento operativo, appare opportuno avviare una prima sperimentazione che consenta di promuovere e raccogliere esperienze concrete utili al successivo ampliamento degli interventi formativi in materia.

A tal fine per l'anno scolastico 1998/99 si intende dotare un centinaio di scuole di ogni ordine e grado del Laboratorio musicale, che il gruppo di lavoro ha identificato come spazio della musica, all'interno del quale e al di fuori degli orari curricolari si debba e si possa avviare una serie di iniziative formative destinate a soddisfare la diffusa esigenza dei giovani di vivere la musica in una prospettiva di insieme e nell'ottica sia dell'educazione all'ascolto, sia della produzione musicale.

Tali scuole opportunamente articoleranno la loro progettazione in rete, affinchè la dotazione creata risulti pienamente fruita e valorizzata.

In tale contesto si richiama l'attenzione delle SS.LL. sulla necessità di riservare particolare attenzione ai progetti complessi -di cui alla C.M. prot. n. 27814 del 19 maggio 1998- provenienti da istituzioni scolastiche che intendano inserirsi in questa sperimentazione guidata e coordinata dotandosi del Laboratorio musicale, assicurando, comunque, la partecipazione di almeno una istituzione scolastica nell’ambito provinciale.

Le SS.LL. vorranno segnalare al Gruppo di lavoro le scuole che avranno richiesto ed ottenuto il necessario finanziamento ai sensi della legge 18 dicembre 1997 n. 440, affinchè possa essere ad esse fornito il necessario supporto di assistenza organizzativa e didattica.

 

Documento di riflessione preliminare

Tre premesse

  1. Per quanto attiene alla formazione musicale, la Camera dei Deputati, nel licenziare il provvedimento di riforma delle Accademie e dei conservatori, ha rinviato la disciplina di tale formazione nelle fasce dell’istruzione secondaria alla legge di riordino dei cicli scolastici.
  2. Si impone intanto l’esigenza di intervenire nel settore per assicurare una formazione ed educazione musicale, che da una parte concorra alla definizione e realizzazione del progetto educativo e metodologico-didattico complessivo del segmento di istruzione nel quale è collocata, ma dall’altra abbia anche una valenza funzionale e prodromica agli studi musicali e coreutici di livello superiore.
  3. Le attività musicali come fattore educativo non possono non essere diffusamente presenti nel sistema scolastico italiano a tutti i livelli ed in tutti i settori.

Cinque considerazioni generali

  1. Allo stato attuale dell’organizzazione complessiva del sistema scolastico italiano, le attività specificamente musicali sono presenti come fattore educativo nella scuola materna, nella scuola elementare e nella scuola media, con dei programmi sostanzialmente bene articolati e non così rigidi da impedire una sufficiente flessibilità di adeguamento alla continua evoluzione dei metodi e delle pratiche. Ciò che manca talora agli insegnanti, anche a quelli in possesso di studi musicali conservatoriali, è invece una formazione didattica aggiornata ed omogenea. Altro è saper suonare bene uno strumento o essere esperto compositore, altro e saper "far fare" musica ad un gruppo di bambini o ragazzi, coordinando le loro capacità esecutive e creative espresse attraverso lo strumento "voce" o attraverso strumenti musicali adatti allo scopo e all’età. Altro ancora è saper motivare questa attività in modo tale da condurre il gruppo alla scoperta, alla comprensione ed alla progressiva razionalizzazione di tutto ciò che l’esperienza musicale suscita in termini di emozioni e riflessioni, anche nella prospettiva dell’arricchimento del bagaglio comunicativo con riferimento alla pluralità dei linguaggi che ovviamente comprende anche quello musicale.
  2. Per quanto si riferisce al complesso panorama degli indirizzi scolastici della secondaria superiore, si può dire che in esso la musica come disciplina quasi non esiste, poiché allo stato l’unica presenza istituzionale, quella degli Istituti Magistrali e delle Scuole Magistrali è scomparsa, a seguito del D.I.10.03.97 che ha eliminato il valore abilitante dei titoli rilasciati da queste ultime istituzioni e le ha di fatto eliminate dal sistema scolastico.
  3. Questa assenza, che investe tutta la fascia della Secondaria, ivi compreso il biennio che si avvia a diventare obbligatorio, comporta non solo una indebita sostituzione di formazione culturale alle esigenze e richieste degli adolescenti, ma anche una ingiustificata interruzione dell’attività comunque avviata in quest’ambito nel settore scolastico precedente. Va subito osservato che la necessaria continuità deve necessariamente prevedere attività musicali adeguate all’età e strettamente collegate ad un approfondito lavoro di ascolto, analisi e riscontro storico. A tal fine restano comunque disponibili le attività complementari e integrative di cui al D.567 del 10.10.96, con i relativi stanziamenti.
  4. Principio generale da riaffermare definitivamente è che non si può considerare "educazione musicale" una disciplina scolastica che si risolva in termini di puro apprendimento passivo. L’ambito dell’educazione musicale dovrà sempre comprendere una parte fondamentale di attività creativa. Inoltre essa dovrà contribuire ad una formazione generale della persona. Componenti ineludibili di un’attività musicale globale sono l’attività gestuale, la pratica vocale, la pratica strumentale, la musica d’insieme, la drammatizzazione, i procedimenti di improvvisazione e composizione, con tutte le conseguenti implicazioni di acquisizione, conoscenza, competenza e razionalizzazione. La musica, ponendosi in tal modo come mezzo oltre e prima ancora che come scopo, dovrà vedere valorizzate nel suo ambito tutte quelle componenti formative individuali e sociali che costituiscono parte essenziale della sua natura.
  5. L’attività musicale dovrà avere importanza primaria come motore di sviluppo del senso di sicurezza individuale e delle capacità di integrarsi con gli altri e in senso più generale come mezzo per promuovere e sviluppare negli alunni la capacità di "star bene insieme" a scuola, fuori della scuola, dopo la scuola.

 Tre esigenze ineludibili

  1. L’esigenza di dotare la Scuola, in particolare quella dell’infanzia e quella elementare, di insegnanti realmente in gradi di svolgere i compiti decisivi in tema di educazione musicale, che allo stato vengono loro attribuiti.
  2. L’esigenza di provvedere a interventi che risultino coerenti con l’estensione dell’obbligo scolastico a sedici anni, in via di approvazione in sede parlamentare. Il che implica che occorre pensare a bisogni formativi inerenti all’ambito musicale che superino il livello primario e propedeutico al quale si limitano le "didattiche storiche" alle quali si può fare riferimento per l’educazione musicale di base (1). Occorre nell’ambito di quest’esigenza sviluppare da una parte una diversa attivazione dell’educazione musicale nella scuola media, dove oggi essa viene mortificata nella pratica piccolo-povera del "flautino" e dall’altra proporre e sviluppare una "pedagogia musicale" per l’ultimo biennio dell’obbligo, dimensione sconosciuta al nostro sistema scolastico nella prospettiva trasversale di una presenza in tutti gli indirizzi di quel biennio.
  3. L’esigenza conseguente di individuare, per tutti gli studenti coinvolti dall’estensione dell’obbligo, un nuovo settore di studi musicali, orientabile sia nel senso dell’analisi musicale, che nasca da una potenziata "didattica dell’ascolto attivo e partecipativo", sia nel senso dell’acquisizione di una pratica strumentale di propria elezione, a fini non necessariamente professionalizzanti, avviata nel segmento scolastico precedente ed opportunamente fatta proseguire nella fascia della secondaria superiore. In tale prospettiva, dovrà essere opportunamente valorizzata l’esperienza della musica d’insieme, finalizzata anche ad un uso creativo del linguaggio musicale, senza esclusione di generi, stili e prassi.

Cinque obiettivi a medio termine

  1. Potenziamento delle attività di aggiornamento per docenti di educazione musicale operanti a tutti i livelli nel sistema scolastico.
  2. Istituzionalizzazione degli attuali corsi sperimentali ad indirizzo musicale nella scuola media.
  3. Promozione della creazione di indirizzi sperimentali musicali nella scuola secondaria superiore.
  4. istituzione di un numero programmato di Indirizzi musicali all’interno del sistema scolastico secondario attuale ed ovviamente anche all’interno del sistema riordinato.
  5. Attuazione dell’insegnamento di discipline musicali in indirizzi non specialistici almeno nell’ambito disciplinare dei "linguaggi non verbali e multimediali" e comunque in riferimento a tutti gli ambiti scolastici.

 Un obiettivo a medio termine

  1. Proposta di un piano triennale di finanziamento: a) per la creazione di specifiche figure di sistema; b) per la definizione, identificazione e creazione di appositi spazi fisici strutturati e attrezzati per la didattica della musica; c) per l’avvio sperimentale di specifiche esperienze di educazione all’ascolto e di pratica strumentale.

Due proposte operative all'interno dell'obiettivo a breve termine

  1. Costituzione del "Laboratorio musicale" in tutte le istituzioni scolastiche
    Il laboratorio musicale è un luogo fisico, un’aula attrezzata e dotata di tutte le strumentazioni necessarie per produrre e riprodurre suono, che viene messo a disposizione dell’intera struttura scolastica, eventualmente, in caso di assoluta necessità, anche sfruttando il sistema dei "poli" scolastici, in senso orizzontale o verticale.
  2. Creazione della figura di sistema del "Coordinatore didattico del laboratorio musicale"
    Il coordinatore didattico del laboratorio musicale deve elevate competenze musicali e didattico-pedagogico-musicali, per gestire direttamente il laboratorio, ove manchino insegnanti competenti, oppure per assistere e coordinare gli insegnanti in possesso di requisiti almeno iniziali di competenza. Il coordinatore, inoltre, gestisce in prima persona o promuove attività di ulteriore aggiornamento per gli insegnanti della propria scuola, coinvolgendo temporaneamente anche altri esperti o gruppi apportatori di nuove proposte e/o esperienze sia didattiche che artistiche. Il coordinatore supporta tutte le iniziative didattiche che nell’ambito dell’educazione musicale siano assunte dagli organi competenti, centrali e periferici. Per la programmazione, sperimentazione e assunzione a regime di questa figura di sistema un soccorso prezioso potrebbe venire dalle sperimentazioni previste nell’ambito dell’attuazione dell’autonomia organizzativa e didattica di cui alla L.59/97, art.21.

 

Documento operativo

Premessa

Nella situazione nella quale attualmente vive la realtà del sistema scolastico italiano, a livello ordinamentale, sperimentale e innovativo, il gruppo di studio ha ritenuto che una maggiore diffusione della musica come fattore educativo all'interno di detto sistema scolastico potesse essere più agevolmente realizzata sviluppando procedure operative che non investissero direttamente le strutture ordinamentali.

E' apparso, infatti, necessario tener presente che, sia a livello culturale, sia a livello normativo, sono in atto processi certamente complessi e di non rapidissimo sviluppo, ma rispetto ai quali sarebbe fuorviante l'occasionale innesco di ulteriore procedure innovative, ancorché rese meno vincolanti dal carattere sperimentale.

Si è ritenuto quindi di muoversi nell'ambito delle zone innovative identificate dall'autonomia organizzativa e didattica, di cui alla L.59/97, art.21, ulteriormente definite e precisate attraverso la ricca ed articolata normazione ulteriore.

Si è giunti, procedendo in tale direzione di ricerca, alla proposta di un obiettivo a breve termine, che pur nella ricchezza della sua valenza formativa, si articola in termini tali da essere pienamente conseguibile senza invadere ambiti decisionali che solo ulteriori passi normativi potranno rendere agevolmente praticabili.

Tale obiettivo è stato identificato nella creazione presso tutte le istituzioni scolastiche di un LABORATORIO MUSICALE, sotto la responsabilità di una nuova figura di sistema, quella appunto del COORDINATORE DEL LABORATORIO MUSICALE.

Per il conseguimento di tale obiettivo su larga scala in tutto il sistema scolastico occorrerà articolare un piano operativo che, a partire dall'anno scolastico 1999/2000, fornirà, con una progressione che nell'arco di un quadriennio raggiunga tutte le istituzioni scolastiche, di ogni ordine e grado, operanti sul territorio nazionale, i fondi necessari e sufficienti per la creazione del LABORATORIO MUSICALE.

Nel corso dell' anno scolastico 1998/99 si avvierà una sperimentazione guidata, che promuova la creazione di 120 laboratori musicali presso istituzioni scolastiche, rappresentative di tutti gli ordini, gradi e indirizzi, la quale, rientrando nell'ambito della progettazione sperimentale resa possibile dalla normativa sull'autonomia, consenta una prima verifica della funzionalità del modello ipotizzato e proposto, in vista della sua progressiva estensione nel sistema scolastico.

Motivazioni di fondo

Il proposito di introdurre nel nostro sistema scolastico, con particolare riferimento a quei segmenti dello stesso nei quali la valenza formativa della musica è di fatto assente, perché manca qualsiasi riferimento esplicito alla problematica dell'insegnamento/apprendimento musicale (2), una componente quale la musica, intesa prevalentemente nei suoi aspetti e nelle sue prospettive formative generali, esige la definizione e la creazione di una specifica condizione didattica, opportunamente e appositamente predisposta.

In una realtà scolastica, nella quale gli insegnamenti curricolari risultano già troppo numerosi, è opportuno pensare piuttosto ad una attività espressiva, partecipata e creativa, che si svolga in spazi operativi non convenzionali, per evitare qualsiasi rischio di ricaduta in forme di didattica fortunatamente superate. Tali spazi vanno specificamente attrezzati in modo da consentire modalità di insegnamento e soprattutto di apprendimento che non siano o almeno non siano soltanto e in qualche caso prevalentemente quelle della comunicazione trasmissiva, che vede l'alunno in una situazione di improduttiva passività, o addirittura della trattazione teorica e libresca.

Lo spazio operativo per l'insegnamento/apprendimento della musica con finalità formative prevalenti se pure addirittura non esclusive rispetto a quelle cognitive fine a se stesse, è quello al quale noi pensiamo quando parliamo di Laboratorio musicale, luogo fisico all'interno del quale è possibile reperire gli "attrezzi" della musica, che non a caso si produce con "strumenti", e nello stesso tempo è possibile instaurare un rapporto apprenditivo di tipo concreto, attivo, produttivo, diretto.

Solo in questo modo si riuscirà - probabilmente - a realizzare quella "laboratorialità" che rappresenta il requisito indispensabile di qualsiasi didattica attiva e che la scuola italiana dovrà saper giocare come carta vincente se e quando si vorrà avviare il processo di trasformazione del sistema scolastico italiano da scuola dei programmi a scuola degli obiettivi, da scuola degli esercizi a scuola dei problemi.

In pratica il laboratorio musicale dovrà realizzare una forma diretta di esperienza musicale, praticata sia nell'ascolto che nel fare musica, utilizzando materiali che consentano di far riferimento al vissuto esperienziale dello studente anche in relazione alla musica.

Va subito chiarito che questo riferimento al vissuto musicale dello studente non deve essere considerato mero e riduttivo espediente di strategia didattica, finalizzato, cioè, soltanto alla realizzazione di un processo motivazionale. Se la prospettiva è quella di lavorare in senso ed in direzione prevalentemente educativa, occorrerà sviluppare procedure che facciano crescere attitudini, tendenze, vocazioni, potenzialità, ma soprattutto occorrerà che si risponda a bisogni ed esigenze dell'utenza studentesca.

La proposta del Laboratorio musicale come obiettivo primario e prioritario consente anche di segnalare e soddisfare la necessità che si faccia, attraverso di esso, il primo ineludibile passo verso un approccio alla musica che privilegi la forme della pratica: la riproduzione, l'improvvisazione, la composizione, l’interazione tra suono e movimento.

La valenza educativa della musica, attraverso il laboratorio, si esplicita in un sistema di relazioni tra chi insegna e chi apprende, sistema basato sul fare, ascoltare, analizzare e conoscere musica.

L'obiettivo generale è creare insieme all'interno di un vasto campo di esperienze non circoscrivibile nei limiti di una disciplina ma riconducibile semmai a un processo in costante divenire fatto di vocalità, uso di strumenti, attività gestuali e motorie.

Obiettivi trasversali, sottesi ai diversi cicli scolastici, possono essere identificati come segue:

A. Sviluppo delle capacità di far musica, in modi e con scopi differenziati;
B. Acquisizione della capacità di ascoltare e di esprimersi attraverso il movimento del corpo;
C. Acquisizione della capacità di ascoltare e comprendere le opere musicali, nella varietà dei generi, stili, forme e funzioni;
D. Sviluppo della capacità di operare e riflettere con e sul linguaggio musicale, tramite l'acquisizione di un lessico essenziale e calibrato;
E. Maturazione delle capacità di orientarsi nella sovrabbondante offerta musicale della civiltà contemporanea e controllo delle proprie strategie fruitive in relazione alle diverse situazioni.

In questo spazio sarà anche possibile recuperare una pratica che nel nostro orizzonte didattico è marginale o addirittura assente, quella corale per lettura, con l'obiettivo di costruire nello studente quel vocabolario musicale di base necessario da una parte alla sua crescita culturale e dall'altra al suo personale processo di costruzione della personalità.

Il che giustifica una definizione del laboratorio musicale inteso come luogo fisico dotato di precise caratteristiche architettoniche e acustiche e attrezzato con strumentazioni atte a produrre e riprodurre suono.

Caratteristica essenziale dello spazio deve essere quella della grande flessibilità e mobilità degli arredi e della strumentazione, per consentire l'utilizzazione dello spazio stesso per la proposta di molteplici linguaggi artistici.

Per quanto attiene all'acustica dello spazio destinato a laboratorio musicale, pur riconoscendosi che il livello ottimale, peraltro non indispensabile e non diffuso in qualche caso neanche a livelli conservatoriali, è quello dell'insonorizzazione dell'ambiente, si segnala la possibilità di una serie di interventi di assai più facile realizzazione.

Risultati accettabili da questo punto di vista si raggiungono: a) con una pavimentazione in linoleum; b) con panneggi di stoffa lungo le pareti che non presentino aperture; c) tendendo corde, dello spessore di due/tre centimetri nei due sensi della pianta, presumibilmente rettangolare, dell'ambiente, alla distanza di circa m.3,50 dal suolo; d) coprendo pareti e soffitto con pannelli di cartone, che attutiscano i suoni esterni. (3)

Le dimensioni ipotizzabili per questo "luogo della musica" si aggirano intorno ai m.8 x 10. Va detto però che è opportuno far prevalere la qualità dell'acustica, nel senso che è più opportuno lavorare in ambienti piccoli ma dotati di buona acustica, che in un ambiente grande, come talune palestre nelle quali risulta difficile anche soltanto la comunicazione verbale.

 Elementi essenziali dell'arredo

Si indica qui di seguito un arredo di base per il laboratorio musicale, rispetto al quale va subito chiarita la possibilità che esso sia realizzato in progress, nel senso che l'ordine nel quale i materiali sono indicati rappresenta anche la serie delle opportune priorità, in relazione alla progettazione specifica: 1. Strumentario Orff (4); 2.Pianoforte; 3.Impianto di amplificazione per voci e strumenti (microfoni, aste, monitor); 4. Eventuali altri strumenti (chitarre, percussioni, ecc.); 5.Amplificazione per chitarre e bassi; 6. Impianto Hi- fi con lettore CD; 7. Televisione; 8. Videoregistratore; 9. Telecamera; 10. Tastiera; 11. PC multimediale con software finalizzato ad attività musicali; 12. Mediateca (CD, CD rom, videocassette, audiocassette, libri); 13. Lavagna pentagrammata; 14. Lavagna luminosa; 15. Un essenziale parco luci.

Il coordinatore del Laboratorio musicale

Questa nuova figura di sistema è indispensabile per promuovere, progettare e coordinare sia a livello di singolo istituto, sia tra più istituti, le attività musicali, con riferimento a quelle rivolte agli alunni ma anche a quelle finalizzate all'aggiornamento/formazione di docenti da impegnare nell'articolazione ulteriore dei progetti.

Per quanto attiene al rapporto tra più istituti si segnala che il complesso della normativa relativa all'autonomia organizzativa e didattica in più contesti privilegia le attività, sperimentali e non, delle istituzioni scolastiche che si consorzino in rete.

Tale privilegiamento non è soltanto da riferirsi alle ovvie ricadute positive in ambito economico, ma anche al senso culturale della rete di scuole. E' appena il caso di sottolineare che l'autonomia, per il fatto stesso che rappresenta un riferimento quasi sinonimico alla realtà del territorio, non può non realizzarsi attraverso la presa di coscienza della realtà territoriale in tutta la sua articolata e specifica identità e autenticità.

Requisiti indispensabili per l'identificazione del profilo di questa figura di sistema sono, da una parte, adeguate competenze musicali e dall'altra capacità pedagogiche di coordinamento.

Tali requisiti dovranno essere verificati con riferimento a titoli di studio e diplomi ma anche e soprattutto in relazione a sicure e certificate esperienze pregresse nell'ambito delle specifiche attività che la funzione prevede.

Qualora, come assai spesso accadrà, tali requisiti non siano riscontrabili in personale appartenente all'organico dell'istituzione scolastica, si provvederà all'assunzione mediante contratto d'opera.

Conclusione

Se nella scuola secondaria superiore in particolare non è pensabile che, almeno per ora, la pratica musicale possa rientrare nei programmi curricolari, questo non significa che le attività esecutive e produttive debbano risultare assenti nel repertorio delle offerte formative che nel suo complesso il sistema scolastico si sforza di proporre alla sua utenza.

Il laboratorio musicale appare una soluzione sensata e praticabile per gli spazi opzionali ed extracurricolari. Attraverso di esso si consente agli studenti di esplorare territori ulteriori e di soddisfare esigenze della loro identità che non trovano risposte nello spazio curricolare.

Il laboratorio musicale potrà diventare anche il luogo nel quale si rapportano preziosamente fra di loro quei saperi che la scuola, nella sua visione disciplinare, ha spesso scisso pericolosamente.

NOTE

(1) Si fa riferimento alla scuola mimico-ritmica di Delacroze, a quella precipuamente vocalistica di Kodaly, ed a quella eminentemente propedeutica alla pratica strumentale di Orff.
(2) Si fa riferimento al fatto che, a livello di scuola secondaria superiore l'insegnamento/apprendimento della musica, che fino all'anno scolastico 1997/98 era presentato solo nell'Istituto Magistrale, a partire dall'anno scolastico 1998/99 è presente soltanto, ed in via transitoria, in pratica ad esaurimento, nelle classi residue di detto Istituto, che è capitato sotto la scure abrogativa del DI 10.03.1997. Per quanto attiene ai livelli di efficacia e funzionalità didattica di detto insegnamento si rimanda alle considerazioni fatte nel precedente documento del gruppo.
(3) Val la pena di ricordare che perfino i cartoni ad alveare che costituiscono il tipico imballo delle uova e che sono di facilissima reperibilità, rappresentano una buona ipotesi di rivestimento delle pareti, sia al fine dell'isolamento rispetto ai suoi esterni, sia ai fini della riduzione del riverbero sonoo interno.
(4) Talune indicazioni hanno valore specifico per particolari ordini scolastici. Lo strumentario Orff, ad esempio, è utilizzabile soprattutto, anche se non esclusivamente, nella scuola materna ed elementare.