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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Il Ministro della Pubblica Istruzione

Nota 9 febbraio 2007

Prot. n. 17

Oggetto: Più sport a scuola e vince la vita. Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per lo sport a scuola

Premessa

L'attività motoria e la pratica sportiva, attraverso una corretta azione interdisciplinare, contribuiscono allo sviluppo armonico della persona e alla promozione della cultura della legalità attraverso la pratica del rispetto dell'altro, delle regole e del fair play. Lo sport scolastico, infatti, rappresenta una significativa fonte di esperienza per tutti i giovani, capace di costruire uno "stile di vita salutare" permanente, di favorire una maggiore integrazione sociale ed apertura ai rapporti interpersonali, di assumere ruoli e responsabilità precise.

Nell'attività sportiva si possono realizzare altissimi obiettivi educativi, acquisire competenze indispensabili alla formazione ed alla crescita dei giovani, come il dominio di sé, il senso della solidarietà, la capacità di collaborare per un fine comune, la valorizzazione del ruolo di tutti ed il rispetto del ruolo di ciascuno.

La scuola dell'autonomia, oltre a consentire ai giovani l'opportunità di praticare in maniera sana lo sport, può contribuire ad accrescere, mediante approcci interdisciplinari, la consapevolezza e il senso critico riguardo le diverse forme di violenza, comprese quelle che adottano come pretesto le manifestazioni sportive.

La scuola deve contribuire a promuovere una corretta concezione dell'educazione motoria e delle attività sportive costituendo una alternativa culturale alla violenza, all'esasperazione del risultato, alla slealtà.

Perché torni serenità e normalità sui campi sportivi, oltre alle necessarie e severe decisioni assunte dalle Istituzioni, ogni sforzo dovrà essere compiuto anche dalla scuola che ha la responsabilità di educare i giovani alla cultura della legalità e della non violenza, per fare in modo che la pratica di uno sport sia finalizzata a suscitare profonda passione, voglia di divertire e divertirsi e non, al contrario, violenza. Esistono già nelle nostre scuole numerose esperienze e progetti positivi, manifestazioni che tutelano i valori dello sport e la formazione di cittadini responsabili e consapevoli dell'importanza del rispetto delle regole e dell'avversario.

Le attività motorie ed in particolare la pratica ludico-sportiva, costituiscono un momento importante di socializzazione, dal quale nessuno, in nessun caso, può essere escluso.

Nella scuola, riconoscendo il valore formativo dell'attività ludico-motoria, dell'educazione corporea, dell'educazione fisica e della pratica sportiva in tutto il ciclo formativo, è possibile diffondere e sostenere una nuova cultura dello sport per recuperarne l'istanza etica e riscoprirne gli autentici significati.

La drammatica emergenza in cui versa il calcio italiano può trovare quindi una risposta efficace nella scuola e nella sua azione educativa quotidiana volta a prevenire comportamenti violenti e a promuovere una cultura di rifiuto degli aspetti deteriori che caratterizzano lo sport agonistico e amatoriale.

E' pertanto necessario acquisire un approccio all'esperienza sportiva in cui l'enfasi venga posta sull'intero processo di costruzione della personalità più che sulla prestazione, al fine di favorire tra le giovani generazioni la trasmissione dei corretti valori dello sport che li allontanino da ogni forma di tifo violento.

In questo senso l'esperienza sportiva scolastica deve essere vissuta dagli studenti come opportunità di partecipazione e di assunzione di responsabilità.

Ciò premesso il Ministero intende fornire alle istituzioni scolastiche autonome indicazioni e orientamenti relativamente alla attuazione di quanto previsto nella circolare prot. n. 5090/A0 del 13 ottobre 2006 integrata da successivi chiarimenti (prot. n. 6811/A0 del 12 dicembre 2006) e nella circolare del 30 gennaio 2007 ( prot. n. 495/A0 ) al fine di promuovere attività coerenti con i principi sopra richiamati.

Azioni a livello nazionale

In collaborazione con il Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive è stato istituito un tavolo di lavoro interministeriale l'elaborazione e l'attuazione di proposte per l'attività motoria e sportiva scolastica con il coinvolgimento attivo delle scuola.

Ai Dirigenti scolastici, ai docenti e ai genitori è affidato il compito di porre in essere le azioni più appropriate, nell'ambito dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, per promuovere l'educazione motoria e lo sport all'interno della scuola; gli studenti saranno coinvolti in modo attivo, in rapporto all'età, nelle scelte delle iniziative ritenute più coerenti con la promozione dei principi della solidarietà, del rispetto delle regole e dell'avversario e del fair play nello sport.

1. Diffondere la cultura dello sport.

La scuola è impegnata quotidianamente ad affermare la cultura della legalità e del rispetto delle regole anche mediante la pratica motoria che costituisce uno degli strumenti più efficaci per la formazione della personalità, del carattere, dell'equilibrio psico-fisico di ciascuno. In questa ottica, la diffusione della cultura sportiva va sostenuta ed incoraggiata sin dalla scuola primaria. A tale proposito, il Ministero ha già intrapreso alcune azioni progettuali di rilevanza nazionale, con l'adozione della circolare prot. n. 5090/A0 del 13 ottobre 2006 integrata da successivi chiarimenti (circolare prot. n. 6811/A0 del 12 dicembre 2006) e della circolare prot. n.495/AO del 30 gennaio 2007. E' in fase di attuazione un programma di potenziamento degli interventi nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, per lo sviluppo di questo fondamentale aspetto della formazione, per far maturare una nuova consapevolezza sportiva ed etica fondata sul rispetto reciproco, sulla convivenza civile, sull'educazione alla vita. I docenti di educazione fisica, in particolare, sono chiamati al compito fondamentale di offrire agli studenti l'occasione di uno sport vissuto in modo gioioso, manifestando il senso di un sano tifo e di un leale agonismo per educare i tifosi di domani alla considerazione del valore della propria persona, alla passione per l'incitamento della squadra del cuore, al rispetto dell'avversario, al fine di trasformare lo scontro fisico e verbale che oggi caratterizza le tifoserie in scontro creativo per sostenere la propria squadra. In questo contesto di promozione della cultura sportiva si dovrà prevedere la possibilità che tutte le gare dei Giochi Sportivi Studenteschi, a tutti i livelli di svolgimento, siano arbitrate da studenti appositamente preparati da corsi di formazione attuati in collaborazione con le federazioni interessate. Questa scelta potrebbe indurre gli studenti/atleti a rispettare maggiormente il ruolo dell'arbitro riconoscendolo di fatto come un compagno di scuola, ma soprattutto come compagno indispensabile del gioco, al pari di qualunque altro giocatore.

In particolare, secondo quanto indicato dalle circolari sopra citate (cfr. punti A,B,C della circolare prot. n. 6811/A0) del 12 dicembre 2006, sono stati già stanziati e assegnati:

- 5.434.761 euro agli Uffici Scolastici Regionali per finanziare la realizzazione di progetti presentati dalle istituzioni scolastiche autonome allo scopo di potenziare le attività motorie nelle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado;
- 1.165.239 euro per finanziare progetti sperimentali di educazione motoria nella scuola primaria attraverso attività di specifica consulenza rivolta agli insegnanti (tre scuole per provincia);
- 900.000 euro per finanziare un'ulteriore sperimentazione volta ad incrementare la pratica dell'attività motoria e sportiva nelle scuole primarie di 32 città a rischio di devianza giovanile .

2. Più sport nelle aree a rischio.

In data 30 gennaio 2007 (con circolare prot. n. 495/A0 della Direzione Generale per lo Studente del Ministero della Pubblica Istruzione) sono state pubblicate le Linee Guida per progetti sperimentali di attività motorie e sportive nelle aree a rischio, con fondi destinati ad hoc per un ammontare di 900.000 euro.

Lo scopo è quello di finanziare progetti in cui lo sport è utilizzato come strumento per coinvolgere i giovani a rischio e educare alla sana competizione, nel rispetto del compagno/avversario e delle regole, e progetti dedicati ad affrontare il fenomeno del bullismo nel gruppo dei pari. Le attività motorie e sportive possono contribuire allo sviluppo della autonomia personale, condizione necessaria per creare un buon rapporto con gli altri e per lo sviluppo di una coscienza civica.

3. Stadi aperti alle scuole e alle famiglie.

Lo sport è anzitutto cultura, spirito di confronto e voglia di incontro, una festa e mai si deve trasformare in guerriglia e violenza.

Occorre diffondere una cultura sportiva che preveda un tifo leale e corretto che rifiuti le degenerazioni di violenza fisica, oltre che verbale, che allontanano dai luoghi dello sport le persone dotate di senso civico.

A tal fine, il Ministero intende sostenere le scuole autonome nella realizzazione delle più varie iniziative volte al raggiungimento delle suddette finalità, impegnandosi a monitorare, verificare e mettere in rete le migliori esperienze.

In questo quadro saranno promosse pertanto intese con il CONI e le Federazioni Sportive per assicurare la presenza dei giovani e delle loro famiglie negli stadi. Verranno inoltre sostenute le esperienze interdisciplinari che, anche attraverso la partecipazione ai Giochi Sportivi Studenteschi, siano orientate a coinvolgere i giovani non impegnati direttamente nella gara, affidando loro ruoli diversi quali: giornalista, fotografo, arbitro, giudice di gara, cronometrista, segnalinee, sostenitore della propria squadra con striscioni e cori di supporto in una dimensione di educazione al tifo costruttivo e "rispettoso".

4. Famiglie: sostegno per i figli ma non "tifo aggressivo".

Basta andare intorno a un campo sportivo qualsiasi per vedere, in molti casi, genitori con il cronometro in mano incitare i figli, adulti responsabili surriscaldarsi per qualche decimo di secondo o per un tiro impreciso. Non è così che si educano i ragazzi a una sana competizione sportiva.

La scuola deve sensibilizzare le famiglie, anche in collaborazione con il forum nazionale delle associazioni dei genitori, per diffondere la cultura dell'educazione motoria e dello sport come momento di formazione, di educazione alla salute e al benessere, di crescita e di socializzazione e non di mera battaglia per la vittoria e il risultato. A tal fine è auspicabile coinvolgere periodicamente i genitori e comunque i familiari degli studenti/atleti nelle attività sportive scolastiche, non solo per un eventuale supporto organizzativo, ma anche e soprattutto per una condivisione dei principi educativi che lo sport scolastico può garantire ai giovani studenti protagonisti nei diversi ruoli dell'attività sportiva.

Il Ministero promuoverà apposite iniziative di informazione/formazione, rivolte ai giovani ed alle loro famiglie, sulle corrette abitudini alimentari, anche in relazione alle pratiche sportive, nonché sui gravi danni derivanti dal doping.

5. Educhiamo ad accettare la sconfitta. Più sport per tutti.

Perdere fa parte del gioco e dello sport come della ordinaria vicenda umana, è il primo passo verso il miglioramento di se stessi o della propria squadra, una tappa fondamentale per la crescita di ciascuno. Lo sport deve configurarsi come una competizione leale nella quale si rispettano le regole e gli avversari.

Tali principi rappresentano una risorsa educativa di fondamentale importanza nel percorso di crescita delle generazioni più giovani e trovano riscontro concreto nelle attività didattiche curricolari ed extracurricolari delle nostre scuole. Queste ultime, peraltro, svolgono una funzione essenziale di promozione dei valori e della cultura dello sport, da intendersi non come un mero "laboratorio di campioni" ma, anzitutto, come momento di partecipazione e di opportunità per tutti.

A tal proposito, va osservato che la pratica delle attività motorie e sportive all'interno delle scuole si carica di un rilevante significato culturale - educativo poiché permette di vivere l'esperienza del saper fare in modo "evidente", di ricercare il massimo rendimento con impegno rendendo possibile la sperimentazione di limiti e conquiste in un continuum di crescita senza fine. L'errore, la sconfitta fanno, quindi, parte di un processo dinamico in continuo divenire, dove niente è definitivo, l'impegno e la concentrazione permettono di migliorarsi ma, soprattutto, consentono di accettare il proprio risultato, ogni volta, come un nuovo punto di partenza nel proprio percorso di crescita.

In questo processo educativo svolgono un ruolo determinante i docenti, che sono chiamati nella loro delicata azione quotidiana a sostenere gli studenti nell'acquisire la giusta consapevolezza dei valori olimpici del confronto leale, della pace, della partecipazione e del rispetto. E' opportuno, quindi, sostenere iniziative che, seppur in una logica agonistica, siano basate su una visione precisa delle proprie possibilità e limiti, per accettarsi come si è, con l'aspirazione a diventare migliori, facendo sport con divertimento e serenità, autocontrollo, osservanza delle regole e spirito critico.

6. Squadre in campo anche alla fine.

Allo scopo di far emergere chiaramente dal mondo della scuola un messaggio forte per le tifoserie ed un esempio di sportività leale e trasparente verrà introdotta la regola, all'interno dei Giochi Sportivi Studenteschi, di far schierare in campo le squadre avversarie al termine della competizione per salutarsi amichevolmente. L'obiettivo è quello di estendere la cultura del "terzo tempo", propria di alcune discipline quali il rugby e la pallavolo, a tutte le gare praticate dagli studenti nell'ambito dei suddetti giochi con l'auspicio che tale esempio possa essere seguito anche dal mondo dello sport a tutti i livelli.

In occasione delle gare dei Giochi Sportivi Studenteschi che prevedano trasferte di scuole in altri comuni o province, sarebbe opportuno che la squadra di casa organizzi un momento culturale accompagnando gli ospiti a visitare i siti storicamente importanti del territorio o una presentazione video o la consegna di brochure per la presentazione delle caratteristiche della Città ospitante, della storia e delle tradizioni del territorio in uno spirito di reciproca conoscenza e amicizia.

7. Sportivi: testimoni di uno sport autentico a scuola.

Verranno promossi su tutto il territorio nazionale confronti con testimoni privilegiati del mondo dello sport quali, ad esempio, calciatori, arbitri, atleti o giornalisti sportivi con gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Tali testimoni forniranno ai ragazzi la possibilità di scoprire in prima persona il lato meno visibile ma più autentico e formativo della pratica sportiva: la dedizione, l'allenamento e l'impegno costante per raggiungere i propri obiettivi, le tante sconfitte prima delle vittorie, l'importanza dell'etica, della correttezza e del rispetto dell'avversario.

8. Giochi Sportivi studenteschi: Premio "Fair Play".

A livello provinciale, nell'ambito delle finali dei Giochi Sportivi Studenteschi, gli Uffici Scolastici Provinciali potranno istituire il "premio fair play" da consegnare alla squadra che ha dimostrato di aver perseguito in modo eccellente prima, durante e dopo le gare comportamenti che siano espressione dei valori del fair play. Questo tipo di premio è da anni il riconoscimento più ambito nelle manifestazioni della Federazione Internazionale dello Sport Scolastico e lo stesso trova ampio risalto nei bollettini ufficiali delle manifestazioni e nelle pagine web degli eventi.

9. Consulte Provinciali degli Studenti e tifosi non violenti.

Le Consulte provinciali degli studenti potranno avviare rapporti di collaborazione con i gruppi di tifosi manifestamente contrari ad ogni forma di violenza per diffondere l'idea di un tifo appassionato ma corretto, in una parola semplicemente "sportivo" e realizzare percorsi con gli studenti.

Si proporrà ai presidenti delle consulte di realizzare nelle province di appartenenza delle ricerche che possano analizzare le realtà delle tifoserie locali. La consulta, quale luogo istituzionale di rappresentanza e partecipazione, costituisce uno strumento privilegiato per vivere concretamente i valori della solidarietà, della democrazia, del rispetto delle regole e dei diritti di ciascuno nonché per promuovere la cultura dello sport in termini di partecipazione, legalità e responsabilità.

10. Scuole Aperte per lo sport e la creatività studentesca.

La pratica motoria e pre-sportiva è incentivata anche con le misure previste nella recente legge finanziaria destinate a favorire l'apertura pomeridiana della scuola per attività dedicate anche all'educazione motoria e sportiva da realizzare in rete di scuole al fine di promuovere e consolidare i rapporti con il mondo sportivo presente nel territorio. Si vogliono offrire proposte operative che vedano l'istituzione scolastica come prioritario centro di aggregazione culturale, sociale e civile.

Giuseppe Fioroni


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