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2005: una rotta per la scuola

 

L’assedio che ormai da molti anni la contingenza ha posto a istituzioni della Tradizione e dell’Avvenire come la scuola si è fatto negli ultimi tempi sempre più stringente. Non pochi di noi sono tentati di ignorare la storia e la complessità dello stesso presente, di disconoscere il cielo, l’invisibile e le possibilità aperte dal silenzio. Mirare lontano è difficile; il non pensiero egemone ci fa vedere solo l’immediato e il nostro interesse è sequestrato dall’emergenza. Il lavoro si è fatto frenetico inseguimento di obiettivi a corto raggio, senza il tempo per la riconfigurazione dei fini, per una rinnovata intelligenza del senso, per interrogarsi a fondo sulle linee fondazionali da proporre alla scuola.

Chi ha scelto per la vita la missione docente (siamo tutti essenzialmente insegnanti, alcuni di noi con compiti aggiuntivi di direzione, ispezione o altro) non può rassegnarsi a questo e deve pensare che i giorni venturi siano migliori, a partire dall’anno che viene. Fasci di energia imprevedibili si stanno formando per effetto di tensioni discontinue sul piano evolutivo della cultura e con meccanismi d’onda ne apriranno altri sull’esistenza e sull’educazione dei soggetti. Le oscillazioni e le non linearità creeranno ancora spazi per i soggetti eticamente e pedagogicamente motivati.

Le vie di un avvenire migliore sono non descrivibili ma desumibili, non indicabili ma accennabili, non dimostrabili ma intuibili.

Tra i riferimenti di rotta per il prossimo cammino metterei in evidenza i seguenti.

---Nel mondo si vanno addensando i “quanti di forza”, i vettori, i tensori che con ampie e non lineari escursioni di potenza poco prevedibilmente ridisegneranno il mondo. Ciò non va visto come una minaccia ma come una pulsione di eventi che apre ai soggetti culturali autentici e all’attività pedagogica tradizionale (il “mettere in via” seguendo costellazioni culturali) spazi per poter influire significativamente.

---Sollevando lo sguardo, possiamo tornare a vedere la Terra e il Cielo come fisici e metafisici riferimenti perenni e generativi del cammino esistenziale e pedagogico. Senza i paraocchi della TV e i sintagmi dell’efficientismo l’uomo potrà vedere ancora tratti di bellezza nella Terra residua e stelle brillare nel Cielo di qualche notte tersa.

---Occorre una proposta pedagogica attivatrice di desideri originari, che metta in moto il pensiero. Un pensiero-in-relazione ma autonomo, attivato da una proposta didattica non astraente ma attraversante, ironica, giocosa, erosiva dei connettori logici e non-logici, creativa di codici di intervento efficace perché sensato.

---Come tanti altri elementi dell’universo, anche il pensiero umano ha i suoi cicli, i momenti in cui la gravità vince sulla pro-tensione cui ne seguono altri di puro volare: l’età dei grandi poemi arcaici, l’età di Platone, l’età romantica, il primo Novecento di Plank, Einstein, Heisenberg, Husserl, Gentile, Heidegger. Il giorno del nuovo volo verrà, e forse è vicino.

---La pedagogia, in quanto scienza filosofica prepara chi dovrà volare a guardarsi, volgere lo sguardo oltre l’orizzonte di ciò che è al momento visibile, leggere le mappe, rafforzare le ali, avere il coraggio di un distacco dalla superficie.

---Missione del Maestro (tutti noi)  è alimentare nelle nuove generazioni la speranza di poter essere protagoniste non di un declino ma di un mondo migliore; come pure aiutar a intravedere e possibilmente avvertire il Tutto e l’eterno.

Gabriele Boselli,
ispettore dell’istruzione in provincia di Forlì-Cesena


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