La fisionomia ordinamentale dell’autonomia scolastica
dopo il Blocco della Riforma dei cicli

Lineamenti pedagogici, prospettive professionali, razionalizzazioni curricolari, strategie di funzione docente  e scenari normativi di una … “discontinuità”  di politica scolastica

di Gianfranco Purpi

 

Cercheremo di ricomporre le coordinate della fisionomia ordinamentale e pedagogico/istituzionale della scuola di base così come esse si prospettano in questo luglio 2001,dopo il cosiddetto “blocco della riforma” ed il conseguente cambiamento di rotta della politica scolastica governativa.

   Procederemo attraverso i seguenti punti di analisi :

1:   Seguitando i noti proclami di indirizzo normativo e di politica scolastica  che avevano preceduto le elezioni per il rinnovo del parlamento nazionale (le elezioni note del tredici maggio ultimo scorso),veniva emanata la nota ministeriale del 5 luglio 2001 riportante il seguente oggetto: “””avvio anno scolastico 2001-2002 - Ritiro provvedimenti”””.

   In tale nota veniva perentoriamente fatto presente  che:

-§:     Era    “””…(…)…stato disposto il ritiro dei seguenti provvedimenti già inviati, per la registrazione alla Corte dei conti:

-§:   Era    “””…(…)… stato, altresì, ritirato lo schema di Decreto di modifica e integrazione del Decreto Interministeriale n.234 del 26 giugno 2000, recante norme in materia di curricoli dell'autonomia delle istituzioni scolastiche della scuola secondaria, adottato ai sensi dell'art. 8 del Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275, inviato per il prescritto concerto al Ministero del Tesoro…(…)…”””.

-§:       “””…(…)…in materia erano state fornite indicazioni nella C.M. n.3 del 5 gennaio 2001, concernente le iscrizioni per l'anno scolastico 2001/2002…(…)…”””.

-§:   “””…(…)…In conseguenza di quanto sopra …(…)… i provvedimenti menzionati, in quanto privi del requisito dell'efficacia in mancanza di registrazione , non possono produrre effetti, restando in materia confermata la normativa vigente , ed in particolare, per ciò che attiene gli aspetti curricolari, le disposizioni contenute nel D.I. 26 giugno 2000, n. 234…(…)…”””.

 

2:   Il 18 ed il 19 luglio ultimo scorso,il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca presentava alle Camere il programma del suo dicastero; i cui temi centrali venivano così a definirsi strategicamente ed a configurarsi prospetticamente:

-§: per l'università e la ricerca:

- §:per l'istruzione:

   Rispetto a questo ultimo tema il ministro annunciava inoltre la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro presieduto dal prof. Giuseppe Bertagna (università di Bologna e Torino) e costituito dai professori Giorgio Chiosso (università di Torino), Michele Colasanto (prorettore dell’università Cattolica ed ex Presidente dell’ISFOL), Silvano Tagliagambe (università La Sapienza di Roma), Norberto Bottani (ex ricercatore OCSE e direttore del dipartimento Innovazione Educativa del Cantone di Ginevra) e dal Prof. Ferdinando Montuschi (titolare della cattedra di Pedagogia Speciale e Presidente del corso di laurea in scienze della formazione primaria della III università di Roma) che, sentite tutte le componenti scolastiche, formulerà un rapporto di sintesi sulla riforma.
   Tale rapporto dovrebbe essere sottoposto agli 'stati generali dell'istruzione' (composti da rappresentanti delle famiglie, degli studenti, dei docenti e da tecnici) i quali dovrebbero formulare, in tempo utile per l'avvio con il nuovo a.s. 2002-03, un nuovo piano di attuazione della riforma degli ordinamenti e le eventuali modifiche da apportare alla legge 30/00.

   In questo senso,secondo i seguitanti comunicati stampa del MIUR,dovrà essere predisposto,formulato ed enunciato un   “””Nuovo piano di riforma degli ordinamenti scolastici””” (Roma, 18 luglio 2001), in cui  saranno gli Stati generali dell'Istruzione   (con la partecipazione di studenti, genitori, insegnanti ed esperti)    a fornire al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dott.ssa Letizia Moratti, i riscontri concreti ed ogni dato storico di riferimento al reale pedagogico/scolastico,socio/culturale,giuridico/istituzionale  ed economico/politico grazie a cui definire le proposizioni razionalizzanti di  tale nuovo “””piano”””  stesso di riforma ordinamentale.
    Ciò,che,peraltro, ha annunciato anche il Ministro in apertura del suo discorso programmatico davanti alla Commissione Cultura della Camera dei deputati,quando ha così esordito:

     “””Il nostro impegno ha al centro i bisogni, gli interessi, delle loro famiglie, degli insegnanti, le aspirazioni degli studenti: sono loro i veri protagonisti della scuola che ispirano la nostra azione legata a due principi fondamentali: solidarietà ed eccellenza"”” 
   Dopo la sospensione della riforma dei cicli,come detto,il Ministro Moratti ha infatti nominato un gruppo di lavoro ristretto per esaminare i nodi più urgenti da sciogliere per il futuro della scuola italiana, e quindi per elaborare un rapporto di sintesi da portare alla discussione degli “””Stati generali dell'Istruzione”””. 
   Il processo di esame e proposta, affidato a tecnici ed esperti provenienti da settori culturali diversi e da diverse esperienze del settore pubblico e privato, dovrebbe essere effettuato in modo da permettere un percorso parlamentare in tempo utile per l'avvio dell'anno scolastico 2002-2003 secondo le nuove indicazioni.

     -§: Riguardo gli  “””Investimenti ai livelli europei in cinque anni “””:
   Sempre nel  corso dell'audizione (Roma:18 luglio 2001) davanti alla Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati, il Ministro Moratti ha sostenuto che gli investimenti nella scuola, nell'università e nella ricerca dovrebbero essere  portati, in cinque anni, ai livelli europei.
   Dovrebbe essere  costituito anche un Tavolo di semplificazione destinato a razionalizzare e sburocratizzare, in maniera netta, tutte le disposizioni di organizzazione interna della struttura scolastica.

   -§: Per quanto riguarda il sistema di valutazione della scuola:

   Il Ministro ha confermato l'istituzione di    “””un centro di valutazione del sistema scolastico autonomo ed indipendente”””   che valuti il funzionamento delle scuole ed i livelli di apprendimento degli studenti. 
   La stessa  Moratti ha annunciato altre misure tra cui: la presentazione di un disegno di legge di ristrutturazione degli organismi collegiali, affidati alle reali esigenze dei singoli istituti, in piena autonomia.

   -§:   Per quanto riguarda gli insegnanti e lo sviluppo della loro professionalità, il Ministro ha manifestato l’intenzione di cercare di definire uno specifico ambito contrattuale separato dal resto del personale scolastico.

    Inoltre dovrebbe essere al più presto emanato  il bando per il primo concorso dei dirigenti scolastici.

    "Gli investimenti sulla docenza - ha detto il Ministro - vanno concentrati sulla definizione di articolazione delle funzioni che si concretizzano nel riconoscimento di un diverso impegno professionale sia rispetto al tempo di lavoro sia in relazione all'arricchimento professionale con conseguente riconoscimento economico". 

   A questo scopo la Moratti ha insediato il Gruppo di lavoro incaricato della predisposizione degli indirizzi per l'attuazione delle disposizioni concernenti la valutazione del servizio scolastico.

    Il Gruppo di lavoro è presieduto dal Prof. Giacomo Elias, esperto di sistemi di qualità e già Presidente dell'ISO (ente che raggruppa 138 paesi e che stabilisce a livello mondiale le norme sulla qualità ISO 9000), ed è costituito da autorevoli esperti della scuola di ogni ordine e grado e dalle famiglie.

   -§:   A proposito dell'Università,il Ministro Moratti ha annunciato che il Governo intende sostenere le università che attuano da subito la riforma, e nello stesso tempo dare la facoltà di differire l'inizio dei corsi di studio all'anno accademico 2003 - 2004 a quelle università che ne sentono l'esigenza.
   Il Ministro ha posto in primo piano nelle linee programmatiche i bisogni degli studenti universitari che non hanno mezzi, ma hanno talento,merito ed attitudini; e quindi vanno affiancati economicamente per sostenere i loro studi, assicurando nel contempo, come richiesto dagli standard europei, la possibilità per gli studenti di accedere a centri di eccellenza universitaria. 
   "Nel delicato passaggio tra la scuola e l'università - ha detto il Ministro - gli studenti sono soli. Noi dobbiamo accompagnarli e aiutarli nella scelta dell'Università, perché questa scelta condizione tutto il loro futuro. Gli studenti sono soli anche dentro l'università. Dobbiamo affiancarli e sostenerli in modo continuativo in tutto il loro percorso di formazione superiore, e aiutarli nella decisiva scelta del loro primo inserimento nel mondo del lavoro".

    Per quanto riguarda    “””i nuovi corsi di laurea”””    il Ministro Moratti ha sostenuto che per la loro attuazione    "ci vogliono requisiti minimi garantiti" in rapporto alle necessità della società civile e del mercato.

    -§:Per quanto concerne il reclutamento dei docenti, le innovazioni riguardano la libertà di scelta attribuite agli Atenei che si ispirano ai criteri di qualità.

    Riguardo i concorsi di docenza,il Ministro ha sottolineato che  “”"il governo vuole arrivare al sistema del vincitore unico dei concorsi, abbandonando il sistema dei due candidati per le cattedre universitarie””".

   -§:   In riferimento alla ricerca ed alla sperimentazione,il Ministro ha riferito che si cercherà di potenziare studi ed impegni riguardo   Biotecnologie, informatica e nuovi materiali.
   L'intervento del Ministro dell'Istruzione si è concluso con l'annuncio che la spesa pubblica di ricerca verrà gradualmente elevata nel quinquennio fino ad arrivare al livello degli altri grandi Paesi europei, cioè il 2% del Pil.
   In questo senso,dovrebbe essere introdotta  inoltre la verifica della destinazione dei fondi di ricerca pubblici, monitorandone gli effetti anche dopo l’esaurirsi della ricerca stessa.

    Inoltre il Ministro ha annunciato che il Governo intende promuovere , anche per il successo che ha avuto all'estero, "””il progetto di consorzi specialistici aventi la funzione di incubatore di idee innovative in campo specialistico, consorzi che dovrebbero essere compartecipati da università o da altri enti pubblici, grandi aziende italiane e multinazionali insieme a società di venture capital"””.

 

 3:    La scuola e, in particolare, la carriera degli insegnanti, potrebbero essere rivoluzionate dal DPEF che il CdM ha determinato  il  16 luglio 2001.

Il DPEF contiene,tra l’altro,indicazioni circa la costituzione di un nuovo stato giuridico per i docenti, legato all'adozione di uno specifico codice deontologico ed alla valutazione del merito individuale e del sistema scolastico operata, come avviene per l'industria, da un'agenzia privata che sostituirebbe l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione (ex CEDE).

A tal fine il ministro ha nominato una commissione di 14 esperti (presieduta da Giacomo Elias, già presidente dell'ISO - International Organization for Standardization - e composta, fra gli altri, da Antonio Augenti, ex direttore generale del MPI, Giuseppe Bertagna, direttore de "La Nuova secondaria", Bruno Bordignon, delle Scuole salesiane, Luisa Ribolzi, docente di Sociologia dell'istruzione a Genova) che - a partire dalla prima riunione del 13 luglio 2001 - ha iniziato a lavorare sui temi ed i problemi in questione.

Il DPEF prevede, inoltre, un aumento degli investimenti per il settore Ricerca - che dovrebbe essere riallineato alla media europea rispetto al PIL - ed una nuova spinta verso il federalismo scolastico.

Riportiamo di seguito le parti del DPEF che riguardano i settori pubblica amministrazione, scuola, università e ricerca:

“””    …(…)… III.2.2 Politica di bilancio
(..) Pubblica Amministrazione
Le linee guida della politica delle retribuzioni nel settore del pubblico impiego saranno volte a determinare aumenti retributivi pari al tasso di inflazione programmata più l’1% di eventuali incrementi di produttività, da considerare nell’ambito della contrattazione decentrata. Introducendo a tal fine strumenti oggettivi di misurazione e di controllo dei risultati. Su queste linee si dovranno articolare le dinamiche retributive dei singoli comparti in relazione alle diverse specificità e professionalità. Tenendo conto di un turnover di circa il 3% nel settore e delle necessità di inserimento di giovani e di nuove professionalità, obiettivo programmatico del Governo è quello di ridurre dell’1% all’anno l’occupazione complessiva nella Pubblica Amministrazione a partire dal 2002 in linea con quanto già definito nella scorsa legislatura. (...)

III.2.3 scuola, ricerca e infrastrutture materiali e immateriali
Formazione di capitale umano
L’impegno del Governo sarà quello di dedicare maggiore attenzione all’incremento del capitale umano tramite la riforma del sistema educativo nazionale. Ciò andrà effettuato all’interno di un giusto rapporto tra spesa pubblica, istruzione e competitività che inverta la logica che ha finora ispirato le politiche educative del nostro Paese, adeguando i nostri sistemi di istruzione e ricerca, nell’ambito di un assetto "federalista" dello Stato. Serve un vero centro che indirizzi e governi senza più compiti di gestione. Occorre creare un Servizio di Valutazione, autonomo e indipendente, che definisca gli standard di qualità e valuti il sistema scolastico nel suo complesso e i livelli finali di preparazione degli studenti, al fine di migliorarli costantemente ed in modo omogeneo nel Paese, in un’ottica di federalismo solidale.
La spesa pubblica per l’istruzione continua ad essere incontrollata e dilatata, non finalizzata a politiche di investimento e sempre più coincidente in modo quasi esclusivo con gli stipendi del personale. Le risorse disponibili verranno indirizzate all’utilizzo di tecnologie multimediali e alla valorizzazione e formazione iniziale e continua di tutto il personale della scuola. Un’attenzione particolare verrà riservata alla riforma degli ordinamenti e alla interazione tra il sistema educativo e il sistema produttivo, sviluppando gli strumenti per il conseguimento dell’obbligo formativo a diciotto anni, nonché a fornire opportunità di formazione nel corso di tutta la vita.
Nel settore universitario particolare cura dovrà essere riservata: 
(a) al processo di completamento dell’autonomia attuata attraverso la riforma della complessiva offerta formativa; 
(b) al potenziamento e al rilancio dei programmi di ricerca;
(c) al completamento del programma di decongestionamento degli atenei sovraffollati.
Ricerca e innovazione tecnologica 
Il Governo intende raggiungere un livello di spesa - rispetto al PIL - pari all’attuale media europea e attribuire le risorse alle singole iniziative di ricerca sulla base di criteri di trasparenza e di validità dei progetti Nella stessa ottica, sarà data particolare attenzione alla valutazione dei risultati ottenuti dall’attività di ricerca. Per questo, un elemento chiave nella strategia di rilancio della ricerca scientifica e tecnologica sarà la creazione di un nuovo regime per la proprietà intellettuale dei ricercatori pubblici. Il nostro Paese ha perso enormi possibilità di sviluppo in conseguenza del fatto che moltissime invenzioni sono rimaste inutilizzate a causa della indeterminatezza sulla questione relativa alla loro proprietà. Chiarita la questione della proprietà sulla base del principio che le invenzioni sono in primo luogo degli inventori, le idee possono trovare i capitali e i capitali possono trovare le idee anche grazie alla combinazione dell’iniziativa privata e del venture capital. (...)
Società e tecnologie dell’informazione e comunicazione. 
Obiettivo del Governo nel prossimo quinquennio è di favorire l’avvento della società digitale e l’ingresso nella società dell’informazione". A tal fine provvederà a:
a) adottare un piano nazionale di sviluppo per dotare l’Italia di infrastrutture di telecomunicazioni a banda larga.;
b) realizzare un sistema di informatizzazione della Pubblica Amministrazione per aumentarne l’efficienza, nell’ambito di una semplificazione ed un riesame delle procedure seguite. Oltre ai servizi tradizionali, saranno progressivamente attivati servizi on line ad alto valore aggiunto quali, ad esempio, ambienti virtuali per l’incontro e lo scambio delle informazioni sulla domanda e l’offerta di lavoro e per la assistenza sanitaria on line, servizi di consulenza previdenziale e fiscale e servizi culturali e di formazione on line. Si prevede, inoltre, la estensione dei modelli di e-procurement per l’acquisto di beni e servizi nonché l’introduzione di soluzioni organizzative quali l’outsourcing;
c) favorire la completa liberalizzazione dei servizi di telecomunicazione, ottimizzando l’uso dello spettro radioelettrico così da estendere al maggior numero di operatori possibile l’utilizzo di nuove tecnologie di trasmissione;
d) stimolare una elevata penetrazione delle nuove tecnologie nella vita sociale e professionale dei cittadini, mirando a diffondere la cultura informatica anche nelle scuole sia per gli insegnanti che per gli studenti;
Il coinvolgimento delle imprese nell’economia di rete e nel processo di "digitalizzazione" del Paese sarà sostenuto attraverso interventi diretti (tra cui: agevolazioni fiscali, estensione della legge n. 489 del 28/8/1994 ai settori dell’informatica, deducibilità fiscali per gli investimenti dedicati alla promozione del commercio elettronico) e la diffusione dell’utilizzo di strumenti informatici nella relazione tra amministrazioni ed imprese. I rapporti contrattuali tra Pubblica amministrazione ed imprese saranno migliorati secondo una logica di trasparenza nella gestione delle relazioni con i fornitori, attraverso l’avviamento di gare on line, garantendo al tempo stesso affidabilità nei tempi e nelle modalità di pagamento, attraverso modalità di pagamento telematico…(…)…”””.

 

   4:   Nella seduta del 12 luglio 2001 il CNPI approva all'unanimità la richiesta di ripristino del decreto 21 maggio 2001, n. 91 relativo all'innovazione della Scuola dell'Infanzia, ritirato dalla Corte dei Conti dal nuovo ministro (con la suddetta nota 5 luglio 2001, Prot n.46/SEGR).

   5:   Come si diceva,con nota 5 luglio 2001, Prot n.46/SEGR, il ministero dell'istruzione aveva annunciato il ritiro dalla Corte dei Conti (già avvenuto venti giorni prima) del Regolamento recante norme in materia di curricoli della scuola di base, ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275

   In riferimento a ciò,il 4 luglio 2001,veniva  reso noto il seguente comunicato ministeriale:

   "L'Ufficio Stampa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca comunica che, a seguito dei rilievi formulati dalla Corte dei Conti sui provvedimenti attuativi della legge 10 febbraio 2000 n.30 in materia di riordino dei cicli dell'istruzione, rilievi che intervengono in un momento che rende di fatto impraticabile il concreto avvio della riforma dal prossimo anno scolastico, il Ministro Letizia Moratti ha ritirato dalla Corte dei Conti i suddetti provvedimenti che, pertanto, non producono alcun effetto.
E' intenzione del Ministro promuovere in tempi brevi una complessiva riflessione sull'intera materia degli ordinamenti scolastici, alla quale chiamerà a partecipare famiglie e docenti della scuola italiana.
Pertanto resta confermata la normativa vigente per quanto attiene agli aspetti organizzativi e didattici per il prossimo anno scolastico.
"

   6:   In questo senso,si ricorda che sul   “””Regolamento recante norme in materia di curricoli della scuola di base, ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275”””, si era pronunciato positivamente il Consiglio di Stato (parere n. 104/2001 del 23 aprile 2001), segnalando l'irregolarità del parere negativo del CNPI  del 10/04/2001 perché espresso "(...) in carenza del quorum strutturale" (36 su 74 componenti) ed al di là degli "(...) indirizzi vincolanti adottati dai due rami del Parlamento" (Risoluzione n. 6-00155 - Camera e Risoluzione n. 6-00057 - Senato).

   Sembra il caso di riportare qui di seguito,purnondimeno, le conclusioni che erano emerse nel parere del CCNP del 10/04/2001 (dopo aver offerto formulazioni di analisi e di proposta certamente valide e condivisibili):

   “””…(…)…   CONCLUSIONI

La maggioranza dei consiglieri, che intendono prescindere dalla condivisione o meno dell’impianto e dei principi ispiratori della Legge Quadro, recante norme in materia di riordino dei cicli scolastici - Legge che, peraltro, non può essere oggetto di parere - registrano che, a tutt’oggi, non esistono le garanzie minime per l’entrata in vigore, a partire dal 1 settembre 2001, dei curricoli per tutte le prime due classi della scuola di base e che gli stessi curricoli sottintendono una concezione di scuola non condivisibile perché priva di respiro pedagogico - culturale e fondata su un modello funzionalista dei saperi.

In un clima non certo favorevole all’intervento riformatore, un avvio non garantito sotto il profilo del tempo scuola per tutti gli insegnamenti compresi nell’ambito disciplinare, come configurati dal Regolamento in esame, pregiudica l’esito della stessa riforma.

La richiesta di sopprimere l’articolo 10 del Regolamento e, quindi, il conseguente e necessitato rinvio dell’attuazione della legge 30/2000 è motivata dalla ristrettezza di tempi tecnici congrui ad una serie di adempimenti anche amministrativi e, soprattutto, dall’esigenza di predisporre un quadro certo e chiaro delle condizioni di fattibilità utili, per un verso, a rasserenare il clima e rassicurare gli operatori e, per altro, a dare credibilità e praticabilità ad un processo che, se pur graduale, non può essere affidato all’improvvisazione, all’aleatorietà delle risorse finanziarie, strutturali, umane e professionali o, peggio, a strumenti ed istituti impropri ed incoerenti con gli obiettivi e le finalità della legge e dell’autonomia didattica e organizzativa.

Il rinvio consentirebbe, altresì, di:

L’insieme di queste e di altre misure, programmate e finanziate, renderebbe più chiari tutti gli elementi di riforma e ne agevolerebbe l’avvio e lo sviluppo.

Alla luce, pertanto, delle valutazioni di merito contenute nel corpo del parere e, con particolare riferimento, all’assenza delle condizioni iniziali di fattibilità, il C.N.P.I. esprime, a maggioranza, parere contrario al testo proposto dal Ministro…(…)…””” .

   Il    “””Regolamento recante norme in materia di curricoli della scuola di base, ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275”””aveva,peraltro, subito i rilievi della Corte dei Conti e della terza sezione del TAR Lazio perché emanato nella forma del decreto ministeriale senza una precedente approvazione da parte del consiglio dei ministri.

 

   7:      Così,in vista del   “””blocco della riforma dei cicli”””    e di tutti i suddetti provvedimenti ministeriali,si possono comunque rinvenire dei punti fermi normativi che consentono di configurare l’assetto ordinamentale della scuola di base in ragione di certezze di diritto e,quindi,attraverso una sussistente  consolidata identità  autonomistica e normativa.

   In questo senso,si consideri che:

-§:   Il testo dei Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo) allegato e parte integrante del    “””Regolamento recante norme in materia di curricoli della scuola di base, ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275”””  , non  sarebbe stato in ogni caso  il testo definitivo che il Ministro De Mauro avrebbe emanato; non fosse altro poiché già il CCNP aveva indicato delle possibili integrazioni e modifiche a tali curricoli (nella suddetta seduta del dieci aprile u.s.) che verosimilmente sarebbero state prese in considerazione,data la loro ovvietà di proposta.

    D’altra parte,è evidente che, con la preannunciata sospensione dell’attuazione della riforma dei cicli, risulta  sospesa anche l’emanazione dei relativi curricoli.

   In questo senso,risulta chiaro che, almeno per il prossimo anno scolastico, non andranno in vigore, né la riforma dei cicli, né la regolamentazione e gli  indirizzi a tale riforma afferenti riguardo i  Nuovi Curricoli della scuola di base (di cui all’art.8 del D.P.R.n.275/99).

-§:    la sospensione della Riforma dei cicli e dei Nuovi Curricoli non azzera comunque e nemmeno stravolge l’attuazione della Riforma dell’autonomia di cui al D.P.R. 275 dell’8 marzo 1999 (Regolamento dell’autonomia scolastica), entrato pienamente in vigore il 1° settembre 2000.

    Le scuole continueranno,dunque,a funzionare attuando il Regolamento dell’autonomia scolastica di cui al D.P.R.n.275 dell’08/03/99 e quindi seguitando ad esplicare l’identità autonomistica che promana,in particolare,da tale Decreto e dalla L.n.59/97-art.21.

     Come si è sopra premesso,   la nota ministeriale del 05/07/2001 del Ministro Moratti aveva modo di aggiungere,peraltro,che     “””…(…)…in conseguenza di quanto sopra …(…)… i provvedimenti menzionati, in quanto privi del requisito dell'efficacia in mancanza di registrazione , non possono produrre effetti, restando in materia confermata la normativa vigente , ed in particolare, per ciò che attiene gli aspetti curricolari, le disposizioni contenute nel D.I. 26 giugno 2000, n. 234…(…)…”””.

   Così,in atto,l’impianto autonomistico della gestione didattico/organizzativa e della correlata funzione docente della scuola di base,può continuare a fondarsi ed a riferirsi con certezza di diritto e di prospettiva pedagogico/istituzionale  alle formulazioni del Regolamento dell’autonomia (D.P.R. n.275/99);     “””ed,in particolare, per ciò che attiene gli aspetti curricolari, alle disposizioni contenute nel D.I. 26 giugno 2000, n. 234…(…)…restando in materia confermata la normativa vigente””” (nota min cit.del 05/07/2001).

-§:   Alla luce di quanto sopra premesso,si consideri allora che il Regolamento dell’autonomia (D.P.R.n.275/99) veniva già a prospettare e determinare le architravi normative in materia di curricoli e di obiettivi di apprendimento anche in riferimento a periodi e situazioni in cui non fossero stati ancora emanati i curricoli la cui definizione era stata prevista all’art.8 dello stesso Regolamento.

   Infatti,l’art.13 di quest’ultimo Regolamento veniva (e quindi continua)  a determinare che    “””fino alla definizione dei curricoli di cui all'articolo 8 si applicano gli attuali ordinamenti degli studi e relative sperimentazioni, nel cui ambito le istituzioni scolastiche possono contribuire a definire gli obiettivi specifici di apprendimento di cui all'articolo 8 riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze>>.(Art. 13-D.P.R.n.275/99).

   Ricordiamo,peraltro,che l’art.8 del Regolamento dell’autonomia (D.P.R.n.275/99) veniva e viene così testualmente a recitare:

“””…(…)…1. Il Ministro della Pubblica Istruzione, previo parere delle competenti commissioni parlamentari sulle linee e sugli indirizzi generali, definisce a norma dell'articolo 205 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sentito il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, per i diversi tipi e indirizzi di studio:

a) gli obiettivi generali del processo formativo;
b) gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni;
c) le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte ore annuale;
d) l'orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli comprensivo della quota nazionale obbligatoria e della quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche;
e) i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo;
f) gli standard relativi alla qualità del servizio;
g) gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni, il riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi;
h) i criteri generali per l'organizzazione dei percorsi formativi finalizzati all'educazione permanente degli adulti, anche a distanza, da attuare nel sistema integrato di istruzione, formazione, lavoro, sentita la Conferenza unificata Stato-regioni-città ed autonomie locali. …(…)…”””.

-§:   Risulta,dunque,evidente che nel presente periodo:

a)      “””Gli obiettivi generali del processo formativo”””    continuano ad essere  definiti ed indirizzati alle istituzioni scolastiche ed alle competenze della funzione docente in ragione del dettato dei Programmi Scolastici Elementari (D.P.R.n.105/85)  -comunque sempre in vigore nella loro integralità-;   nonché sempre alla luce dell’articolato vigente ed applicabile del  D.L.vo n.297/94 (Testo Unico delle Leggi della scuola); dunque anche in riferimento al dettato della L.n.148/90 e della successiva normativa che è venuta ad integrare e modificare quest’ultima Legge di Riforma; nonché in ragione dei Programmi Scolastici per la scuola media del 1979; e degli Nuovi Orientamenti  del 1991 per quanto riguarda la scuola materna.

Ciò, atteso che il suddetto “ritiro”  del Decreto Interministeriale 7 maggio 2001 recante norme in materia di curricoli della scuola di base, ai sensi dell'articolo 8 del Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n.275,è venuto a determinare   -nello stesso tempo e per lo stesso motivo-   anche la sospensione dell’attuazione della L.n.30/2000 (la legge della Riforma dei Cicli).

b)      “””Gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni”””   si debbono continuare a ricavare,nelle loro formulazioni strutturali,dai Programmi,dagli Orientamenti e dalla contestuale legislazione ordinamentale di cui al precedente punto a)-;  pur sempre vigenti e precedenti all’emanazione della Legge sulla riforma dei cicli (L.n.30/2000).

   Ovviamente,tali stessi   “””obiettivi specifici di apprendimento”””,nelle loro articolazioni curricolari di “breve termine” e di unità didattica d’insegnamento/apprendimento, continuano ad essere enunciati e formulati in ragione del contesto territoriale,socio/culturale d’ambiente e delle diverse variabili inerenti i bisogni formativi degli alunni; attraverso la definizione delle diverse progettazioni e programmazioni didattiche di competenza dei singoli “gruppi docenti” modulari e che risultano intrinseche al Piano dell’Offerta Formativa.

   Ciò,che viene legittimato,tra l’altro,dal succitato art.13 del Regolamento dell’autonomia che,come si diceva,prevede che    “””…(…)…fino alla definizione dei curricoli di cui all'articolo 8 si applicano gli attuali ordinamenti degli studi e relative sperimentazioni, nel cui ambito le istituzioni scolastiche possono contribuire a definire gli obiettivi specifici di apprendimento di cui all'articolo 8 riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze…(…)…””” (Art. 13-D.P.R.n.275/99).

c)      “””Le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte ore annuale””” ;     “””l'orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli comprensivo della quota nazionale obbligatoria e della quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche”””;  e   “”” i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo”””;   continuano sostanzialmente a ricalcare le relative enunciazioni e formulazioni normative evincibili dai  vigenti ordinamenti scolastici così come configuratisi precedentemente l’emanazione della Legge sulla Riforma dei Cicli (L.n.30/2000).

   Ciò, fermi restando gli spazi ed i poteri di gestione autonomistica e didattico/organizzativa già predefiniti prospetticamente dal più volte citato (sempre in vigore,dal 1° settembre 2000) Regolamento dell’autonomia (D.P.R.n.275/99); così come compendiato,integrato e  declinato,in materia di definizione dei curricoli,dalle normative di regolamentazione del sempre vigente D.I. 26 giugno 2000, n. 234   (Decreto di regolamentazione che doveva integrare il Regolamento dell’autonomia soltanto per l’anno scolastico 2001/2000; ma che il Ministro Moratti  ha riesumato in vigore fintantoché non saranno ridefiniti i contenuti ordinamentali e curricolari della nuova Riforma dei cicli “in cantiere” ;…sulle ceneri della Riforma che era stata legiferata dalla L.n.30/2000 e che era stata regolamentata dai successivi correlati provvedimenti ministeriali ritirati dallo stesso Ministro;come preannunciato in detta nota ministeriale del 5 luglio 2001).

   In questo senso,si ricorda che quest’ultima nota ministeriale è venuta ,tra l’altro,a far presente che “””…(…)…in conseguenza di quanto sopra …(…)… i provvedimenti menzionati, in quanto privi del requisito dell'efficacia in mancanza di registrazione , non possono produrre effetti, restando in materia confermata la normativa vigente , ed in particolare, per ciò che attiene gli aspetti curricolari, le disposizioni contenute nel D.I. 26 giugno 2000, n. 234…(…)…”””.

d)      Anche   riguardo “””gli standard relativi alla qualità del servizio”””;    riguardo   “””gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni, il riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi”””; e riguardo    “”” i criteri generali per l'organizzazione dei percorsi formativi finalizzati all'educazione permanente degli adulti, anche a distanza, da attuare nel sistema integrato di istruzione, formazione, lavoro, sentita la Conferenza unificata Stato-regioni-città ed autonomie locali”””;        valgano le normative di riferimento sussistenti applicabili ed eventualmente “adeguabili”  (e,comunque, “evincibili” dai vigenti ordinamenti scolastici così come configuratisi precedentemente l’emanazione della Legge sulla Riforma dei Cicli n.30/2000).

 

8:    Il Ministro Moratti ha precisato che le differenze tra i "vecchi" Programmi didattici di scuola materna,elementare e media, ed i Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo) non sono  rilevanti ; e sostanzialmente ricalcano lo stesso itinerario  epistemologico di ricerca pedagogica e di razionalizzazione curricolare.

   Molti  hanno sempre evidenziato la fondamentale  attualità e l’apprezzabile stesura didattico/pedagogica degli Orientamenti 91 (di scuola materna), dei Programmi dell’85 (di scuola elementare) e dei Programmi del  79 (di scuola media); i quali ultimi peraltro venivano riproposti anche dal testo dei Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo integrati al    “””Decreto Interministeriale 7 maggio 2001, recante norme in materia di curricoli della scuola di base, ai sensi dell'articolo 8 del Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n.275”””).

   Ora come ieri, i docenti debbono esplicare le cifre e le dimensioni della loro professionalità attraverso un approccio di “individuazione”,“formulazione”,”enunciazone”  e “traduzione“   degli “””obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni”””   dal testo dei Programmi Scolastici e degli Orientamenti anzidetti;  ovviamente non ignorando il testo dei Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo) ultimi citati che,seppur “ritirati” dal Ministro in quanto testo normativo giuridico e quindi  non entrati in vigore, si pongono pur sempre quale fonte di cultura pedagogica da tesoreggiare  (peraltro quale fonte  di cultura pedagogica che rivela la fisionomia di una tra le più attuali ricerche  in materia di razionalizzazione curricolare e di discorso didattico/pedagogico da poter riferire agli istituti scolari della nostra stagione storica).