Dal debito formativo alla certificazione di differenti tipologie di formazione

di Emilia Sarno

 

Se ogni istituto deve misurarsi con il diritto all’apprendimento e quindi con il "successo" degli allievi , diventa emblematica la riflessione sul debito formativo. I monitoraggi , attuati negli ultimi anni dal ministero, ci consegnano percentuali complessivamente sostenute( con una oscillazione tra il 35%-40%) di studenti"promossi con debito";un ossimoro appunto che prefigura una contraddizione precisa e che dimostra come questo filo rosso diventi una spia , a volte intermittente, a volte continua, nell’iter scolastico di un nutrito gruppo di studenti.

L’autonomia offre la possibilità di una riflessione all’interno di ogni istituto per misurare la propria efficacia formativa. D’altronde il debito , invece di essere considerato come una faticosa e noiosa appendice, un’oscura ammenda , potrebbe riacquistare dignità con l’individuazione di nuove modalità didattiche e come ripensamento sui tempi d’apprendimento.

Monitoraggio

Oltre ai monitoraggi ministeriali, sarebbe opportuno in ogni istituto stabilire, da un ideale punto di partenza, un’analisi dei dati dei promossi con debito, prima suddividendoli per classi e per numero di materie,poi individuando la qualità del debito, quindi motivi e ragioni: metodo di studio, mancanza di motivazione, difficoltà di applicazione in specifici contesti delle conoscenze, ecc.

I corsi vanno avviati in rapporto alla qualità del problema , raggruppando gli allievi a seconda delle reali necessità e superando la logica della classe come entità indivisibile,.Il monitoraggio , in tempi precisi, potrebbe verificare quanti alunni "sanano" il debito e comprendere per quali ragioni il fenomeno si ripresenta per una determinata percentuale di discenti.

Il debito nell’organizzazione educativa e didattica

Il debito formativo, considerato come il completamento della formazione, per il diritto all’apprendimento di ciascuno, non è più un male necessario, bensì un’ulteriore possibilità da considerare nei piani di sviluppo dei Pof.

La logica del recupero deve superare i tempi standard su cui misuriamo la classe: riconoscere a ciascuno un proprio ritmo consente di ritagliare su misura il lavoro scolastico, per cui il consiglio di classe , individuati i diversi livelli di apprendimento e le eventuali difficoltà , analizza la qualità del problema, , diversifica prove e modalità operative e coinvolge la famiglia per un eventuale contributo.

In un secondo momento si organizzano corsi aggiuntivi per integrare conoscenze ed esperienze o soprattutto per avviare attività utili a motivare gli allievi come quelle laboratoriali:soprattutto sono di grande utilità corsi , aperti ad allievi di diverse classi, sul metodo di studio, che è chiaramente basilare e spendibile in più circostanze.Ad esempio proporre un pacchetto che abitui alla lettura selettiva di un testo, la ricerca di informazioni pertinenti, la tabulazione dei dati, la loro correlazione, può essere un ottimo punto di partenza che facilita il lavoro disciplinare e migliora il modo di lavorare degli studenti.

Quando si mette in atto una didattica modulare , si possono individuare diversi livelli di competenze , in modo che si vengano a delineare percorsi formativi diversificati, da completare in altre" situazioni ", come i corsi che si svolgono prima dell’apertura dell’anno scolastico.In questo caso è importante indicare le competenze che ogni modulo potenzia e superare la logica del voto: ciascun allievo raggiunge il suo livello senza alcun obbligo che sia identico ad un altro e successivamente può migliorare la propria prestazione.

Comunque, la riflessione opportuna in ogni istituto deve cominciare dalla consapevolezza che i corsi aggiuntivi non possono essere la stanca e pedissequa ripetizione della lezione curricolare: anzi bisogna mettere a fuoco per quali motivi il lavoro svolto non sia stato proficuo e quindi proporlo secondo diverse modalità.

Il debito nel curricolo

Nella revisione dei curricoli il problema del completamento della formazione potrebbe trovare spazio nella riorganizzazione della quota del 15% del curricolo che deve essere definito dalle scuole.Questa quota offre l’opportunità di un completamento della formazione di base per alcuni allievi, mentre altri arricchiscono il percorso con l’approccio a saperi obbligatori ma "aggiuntivi".In questo modo si realizza il ricoscimento della "biodiversità" dell’apprendimento e si comincia a rivedere l’idea della promozione con debito, per aprire la strada a promozioni precisamente identificate dal livello dell’allievo e dalle esperienze affrontate .Si viene così delineando un passaggio ben preciso dalla logica del debito formativo alla certificazione di differenti tipologie di formazione.

Infine, non è casuale che la progettazione curricolare si potrà agevolmente realizzare solo grazie alla programmazione modulare giacchè , come dicevamo prima, ,individuati diversi livelli di competenze, lo studente parteciperà , a seconda delle sue possibilità , alle varie attività formative , attestate da una certficazione ad hoc.