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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Esistenze giocate
Concorsi a posti di studente e dirigente

di Gabriele Boselli

 

Moltissimi giovani sono stati impegnati nelle scorse giornate a compilare le risposte ai test per gli accessi all’università. Molti docenti e dirigenti scolastici hanno partecipato qualche mese fa ad analoghe prove per l’accesso al ruolo ispettivo e fra poco circa 50000 docenti tenteranno il concorso dirigenziale nella scuola. E’ un gran bene che i concorsi riprendano e si inizi timidamente a contenere l’assurdo della rigenerazione delle graduatorie eterne, comportanti l’ingresso nei ruoli di persone prossime alla pensione ma…..

Le prove standardizzate per il concorso ispettivo si sono già tenute (si procede ora alla correzione delle più plausibili prove scritte) con esiti puramente casuali: notori analfabeti hanno vinto l’accesso alla seconda fase, molti fra i candidati ritenuti più qualificati sono stati subito esclusi. Diversi colleghi in servizio (come pure l’autore di questo articolo) hanno provato a compilare i test con pessimi risultati. Niente di truffaldino in queste prove, credo, solo pura demenza nell’idea stessa di selezione attraverso test di chi dovrà ricoprire funzioni di grande rilievo scientifico e pratico.

Idem per gli studenti intenzionati a iniziare corsi corrispondenti alla loro vocazione: diplomati con lode esclusi, altri usciti con il minimo ammessi, anche qui con una distribuzione rispetto alla valutazione ordinaria statisticamente assimilabile agli esiti di una qualsiasi lotteria. A chi non vince la lotteria possono restare solo studi universitari che portano a lauree che un tempo davano l’accesso all’insegnamento e oggi, con molti posti già prenotati dai “precari” per i prossimi quindici anni, a una difficile esistenza professionale.

Quel che sta succedendo per il concorso ispettivo probabilmente accadrà anche per quello a posti di dirigente scolastico. Già si annunciano aspetti che farebbero ridere se per qualcuno non comportassero lacrime: nelle prove “da esercitazione” molti erano gli errori, le coordinate normative superate, le domande strampalate, quelle cui è impossibile a chiunque rispondere, per difetto di riferimenti o imprecisioni del linguaggio. Ma soprattutto erano ben pochi i test da cui poter indovinare lo spessore culturale e l’attitudine alla dirigenza.

I tests esprimono quel che vuole il potere: dei bravi compilatori, dei cloni di modelli umani funzionali all’economia di oggi. Penso  che –come molti altri più prestigiosi colleghi- con questo sistema non avrei mai potuto accedere alla facoltà universitaria desiderata, non sarei mai diventato insegnante, né direttore didattico né ispettore. Si tratta di un tipo di prova che privilegia il “pensare conforme” o non-pensiero ed esclude strutturalmente il pensare critico e creativo. Dalle facoltà più desiderate e da questi concorsi usciranno vincitori a caso, con una leggera prevalenza, semmai, per i soggetti con minori capacità in termini di pensiero divergente. Forse, con una semplice lotteria, le menti più brillanti avrebbero avuto maggiori possibilità.

 

Un auspicabile domani

Ormai questi concorsi andranno come possono andare. Per i prossimi anni tutto potrebbe essere ripensato secondo regole innovative, non mortificanti chi studia o lavora seriamente, attraverso prove non standardizzate ma tendenti a individuare il vivente, l'esistente concreto, il ragazzo che ha una sincera passione per il conoscere, il docente o dirigente che hanno davvero qualcosa da dire e da dare.

I prossimi concorsi potrebbero avere come tappe:

-per gli studenti, valorizzazione dell’esito dell’esame di Stato;

-eliminazione dei test a risposta chiusa e sostituzione con altri a risposta aperta e  brevi scritti che possano illustrare il grado di approfondimento e la capacità di sintesi del candidato nelle varie discipline;

-colloquio per la valutazione dell'esperienza (di ciò per cui si è passati attraverso, non la massa di conferma dei giudizi e degli stereotipi), della personale vicenda di studio o di insegnamento;

-nei concorsi a posti di docente e dirigente e –soprattutto- di ispettore, la valutazione della qualità scientifica delle pubblicazioni;

-per questi ultimi concorsi, una sola prova scritta finale di cultura generale e pedagogia.

 

Conclusioni

-Quel che va valutato nelle operazioni di reclutamento è l’intero della persona così come può delinearsi a partire dalla sua storia e dal manifestarsi della sua struttura intenzionale.

-La valutazione di un candidato avviene sempre secondo una più o meno consapevole ed esplicita tavola valoriale, una serie di idee su ciò che é importante. Occorre esplicitare il complesso dei valori in base a cui le persone vengono valutate. Una selezione è un dare o togliere valore alle persone. E’ un atto di potere che va giustificato e una lotteria non è una giustificazione.

-Una selezione come quella tratteggiata, di tipo ermeneutico anziché tassonomico, costerebbe di più (sostituzione del personale da distaccare temporaneamente dalle funzioni ordinarie) ma il valore di ritorno in termini di qualità della docenza e della dirigenza –come dei futuri laureati nelle facoltà a numero chiuso- sarebbe incomparabilmente superiore al costo.

 

Per approfondire:

Rivista Encyclopaideia n. 26/2009 CLUEB, Bologna. Sulla pedagogia fenomenologica e la valutazione di G. Boselli

Rivista Encyclopaideia n. 30/2011, Bononia University Press. Focus:  La valutazione delle scuole e di chi vi lavora, a cura di Gabriele Boselli, con scritti di Mario G. Dutto, Agostina Melucci, Damiano Previtali, Marina Seganti


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