Da reti gerarchiche a reti paritetiche

di Giuseppe Fortunati

Vorrei partire da considerazioni ingegneristiche per arrivare ad applicazioni sociali e religiose.

Le reti di computers nascono da un concetto gerarchico, applicato in grandi imprese ed organizzazioni, con il main frame che comandava centinaia di terminali stupidi in cui si potevano eseguire, solo poche banali operazioni, preordinate dal vertice.

Era la classica struttura gerarchica, detta anche Master – Slaves (che vuol proprio dire dal capo agli schiavi).

Questa struttura tecnologica, ricalca esattamente la struttura del potere e dell’industria nella società degli anni ‘70-‘80.

Tale struttura, dal punto di vista informatico ha subito però una radicale trasformazione, con l’avvento del personal computer, strumento in grado di operare ed elaborare informazioni in modo autonomo.

Il personal computer ha fatto la sua comparsa nel mondo del lavoro negli anni '80, in sordina, spesso utilizzato come terminale stupido (Slave), collegato in una rete gerarchica.

Le grandi potenzialità del personal ed il lavoro creativo di molti uomini hanno permesso, dagli anni ‘90 in poi , l’applicazione su larga scala di reti di personal computers.

Tali reti hanno avuto grandissima diffusione nelle aziende con la classica struttura Client-Server in cui il computer principale viene messo al servizio (server) della rete informativa.

Ai giorni nostri stanno sempre più prendendo piede le reti PARITETICHE dove non ci sono né master e slave, né client e server, ma dove tutte le risorse di ogni singolo computer, messe in rete, sono condivise con quelle di tutti gli altri computers collegati, addirittura permettendo agli altri di vedere e lavorare su qualunque computer della rete.

La rete INTERNET, che è una classica struttura Client-Server, rappresenta la prima grande applicazione su scala mondiale di reti di personal computers che ha utilizzato potenziandole tutte le precedenti esperienze di rete.

INTERNET proprio per come è stata concepita ha in sé tutte le prerogative per divenire sempre più una rete paritetica.

La nostra società invece non ha cambiato affatto la propria struttura di potere, infatti le regole degli uomini sono ancora vincolate a ferree strutture gerarchiche, in cui chi ha il potere, continua ad avere il ruolo del Master e vorrebbe che tutti gli altri restassero Slaves.

A questo punto è auspicabile un forte scossone alla società, che si può dare anche in maniera non violenta, come fece san Francesco mille anni mille fa, facendo vedere che un uomo di potere, poteva rinunciare a tutto per il bene degli altri.

La vera rivoluzione francescana, parte proprio dal fatto che un capo (Master) rinuncia ai suoi privilegi a favore del popolo (Slaves).

L’auspicio per i prossimi anni 2000 è che ci siano sempre più "Potenti " che inizino a ragionare nell’ottica di San Francesco, rinunciando in parte al proprio potere, per mettere in comune risorse e distribuendo meglio il loro potere.

Questa comunque è la direzione in cui si sta muovendo la nostra società, e gli uomini di potere più intelligenti si stanno muovendo in tale direzione ottenendo il doppio scopo di servire meglio il popolo ed aumentare la propria reputazione politica.

Va detto però che dovrebbe essere cambiata anche la struttura generale del potere, non trasformandola in una costante assemblea senza poteri decisionali a cui tutti possono partecipare da casa solo per curiosità o peggio ancora con eccessivo senso critico, mentre rimane a pochi di tramare nell’ombra e prendere decisioni.

La vera rivoluzione si avrebbe se i progetti e le decisioni venissero prima sviluppati da chi ne ha volontà e capacità, mettendo in rete tutte le informazioni per poter far crescere e migliorare i progetti, passando poi ad una fase operativa in cui tutti possano portare il loro contributo costruttivo, lasciando però le decisioni al gruppo che ha avuto l’idea iniziale ed ha contribuito al suo sviluppo ed alla sua realizzazione.

Questo dovrebbe essere il nuovo concetto di democrazia, una democrazia operativa e partecipativa, fatta non di sterili assemblee truccate, dietro le quali si trovano solo giochi di potere elaborati da pochi uomini di parte, esperti più di intrighi che di cose reali.

La sfida degli anni 2000 sarà proprio questa: permettere a chi ha idee e capacità di operare per il bene comune, di mettere in rete informazioni e risorse, facendo circolare via internet informazioni, progetti e bilanci esecutivi, operando in modo collaborativo e condividendo le risorse con i più deboli, lavorando per il bene ed il progresso di tutti noi.

Quindi Internet ha in se le potenzialità per essere il mezzo con cui si passerà da architetture sociali Master-Slaves a reti Paritetiche di cittadini; spetta però a noi tutti operare per questo.