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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Insegnante, impiegato, truppa

Il titolo non vuole essere una provocazione da parte di chi scrive, ma certo, così accostate queste categorie richiamano una riflessione vagamente triste e malinconica della condizione dei docenti nel nostro paese e del modo in cui essi sono considerati. Si tratta di una citazione riportata fedelmente, e se non fosse altissima la fonte da cui proviene, non sarebbe nemmeno degna di considerazione.

Quale attinenza questi tre termini abbiano tra di loro è difficile stabilirlo, non parliamo poi se li si usa in un contesto che li richiama quasi come sinonimi e al posto della virgola ci mettiamo l'e/o per cui diventa insegnante e/o impiegato e/o truppa.

Messa così l'insegnante viene, allora, considerato nella sua funzione alla stessa stregua dell'impiegato e della truppa.

Che gli insegnanti siano ritenuti degli impiegati è possibile solo nei casi in cui non c'è la benché minima conoscenza del ruolo che essi svolgono, dell'importanza che essi hanno nella formazione delle coscienze, conoscenze e competenze delle nuove generazioni, e quindi per lo sviluppo futuro del Paese.

I bambini/ragazzi/giovani non sono pratiche burocratiche da evadere, timbri e protocolli da apporre e svolgere, la loro mente non è costituita da faldoni da riempire con fogli e documenti appositamente firmati e protocollati, le loro coscienze si formano con processi molto complicati che non  assomigliano minimamente alle routine sequenziali e lineari di chi svolge un  lavoro burocratico e dialoga soprattutto con le carte. Anche quando l'impiegato svolge lavoro di sportello, il suo dialogo con l'utenza è sempre funzionale, mai intezionalmente formativo, educativo e il lavoro dell'insegnante, stando al dettato costituzionale, non è mai puramente esecutivo, anche se non manca chi lo vorrebbe tale. Il fascismo, per esempio, lo ha voluto tale. Ma ha voluto anche considerare gli insegnanti come dei soldati del duce e del PNF, al quale obbligavano l'iscrizione e la fedeltà, al pari, appunto della truppa.

Eppure, nonostante queste abissali diversità, il lavoro dell'insegnante continua ad essere rappresentato come lavoro impiegatizio, ma mai, finora, mi era capitato di vederlo accostato sinonomicamente al termine/categoria di truppa.

"Definita nel 1568 come "qualsiasi organico di forza militare", la parola "truppa" arriva dal francese troupe, dove assume significato militare verso la fine del 1400. Dal francone "thorp", villaggio, insieme di persone, branco, venne ripresa dal latino con "troppus", gregge. ". (Dal sito dell'Esercito Italiano).

Ecco, appunto, gregge; mai l'etimo ha tanto aiutato a cogliere il significato profondo del lemma in tutte le sue sfumature, ivi compreso quello di un insieme di persone che, come un'unica entità, ha solo un compito, quello di eseguire gli ordini dall'alto.

E che c'azzecca l'insegnante con il soldato? Se si capiscono bene i motivi e le necessità funzionali che danno luogo alla formazione della truppa, che, per rispondere alla sua mission, deve essere così, non si capisce quali motivi mai possano in qualche modo anche solo accostare il ruolo dell'insegnante a quello del soldato.

Sarebbe far torto all'intelligenza di chi legge elencare i motivi che vedono  queste due figure completamente opposte tra loro. Uno solo per tutti: l'insegnante educa al pensiero critico e divergente, base dell'autonomia della persona e del cittadino. Il soldato deve solo obbedire in modo conforme agli altri, come un solo uomo senza identità e senza personalità.

A questo punto qualcuno dirà che magari è nei sogni e nelle aspirazioni non tanto segrete di questo governo trasformare i docenti in impiegati prima e in soldati poi.

I compilatori del questionario INVALSI 2009-2010 che ha lo scopo di rilevare la condizione  socio-economico-culturale dei genitori degli alunni, nella parte che riguarda l'occupazione concepiscono una casella da barrare con i tre nomi, "insegnante, impiegato, truppa". Ma quale conoscenza utile potrà mai essere ricavata da questa casella?

E' la stessa cosa essere figlio di insegnante, impiegato, truppa?  Questo mescolone non dice niente, nè del retroterra affettivo e culturale degli alunni, né dell'effettivo stato socio-culturale dei genitori.

Resta i risentimento per aver messo sullo stesso piano categorie sociali, ruoli e funzioni molto diversi tra loro. E resta l'amarezza che a non aver ancora capito il ruolo degli insegnanti non è gente comune e ignorante, ma il Ministero della Istruzione ormai sempre meno Pubblica.

Cosimo De Nitto

 


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