Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Una lettura della crisi della Scuola

Prima il prof. Berlinguer ed ora l’attuale Ministro,  Letizia Moratti, sembrano  puntare il dito,  in particolare, verso i docenti.

Berlinguer agì con il concorsone ed AUMENTANDO il tempo-Scuola. La Moratti invece interviene con il codice deontologico, lo stato giuridico, ma RIDUCENDO il tempo-Scuola. Per entrambi  il problema dei problemi della Scuola sono i docenti che non sanno fare bene il loro lavoro, sono poco produttivi, situati  in posizioni di arretratezza mentre il mondo della  produzione cammina veloce per far fronte alle continue sfide economiche.

Il potere politico, economico e religioso hanno da sempre e alternativamente in epoche diverse  condizionato  l’apprendere (W. De Gregori, Cibernetica Social, San Paolo,1988). Oggi un altro sistema, quello della produzione, compete con gli altri nella gestione dell’istruzione-educazione. L‘ Europa, Roma ed anche Ponte di Legno ci informano che la Cina, Singapore, il Giappone, l’America, ....l’Est ...ci lasceranno tutti  in braghe di tela...  la Scuola è accusata di non contribuire alla crescita del Pil... La Scuola non è più funzionale... al mercato, è lenta... si parla di economia della conoscenza, di capitale intellettuale...!!!

Dare la sveglia agli insegnanti - LAVORATE DI PIU‘ E MEGLIO! - sembra essere l’unica via d’uscita dalla costante crisi economica.

La CGIL commentando il lavoro del Miur sullo stato giuridico dei docenti  afferma: “...Proposte, in estrema sintesi, davvero irricevibili da parte di una categoria che ha bisogno di ritrovare il mandato sociale della propria professione, non certo un decreto.” Per il Sindacato è la Società che ha perso la bussola sul senso, sul significato della Scuola. Ed in tal linea di pensiero  Omer Bonezzi  dice che “…quella della Moratti non è una riforma, ma un progetto per ridimensionare la scuola pubblica come erogatrice di un diritto”.

Analizzando il fenomeno Scuola anche  con visioni del mondo opposte, non possiamo nasconderci il fatto che qualche difficoltà il Sistema Scolastico deve averlo. Secondo Luciana Bohne  „...lo stato di sfacelo cui è giunto l'insegnamento ... è al tempo stesso pianificato e perseguito“ ... anche per  pensarla tutti allo stesso modo, o comunque avere un pensiero unico come quello del capo o dei capi.

Far dipendere  la crisi della Scuola solo dai pochi o tanti soldi che si vogliono in essa investire può essere in parte fuorviante perchè ciò che è fortemente problematico per la Scuola dell’aula-classe è soprattutto la straordinaria interrelazione che il sistema dello apprendimento sta avendo - e la società tutta ne è maggiormente consapevole - con tutti gli altri sistemi sociali. Si è finalmente più coscienti che i giovani e gli adulti hanno anche altre infinite possibilità d’apprendere e le aule-classi scolastiche a volte ne limitano  il desiderio, la creatività e ne uccidono l’entusiasmo.

Un grande maestro dell’Unesco  - era il 1974  - J. Bousquet già profetizzava i radicali cambiamenti a cui stiamo assistendo e gli scenari dell’Ocse o della Ricerca fatta dai Dirigenti Scolastici  Inglesi prevedono per i prossimi decenni ipotesi interessanti che non ci possono lasciare indifferenti.

Per l’OCSE il  futuro dell’Istituzione Scolastica  potrà essere :

IL TENTATIVO DI MANTENERE LO STATUS QUO; 

IL RILANCIO DELLA SCUOLA … le scuole si rivitalizzeranno intorno ad un’agenda che porrà  al centro la funzione cognitiva, una cultura di qualità, la sperimentazione, la diversità e la innovazione… La gestione della conoscenza occuperà il primo posto, e la grandissima maggioranza delle scuole diventeranno “organizzazioni di apprendimento;

LA DE-SCOLARIZZAZIONE.

La ricerca inglese invece propone 4 possibili SCENARI:

1)… Le scuole mantengono tutte le loro attuali funzioni,..  2) La scuola si modernizza:… la riforma dell’istruzione ha esito positivo e le scuole diventano capaci di impartire insegnamenti individualizzati. 3) La scuola parametro di riferimento per l’apprendimento…. 4) La scuola mediatrice dell’apprendimento: le scuole mantengono soltanto la funzione di screening, di selezione. L’aula scompare e le scuole assumono il compito di validare i progressi degli studenti…

Gli scenari non vanno intesi come opzioni separate, ma come una sorta di istantanee di possibili futuri. … il sentiero non è ancora tracciato.” (cfr. www.bdp.it/adi/index.html)

La Scuola del FAR FINTA, del nozionismo, del logico-astratto, della  trasmissione di automatismi, limitata alla sola ripetizione di dati scoperti ed analizzati da altri - in quante aule-classi è ancora così? – non ha più molta ragione d’essere. Il bambino, il ragazzo ed il giovane  di oggi reclamano più attenzione alle sensazioni-emozioni ed al fare. Se il corpo  insegnante sarà sordo al saper essere e al saper fare - teoricamente abbiamo tutti imparato che saper essere e saper fare sono importanti -  ciò  favorirà sempre più la fuga da un apprendimento avulso e stantio promuovendo altri soggetti formativi.

La tv - tanto detestata – internet, ... la comunicazione virtuale e reale sempre più rapida tra una regione e l’altra del mondo,  sono elementi che  scardineranno la Scuola dell‘ aula-classe se questa continuerà prevalentemente a FAR FINTA .

Rendersi conto dei cambiamenti non è facile per un’Istituzione ancora fondata sul far finta, sulla  simulazione  o peggio sulla ripetizione.

Un esempio banale. Osservando  attentamente negli Istituti Scolastici la disposizione dei banchi all’interno delle aule si noterà che la stragrande maggioranza ha una dislocazione trasmissiva. La cattedra di chi sa  ben posizionata ed i banchi di chi non sa tutti schierati frontalmente ad essa. Io so, tu non sai ed impara presto a ripetere ciò che io ti trasmetto che è meglio. Nessuna circolarità della disposizione dei banchi. Tutte storie. La condivisione del sapere, capire... tutte b... o sai o non sai.

Oggi la classe/aula come luogo di lavoro per l’apprendimento può anche considerarsi superata? Gli alunni imparano solo attraverso il lavoro in aula/classe?!

Ci sono le nuove tecnologie. Quale sarà la loro funzione? Senz’ altro possono contribuire allo sviluppo dell’ apprendimento, ma   attraverso il NET-learning  che si differenzia dai sistemi tecnologici  chiusi   o aperti,  distribuiti mediante piattaforme tecnologiche a distanza, ma sempre con  approcci trasmissivi. Il NET-LEARNING al contrario utilizza della interattività di rete, per condividere conoscenze e produrre materiali educativi innovativi, per una rinnovata formazione permanente e condivisione del sapere(cfr.P. Manzelli).

Potrà sembrare banale, ma l’atteggiamento del Ministro Berlinguer quando ritirò il concorsone fu di vera condivisione. Accettò il feed-back dei docenti italiani, erano contrari. Il Ministro Moratti invece se continuerà ad essere sorda alle richieste di gran parte dei genitori e dei docenti rappresenterà un solo un obiettivo: ridurre i costi della Scuola italiana. Ma come ci hanno ben rappresentato i diversi SCENARI futuri, quello economico non è il problema  della Scuola …nemmeno di quella italiana.

Gianni Rinaudo


La pagina
- Educazione&Scuola©