6. La mia posta elettronica viene gestita da un privato: mi posso fidare? Tutti i servizi di Internet sono organizzati secondo il principio Cliente-Servente, ed anche la posta elettronica segue questa regola. Ciò vuol dire che c'è un mail-server il quale gestisce la posta per conto dei clienti che si sono abbonati al suo servizio. Il server, sempre in funzione, raccoglie i messaggi che arrivano da ogni parte del mondo e li consegna al cliente destinatario quando questo si collega. Riceve le risposte e le ritrasmette nella rete.

Le lettere transitano e stazionano nel server ed in termini teorici potrebbero essere intercettate da un male-intenzionato. Tuttavia il rischio è ridotto perché la ditta informatica che offre un servizio di posta elettronica cura la sua stessa sicurezza ed insieme difende la privacy dei sui clienti. Cioè nel proteggere i suoi sistemi, protegge automaticamente anche il cliente.

Nel caso che lei avesse preoccupazioni residue, può utilizzare un sistema di crittazione il quale rende irriconoscibile il messaggio a tutti tranne che al destinatario.

 

 

 

anno 2000


Nella risposta 4 abbiamo spiegato che Internet è una rete policentrica la quale per definizione non ha nessun dispositivo di controllo centralizzato e dunque non può essere controllata mediante una macchina la quale applichi le direttive di una autorità. Ciò non toglie che in qualche modo si debba assicurare un ordine alla rete.

Uno dei primi organismi di governo furono le commissioni tecniche di Internet le quali hanno approvato gli standard e definito le regole di comunicazione. Si è aggiunta la Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN) la quale si incarica di dare norme agli indirizzi simbolici (o logici) e che di recente è venuta alla ribalta.

Una volta ottenuto l'indirizzo numerico di internet o indirizzo fisico c'è da stabilire l'indirizzo logico che ciascuno sceglie a suo piacimento. Taluni si sono inventati nomi strani mentre le istituzioni e le aziende hanno trovato conveniente inserire il nome che hanno già oppure una sua abbreviazione nell'indirizzo simbolico. Ad esempio la nota casa automobilistica italiana ha scelto "www.ferrari.it" ovviamente.

Sono sorti contenziosi perché alcuni, anticipando i tempi, avevano avuto l'accortezza di registrare come propri gli indirizzi simbolici con i nomi di aziende e di istituzioni in attesa di cederli dietro pagamento......

 

 

anno 2000

7. Nei giorni scorsi ho sentito parlare di ICANN, che è?

8. Perché devo legarmi ad un provider? Può la mia scuola farne a meno? Internet è una rete formata da milioni di host (vedi risposta 4) che colloquiano e che dunque devono potersi ritrovare. Per tale motivo ciascuno di essi ha un proprio indirizzo IP fisso il quale ha una duplice versione. C'è la versione numerica (= indirizzo fisico) e quella letteraria (= indirizzo logico) (vedi risposta 7 in questa stessa pagina).

 

Per garantire la sua reperibilità, l'host deve essere in funzione 24 ore su 24.
Tuttavia nella rete c'è l'utenza fissa come l'host e quella variabile costituita da persone e da enti che hanno un rapporto occasionale. Per questi l'indirizzo fisso è improponibile perché sarebbe inutilizzabile nella più parte del tempo e ciò impedirebbe alla rete di funzionare. Ad esempio se lei ed i suoi amici aveste un indirizzo fisso allora vi dovreste mettere daccordo per scrivervi in un preciso orario ed in precisi giorni tutti insieme; altrimenti i messaggi, non trovando la macchina del destinatario aperta, andrebbero inevitabilmente perduti. Dunque gli utenti occasionali di Internet appartengono ad una seconda categoria, ben distinta dalla prima, e viene dato loro un indirizzo IP dinamico e variabile. In che modo ?

L'utente occasionale si collega ad un host, chiamato provider o servente di accesso alla rete, il quale gli offre l'accesso ad Internet (molto spesso gratis). In particolare gli assegna un indirizzo IP nel momento in cui si collega. Quando l'utente finisce la sua attività in rete, chiude il collegamento con il server ed il suo indirizzo diventa subito disponibile per un'altro utente. Il provider ha a disposizione un pacchetto di indirizzi che distribuisce ai suoi clienti a rotazione.


Dunque, a meno che lei oppure la sua scuola non vogliate diventare operatori nella rete, troverete necessario e conveniente appoggiarvi ad un provider.

 

anno 2000


Non è essatto. Un metodo didattico indirizza il rapporto docente-discente, cerca di migliorare l'apprendimento. Qui perseguiamo uno scopo diverso sebbene non antitetico al progresso della metodologia didattica.

Al centro della nostra proposta ci sono gli aspetti basilari della tecnologia, in altri termini cerchiamo di illustrare i perché delle soluzioni, le ragioni logiche che danno luogo ai principali prodotti informatici. Questi temi quasi sempre vengono trattati in modo sciatto o addirittura saltati a piè pari (in Italia ed anche altrove). Normalmente le soluzioni vengono poste come dati di fatto e non come provenienti da precise ragioni. Questo fa sì che la conoscenza informatica sia per la più parte operativa, cioè verte sul cosa fare e non abbia un profilo elevato.

Per quanti sforzi si possano fare, una preparazione operativa risulta incompleta e produce specialisti che presentano lacune sul piano professionale, produce utenti che si scontrano con molti ostacoli, acquirenti insoddisfatti. Muoversi diventa inevitabilmente più complicato e difficile.

I principi di base dell'informatica sono all'attenzione della comunità scientifica da molto tempo. Ricordo il famoso rapporto "Computing as a Discipline" compilato nel 1989 da una task force diretta dal prof. Peter Denning. Ebbe una vasta eco ed avviò una discussione sui principli della Computer Science che resta tutt'ora aperta.

In questa rubrica cerchiamo dunque di proporre un insegnamento ed una divulgazione scientifica che chiariscano i perché di fondo, diano la massima trasparenza alla tecnologia che oggi interessa più o meno direttamente tutti gli abitanti della terra.

 

 

 

anno 2000

9. Come insegnante di informatica mi sembra di capire che lei voglia proporre un nuovo metodo didattico.
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