Talora un professionista trova lavoro nel settore informatico grazie alle conoscenze sull'ultimo ed ancora poco noto prodotto e/o linguaggio. Per tale ragione alcuni insegnanti si lanciano in avanti auspicando di dare una chance ai propri allievi. 

 

Il VisualBasic è nato abbastanza di recente ed ha avuto una discreta accoglienza da parte delle aziende. Alcuni lo aggiungono al piano didattico e la scelta mi sembra consona ai problemi attuali della disoccupazione giovanile. Vorrei tuttavia aggiungere due considerazioni a carattere generale.

 

  • La scuola ha il compito di dare nozioni ma soprattutto di formare per una professione (parlo degli ITI e ITC). Soltanto una persona preparata è in grado di sfruttare al meglio le informazioni che ha ricevuto. Dunque la novità tecnologica non deve sacrificare, a mio parere, una azione didattica più completa e profonda che - direi "per definizione" - non può escludere il Cobol.

 

  • Il VisualBasic non è un linguaggio orientato agli oggetti. E' piuttosto una commistione che non utilizza tutte le proprietà degli oggetti e va incontro ad alcuni problemi. Ad esempio l'applicazione non è robusta, non è ereditabile, è soggetta alla regressione degli errori tipica del settore strutturato. E' un linguaggio che "facilita" la preparazione di interfacce visuali ma non ne va esaltata l'importanza.

 

Sulle sue altre domande, le ho risposto privatamente.

 

 

anno 2002

58. Quest'anno ho un incarico annuale di Informatica nell'ITC... devo abbandonare Cobol e
gli archivi per il solo Visual Basic ?   
59. L'event driven programming cos'è ? Alla lettera l'espressione vuol dire "programmazione guidata dagli eventi". In pratica si tratta di programmi che partono dietro un fatto improvviso come, ad esempio, la pressione di un tasto, il click del mouse, un errore di calcolo, una evenienza accaduta nella rete,  ecc. Tutti questi eventi emettono un segnale (che ad esempio provenie dal tasto, dalla rete, dal click, dall'hardware ecc.) il quale viene intercettato dal sistema operativo che poi avvia la precisa routine scritta dal programmatore.

  

Abbiamo già spiegato che la programmazione ad oggetti modella il computer per renderlo come un attrezzo nelle mani dell'utente (vedi risposta 20). In quanto utensile è fortemente dipendente dalla realtà esterna, cioè è influenzato dai numerosi eventi ai quali deve reagire puntualmente. Per questa ragione la programmazione ad oggetti è abitualmente guidata dagli eventi. L'"event driven programming" è oggi di grande attualità.

 

Anche con la programmazione strutturata si ha la possibilità di definire elaborazioni "event driven". Questa tecnica è molto chiara in Basic e PL/1. Ad esempio in Basic si scrive il gruppo di istruzioni X che il sistema lancia quando viene battuto il tasto 9 in un istante qualsiasi, cioè con ON KEY si programma l'evento "tasto 9".   

 

ON KEY (9)
.....       

.....  X   
blocco di istruzioni
.....

 

Con ON PLAY si gestisce un evento musicale; quando si scrive ON PEN si prevede l'uso della penna luminosa ecc.
In PL/1 troviamo i blocchi
ON-unit, strutturalmente simili al Basic, che di solito gestiscono eventi improvvisi di natura tecnica, cioè errori di calcolo, di overflow, fine file ecc.

Qualche insegnante di Informatica presenta la programmazione guidata dagli eventi come fosse una novità. Ecco perché ho voluto richiamare i linguaggi strutturati. Sono istruttivi e necessari al fine di completare il quadro tecnico e professionale.

 

anno 2002

Il foglio elettronico è una tabella direttamente manipolabile dall'utente che correla le grandezze riportate sulle righe e sulle colonne. Queste possono essere le più svariate: vendite, acquisti, anni, alunni, voti ecc. ecc. Proprio per la sua versatilità, il foglio elettrono risulta essere un prezioso strumento di lavoro. I pacchetti software che lo gestiscono ne potenziano le qualità. Infatti mettono a disposizione una serie di funzioni che calcolano, elaborano, visualizzano, raccolgono ecc. i dati disposti sul foglio.

 

Il foglio elettronico vide la luce verso la metà degli anni ottanta. Con i primi personal computers comparvero i programmi che gestivano i fogli elettronici ed insieme altre risorse come archivi, testi, data base. Sul mercato erano tantissimi: Lotus 123, WordStar, Assistant, AppleWorks, Symphony, OpenAccess ecc. Al seguito di una vivace concorrenza commerciale, il loro numero è diminuito drasticamente. All'utente permettevano elaborazioni che fino allora avevano chiesto appositi linguaggi di programmazione ed un oneroso sviluppo. Il risultato era ed è tutt'oggi immediato.

Alcuni prodotti sopra ricordati richiedono la conoscenza dei comandi che messi insieme costituiscono un vero e proprio linguaggio. Ecco perché si parla di linguaggi di IV generazione. Come esempio ricordo l'SQL col quale si gestisce il data base relazionale.

La cifra "IV" deriva dal seguente ordine storico-temporale. Per primi nacquero i linguaggi-macchina, poi c'è stato l'assembler, i linguaggi simbolici vengono per terzi e quindi quelli della quarta generazione.
 

 

 

 

anno 2002

60. Quando è nato il foglio elettronico?