Le ragioni di confusione probabilmente risiedono nel fatto che il termine comunicazione assume due significati diversi nel nostro settore, l'uno è tecnico, l'altro è umano. Vediamoli brevemente:

a)  La comunicazione riguarda la trasmissione ed il controllo dei segnali nella rete. Questa tematica ingegneristica punta alla migliore definizione dei segnali ed alla costruzione ottimale dell'infrastruttura così da rendere sempre più affidabili e veloci le trasmissioni.

b)  La comunicazione è un rapporto tra due o più persone ed in quanto tale tocca la psicologia, la sociologia, la letteratura e le arti. Si studiano i significati espliciti ed impliciti che il messaggio veicola, si discutono le espressioni migliori e più efficaci. 

Il settore tecnico e quello umano presentano punti comuni. Talora la codifica dei segnali si ispira al loro significato, come ad esempio la codifica degli stati che riflette i nomi originali: it per Italia, fr per Francia, uk per United Kingdom ecc.

A loro volta i contenuti comunicativi sono condizionati dalla tecnologia che li veicola. Ogni informazione è qualcosa di fisico e Mc Luhan insegna che questa materialità impatta sui contenuti.
Si può concludere dunque che "
La semantica influenza la tecnologia e la tecnologia influenza la semantica". 

Nonostante le importanti correlazioni i due filoni sono stati tenuti separati per molto tempo. Di conseguenza gli ingegneri conoscono poco gli aspetti semantici e gli umanisti sottostimano i contenuti tecnici. Questa specie di schizofrenia culturale si trascina da quasi cinquanta anni, da quando Claude Shannon tracciò la sua "teoria della comunicazione" che trascurava del tutto la semantica dell'informazione (vedi risposta 173 ). Nel contempo gli specialisti delle scienze umane discutevano le loro teorie tenendo in secondo piano la tecnica. 

Oggi sia il filone a) sia quello b) giocano un ruolo essenziale nell'Informatica e si tende a superare l'annoso conflitto. Si dibattono le potenzialità odierne e gli sviluppi infrastrutturali (v. a) di Internet, ed insieme si cerca la migliore efficacia espressiva degli ipertesti (v. b) (vedi risposta 171 ). La multimedialità chiede grossi volumi e capacità trasmissive che l'odierna tecnologia si sforza di assicurare (v. a) e gli specialisti ricercano le migliori forme easy to use, cioè facile da usare (v. b). Le due aree si influenzano in termini essenziali. 

Tuttavia se chi parla non spiega bene quale aspetto della comunicazione intende citare nel suo discorso, vien fuori quella confusione che lei ha sperimentato e che ostacola chi vuol capire le cose a fondo.

 

 

anno 2003

72. Ho seguito delle lezioni sulla comunicazione nel web ma ne sono uscita con le idee alquanto confuse.

73.Ho sentito cose inquietanti sui "cookies": Sono vere ?

Quando lei accede ad un sito con il suo browser, il server interessato può chiedere che alcune informazioni siano catalogate nel suo computer. Queste di solito hanno una scadenza temporale più o meno ampia ed in gergo vengono chiamate cookie. Lei può visionarle mediante un editor. Ad esempio se usa Netscape (sotto Windows) troverà il file cookie.txt nello stesso folder di Netscape. Internet Explorer crea file separati per ogni cookie e li cataloga entro la cartella Cookie, o entro Temporary Internet Files oppure Documents and Settings.

Qualche volta viene chiesta in modo esplicito la registrazione dei dati. Ad esempio, lei accede al sito con un codice identificativo e password. Per evitare questa fatica nel futuro, le viene domandato di poterli registrare. Se lei accetta, il browser crea un cookie dietro un esplicito assenso.

Molto spesso però i dati vengono registrati e gestiti senza il consenso dell'interessato. Aggiungiamo che il controllo dei relativi cookies da parte dell'utente non è semplice perché hanno un aspetto poco trasparente. Vedi come esempio i seguenti 19 cookies.

 

I cookie sono nati per semplificare l'accesso alla rete, ma vengono gestiti in modo oscuro e per questa ragione vengono percepiti come un pericolo per la vita personale, più nota con il nome di privacy. Da qui i pericoli che sono reali.

Ad esempio, un signore compera un oggetto via Internet e questa sua scelta viene registrata per dargli in futuro degli sconti. Succede però che altri siti la vanno a consultare e, per esempio, inviano messaggi pubblicitari. Questo pressione cui l'utente è sottoposto è fastidiosa ed illecita perché esercitata contro la sua volontà. Ancora potrebbe succedere che una azienda raccolga i suoi cookie per conoscere le preferenze personali del cliente, oppure un hacker acquisisca i codici personali ecc.

Si deve ammettere che qualcuno sopra i cookies costruisce delle favole. Gonfia a dismisura il problema per farsi un pò di pubblicità. Resta tuttavia il fatto che essi sono un elemento tecnico da migliorare a causa del modo poco trasparente con cui vengono gestiti.

 

 

 

anno 2003