Negli anni passati lo studio dei testi, degli scritti, delle immagini e dei suoni riguardava quasi esclusivamente i contenuti. Si commentava il pensiero dell'autore, il suo stile espressivo, se ne discutevano le varie interpretazioni succedutesi nel tempo, le influenze culturali ecc.

Possiamo dire che una volta lo studio dell'informazione era esclusivamente legato ai significati mentre la parte materiale-tecnologica dell'informazione aveva il posto di Cenerentola. Ad esempio poche nozioni sugli inchiostri, sulla stampa, sulla tecnica cartaria venivano inserite nelle appendici dei trattati di archivistica e di paleografia.
 

Oggi non è più così. Il concetto che l'informazione abbia una origine materiale è condiviso e viene approfondito in vari ambienti.

Gli esperti di linguistica e semiologia (la scienza dei segni ovvero di tutte le specie di comunicazione umana) accettano l'idea che il segno abbia una forma cioè abbia un "corpo" che noi percepiamo con la vista, l'udito, il tatto ecc. Sebbene gli autori usino termini diversi quale significante, espressione, representamen, struttura superficiale, portatore di informazione ecc. essi indicano sostanzialmente la stessa cosa: il corpo dell'informazione.

Gli esperti di comunicazione sociale attribuiscono molti fenomeni mediatici alla costituzione fisica del mezzo (vedi 35 e 47). Radio, televisione, cinema, libri ecc. influenzano precisi comportamenti umani perché costruiti materialmente in un certo modo e non in un'altro.

Settori innovativi come la genetica e la biologia molecolare hanno una visione fisica dell'informazione. Ad esempio il DNA, una catena di molecole formate da azoto, carbonio, idrogeno ed ossigeno, è noto come il 'codice' della vita.

Anche il dato mentale ha una base fisica ed i neurofisiologi correlano il pensiero umano alle reazioni chimico-fisiche che avvengono nel cervello. Si determinano le zone cerebrali deputate a gestire specifici contenuti, vedi ad esempio l'area di Broca assegnata alla visione. 

Esperti di archivistica, di scienze bibliotecarie, di catalogazione hanno quotidianamente a che fare con la materialità dell'informazione: volumi abnormi, spazi di accesso, umidità dell'ambiente, calore.

La fisicità dell'informazione è una proprietà alla base dei computer che non potrebbero lavorare se i bit fossero eterei.

 

Dunque l'interpretazione fisica dell'informazione è oggi ampiamente riconosciuta.
Non esaurisce lo studio della comunicazione e non lo impoverisce, come lei teme, perché non nega ma completa le indagini che muovono secondo altre prospettive. L'aspetto materiale è la parte comune che riguarda tutti ed è anche il punto di partenza da cui ognuno procede per la sua strada.

 

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anno 2004

97.Lei considera l'informazione come qualcosa di materiale. Questa interpretazione mi sembra assai riduttiva rispetto alla complessità dell'informazione stessa.

98. La sua spiegazione della crittazione appare piuttosto superficiale....

Accetto l'appunto e ritorno sull'argomento che è di grande attualità.

Molti oggi non si fidano ad effettuare un pagamento o un acquisto via Internet perché temono furti, danni, intrusioni nella propria vita privata o quant'altro. Oggi invece l'e-commerce è sicuro proprio grazie alle tecniche crittografiche che ho già introdotto nella risposta 48 e che il lettore mi invita ad approfondire.

Crittografia a chiave pubblica

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anno 2004

 




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