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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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GLI SPAZI DIGITALI DI LAVORO IN ALCUNI PAESI OCCIDENTALI
( modelli di una gran diversità)

 di Andrea Torrente

 

Premessa

In questo lavoro desideriamo dare un excursus rapido e, certamente non esaustivo, delle politiche e dei progetti di lavoro in alcuni Paesi Occidentali: Germania, Francia, Canada, Danimarca, Spagna, Stati Uniti e Olanda.

Occorre precisare che in tutti questi Paesi, i Ministeri interessati promuovono da moltissimi anni, grazie a dei Programmi Nazionali, lo sviluppo dell’uso delle Tecnologie Informatiche della Comunicazione, più comunemente conosciute come T.I.C. Parallelamente, le Amministrazioni Locali realizzano molteplici sperimentazioni ed alcune, addirittura, dispiegano delle soluzioni complessive assimilabili a degli Spazi Digitali di Lavoro. In fondo, esiste nei Paesi sviluppati, una tendenza generale alla regionalizzazione dei sistemi educativi ed all’aumento delle responsabilità delle collettività locali in ambito educativo. E’ la ragione per la quale il ruolo degli Stati si limita sovente alla definizione di un quadro comune, mentre le collettività locali, a diversi livelli, mettono in atto le opportune misure operative.

Per quanto riguarda gli Spazi Digitali di Lavoro, la Francia è, per il momento, il solo Paese ad aver preso l’iniziativa di proporre uno schema normativo (Schéma Directeur des Espaces numériques de Travail o più semplicemente S.D.E.T) che definisce gli Spazi Digitali di Lavoro come “un dispositivo globale che fornisce all’utente un punto d’accesso, attraverso le reti, all’insieme delle risorse e dei servizi digitali in stretto rapporto con la sua attività”..

Lo Spazio Digitale di Lavoro permette all’utente di avere un’offerta coerente e personalizzata di servizi digitali presentati in maniera omogenea. Questi servizi coprono, in particolare, l’accesso alle risorse digitali, alla vita scolastica, al lavoro collaborativo, all’organizzazione personale. Lo Spazio Digitale di Lavoro si rivolge all’insieme degli utenti, alunni, genitori d’alunni, insegnanti, personale amministrativo, tecnico e dirigenziale delle diverse scuole comprese in un determinato territorio.

Progetti eterogenei, finalità e funzioni comuni

Una constatazione generale s’impone: in tutti i Paesi studiati, esistono dei progetti che si basano su principi assimilabili a quelli degli Spazi Digitali di Lavoro oppure alla cosiddetta Cartella Elettronica. Ma, in ciascuno di questi Paesi, i progetti attuati sono eterogenei e non è possibile reperirvi con assoluta certezza ciò che potrebbe essere considerato a giusto titolo un Modello Nazionale. Al contrario, alcune regole generali sembra possano applicarsi a tutti.

Le finalità di tutti i progetti si riferiscono in maniera esplicita alla modernizzazione delle pratiche pedagogiche ed al miglioramento delle performances globali del sistema educativo. Gli obiettivi prioritari riguardano, da una parte, le pratiche didattiche e l’acquisizione, da parte dei docenti, di competenze d’integrazione delle T.I.C nelle pratiche di classe; d’altra parte, riguardano le innovazioni nel campo dell’apprendimento, lo sviluppo del lavoro collaborativo e l’autonomia degli alunni.

Sul piano funzionale, quello delle risorse e dei servizi proposti dagli Spazi Digitali di Lavoro, i progetti sono molto più vicini. La maggior parte delle piattaforme incorpora degli strumenti di comunicazione, di collaborazione, di gestione dei gruppi. L’accesso alle risorse pedagogiche, provenienti dagli stessi insegnanti o dagli editori, è offerto in più della metà dei casi esaminati. Inoltre, anche se talvolta si fa menzione del personale amministrativo delle istituzioni scolastiche come potenziale utilizzatore di tale servizio, i progetti di Spazi Digitali di Lavoro incorporano molto più raramente delle funzionalità propriamente amministrative o di gestione.

Sistemi educativi diseguali di fronte all’innovazione

L’organizzazione interna dei sistemi educativi nazionali condiziona in parte la loro capacità d’innovazione tecnologica e pedagogica, essenziale per dei progetti di Spazi Digitali di Lavoro. Fra i molteplici fattori che entrano in gioco, quello concernente il livello d’autonomia degli istituti scolastici e quello concernente i cosiddetti “attori locali dell’educazione” sono fra i più importanti. Nei paesi del Nord Europa, Danimarca ed Olanda, i Capi d’Istituto hanno importanti margini di manovra in termini di bilancio, d’organizzazione e di gestione del personale per promuovere ed attuare dei progetti e per mobilitare le proprie équipes. In Germania, in Francia ed in Spagna, il livello d’autonomia degli istituti scolastici è molto più debole; esso è notoriamente limitato da forti esigenze d’omogeneità del servizio educativo, a livello regionale in Germania ed in Spagna, nazionale in Francia. In questi paesi, sono gli insegnanti ben più che i Capi d’Istituto o i Responsabili Amministrativi che sono considerati come le persone-chiave per i progetti di Spazi Digitali di Lavoro, sono proprio loro che i promotori di tali progetti si sforzano di mobilitare.

Un ruolo importantissimo riveste pure l’organizzazione sociale e culturale nel quale le scuole sono inserite. Da questo punto di vista, gli Stati Uniti sembrano trovarsi in una situazione più favorevole. Vi si trovano alcuni progetti di Spazi Digitali di Lavoro e di Cartella Elettronica molto innovativi sul piano tecnologico ma anche su quello pedagogico. L’analisi comparativa mostra, tuttavia, che nessuno dei paesi presi in esame può vantarsi di essere in una situazione più favorevole di quella degli altri. In fondo, ogni paese ha carte vincenti e svantaggi che si equilibrano.

Un livello elevato d’autonomia degli istituti scolastici, facilita il lancio di progetti innovativi in quanto i capi d’istituto hanno i mezzi per invogliare e coinvolgere le équipes pedagogiche. Ma è anche una difficoltà allorquando si tratta di dispiegare un dispositivo tecnologico in parecchie unità scolastiche site nello stesso territorio. D’altronde, negli Stati Uniti, come in tutti gli altri paesi, i docenti restano gli attori decisivi che bisogna formare, ma soprattutto convincere, della bontà dei progetti che sono loro proposti.

Una gran diversità di partnership

Il montaggio di progetti di Spazi Digitali di Lavoro è sovente complesso. Esso si realizza attraverso la partecipazione d’attori pubblici e privati, con delle modalità d’intervento variabili secondo il paese: sostegno all’iniziativa privata (Olanda); attuazione di progetti, proposti dall’iniziativa privata o comunitaria, da parte di una struttura pubblica (Danimarca); condizioni contrattuali vantaggiose accordate alle autorità pubbliche da parte d’imprese private (Stati Uniti).

L’attuazione di dispositivi di concertazione è particolarmente utile, quando il sistema educativo è basato su una forte gerarchizzazione delle competenze fra l’Amministrazione Centrale e le collettività territoriali oppure allorché le competenze sono ripartite fra diversi livelli d’attori che intervengono sullo stesso territorio, ed è il caso della Francia più che altrove.

Nei paesi dove la stessa entità regionale è investita della quasi totalità delle responsabilità in materia d’educazione (Spagna, Germania, Stati Uniti), i progetti più importanti hanno la possibilità di emergere o di dispiegarsi in maniera molto rapida; al contrario, esistono allora assai pochi contrappesi di fronte all’inerzia delle autorità locali o a delle scelte errate.

Degli ordini di priorità differenti

In diversi paesi (particolarmente Danimarca e Canada), la dotazione di strumentazione informatica e il collocamento in rete degli istituti scolastici non fanno più parte degli orientamenti governativi prioritari, salvo ciò che riguarda le zone geograficamente più sfavorite. D’altronde, non si trovano da nessuna parte delle “politiche tendenti a fornire alle famiglie attrezzature informatiche che siano per lo meno in collegamento con progetti del tipo CartellaElettronica”.

In Canada ed in Svezia, le misure finanziarie atte a favorire la diffusione delle tecnologie informatiche presso le famiglie, sono state interrotte da diversi anni e non sono mai state concepite in funzione di un progetto educativo.

Oltre alla Francia, soltanto negli Stati Uniti alcune autorità pubbliche locali continuano a condurre progetti basati sulla diffusione dell’attrezzatura tecnologica individuale a favore degli alunni (Stati del Maine e dell’Illinois). Parecchi fattori spiegano, almeno parzialmente, quest’eccezione che può sembrare paradossale in un paese liberale in economia e ben equipaggiato dal punto di vista informatico: un ritardo relativo in alcune regioni in rapporto al resto del paese, l’interesse che un deputato eletto possa avere nello sviluppare o nel sostenere un progetto popolare, un’interessante opportunità di partenariato con un industriale del settore informatico, ecc. ecc.

Delle strategie ancora incerte

Tenuto conto dell’importanza e del carattere sensibile dei progetti concernente gli Spazi Digitali di Lavoro, ci si potrebbe attendere che le iniziative si sviluppino in maniera progressiva attraverso delle tappe di sperimentazione, valutazione, implementazione.

La realtà è, al contrario, molto differente. Le sperimentazioni sono molto frequenti, ma, o esse non sono valutate in maniera rigorosa, o la decisione di interrompere o di generalizzare viene presa prima ancora che i risultati della valutazione siano conosciuti ed analizzati. Le espansioni più importanti sono originate dal successo inatteso di un progetto che si diffonde da solo (è il caso di SkoleIntra o di SkoleKom in Danimarca), oppure la decisione unilaterale di un’autorità politica di lanciare il progetto in maniera improvvisa e volontaristica, senza lo studio preventivo dei bisogni (è il caso dello Stato del Maine negli Stati Uniti).

Da questo rapidissimo excursus, ricaviamo due constatazioni apparentemente paradossali. Da un lato si fa sentire dappertutto il bisogno di unificare, di facilitare l’uso degli strumenti e delle risorse digitali e, di conseguenza, arricchirne l’utilizzazione. L’intuizione che soggiace al concetto di Spazi Digitali di Lavoro si rivela giusta o, per lo meno, condivisibile. Ma, d’altro canto, non s’impone alcun modello dominante: le strategie, le pratiche, le modalità d’applicazione, le scelte tecniche e funzionali sono quasi tanto numerose quanto i progetti esaminati. Non esiste, infatti, ancora il progetto perfetto di Spazi Digitali di Lavoro e della Cartella Elettronica.


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