Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

Ricerca

 

SCUOLA

Prima indagine in Italia sul ''bullismo'' alle superiori. Un ragazzo su due subisce episodi di violenza verbale, psicologica e fisica. Il 33% è una vittima ricorrente

dal Redattore Sociale

Parolacce, offese e "prese in giro", ma anche minacce, botte e danni alle proprie cose. Sono queste gli atti di bullismo che i ragazzi hanno denunciato più frequentemente nell’ambito della ricerca dedicata al fenomeno, realizzata dall’associazione Villa Sant’Ignazio per conto della Provincia di Trento, i cui risultati vengono presentati oggi.

Più del 50% degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di episodi di bullismo, risultati più numerosi nella fascia d'età dei 14 anni, e di questi il 33% sono vittime ricorrenti. Circa il 24% infatti è stato vittima di un qualche episodio di prepotenza nei 6 giorni precedenti l’intervista. Di questi, l’11,6% ha dichiarato di aver subito tali episodi qualche volta, mentre l’1,7% tutti i giorni. Il gruppo più numeroso che ha subito prepotenze è quello dei più giovani, sotto i 14 anni.


Dai risultati dell’indagine emerge che le prepotenze di natura verbale prevalgano nettamente rispetto a quelle di tipo fisico: il 42% dei ragazzi afferma di essere stato preso in giro; il 30% circa ha subito delle offese mentre il 23,4% dei soggetti ha segnalato di aver subito calunnie; per quanto riguarda le violenze di tipo psicologico, il 3,4% denuncia l’isolamento di cui è stato oggetto, l’11% circa, infine, dichiara di essere stato minacciato. Le prepotenze di natura fisica risultano essere più frequenti tra i ragazzi, mentre tra le ragazze e tra i più giovani prevalgono gli episodi di tipo verbale. Il 22,1% dei ragazzi sotto i 14 anni contro il 16% e il 14% rispettivamente dei ragazzi di 15-16 anni e con oltre 16 anni dichiara di aver “subito colpi”.


All’interno della scuola gli episodi di violenza e sopraffazione avvengono soprattutto in aula (27%) e a seguire, nei corridoi (14%) o nel cortile (16%). Inoltre il 20% del campione denuncia di esserne stato vittima al di fuori delle zone scolastiche (strada, piazza 32.5%, in corriera 22.9% e al bar22.1%). Il bullo infatti si trova nella maggior parte dei casi nella stessa classe della sua “vittima” (30,8%) oppure è un suo coetaneo (12,2%), ma è frequente (21,4%) che il prepotente non si trovi all’interno della stessa scuola.

 

La prepotenze subite da soggetti della stessa scuola sono più diffuse tra i maschi mentre sono più numerose le ragazze che dichiarano di aver subito prepotenze da soggetti non appartenenti alla stessa scuola.L’episodio di prepotenza non sembra suscitare tra i presenti reazioni di difesa della vittima. Solo il 15% circa degli intervistati afferma che gli altri compagni cercano “spesso” o “sempre” di porre fine alle prepotenze mentre il 15,2% afferma che ciò accade raramente e il 28,3% qualche volta. Nella maggioranza dei casi si subisce in silenzio, sia all’interno della scuola che all’interno della famiglia. Il 28,1% delle vittime dunque non ha la possibilità o non vuole far partecipe nessuno delle violenze subite, elaborando da sola strategie per sottrarsi al ripetersi di tali esperienze e alle loro eventuali conseguenze.


All’interno della scuola, nel momento in cui gli episodi di prepotenza sono denunciati, la reazione più frequente è quella di far cessare la violenza (21,4%) e di chiedere spiegazioni ai soggetti coinvolti. Nel 13% dei casi, tuttavia, viene segnalata un’inspiegabile indifferenza o trascuratezza. Anche all’interno della famiglia si ritrova un analogo atteggiamento: nel 14,9% dei casi si preferisce non dare peso a quanto accaduto, oppure si consiglia di reagire alla stessa maniera (38,4%).

 

Bullismo: cultura di violenza a scuola

La scuola, palestra di apprendimento per la vita, nasconde, nel suo tessuto di relazioni tra coetanei, una cultura di violenza poco presa in considerazione dagli adulti. Infatti le sfide più grandi che i ragazzi e le ragazze devono affrontare non sono tanto le interrogazioni o gli esami, ma i processi di inserimento nel gruppo dei coetanei e l’intreccio di relazioni con gli adulti-insegnanti. Ogni scuola ha una sua sub-cultura di convivenza. Il bisogno di “sentirsi parte”, di essere accolti e valorizzati, spesso deve essere pagato a caro prezzo da chi per la prima volta accede agli spazi di vita di una scuola. Il gruppo dominate impone le sue leggi e i suoi prezzi da pagare per il “diritto di cittadinanza”. Chi non è disposto ad accettarne le richieste o non condivide i principi di prepotenza su cui si regge, diventa bersaglio di persecuzione e anche di violenza.

vedi testo completo

 

La scuola del Bullismo

Fare e subire prevaricazioni. Il bullismo, un fenomeno in crescita all’interno della scuola, accomuna allievi di tutto il mondo fin dai primi anni di scolarizzazione, soprattutto nei paesi industrializzati e nei contesti urbani. In un’indagine del 1997, risulta che nelle scuole italiane il bullismo si presenta con valori elevati, con indici complessivi che vanno dal 41% nella scuola elementare al 36% in quella media, in rapporto agli alunni che dichiarano di aver subito prepotenze.
vedi testo completo

 

BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI:
Autori delle prepotenze
- Valori %

Alcuni ragazzi

28,9

Un ragazzo

23,8

Alcune ragazze

8,4

Una ragazza

7,4

Ragazzi e ragazze insieme

6,8

Nessuno

24,7

Fonte: Villa S. Ignazio, Indagine sul bullismo nelle scuole superiori della Provincia di Trento, 2001  

 

BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI:
Tipologia di prepotenze subite
- Valori %

Prepotenze subite

%

Nessuna

28,4

Fisiche

26,5

Verbali

39,2

Psicologiche

5,9

 

Tipologie prepotenze subite

Non c'è nessuno che mi rivolge la parola

3,4

Sono stato offeso per il colore della pelle o per la mia provenienza geografica

5,8

Ho subito furti

6,5

Ho subito danni alle mie cose (oggetti, vestiti, ...)

7,2

Ho ricevuto minacce

10,8

Ho subito dei colpi (pugni, spinte, ...)

16,9

Sono state messe in giro storie sul mio conto

23,4

Ho subito delle offese

30,1

Sono stato preso in giro

41,9

Fonte: Villa S. Ignazio, Indagine sul bullismo nelle scuole superiori della Provincia di Trento, 2001  

 

 

BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI:
Luoghi dove avvengono le prepotenze
- Valori %

Luoghi

%

Bagni

2,8

Spazi del convitto

3,7

Laboratori

4,5

Mensa interna

4,5

Palestra

5,8

Spogliatoi

7,0

In nessun luogo

12,9

Corridoi

14,4

Cortile

16,8

Aula

27,6

Fonte: Villa S. Ignazio, Indagine sul bullismo nelle scuole superiori della Provincia di Trento, 2001  

 

 

Bullismo: definizioni del fenomeno

"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni” (Olweus 1996).

“Un comportamento da “bullo” è un tipo di azione che mira deliberatamente a far del male o danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi e persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c’è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare” (Sharp e Smith, 1995).

L’azione del bullo nei confronti della vittima è compiuta in modo intenzionale e ripetuto. Per parlare di bullismo non è sufficiente quindi che si verifichi un singolo episodio di angheria tra studenti, ma deve instaurarsi una relazione che, cronicizzandosi, crei dei ruoli definiti: il ruolo di colui che le prepotenze le subisce (la vittima) e di chi invece le perpetua (il bullo). Il bullismo implica sempre uno squilibrio in termini di forza: non si dovrebbe perciò usare questo termine quando due compagni, all’incirca della stessa forza fisica o psicologica, litigano o discutono. Per parlare di bullismo è necessario che ci sia un’asimmetria nella relazione (Olweus, 1996).

 

Sono 197 gli insegnanti intervistati (54,7% maschi e 45.3% femmine) di cui il 61% con oltre 20 anni di esperienza professionale. I dati raccolti confermano che, a parere dei docenti, vi è un ripetersi frequente di episodi di prepotenza: l’80% del campione ha denunciato episodi di bullismo e per il 16% degli intervistati essi avvengono nel proprio centro una o più volte alla settimana.
Gli insegnanti più giovani di età e di servizio dimostrano di “accorgersi” di più degli altri dell’esistenza del fenomeno e sembrano essere più “attenti”. In questo senso l’area di docenza ha un certo peso.


I docenti hanno segnalato la prevalenza della prepotenza come risposta a provocazioni (52%) seguite dalla negazione del problema (22%) e dal rifiuto di spiegazioni (16%), che è maggiore verso le insegnanti donne e gli insegnanti giovani. Ciò potrebbe, secondo gli osservatori, far pensare ad una maggior autorevolezza dell’insegnante maschile e di quello che ha maggior anzianità di servizio.


Le reazioni dei ragazzi raccolte dagli insegnanti in risposta al richiamo effettuato per atteggiamento prepotente riguardano prevalentemente il dare la colpa agli altri (56%), l’assumere un atteggiamento di sfida (47%), il negare il problema (36%), il giustificarsi (33%). Insomma un ragazzo poco disposto a riconoscersi responsabilità (6%) che cerca anche l’appoggio del gruppo ottenendolo nel 21% dei casi. Secondo gli insegnanti una possibile strategia di risposta è costituita dall’’essere più severi” (33%) e nel “far riflettere i ragazzi (77%)”, risposte che mettono in primo piano l’idea che con i ragazzi si deve dialogare e si deve comprenderli ma nel medesimo tempo occorre essere fermi e contrattuali. Sono gli insegnanti più giovani a prevalere sul fronte della fermezza mentre gli altri esprimono in maggioranza la necessità di dialogare.

 

BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI:
Comunicazione delle prepotenze altre persone
(insegnanti, familiari, coetanei) - Valori %

ADULTI DELLA SCUOLA

A uno o più professori

7,5

Ai bidelli

0,5

Al direttore

3,8

Al personale di segreteria

0,4

Ad altre persone

8,4

A nessuno 

46,4

Non ho mai subito prepotenze

33,0

ADULTI DELLA FAMIGLIA

Alla madre

9,3

Al padre

1,9

Ad entrambi

12,3

A fratelli, sorelle

5,2

Ad altri

3,6

A nessuno 

36,4

Non ho mai subito prepotenze

31,3

COETANEI

A un compagno/a di classe

11,4

A compagni/e di classe

6,8

A un compagno/a di altre classi

3,2

A compagni/e di altre classi

2,0

Ad amici/e che non frequentano la scuola

17,8

Ad altri

3,8

A nessuno

24,2

Non ho mai subito prepotenze

30,8

Fonte: Villa S. Ignazio, Indagine sul bullismo nelle scuole superiori della Provincia di Trento, 2001  

 

 

 

 

 

 

 

“Fatti valere!” o “Non badarci, cosa vuoi che sia!”: espressioni comunemente condivise, rivolte spesso a prepotenti o vittime delle prepotenze, senza entrare nel profondo di un disagio più grande che porta il nome di "bullismo". Il termine è entrato nell’uso quotidiano per definire vari comportamenti di violenza e di sopraffazione, soprattutto in ambito scolastico.

 L’associazione Villa Sant’Ignazio ha condotto uno studio sul fenomeno, nell’ambito provinciale, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo, con lo scopo di capire meglio, per delineare strategie utili di contrasto. I risultati della ricerca sono stati presentati oggi, nell'ambito di un convegno sul tema "Pari ed ìmpari, prevaricatori e vittime", tuttora in corso. Si tratta della prima ricerca italiana sul bullismo rivolta a studenti di scuole superiori, ed è stata voluta dal Servizio Addestramento e Formazione Professionale della Provincia Autonoma di Trento. Oggetto di indagine il comportamento di alunni e docenti, per comprendere anche la diversa percezione del fenomeno.

 Due le tipologie di questionari utilizzati, uno per i docenti ed uno per gli allievi, che lo hanno compilato in classe, con la presenza di rilevatori appositamente istruiti e previo consenso del direttore e dei docenti di riferimento. I due questionari sono stati impostati a domande chiuse, con l’eccezione di una domanda aperta per gli allievi, ai quali è stato proposto di raccontare brevemente, con le proprie parole, un episodio di prepotenza subita, agita o osservata.
A sovrintendere il lavoro sul piano scientifico e a coordinare l’indagine sul piano operativo sono stati costruiti due gruppi di lavoro, il Comitato Scientifico e lo staff operativo, che hanno operato in stretto raccordo per tutta la durata del percorso di ricerca.

Il progetto è partito nell’autunno 2000 per arrivare alla fase d’elaborazione dei dati e stesura del rapporto finale nell’estate scorsa. La ricerca ha coinvolto gli allievi e le allieve dei 23 Centri di Formazione Professionale della provincia di Trento. Su 3436 iscritti, 2681 ragazzi hanno risposto al questionario, in prevalenza maschi (63%). L’età degli studenti intervistati corrisponde alla fascia adolescenziale, tra i 14 ed i 18 anni; il 57,5% degli allievi intervistato inoltre si colloca geograficamente tra Trento e Rovereto.

 

BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI:
Gli stati d'animo dei ragazzi
- Valori %

 

Molto

Abbast.*

Poco

Per niente

Non so 

Tot.

Quando entro in un ambiente  nuovo mi capita di sentirmi a disagio

10,4

35,6

40,3

11,4

2,3

100

Spesso mi sento annoiato/a

55

20,7

44,8

24,9

4,1

100

Spesso mi sento triste

4,6

14,9

37,3

39,0

4,2

100

In alcune situazioni mi sembra proprio di "perdere la testa" 

6,1

14,8

27,4

43,2

8,4

100

Provo spesso paura

2,5

10,2

35,6

46,1

5,6

100

Sono capace di ridere di me stesso/a

12,8

30,0

24,7

24,0

8,5

100

Frequentemente mi sento confuso/a

5,5

17,0

37,7

34,9

4,9

100

Nella vita se non riesci a farti notare non sei nessuno

6,0

17,5

18,2

48,5

9,8

100

Sento di potermi assumere delle responsabilità

28,4

55,5

10,7

2,8

2,6

100

So impegnarmi molto per ciò in cui credo

45,7

41,6

9,1

1,8

1,8

100

Sento che sono io a decidere della mia vita

47,5

36,5

10,2

3,9

1,9

100

Quando mi sento in difficoltà so che è inutile chiedere aiuto

7,2

14,7

24,5

48,8

4,8

100

Mi piace stare a volte da solo e pensare un po' a me stesso/a

29,6

33,2

27,0

9,0

1,2

100

Sento che le persone per me importanti riconoscono il mio valore

37,0

43,1

11,3

3,7

4,9

100

Credo che si viva bene solo se si evita qualsiasi dolore

10,5

24,4

26,9

30,8

7,4

100

Ho sempre paura che gli altri mi critichino

14,0

22,5

34,2

27,2

2,1

100

Credo che le opinioni degli altri su quel che faccio siano importanti e le ascolto

17,8

36,5

25,9

15,9

3,9

100

Note:
(*) Abbastanza

Fonte: Villa S. Ignazio, Indagine sul bullismo nelle scuole superiori della Provincia di Trento, 2001  

SCUOLA – I ragazzi raccontano: ''Il bullismo peggiore è quello femminile: bisogna soffrire e accettarlo''

 

Tra i tanti quesiti a domande chiuse gli osservatori della prima indagine italiana sul ''bullismo'' alle superiori, hanno voluto inserire una domanda aperta per gli allievi, chiedendo loro di raccontare brevemente, con le proprie parole, un episodio di prepotenza subita, osservata o fatta subire. Ne sono emerse denuncie di violenza verbale e fisica e volti senza nome di tante vittime che in genere sono persone indifese, che non riescono a reagire, su cui il “bullo” esercita la propria superiorità sia fisicamente che psicologicamente.


“Nella mia classe – racconta un ragazzo - c’è un ragazzo che viene spesse volte preso in giro per i suoi difetti e lui purtroppo è impotente e si mette anche a piangere”. E ancora: “Sono sempre stato al centro di prepotenze, se così si possono chiamare. Probabilmente ispiro violenza, calci, pugni, spesso per giocare, ma non sempre. Ormai, grazie alla mia crescita nessuno si azzarda più a farmi niente e non perché io a mia volta ho fatto prepotenze sulle persone, ma semplicemente perché le persone si sono accorte che non accetto più ingiustizie, né fatte a me ne agli altri.”


I racconti danno anche l’impressione che ciò che viene scritto sia uno sfogo rispetto ad episodi che si ripetono nel tempo e di fronte ai quali la vittima è impotente. “E’ cominciato tutto un giorno in cui un compagno chiese un informazione a tutta la classe, – racconta un adolescente - io gli risposi gentilmente e lui no con una parolaccia; io gli spiegai di non rispondermi così, ma lui non accettò quello che gli dissi, e andando a raccontare in giro, ad alcuni compagni il fatto, si sono raggruppati e hanno incominciato a prendermi in giro, a offendermi e a spintonarmi, sempre con l’assenza della prof. Questa storia continua, nonostante ne abbia parlato alla preside e ai miei genitori. Io non riesco e non posso reagire perché sono debole e perché sono troppo buono, non mi va di far male alle persone; e poi se dovessi rispondere a parole senza offese, ancora faccio la parte del colpevole e dello sfigato”.


Diversi gli episodi di bullismo denunciato, prepotenze fisiche o verbali rivolte direttamente ed atteggiamenti di esclusione dal gruppo, dicerie o manipolazione dei rapporti di amicizia nella classe: ““Io penso che quando un tipo simpatico prende di mira un tipo tutti poi vanno lì e lo picchiano. Ma quando le donne decidono di escludere qualcuno è peggio, perché non la sfiorano fisicamente, ma non ti parlano e tu senti che parlano di te, ma loro fanno finta di niente, poi si inventano canzoni su di te e barzellette. In conclusione penso che sia peggio il bullismo femminile a quello maschile anche perché in quello maschile può intervenire qualcuno ma in quello femminile bisogna soffrire e accettarlo”.

 

Il volto giovane del "male di vivere"

Una ricerca recente del Centro europeo per l’educazione segnala come rispetto ai comportamenti violenti quali il vandalismo, il bullismo, oltre il 70% di un campione di adolescenti ha risposto di averli praticati. Gli aspri sentieri di minori e adolescenti, il disagio sociale e l’inadeguatezza di risorse educative e pedagogiche. Alcune riflessioni.
vedi testo completo


La pagina
- Educazione&Scuola©