INDICATORI DI RICETTIVITA' DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE IN PUGLIA

di Vincenzo D'Aprile

Il Sistema Informatico del Ministero della Pubblica Istruzione a partire dall'anno scolastico 1993-94 ha avviato la prima fase della "rilevazione patrimoniale" dell'edilizia scolastica; informazioni acquisite tramite il servizio trasmissione dati dei vari Provveditorati agli studi. Con la C. M. 344 (6-11-95) si è avviata la seconda fase per la costituzione dell'Anagrafe del patrimonio immobiliare scolastico. Dove e come poter reperire questi dati?

Attualmente l'ISTAT, congiuntamente al M.P.I., raccoglie ogni anno (situazione al 15 ottobre) i dati più significativi su Unità scolastiche, Classi, Aule, Alunni, Docenti, ecc.) con i seguenti modelli di rilevazione

Negli anni '70 i modelli di rilevazione ISTAT erano M/40 per le scuole materne, M/10 per le elementari, M/20 per le medie e M/30 per le scuole secondarie superiori.

Al fine di acquisire elementi utili a determinare indicatori validi par valutare il livello di ricettività dell'edilizia scolastica in Italia (degli ambienti, cioè, in cui normalmente i nostri ragazzi dalla scuola materna alle secondarie superiori trascorrono la gran parte del tempo-scuola) oggi un ricercatore non può non tener conto dei succitati Modelli ISTAT. E in particolare i seguenti punti

Tutte queste informazioni, che, in certo senso, fotografano alcuni fattori che possono rendere più gradevole e proficua la frequenza a scuola degli alunni, fanno riferimento - appunto - ad una maggiore o minore ricettività degli edifici scolastici al 15 ottobre di ogni anno; informazioni raccolte a cura delle singole scuole. In effetti la redazione dei succitati modelli è affidata di norma ad un applicato di segreteria. Questi dati vengono quindi fatti pervenire al provveditorato il quale, a sua volta, li invia all'Istat. Essendo ormai operante il sistema informatico, perché il nostro Istituto nazionale di statistica non mette a disposizione degli operatori scolastici, per esempio nei propri uffici regionali, la gran mole di dati raccolti con queste schede informative dalle nostre scuole? E più a monte, perché l'ISTAT e il M.P.I. nei loro modelli di rilevazione, ad esempio sullo stato dell'edilizia scolastica, non formulano domande più puntuali, pertinenti, omogenee ed univoche per i vari tipi di istituti scolastici?

I dati analizzati in questo saggio sono stati attinti prevalentemente dai più recenti Annuari di statistiche dell'istruzione - dalla scuola materna alle secondarie superiori - pubblicati dal nostro Istituto nazionale di statistica. Al nostro scopo sono risultate di scarsa utilità le altre pubblicazioni Istat sull'argomento: Annuari di statistiche delle opere pubbliche (a livello comunale) e Statistiche dell'attività edilizia (a livello provinciale). Per ragioni di opportunità - chi scrive è un operatore scolastico di Bari - la presente ricerca si limiterà ad analizzare i dati delle cinque province pugliesi, per lo più correlati con quelli dell'Italia Meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e dell'Italia in generale. E' ovvio, però, che analoghe ricerche possono essere condotte su qualsiasi altra regione italiana (dati provinciali), oppure anche a livello delle cinque grandi ripartizioni geografiche in cui per lo più si suddivide l'Italia: Nord-est, Nord-ovest, Centro, Sud e Isole.

I) Indicatore generale di ricettività

Con questo indicatore si è inteso evidenziare il rapporto alunni/unità scolastiche e alunni/classi, supponendo che i nostri ragazzi abbiano più opportunità di "star bene con gli altri" in una scuola non "superaffollata" e in una classe non molto numerosa; in ambienti, cioè, che favoriscano un dialogo personale e costruttivo tra gli alunni e i propri formatori istituzionali. Quali indici sono stati tenuti presenti dal Consiglio dei Ministri allorché il 12-6-98 ha precisato il Dimensionamento ottimale delle Istituzioni scolastiche statali ai sensi dell'art. 21 della Legge 59/97? Si ricordi che il relativo Regolamento all'art. 2.2 recita: "Ai fini indicati al comma 1[il riconoscimento dell'Autonomia alle scuole], per acquisire o mantenere la personalità giuridica gli istituti di istruzione devono avere, di norma, una popolazione, consolidata e prevedibilmente stabile per almeno un quinquennio, compresa tra 500 e 900 alunni…".

Ecco i dati più recenti pubblicati dall'Istat per rilevare i rapporti Alunni per scuola e Alunni per classe (Tav. 1).

1) Alunni per scuola

Circoscriveremo la nostra analisi alle scuole statali nell'a. sc. 95-96. Nelle strutture scolastiche pugliesi -dalle materne alle secondarie superiori- è evidente una frequenza più consistente dell'utenza rispetto a quelle del resto d'Italia. Per la scuola elementare, ad esempio, se la media nazionale è di 142 alunni per Istituto, quella della Puglia ne registra più del doppio: 306 alunni. In quali province pugliesi sono ubicate le scuole con il maggiore afflusso di ragazzi? Per le secondarie superiori Brindisi (515 alunni per istituto), per le scuole medie Bari (441) e per le elementari e materne Taranto (rispettivamente: 363 e 111 alunni).

2) Alunni per classe

Analoga la situazione alunni per classe. Rispetto alla media italiana, in Puglia si ha un alunno in più nelle classi delle secondarie superiori (23) e nelle sezioni delle materne (24), due in più nelle classi delle scuole medie (22) e addirittura tre in più in quelle delle elementari (20). E all'interno delle cinque province pugliesi le classi più numerose si riscontrano per la materna nella provincia di Bari (25), per la scuola elementare in quelle di Bari (21) e Taranto (21), nelle medie a Bari (22), Taranto (22) e Brindisi (22), e nella secondarie superiori ancora nelle province di Bari e Taranto in cui la frequenza media è di ben 24 alunni per classe.

II) Indicatori di vetustà

E' un indicatore che riguarda solo le scuole materne, elementari e medie per l'a. sc. 95-96. Mancano, infatti, analoghi dati per le suole superiori.

Si suppone che i nostri alunni studino meglio in scuole più accoglienti e dotate non solo di idonee aule ordinarie (magari spaziose, luminose, però con volte non eccessivamente alte per esigenze di acustica), ma anche di laboratori attrezzati, biblioteche, aule per la multimedialità, palestre, piscine, ecc. Di norma queste strutture è più facile trovarle nelle scuole di più recente costruzione, anziché in quelle di un secolo fa o prima ancora, come può essere un convento del XVII secolo adattato ad edificio scolastico.

Dalla Tav. 2 si deduce che la Puglia dispone di strutture scolastiche più "moderne" rispetto alla media italiana; l'80,8% di esse, infatti, risulta costruito dopo il 1946, rispetto al 76,4% del resto d'Italia. E tra le province pugliesi Brindisi (84,1%), Taranto (82,8%) e Lecce (82,1%) disporrebbero di scuole di più recente costruzione nei confronti di Foggia (80,0%) e Bari (78,2%). In particolare ricordiamo che una scuola materna statale a Foggia e un'altra a Brindisi nell'a. sc. 95-96 erano ubicate in stabili costruiti prima del 1600; come pure tre scuole elementari nella provincia di Foggia e due in quella di Bari. Comunque in Puglia usa strutture risalenti a prima del '900 il 3,5% delle scuole elementari, il 3,6% delle medie e il 3,0% delle materne; e complessivamente il 96,8% degli edifici scolastici pugliesi sono stati costruiti negli ultimi cento anni (media nazionale: 94,4%).

III) Indicatori di precarietà

Con questo valore si vuol indicare negli a. sc. 94-95, 95-96 e 96-97 il tasso tra il totale delle aule delle scuole secondarie superiori - statali e non statali - che l'Istat chiama precarie e il numero complessivo delle aule ordinarie a disposizione per la didattica. Nella Tav. 3 si evince chiaramente che gli alunni delle secondarie statali della provincia di Brindisi negli anni scolastici 95-96- e 96-97 hanno potuto usufruire di un numero di aule meno precarie (6,8% e 7,6%) rispetto ai colleghi della provincia tarantina (19,2% e 14,2%). Non disponiamo di elementi utili per comprendere perché questo indice di precarietà delle aule dal 94-95 al 96-97 abbia raggiunto valori particolarmente elevati nelle scuole non statali della provincia di Brindisi (18,3%, 21,8% e 13,3%). Nel 96-97 i valori di questo indice di precarietà relativo alle scuole superiori statali del Meridione è risultato doppio se rapportato a quello medio del resto d'Italia (rispettivamente: 12,4% e 6,3%). Si tratta di valori che tendenzialmente dovrebbero azzerarsi nei prossimi dieci anni in Italia.

IV) Indicatori di turnazione

Quello delle scuole con doppi e tripli turni, anche a causa del decremento demografico, è ormai un fenomeno del tutto marginale. E' opportuno ricordare a tale proposito che la nostra nazione a partire dal 1964 è stata interessata dal fenomeno della denatalità; anno dopo anno, infatti, le nascite nono passate da 1.035.000 del 1964 a 917.000 nel 1970, 628000 nel 1980, per attestarsi intorno a 550.000 unità negli anni '90: negli ultimi 35 anni di fatto le nascite si sono dimezzate.

Da notare, inoltre, che il fenomeno della carenza delle aule, legato a quello della turnazione, aveva assunto caratteri piuttosto problematici negli anni '70; venticinque anni fa in Italia, rispetto al fabbisogno, mancava il 20% circa delle aule nelle scuole elementari, il 4% nelle medie e il 10% nelle superiori.

Veniamo ai giorni nostri. L'Istat già da alcuni anni non indica più in modo sistematico i dati provinciali delle classi e degli alunni interessati nei doppi turni. Nella Tav. 4 abbiamo comunque evidenziato il tasso di turnazione della regione Puglia rapportato al Meridione e all'Italia nel suo complesso. Delle cinque province pugliesi il fenomeno riguarda solo quella di Bari, e precisamente 377 alunni delle scuole medie (pari allo 0,58% del tot. Alunni) e 120 delle superiori (lo 0,14%). Del tutto insignificanti i valori di questi indicatori della regione; e comunque si tratta di valori decisamente inferiori sia alle medie nazionali (rispettivamente: 0,77% e 0,64%) sia soprattutto a quelle dell'Italia meridionale (1,23% e 1,11%).

V) Indicatori infrastrutture H

E' nota la particolare attenzione dell'istituzione scolastica per garantire il diritto allo studio a tutti i cittadini, compresi naturalmente anche i portatori di handicap per i quali da un lato si provvede ad una collaborazione adeguata attraverso competenti docenti di sostegno, dall'altro si cerca di rendere loro meno perniciose le barriere architettoniche

In questo saggio per indicatori infrastrutture H abbiamo evidenziato i valori degli interventi operati da parte di chi gestisce l'edilizia scolastica per ovviare, appunto, alle barriere architettoniche nelle nostre scuole dalla materna alla media inferiore; l'Istat, infatti, non fornisce le cifre relative alle secondarie superiori.

Dalla Tav. 5, pertanto, si rileva che per quanto riguarda gli interventi sulle strutture a favore dei portatori H il record in Puglia lo detiene la provincia di Taranto non solo per le scale (21,9%), ma anche per gli ascensori (11,0%), le porte (30,1%) e per i servizi igienici (20,7%). Lo standard della regione Puglia rispetto a quello nazionale è leggermente superiore solo per le scale (15,8% Puglia e 15,3% Italia); risulta, infatti, di qualche punto percentuale in meno sia per i servizi igienici (-4,5%), che per gli ascensori (-1,7%) e per le porte (-1,4%). Discorso a parte merita, invece, il servizio trasporto attivato per i portatori di handicap: la Puglia con il 35,9% delle proprie scuole che hanno attivato il servizio supera notevolmente la media italiana (13.2%). Evidentemente i competenti assessorati degli Enti Locali hanno dimostrato una particolare sensibilità per assicurare la presenza fisica a scuola di questi ragazzi. E la media dei trasporti H nella provincia di Bari sfiora addirittura il 45%; in questa apprezzabile graduatoria la provincia del capoluogo pugliese è seguita in ordine da quella di Brindisi (35,3%), Lecce (32,3%), Taranto (30,2%) e Foggia (29,6%). Si tenga presente, ancora, che nell'Italia meridionale questo servizio è - pur se di poco - meno diffuso rispetto al resto d'Italia. Alcuni Comuni della provincia di Bari in questi ultimi anni hanno utilizzato anche dei giovani del servizio civile per agevolare gli spostamenti degli alunni H nell'ambito delle scuole che essi frequentano.

VI) Indicatori sintetici

Solo nell'anno scolastico 1994-95 ed esclusivamente per la scuola media inferiore, l'Istat per le singole province italiane fornisce un indicatore sintetico di precarietà delle strutture scolastiche. Detto indicatore sintetizza i dati relativi a

Scorrendo la Tav. 6 relativa alla Puglia si ricava che tra le province dotate di scuole medie più funzionali troviamo Lecce (-1,13) e Foggia (0,89); più precarie, invece, le strutture dello stesso tipo di scuola a Brindisi (1,04), Bari (1,11) e Taranto (1,33). Analogamente in Italia: al primo posto, cioè con scuole medie meno precarie, c'è la provincia di Bolzano (indice: -2,13) e all'ultimo quella di Reggio Calabria (2,18).

Bari, 6 ottobre 1999

 



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