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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

 

IMMIGRAZIONE - Turco (Ds): ''I clandestini non aumentano per gli sbarchi, ma perché il governo ha bloccato i flussi e gli ingressi regolari''

 

“Aumentano i clandestini non per gli sbarchi, ma perché il governo ha bloccato i flussi e gli ingressi regolari". È la denuncia di Livia Turco, responsabile delle politiche di welfare dei Democratici di sinistra, che oggi promuovono al Centro Congressi Frentani un incontro nazionale sui temi dell’immigrazione, dal titolo “La politica dell’immigrazione, il semestre europeo, i primi effetti della Bossi Fini”. All’iniziativa dei Ds sullo stato delle politiche dell’immigrazione nel nostro paese partecipano rappresentanti dell’associazionismo, magistrati, avvocati, parlamentari, sindacalisti.


L’onorevole Turco definisce "decisiva" per l'integrazione la partecipazione politica degli immigrati e il loro diritto di voto a livello locale. Su questo tema i Ds stanno preparando per il mese prossimo un’iniziativa a Roma. In ogni caso per la deputata diessina “la Bossi-Fini è una legge da combattere; cerchiamo di attenuarne i danni, ma se torneremo al governo questa legge è da buttare nel cestino. Riprenderemo in mano la legge 40, che non è stata applicata, e la miglioreremo”. Come? “Potenziando l’istituto dello sponsor, togliendo dalle quote di ingresso il lavoro domestico, facilitando e potenziando i meccanismi d’incontro tra domanda e offerta, prevedendo un vincolo per la quota minima di ingressi annuali, da garantire per legge”. Per Turco, quindi, la Bossi-Fini “è una legge fantasma: mancano i decreti attuativi e il Regolamento”. E sono “sparite totalmente le politiche d’integrazione: invece bisogna interrogarsi su come cambia la qualità della convivenza in Italia, sul rapporto tra italiani e stranieri, sulle modalità in cui costruire la convivenza nella scuola, nei luoghi di lavoro, in ambito sociale”.


Inoltre ben 200 ordinanze e 400 quesiti presentati in questi mesi alla Corte Costituzionale in merito all'applicazione della Bossi-Fini, che prevede anche "l'accompagnamento obbligatorio alla frontiera in caso di espulsione. “La convalida cartacea dell’espulsione coattiva con accompagnamento obbligatorio alla frontiera è di difficile compatibilità con l’articolo 13 della Costituzione, perché incide sulla libertà dell’immigrato”, ha notato il giurista Renato Finocchi Ghersi, precisando: “Non viene previsto nessun contraddittorio con l’immigrato, né l’assistenza di un difensore”. Quindi ci si interroga sulla legittimità del trattenimento e dell’accompagnamento coattivo, ma anche dell’arresto obbligatorio (“previsto soltanto per reati gravissimi nell’ordinamento italiano”) quando non è possibile trattenere lo straniero in un centro di permanenza o espellerlo immediatamente: si verifica in questo caso, ad avviso di Ghersi, “un’interferenza tra giudizio penale ed espulsione amministrativa. “È una legge non chiara anche per gli esperti di diritto”, commenta Turco, insistendo: “Per bloccare la clandestinità occorre rendere conveniente l’ingresso regolare”. In materia di regolamentazione dei flussi annuali “il governo si è limitato ad emanare il 20 dicembre 2002 un decreto per l’ingresso di 60mila lavoratori stagionali per il 2003”, ha ricordato Giulio Calvisi, responsabile del settore Immigrazione dei Ds, “ma c’è il rischio che i lavoratori entrino quando le campagne di raccolta sono finite”, a motivo del moltiplicarsi di “impacci burocratici all’ingresso”. Il ministro del Welfare Maroni ha annunciato un decreto flussi per 20mila lavoratori, di cui 8mila stagionali. “Si vuole continuare ad essere, se non si cambia la proposta, un paese a frontiere chiuse dove di entra solo irregolarmente – ha commentato Calvisi -. Di questo passo è sicuro che saltino gli accordi anche con Tunisia e Marocco, e tutta la politica degli ingressi”.

 

IMMIGRATI IN ITALIA E LAVORO:
Domande di regolarizzazione e contratti lavorativi stipulati
Dati al 2003

Città

Domande presentate

Contratti 
stipulati


pratiche chiuse

Roma

108.337

4.000

3,7

Padova

13.644

1.000

7,3

Treviso

11.732

877

7,5

Firenze

17.000

1.300

7,6

Bari

6.250

533

8,5

Milano

87.000

8.000

9,2

Verona

12.917

1.332

10,3

Torino

35.800

3.891

10,9

Genova

10.636

1.945

18,3

Palermo

4.283

800

18,7

Vicenza

10.740

2.281

21,2

Brescia

24.520

6.000

24,5

Lecce

1.953

601

30,8

Bologna

3.800

1.300

34,2

TOTALE

348.612

33.860

9,7

Fonte: Sole 24 Ore, Aprile 2003 

Cittadini stranieri in Italia: visti d'ingresso concessi per lavoro e inserimento - Anni 1999/2001

MOTIVI

1999

%

2000

%

2001

%

Lavoro subordinato

35.902

28,5

82.115

45,0

91.007

43,7

vari settori

35.902

-

65.302

-

66.216

-

marittimi

-

-

5.005

-

4.795

-

spettacolo

-

-

855

-

1.746

-

sport

-

-

328

-

1.286

-

inserimento con sponsor

-

-

6.776

-

14.204

-

inserimento senza sponsor

-

-

3.847

-

2.760

-

 

Lavoro autonomo

7.279

5,8

7.568

4,2

5.897

2,9

autonomo vari settori

7.279

-

5.558

-

1.485

-

spettacolo

-

-

1.702

-

4.342

-

sport

-

-

308

-

160

-

 

Ricongiungimento familiare

44.666

35,5

48.705

26,7

64.800

31,2

 

Studio

31.609

25,18

35.628

19,5

38.336

18,4

Studio

31.609

-

33.101

-

34.763

-

Studio/Università

-

-

2.527

-

3.573

-

 

Motivi religiosi

6.080

4,8

8.007

4,4

7.018

3,4

 

Residenza elettiva

499

0,3

518

0,2

791

0,4

 

Totale visti lavoro/inserimenti

126.035

100,0

182.541

100,0

207.969

100,0

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE GENERALE VISTI

834.776

-

1.008.999

-

947.322

-

Fonte: Caritas/Dossier statistico immigrazione, 2002    

Pressione migratoria in Italia: respingimenti ed espulsioni
Anni 1998/2001

 

1998

1999

2000

2001

Respinti

45.157

48.437

42.221

41.058

Dal questore

15.564

11.500

11.350

10.433

Alle frontiere

29.593

36.937

30.871

30.625

 

Espulsi

8.978

23.955

23.836

34.390

Accompagnati alla frontiera

8.546

12.0.36

15.002

21.266

Provv. Autorità giudiziaria

432

520

396

373

Accordi di riammissione

-

11.399

8.438

12.751

 

Intimati di espulsione

44.121

40.489

64.734

58.207

 

Totale persone coinvolte

98.256

112.881

130.791

133.655

Persone effettiv. allontanate

54.135

72.392

66.057

75.448

% persone allontanate

55,1

64,6

50,6

56,4

Fonte: Caritas/Dossier statistico immigrazione, 2002  

A fine anno la domanda di lavoratori stranieri sarà di circa 224mila persone. Stima dell'Unione Camere di commercio

A fine anno la domanda di lavoratori stranieri si aggirerà intorno alle 224mila persone (erano quasi 164mila nel 2002, sfioravano quota 150mila nel 2001): il 33% del totale delle assunzioni previste dalle imprese con dipendenti, secondo le stime dell'Unione italiana delle Camere di commercio. Quindi un neoassunto su 3 potrebbe essere immigrato. Ma tra quote stagionali e decreto flussi (in attesa del successivo) nei primi mesi del 2003 sono arrivati in Italia 83mila lavoratori stranieri. A snocciolare i dati è Ugo Girardi, vicesegretario di Unioncamere, durante l’incontro nazionale promosso oggi dai Ds al Centro Congressi Frentani sul tema “La politica dell’immigrazione, il semestre europeo, i primi effetti della Bossi Fini”.

L’indagine annuale “Excelsior” di Unioncamere evidenzia le “esigenze di professionalità previste dalle imprese”, attraverso precise rilevazioni sui fabbisogni occupazionali relativi al personale in arrivo da paesi extracomunitari. Secondo i dati messi a punto in questi giorni, l’area da cui proviene la maggiore richiesta di personale non italiano è il nord-est (37,2% delle assunzioni previste quest’anno); seguono il nord-ovest (35,2%), il centro (32,5%) e il mezzogiorno (27,5%). Circa il 60% delle assunzioni previste nel corso del 2003 riguarda il settore dei servizi (132mila posti), in particolare servizi di pulizie, in cui gli stranieri sarebbero il 59,8% degli assunti. Anche nel settore sanità e dei servizi sanitari privati la quota di immigrati da assumere è molto alta (55,6%), così come nel settore turistico, degli alberghi e ristoranti (43,1%). Nelle attività industriali le richieste sono state 30mila per quanto riguarda le costruzioni, 15mila nelle industrie dei metalli, 10mila in quelle meccaniche e dei trasporti, mentre nelle industrie di gomma e materie plastiche gli stranieri rappresentano il 40,2% del totale delle assunzioni in cantiere per il 2003.

In Italia, dunque, cresce una “domanda strutturale di lavoro immigrato – evidenzia Girardi -, non solo per esigenze stagionali o per bassa manovalanza, ma anche – in prospettiva – per profili e figure professionali legati a nuovi bisogni sociali”. Si acuiscono, allo stesso tempo, le difficoltà delle imprese nel reperire i “bad jobs”, cioè i lavoratori “di basso profilo”, la cui occupazione è caratterizzata dalle “3 d: dirty, dangerous, demanding”. Infatti, anche se il nostro paese “ha affiancato Lussemburgo e Austria nei paesi in cui il tasso di attività degli stranieri risulta superiore a quello dei locali, il sistema Italia chiede prevalentemente stranieri a bassa qualifica”, osserva Girardi, convinto dell’opportunità di “varare politiche attive per ‘attrarre cervelli’ e non solo braccia, investendo sul personale straniero ‘high skilled’, con minori difficoltà di inserimento e integrazione sociale”.Intanto aumentano nell’ultimo triennio – con un trend di circa +20% all’anno - le imprese che hanno come titolare un immigrato: 125.457 lo scorso anno, erano 105.548 nel 2001 e 85.049 nel 2000. Le imprese straniere fioriscono soprattutto al nord-ovest (35.139, il 28% del totale degli imprenditori immigrati in Italia); seguono il Mezzogiorno (26,4%), il centro (23,6%), e il nord-est (22%). Gli imprenditori provengono prevalentemente da Marocco, Cina, Albania, Senegal, ma anche Tunisia ed Egitto; fanno i commercianti nel 34,7% dei casi, ma sono numerose anche le imprese di costruzioni (24,2%) e di manifattura (12,1%).

 

IMMIGRATI IN ITALIA E LAVORO:
Andamento delle assunzioni di personale proveniente da paese extracomunitari per settori di attività e ripartizione territoriale nel periodo 2002/2003

Anni/G.R.T. e settori di attività

2001

2002

2003

v.a.

% su tot.

v.a.

% su tot.

v.a.

% su tot.

G.R.T.

 

 

 

 

 

 

Nord Ovest

48.707

21,3

49.715

24,1

71.393

35,2

Nord Est

49.655

26,4

50.413

27,5

64.854

37,2

Centro

26.672

20,3

30.069

23,6

42.171

32,5

Sud e Isole

24.434

14,8

33.597

19,9

45.526

27,5

TOTALE

149.468

20,9

163.794

23,9

223.944

33,3

Industria

75.123

21,7

74.159

25,2

91.718

32,6

Servizi

74.345

20,3

89.635

22,9

132.226

33,8

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2003  

 

Stranieri e media: nel 76% dei casi le notizie scaturiscono dalla cronaca e solo nel 6% dei casi il commento è degli stessi immigrati

 

Le notizie sull'immigrazione nei media? Nel 76% dei casi scaturiscono da episodi di cronaca, sia nelle pagine nazionali che locali; per il 5% compaiono nelle sezioni dedicate alla politica e sono praticamente assenti tra le pagine della cultura e dell’economia. Soltanto nel 6% dei casi a commentare le notizie riguardanti l’immigrazione sono cittadini stranieri mentre nella quasi totalità degli articoli le persone intervistate e citate sono di nazionalità italiana. Sono queste le anticipazioni di una ricerca realizzata dal Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, nell’ambito di un progetto Equal. Iniziato nell’ottobre 2002, lo studio si concluderà nei prossimi mesi (settembre 2003) ed ha l’obiettivo di approfondire e analizzare la rappresentazione mediale della presenza straniera in Italia e, contemporaneamente, verificare come tale immagine concorra effettivamente alla costruzione dell’opinione pubblica.


Tale ricerca è parte del più ampio progetto Etnequal Social Communication, finanziato nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria Equal, che vede impegnati Amnesty International – Sezione Italiana, la Caritas Diocesana di Roma, il Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università di Roma “La Sapienza” - Osservatorio sulla Comunicazione Sociale e dell'Editoria del Terzo Settore, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Galgano International e la RAI.


Il progetto ha come obiettivo generale di contribuire a contrastare il pregiudizio e l’intolleranza diffusa nei confronti degli immigrati, attraverso i canali dell’informazione e della comunicazione di massa, facilitando l’inserimento e l’accesso dei soggetti deboli nel mercato del lavoro. Fenomeni quali intolleranza, discriminazione, e conseguente emarginazione, nei confronti degli immigrati scaturiscono spesso da un’informazione insufficiente e a volte parziale, da una conoscenza superficiale degli stranieri, del loro modo di essere in rapporto alla cultura dei paesi di origine e dei problemi che si pongono in relazione ad un positivo inserimento nella società italiana, oltre che da pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni. Tutto ciò può provocare diffidenza, timore e a volte un’ingiustificata sensazione di pericolo in quanti vengono a contatto, nella vita quotidiana, con gli stranieri che si trovano in Italia.


La ricerca è una delle fasi principali del progetto, insieme alla Formazione e Comunicazione. La fase della formazione, curata dalla Caritas Diocesana di Roma in collaborazione con Amnesty International – Sezione Italiana, Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università di Roma e dalla Federazione Nazionale della Stampa, ha visto momenti di incontro e dibattito in centinaia di scuole, tra gli operatori di Pubblica Sicurezza e con gli Operatori della comunicazione (Ordini regionali dei giornalisti, circoli della stampa, scuole di giornalismo). Mentre la comunicazione vedrà impegnata la RAI che, a partire dal gennaio 2004, attraverso un piano di interventi realizzati all’interno di programmi radiofonici e televisivi, cercherà di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della lotta al razzismo e alla discriminazione.


Sistema Excelsior 2003 - Tabelle


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