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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Intervista a Federico Appel, autore de “ Le memorie di Alessandro“, Nuove Edizioni Romane

a cura di Mario Coviello

-          Chi è Federico Appel ?

Un giovinotto di circa trent’anni, che ormai quasi non è più un giovinotto.

-          Perché scrivi ?

Domanda difficilissima questa: si potrebbe dire perché mi diverto. Ma si dovrebbe anche dire, soprattutto, perché mi piace che qualcuno mi legga, e magari pensi alle cose che scrivo.

-          Ti piace di più scrivere o disegnare ?

inizialmente non mi piaceva scrivere, mentre disegnare, anche in maniera selvaggia, mi è sempre venuto facile. Adesso non mi viene facilmente nessuna delle due cose, ma mi piacciono entrambe.

Nel mio  primo e finora  unico libro mi sono divertito ad accompagnare la storia dI Alessandro con i miei disegni. L’illustratore se è bravo, rivela particolari e aspetti nuovi delle vicende e dei personaggi.   Mi piacerebbe riuscire a fare un romanzo a fumetti,prima o poi.

-          Qual è stato il primo libro che hai letto ?

In realtà non mi ricordo. Però il primo romanzo importante è stato il GGG di Roald Dahl.

-          Qual è il libro  che ha segnato la tua formazione ?

Non credo che ci sia stato un libro solo. E posto che gli esami non finiscono mai, il libro fondamentale per la  propria vita, cambia. Una volta è uno poi passa il testimone ad uno nuovo. Per fortuna.

-          Qual è il libro che tutti dovrebbero leggere ?

Direi che già il fatto di leggere un libro è importante.

-          Il tuo autore preferito ?

Attualmente sono fissato con Tommaso Landolfi, ma ci sono anche Poe, Melville, Calvino, e altri ne verranno.

-          E un consiglio per chi ha voglia di scrivere ?

Leggere leggere, leggere

-          Come sei diventato docente universitario di Letteratura per l’infanzia ? Hai prima insegnato ai piccoli e/o ai  più grandi ?

In realtà sono solo docente a contratto, il che significa insegnare gratis o poco più ed essere l’ultima ruota del carro. Sono arrivato a questo incredibile risultato studiando e studiando. La mia tesi di Laurea era su Antonio Rubino, scrittore e illustratore, e ho continuato durante il dottorato a  scrivere e studiare autori per ragazzi oggi dimenticati. Il mio lavoro di dottorato era incentrato, ad esempio, sulla letteratura d’avventura e in particolare su Yambo, autore e illustratore eclettico e strano.

-          Mi sono divertito a leggere il tuo libro perché affronti il personaggio di Alessandro con ironia. Come è nato il tuo libro?

 In realtà non si può essere sempre ironici.    Alessandro quando l’ho studiato a scuola mi era antipatico e  quando la casa editrice dove lavoro “ Nuove Edizioni Romane” mi ha chiesto di scrivere su di lui mi sono documentato. Hol  letto  sulle sue imprese sia fonti greche e latine, Plutarco e Curzio Rufo, che  fonti  persiane e  indiane come la saga di Gilgamesh. Mi intrigava Alessandro raccontato dai suoi nemici,. Mi sono formato sui libri di Lucien Fevre, sulla sue teorie “sulla mentalità collettiva”.

Sono convinto che non esiste la storia, ma le storie;  la storia è narrazione, è fatta di punti di vista. E mi ha subito colpito il fatto che nella storia di Alessandro si ritrovano tutti i topos narrativi, gli elementi delle storie degli eroi: il viaggio, l’avventura.  Mi ha colpito la somiglianza di Alessandro con i  cavaliere medievali, con  Rinaldo. Sono stato conquistato dal la sua curiosità verso gli altri, dalla sua  capacità di conoscere e far convivere tanti popoli e civiltà. Alessandro è  stato un precursore di quelle politiche interculturali di cui tanto si parla oggi. Ho riflettuto sul fatto che ha viaggiato e conquistato l’Iran,l’Iraq,l’Afganistan, che oggi sono sui giornali tutti i giorni; egli  ha creduto di aver portato in queste terre,tra questi popoli, la pace e la civiltà e, subito dopo la sua morte,  è ritornato il caos.   

 -     Consiglieresti ai docenti di storia di insegnare allo stesso modo ?

Gli insegnanti di storia, se posso osare consigli, dovrebbero cercare di mostrare come non esistano verità assolute, ma come anche la storia, soprattutto quella, abbia angolature diverse, e diversi modi di intendere vittorie o sconfitte o eventi politici.

-          Alessandro  è  sempre insoddisfatto lo sei anche tu? Cosa vuoi fare da grande?

Io in realtà non sono insoddisfatto. Però sono assurdamente ambizioso.Mi piacerebbe continuare a scrivere e disegnare. Ma anche avere una barca a vela,diventare campione olimpico, ricevere il Nobel, volare… Con molta fatica sto scrivendo il mio secondo libro  “ Il sosia di Napoleone”. Mi sono documentato sul Napoleone privato, la sua infanzia,l’adolescenza, il rapporto con la madre, il suo rapporto con le donne.

-Cosa pensa della scuola pubblica italiana dell’era Gelmini

Difficile dare una risposta senza arrabbiarsi,o soffrire. Grazie al successo del mio libro mi incontro con moti docenti e bambini. La scuola pubblica italiana è viva e i docenti portano avanti il loro lavoro, starei per dire la loro missione, con competenza, voglia di sperimentare nuove strade, grande spirito di sacrificio. I ragazzi che incontro sono aperti, vivaci,curiosi, hanno sete di conoscere e mi danno tanto quando sto con loro.

-          Chi è Teresa alla quale dedichi il tuo libro

Teresa è la mia compagna, dai tempi del liceo.

-          Sei sposato, hai figli, racconti storie ai tuoi bambini ?

Ho una figlia, che ha tre anni e si chiama Ada. A raccontare storie, prima di andare a letto, sono piuttosto negato. Meglio leggere insieme un buon libro.      

Roma,10 maggio 2010

 


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