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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
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Poesia come messaggio

di Antonio Stanca

Che dirti?

E’ frutto di una delle mie solite visioni,
questo lo strazio!
La vita a volte corre magra
sui muri
come tarantola salentina
nera, solitaria.
Altro è però quella farfalla;
con movimenti leggeri
perpetua sogni
ed il tuo mondo sperso,
l’inaudito che respiri
oggi
è qui nella tua mano.

      M. G. Attanasi

Un senso di sconfitta, di perdita è quello che immediatamente emerge dai più recenti componimenti poetici di Maria Grazia Attanasi di Soleto, in provincia di Lecce. Della giovane poetessa è già comparsa una raccolta di versi “Scorci di finestre a scomparire”, ed. Libroitaliano, Premio Selezione “Poesia 2004”, ed ora è in preparazione un’altra della quale ha concesso la lettura di alcune parti. Come nelle precedenti la forma di queste poesie si concentra nella parola, la carica di significati, la espone sola, a dire di quanto avviene nel pensiero, nell’animo di chi scrive. Sono situazioni, momenti, immagini brevi, rapide, che raccolgono l’inquieta interiorità dell’autrice e la esprimono in maniera così autentica da diventare parti di essa, da confondersi con essa. I versi dell’Attanasi avviano un processo d’identificazione, scambio, comunicazione con quanto della vita da essi è preso per rappresentare dei sentimenti. L’irregolarità della loro misura e la varia lunghezza delle strofe mostrano che si esprime un movimento sempre nuovo, mai prevedibile quale quello dell’animo.

E’ la tecnica del “correlativo oggettivo”, dell’oggetto che si fa voce dell’anima, vive di essa, diventa segno, simbolo di un’idea, si estende oltre la propria misura, giunge a tutti, si fa arte.

Anche riguardo ai contenuti i secondi componimenti si collocano in linea con i primi ché anche quelli dicono di uno stato d’angoscia, di sconforto per quanto nell’attuale condizione di vita, nella realtà dei nostri giorni sembra perduto, per i valori dello spirito divenuti difficili. Ma a differenza degli altri i recenti versi lasciano intravedere una luce di speranza, una possibilità di salvezza da ciò che nel mondo si è guastato, dalla rovina comportata dai tempi perché invasi da bisogni, interessi, scopi di genere soprattutto materiale. Questi si sono imposti, hanno vinto sulle richieste dello spirito ma non molto servirebbe per recuperarle. Un pensiero, uno sguardo, un gesto potrebbero ristabilire rapporti finiti, una luce, un colore, una visione potrebbero rivalutare desideri scomparsi, un sorriso, una parola, un’offerta potrebbero annullare distanze createsi. Tanto poco produrrebbe molto e qui avviene la poesia dell’Attanasi, da questi semplici motivi trae alimento e per essi si colloca tra le voci di quegli autori ispirati che, nonostante i tempi, ancora esistono a riprova che l’arte non è finita ma solo ridotta. Limitata a chi non ha smesso di seguire l’anima, cercarla, scorgerne i segni. In questa tendenza vanno inseriti i versi dell’Attanasi, in tale ricerca essi s’impegnano, sulle tracce dello spirito si muovono. Un messaggio è il loro, un richiamo a riprendere quanto perduto, un invito a come farlo.


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