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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Gli inglesi di Barr

di Antonio Stanca

Cronista, giornalista, insegnante, animatore culturale, redattore, scrittore di saggi, romanzi e racconti è stato Robert Barr. E’ nato a Glasgow nel 1849 ed è morto nei pressi di Londra nel 1912. Da bambino era emigrato, insieme alla famiglia, in Canada dove aveva compiuto gli studi ed iniziato la sua attività di docente. Nel 1876 comincia a collaborare con il giornale “Detroit Free Press”, lascia l’insegnamento, si trasferisce negli Stati Uniti e diviene redattore del giornale. Nel 1881 si stabilisce a Londra dove stringe rapporti con gli ambienti culturali della città e con i maggiori autori del momento quali Jerome K. Jerome, Arthur Conan Doyle e Rudyard Kipling. Insieme formano una comunità letteraria, creano l’edizione inglese del settimanale “Detroit Free Press” e perseguono gli obiettivi di una “stampa libera”, volta a rinnovare le vecchie concezioni letterarie. Pure con loro sarà Barr quando nel 1892 fonderà la rivista mensile “The Idler”, che avrà successo per la novità dei contenuti e le libertà dell’espressione. Nel 1895, però, Barr lascia il suo impegno presso la rivista e si dedica esclusivamente all’attività letteraria. In verità alcuni prodotti di questa erano già comparsi negli anni precedenti, nel 1892 con “Le avventure di Sherlaw Kombs”, dove molto abile si era mostrato l’autore nel fare la parodia del famoso Sherlock Holmes del Doyle, e nel 1893 con il primo romanzo “Nel bel mezzo di Allarmi”, dove aveva ricostruito, in chiave comica, le vicende dello scontro avvenuto a metà ‘800 tra gli inglesi e gli affiliati alla società segreta irlandese dei feniani che erano contrari al dominio inglese sull’isola.

In seguito Barr scriverà altri romanzi di carattere storico, altri di carattere sociale, sentimentale mentre il genere preferito per i racconti sarà quello poliziesco. Sarà uno scrittore vario, prolifico il “corpulento e barbuto” Robert Barr quasi volesse esprimere con la scrittura le energie del suo corpo, la forza del suo spirito. La sua narrativa vuol dire di tutto e giungere a tutti e nella vena umoristica trova il modo migliore per farlo. Questa, dovuta anche al suo innato ottimismo, riduce ogni situazione e l’avvicina al lettore, rende popolare la letteratura. Era quanto Barr si  proponeva nei saggi e tramite il giornale e la rivista ed un esempio di tale aspirazione è il breve racconto “L’indizio dei cucchiai d’argento” compreso nella raccolta “I trionfi di Eugène Valmont” del 1906 ed ora ristampato nella “Biblioteca di Repubblica – L’Espresso”, Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A., Roma 2010, che particolare interesse sta mostrando verso gli autori di lingua inglese. In esso ritorna il protagonista dei racconti polizieschi di Barr, Eugène Valmont, ex funzionario di polizia parigino e adesso investigatore privato a Londra. Egli è così abile nel districare situazioni complicate da essersi convinto di possedere qualità superiori agli altri e soprattutto a quegli inglesi presso i quali è venuto a trovarsi e dei quali non condivide molti gusti. Anche questa volta riuscirà a scoprire il colpevole del furto di cento sterline grazie ad una logica ferrea e attenta ad ogni particolare della situazione esaminata. Il francese Valmont svela il malcostume degli inglesi e tramite lui è lo scozzese Barr a scoprire i vizi, i difetti, le colpe della società inglese, ad evidenziare il bisogno per essa di una regola, di una ragione diversa da quella diffusa. L’Inghilterra che Barr aveva preferito come ultima meta della sua vita e della sua fervida attività, l’Inghilterra dove tanto si era adoperato per migliorare, rinnovare le condizioni culturali, tanto aveva scritto, tanti rapporti aveva cercato con  intellettuali ed autori, era anche quella di una società rimasta a lui estranea e che, perciò, avversava. Soprattutto nei racconti sarebbe emersa questa avversione ed egli sarebbe divenuto l’investigatore Valmont ed avrebbe denunciato i guasti di tale società, si sarebbe rifatto di quanto essa gli era mancata, avrebbe vinto sugli inglesi.


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