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Brown, il tempo di una notte

di Antonio Stanca

Comparso nel 2003 col titolo “The Da Vinci Code” fino al 2006 aveva venduto quaranta milioni di copie ed era stato tradotto in molte lingue. In italiano è stato pubblicato da Mondadori pure nel 2003 nella collezione Omnibus e nel 2006 nell’Edizione Oscar Bestsellers. E’ l’immenso romanzo “Il codice da Vinci” del giovane scrittore statunitense Dan Brown, nato a Exeter, New Hampshire, nel 1964 e già noto per precedenti opere di narrativa. Quest’ultima ha rappresentato un caso clamoroso, è stata un successo mondiale, un thriller tanto cercato dal pubblico da potersi considerare un esempio senza precedenti nella storia del genere. Anche molte polemiche ha esso suscitato specie in ambito cattolico poiché particolarmente impegnato si mostra nel contestare verità fondamentali per la religione cristiana, per la Chiesa di Roma, nel recuperare e riabilitare l’elemento femminile, la figura di Maria Maddalena, sottolineare la sua importanza nella vita del Cristo e farla valere di contro a tutte le oscurità, le negazioni e le condanne che ha sofferto per secoli. E’ molta, è lunga la storia che il Brown percorre nel libro e che riesce ad illuminare di una luce diversa da quella nota, a presentare in modo così convincente da attirare il lettore. Nelle cinquecento pagine dell’opera lo scrittore è capace di mantenere una situazione perennemente sospesa, di procurare a chi legge una condizione di continua attesa, un interminabile desiderio di sapere, vedere quanto, cosa può accadere da un momento all’altro. E’ un’azione senza soste quella rappresentata dal Brown, un movimento avviato dalle prime pagine e continuato fino alle ultime senza che appaia mai eccessivo perché fatto risultare come naturale. La maggior parte di tale movimento si svolge in una sola notte a Parigi ed inizia quando il curatore della Grande Galleria del Louvre viene trovato ucciso vicino ad uno dei più famosi dipinti di Leonardo da Vinci. L’avvenimento, la sua notizia mettono in moto forze di polizia, famigliari della vittima, persone private, organizzazioni pubbliche, istituti bancari, enti culturali, religiosi, associazioni segrete. E’ una crescita continua, che si estende oltre la Francia, quella a cui l’autore fa assistere nei capitoli della sua opera. Moltissimi sono questi e generalmente brevi poiché sempre alternantisi nella loro funzione di contenere le diverse, innumerevoli parti dell’immensa storia che dall’episodio iniziale viene avviata. Una storia non solo moderna, attuale ma anche antica, remota, non solo d’arte ma anche di religione, letteratura, teatro, filosofia, scienza, archeologia, astronomia, astrologia, non solo di messaggi, codici da decifrare ma anche di personaggi, avvenimenti, non solo di certezze, scoperte, ma anche di dubbi, sospetti, supposizioni, congetture. E’ tutto un universo che si muove intorno ai due protagonisti principali dell’opera, lo studioso americano di simbologia, Robert Langdon, che si trovava occasionalmente a Parigi, e la giovane criptologa francese Sophie Neveu. Sorprendente è la maniera con la quale il Brown passa in continuazione, nel libro, dai loro casi a quelli di tante altre persone, vicine e lontane nel tempo e nello spazio, dalla particolarità di una situazione alla generalità di un evento, da una vita ad una storia, un’epoca, da un rigo ad un testo, una biblioteca, un museo, un archivio, da una strada ad una città, da una casa ad una generazione, da una chiesa ad una religione, da un tempio ad una civiltà, da un uomo all’umanità, a Dio, da una nazione al mondo, dai più progrediti ambienti tecnologici, telematici alle più antiche condizioni di vita, testimonianze scritte, lingue parlate. Ammirevole è pure come riesca a stare quasi sempre tra passato e presente, a combinare gli infiniti loro aspetti senza scomporli né alterare il proprio linguaggio che rimane semplice, chiaro, scorrevole. L’ampia cultura del Brown, le sue profonde ed estese conoscenze sono evidenti in quest’opera ma anche la sua capacità di procurare loro una dimensione narrata, ridurle ad uno degli aspetti di un lungo racconto, liberarle dal peso dell’erudizione, dalla forma del trattato.

I messaggi segreti affidati da Leonardo da Vinci alle sue opere pittoriche sono soltanto uno degli elementi del romanzo del Brown ché moltissimi altri s’incrociano ed agiscono con quelli senza mai sovrapporsi né confondersi. Essi rientreranno nell’ampio lavoro svolto da Robert e Sophie su quei codici dai quali intendono ricavare verità fondamentali per l’umanità, rivelazioni essenziali per la vita dell’uomo, per la società. Il loro lavoro ha un’importanza storica, si propone di ottenere una svolta decisiva nel pensiero e nel costume. Esso avverrà nel giro di una notte ed in tale breve spazio di tempo Brown dirà non solo dei due studiosi ma anche di tutto quanto è avvenuto e avviene intorno a quelle verità, scriverà di tanta vita e di tanta storia. Lo farà senza riuscire prolisso ma in modo da avvincere il lettore fino alla fine. Come ci sia riuscito è una sorpresa e spiega il successo riportato.


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