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Tra la storia e la vita

di Antonio Stanca

Da un verso della poetessa russa Anna Achmatova (1889-1966) "…un saluto attraverso le stelle…" Marisa Bulgheroni ha tratto il titolo del suo recente primo romanzo pubblicato da Mondadori. In precedenza, nel 1996, la Bulgheroni aveva scritto i racconti compresi in "Apprendista del sogno" (ed. Donzelli) ed ancor prima era nota in ambito culturale come autrice di opere di viaggio, saggista e soprattutto americanista. Col suo lavoro ha permesso che molta produzione letteraria americana del secondo dopoguerra fosse da noi conosciuta. Ora, pur essendo al suo primo romanzo, sorprende come in esso la Bulgheroni sia riuscita a combinare la vita privata di una famiglia che abita sul lago di Como con la storia del momento, l’età fascista e in particolare gli ultimi anni della seconda guerra mondiale in Italia, questo passato col presente dei nostri giorni vissuto alla luce dei ricordi e riportato alla fine di ogni capitolo da una delle protagoniste, Isabella, come abbia saputo spostarsi in continuazione tra il paesaggio esterno infinitamente vario e suggestivo e l’interiorità dei tanti personaggi dell’opera, tra i pensieri, i sentimenti, le azioni, i ricordi, i sogni, i luoghi di ognuno di questi, collegarli con quelli degli altri, ritrovarli, riscoprirli uguali e diversi, mostrare contemporaneamente tanti ambienti, tante vite rendendo ogni elemento nel modo più appropriato che va dall’intimo al lirico al tragico all’elegiaco al fiabesco. Capace di uno stile vario si mostra la Bulgheroni di questo libro, abile nel muoversi tra molte situazioni, renderle tutte con cura tanto che difficile riesce al lettore valutare quali tra esse siano più importanti, quali costituiscano la trama dell’opera. Non c’è, infatti, una trama unica, essenziale ché tante sono le storie narrate e, pur se con alcuni difetti quali i ricorrenti riferimenti dotti, la rapidità dei passaggi e l’improvvisa modifica delle situazioni da reali a immaginarie, fantastiche, da sogno, da ricordo, il pluralismo dei temi e dei modi rimane la nota principale del libro, il suo merito maggiore.

Intorno alla famiglia dell’antica villa sul lago di Como, intorno alle tre figlie, Regina, Isabella e Lucia, di Marianna e del Capitano, la scrittrice costruisce molte vicende private che sembrano riflettere, nel loro alternarsi, quanto sta succedendo nell’Italia di quel periodo, la confusione che segue l’armistizio del 1943, il dilemma nel quale si cade a causa della contemporanea presenza nel nostro territorio di fascisti, tedeschi, partigiani, americani, russi, la difficoltà se non impossibilità di distinguere tra amici e nemici, buono e cattivo, vero e falso, giusto e ingiusto, utile e vano. Ci si raggruppa, ci si allea, ci si divide, ci si nasconde, si fugge, si diserta, si protesta, si tradisce, si condanna, si spara, si uccide senza che si siano definite con chiarezza le parti dal momento che molte sono e varie. Di tale disordine si dice mentre si narra di quanto avviene nella casa e dintorni, con quest’altro movimento esso si collega tramite la voce di chi di entrambi partecipa, gli uomini, più di uno, che con le sorelle entrano in rapporti anche amorosi. Si saprà, così, di come è andata la guerra in Russia, in Africa, di cosa sta succedendo ora in Italia, si evidenzieranno i caratteri dei personaggi maschili dell’opera, diversi tra loro e a volte da quelli delle ragazze, le circostanze che hanno vissuto e stanno vivendo, le altre donne che per loro ci sono state e ci sono. In genere si tratterà di vite travagliate, di persone dalle grandi aspirazioni e per questo esposte a gravi delusioni e così per le sorelle che per motivi diversi, compresa la morte, vedranno fallire i sogni della loro adolescenza. Una storia di fallimenti è la loro e quella dei loro uomini, una storia che, unita all’altra della violenza armata e della giustizia sommaria che si stanno verificando nel paese, si trasforma in una rovina senza limiti, immensa.

A commentarla c’è anche una delle sorelle, Isabella, che conclude ogni capitolo valutando quanto in esso è stato detto e continuando nei collegamenti tra persone e cose, pensieri ed azioni, luoghi e tempi. Con Isabella si passa dal passato al presente, dall’oggettività della narrazione alla soggettività di uno dei suoi personaggi. Isabella è protagonista ed interprete della sua e delle altre storie: è vissuta prima al momento di queste e vive ora la sua soltanto, è l’unica superstite ed è l’ennesima possibilità di giudizio che la Bulgheroni vuole ascriversi.


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