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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Nuovi scrittori d’Italia

di Antonio Stanca

Del cinquantasettenne scrittore milanese Andrea De Carlo nel maggio scorso è stato ristampato da Bompiani, nella serie Tascabili, “Mare delle verità”. E’ un romanzo comparso nel 2006 e seguito ad altre narrazioni dell’autore, ad altre sue attività in ambito cinematografico e musicale, fotografico e pittorico, altri lavori, a volte mestieri, da lui svolti in Italia e all’estero durante i numerosi viaggi, altri progetti, alcuni non attuati. Dopo il liceo De Carlo si è laureato in Storia Contemporanea, ha pure insegnato e tra gli scrittori italiani d’oggi risulta un irrequieto, un autore che non  trova un equilibrio, una conciliazione tra la realtà che vive e l’idea che persegue, tra la condizione materiale e l’immaginazione. Alcuni suoi romanzi hanno avuto riconoscimenti in Italia, altri sono stati tradotti in lingua straniera ed in ognuno è rilevabile il contrasto presente in De Carlo tra l’uomo e l’autore. Sarà stata la volontà di comunicarlo in maniera più immediata e di tentare così una soluzione a muoverlo verso vie diverse da quelle letterarie. Non è riuscito, tuttavia, nell’intento ed uguale è rimasto il problema fino al recente “Mare delle verità”. E’ un’opera che si collega alla precedente, più famosa, “Due di due” del 1989, dove lo scrittore aveva rappresentato il difficile rapporto che si verificava tra i due amici Guido e Mario poiché idealista, nemico delle convenzioni il primo, realista, moderato il secondo. Ma mentre allora la vicenda era rimasta limitata ai protagonisti ed era riemerso quell’aspetto autobiografico che sempre è possibile cogliere negli scritti del De Carlo, ora, in “Mare delle verità”, la dimensione raggiunta è più ampia. L’autore muove ancora da due figure opposte, i fratelli Fabio e Lorenzo, il primo seguace delle regole, il secondo della libertà di pensiero e d’azione, ma le mostra interpreti di tendenze, aspirazioni più ampie poiché estendibili alla vita, alla società. E’ la prima volta che il De Carlo va oltre l’ambito privato dei personaggi e fa della loro una voce diffusa, la inserisce in un contesto, ne ricava una trama complessa. Crea egli un tale movimento intorno ai protagonisti da riuscire a coinvolgere ogni aspetto, soprattutto il politico e il religioso, della società italiana ed a collegare questa con il resto del mondo.

Dopo la morte di un illustre scienziato, padre dei due fratelli, si è alla ricerca di un suo manoscritto rimasto inedito e la cui conoscenza, tramite pubblicazione, potrebbe apportare un contributo importante nel dibattito sempre attuale nel mondo d’oggi circa i problemi ecologici, ambientali, dell’inquinamento, della sovrappopolazione, della fame, del controllo delle nascite, dell’Aids. Sapere di più intorno a questi problemi e sapere come affrontarli, specie se detto da chi è stato tanto stimato in ambito culturale e scientifico, potrebbe rendere più sensibile l’opinione pubblica e farle assumere la posizione giusta nella polemica, quella contrastata da tanta politica e religione. Questo vuole Lorenzo, a questo lo spinge il suo anticonformismo, il suo bisogno di verità, il suo atteggiamento di rivolta contro le tante simulazioni che si nascondono dietro le regole, per questo si mette alla ricerca, anche se difficile e pericolosa, del manoscritto del padre. Così animato non temerà i contatti con persone   e ambienti sconosciuti, clandestini, i rischi di veder trasformata la sua impresa in un’irregolarità, una colpa, un reato perseguibile dagli ordinamenti giuridici. Gli si opporrà anche il fratello impegnato in politica, inserito nel sistema e circondato da persone e cose. Solo e con pochi Lorenzo sarà di fronte a tanti. Scoprirà che un’intera società, un intero mondo è contro di lui e i suoi collaboratori, che insieme a questi deve lottare di nascosto per ottenere verità e giustizia. Sarà un processo lungo, articolato durante il quale emergeranno interessi, urgenze che lo sconfiggeranno e questo si dimostrerà il destino voluto dai tempi moderni, dai loro bisogni per ogni voce diversa dalla loro. E’ una denuncia, il romanzo del De Carlo, circa l’inutilità riservata oggi ad ogni operazione che non rientri nel sistema vigente. E come una denuncia vorrebbe essere chiara grazie al suo linguaggio che rimane facile, vicino a chi legge anche quando le situazioni si complicano al punto da sembrare impossibili.


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