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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Direttore responsabile: Dario Cillo


 

L’inclusione nella scuola

 

Parlare di scuola inclusiva è fondamentale per chi si impegna nell’ambito della didattica e della formazione della persona.

I metodi pedagogici e didattici spesso vengono in aiuto degli insegnanti, i quali hanno a disposizione un impianto epistemologico importante che permette di individuare il metodo di indagine educativa maggiormente congeniale alle esigenze del gruppo-classe e del singolo bambino.

Se certamente le strategie – note, apprezzate e applicate dall’insegnante e dall’educatore – sono strumento fondamentale per gestire le situazioni varie e problematiche che il lavoro scolastico presenta, si corre comunque il rischio di perdere di vista il rapporto diretto e personalizzato con il bambino e, soprattutto, con il bambino che dimostra difficoltà più o meno marcate nell’ambito delle relazioni di classe o sotto il profilo prettamente didattico e cognitivo.

Ciascun caso “particolare”, infatti, sfugge per molti aspetti ai programmi classici di inserimento scolastico e si delinea come una situazione autenticamente nuova, rispetto alla quale la Pedagogia Speciale può progettare strategie di intervento mirate ed efficaci, mentre la Didattica Speciale scende nel campo proprio delle competenze scolastiche e degli schemi di apprendimento.

Nel libro a cura di Anna Maria Favorini, Pedagogia Speciale e formazione degli insegnanti. Verso una scuola inclusiva, Franco Angeli, Milano, 2009 leggiamo: “L’apertura alle diversità o almeno la loro accettazione è la sfida che investe tutti. Ma nella scuola la sfida della diversità deve significare valorizzazione della ricchezza che ogni diversità ci propone anche se si trattasse di una ricchezza problematica e interrogante. La sfida si fa dura quando le diversità di potenziali ricchezze reclamano, ben oltre la socializzazione del vogliamoci bene, l’individualizzazione”.

Il testo appena citato pone il progetto dell’inclusione come sfida educativa, finalizzando l’impegno alla valorizzazione delle possibilità proprie esclusivamente del singolo e necessariamente diverse dalle potenzialità del gruppo o degli altri singoli che compongono il gruppo.

Se è vero che le nostre scuole sono sempre più ricche di situazioni “individuali”, rappresentate non solo dai ragazzi con problemi di apprendimento, ma anche dai ragazzi immigrati, portatori di una cultura nuova o di una religione diversa dalla nostra, lo scopo della scuola deve essere rivolto verso l’inclusione, attiva e partecipe, dei soggetti portatori di una differenza.

È fondamentale prevedere strategie e tecniche per l’insegnamento specializzato, proporre l’analisi di situazioni paradigmatiche e fornire indicazioni pedagogiche valide e importanti, prevedendo casi e problemi vari e di difficile interpretazione, puntando sempre alla valorizzazione del singolo e all’inclusione delle differenze nella molteplicità dell’unità di un gruppo: si delinea così l’unico modo per un arricchimento scolastico autentico e rispettoso delle potenzialità di tutti.

Valentina Zaffino


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