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Tra terra e cielo
(Natale a Napoli)

di Antonio Stanca

Dopo Torino, New York e Samarcanda è approdata a Napoli, su invito dell’amministrazione comunale, Rebecca Horn (Michelstadt, Odenwald 1944), artista tedesca dalle riconosciute qualità nell’ambito della scultura, scrittura, cinema e soprattutto della performance. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Amburgo, dove insegna dal 1991, e la St. Martin’s School of Art di Londra. E’ stata più volte premiata, famose sue performances si trovano in diverse città del mondo ed alcune quali "Flamingos", "La Ferdinanda", "Unicorno", "Guanti per le dita" sono state riportate su video. Nelle sue realizzazioni la Horn usa generalmente oggetti, strumenti meccanici ed elementi naturali. Tra i lavori più recenti vanno segnalati le performances eseguite a Torino ("Piccoli spiriti blu", 2000) e New York ("Libro-specchio", 2001) e i due film girati, pure nel 2001, a Samarcanda nonché, dello stesso anno, la raccolta di figure e versi "Notebook Samarkand".

Il suo prossimo programma consiste, quindi, in un impianto da eseguire a Napoli, ad iniziare dal 14 Dicembre, dal titolo "Spiriti di madreperla". Le operazioni si svolgeranno nella grande Piazza del Plebiscito e per esse l’artista ha già preparato del materiale. Da uno dei teschi ("capuzzelle") del Cimitero delle Fontanelle ha ricavato, in ghisa, centinaia di riproduzioni che saranno collocate nella piazza e fatte sorvolare da cerchi di neon illuminati d’una luce color madreperla. Dovranno sembrare come tante aureole che sovrastano il luogo muovendosi in aria tra terra e cielo. Intenzione dell’artista è suscitare negli spettatori la sensazione di assistere ad un fenomeno di continuità, di procurare l’idea d’una vita che neanche la morte conclude dal momento che la rende partecipe dell’eternità. Le aureole illuminate dovrebbero far pensare che i corpi appartenuti ai teschi sono tornati alla luce, vivono la vita dell’altro mondo. Il senso d’una vita interminabile vuole proporre la Horn con le sue figurazioni ed a farglielo concepire ha contribuito pure la volontà d’interpretare quell’atmosfera misteriosa, magica che a Napoli intorno alle "capuzzelle" s’è creata ed ancora dura, quella spiritualità di cui l’anima popolare napoletana s’è caricata riguardo ad esse fino a costruirvi le credenze e leggende più varie.

Piazza del Plebiscito sarà trasformata dalle ghise e dagli effetti di luce e colore, approntati dalla Horn, in un ambiente da favola sospeso tra fine e inizio, morte e vita, dove a Natale i napoletani potranno vedere che quanto per anni hanno pensato o immaginato circa le "capuzzelle" ha preso corpo, è diventato realtà. Una realtà con la quale avranno modo d’immedesimarsi, identificarsi al punto da sentirsi inseriti nella sua creazione, partecipi di essa. E’ uno degli obiettivi perseguiti dall’artista nei suoi lavori: penetrare così a fondo nella situazione, vicenda, realtà da rappresentarla nella maniera più autentica possibile, da trasferirla in una composizione che sembri pensata ed attuata anche dallo spettatore e che, nel contempo, si proponga di ottenere un messaggio superiore alla contingenza. Ricomporre momenti di vita, di storia per chi ne è stato o ne è protagonista e ricavare significati più estesi di essi: questa la linea seguita dalla Horn che così mostra di credere ancora nell’arte quale superamento del reale, del contingente in nome dell’ideale, del trascendente e di volerla proporre nei modi più accessibili al pubblico. Lo dimostra la preferenza da lei accordata alla performance perché ritenuta la più idonea, tra le sue attività, a raggiungere gli altri, a muoverli verso quella vita dell’idea dalla quale l’artista si sente attratta. Si potrebbe dire come di un’opera di evangelizzazione visto che tali intenti sono rinvenibili in ogni lavoro della Horn nonché di un alto esempio di umanesimo moderno e accostarlo a quello dei pochi altri autori viventi che continuano a credere nella possibilità di riscattare, tramite l’arte, l’uomo d’oggi massificato nella cultura, nei costumi, privato del suo spirito da una realtà sempre più invasa dalla materia.


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