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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Ancora tra bene e male

di Antonio Stanca

E’ stato, nel 2009, tra i protagonisti della Fiera del libro di Francoforte, è divenuto, nel 2010, un fenomeno editoriale poiché tradotto e pubblicato in quasi quaranta paesi del mondo, è l’opera d’esordio della quarantenne australiana Rebecca James, è il romanzo “Beautiful Malice” (L’amicizia può uccidere). In Italia è comparso pure nel 2010 per conto della Casa Editrice Einaudi e con la traduzione di Alessandra Montrucchio.

La James, nata a Sidney nel 1970, è stata insegnante d’Inglese in Giappone e Indonesia ma anche cameriera ed arredatrice di cucine. Attualmente vive in Australia insieme al suo compagno e a quattro figli. In questa prima opera ha rappresentato gli ambienti, i costumi, i pensieri, le azioni, il linguaggio, la vita dei giovani d’oggi in quella lontana Australia che è la sua terra, ha mostrato come i moderni giovani australiani siano simili a quelli di tante altre parti del mondo. Abile è stata, inoltre, ad evidenziare tra tanto conformismo la particolarità di alcuni casi. Il suo sguardo non si è fermato all’esterno tra le strade, i ritrovi, i locali frequentati dai giovani ma è entrato nelle loro case, ha raggiunto le loro famiglie, ha visto i loro problemi, ha osservato la loro anima. Una narrazione completa è stata quella della James, capace di muoversi con facilità tra le situazioni esterne e quelle interiori, di renderle tutte chiare tramite un’esposizione semplice, mai complicata. Ha svelato quanti drammi si nascondono dietro tanta apparenza, quanti silenzi accompagnano tanto chiasso, ha inserito tra le solite delle vicende particolari, è divenuta una costruzione ampia, articolata, nella quale compaiono molte persone, succedono molte cose senza, però, che mai si sovrappongano, si confondano. Coinvolto si sente il lettore fin dalle prime pagine, in attesa egli entra delle novità che esse lasciano intravedere e riesce la scrittrice a tenerlo sospeso, a farlo giungere gradualmente alle scoperte finali.

Non un’opera dell’esordio sembra ma della maturità di un autore e che la James vi sia riuscita è un merito indiscutibile e lo dimostra il successo che sta ottenendo.

In una scuola di Sidney due ragazze, Katherine e Alice, diventano amiche e rimangono per sempre vicine nonostante quella di Alice diventi una presenza ossessiva e minacciosa e non sia più gradita da Katherine. Ad unirle è una vicenda passata, remota, alla quale nessuna delle due può sottrarsi e che solo alla fine si svelerà per intero. Intanto l’opera procede per molti luoghi, molte circostanze, presenta molti risvolti. Tra tanto movimento il loro rapporto dall’affetto giungerà alla diffidenza, dall’amore all’odio perché diversa si svelerà la loro provenienza, la loro famiglia, la loro formazione. Due mondi diversi sono i loro, quello borghese, sicuro ed ordinato per Katherine, quello proletario, incerto e ribelle per Alice. I due ambienti emergeranno nelle loro differenze, rimarranno lontani, non potranno combinarsi. Diventeranno i simboli del bene, Katherine, e del male, Alice, e il contrasto tra le due ragazze sarà quello che esiste tra essi, sarà il motivo che percorrerà tutta la narrazione.

Con la James la lotta tra bene e male deriva ancora dal confronto tra condizioni sociali diverse e tragiche sono le conseguenze che possono derivare. Non si riduce, però, soltanto ad essa l’opera della scrittrice ma la comprende in una visione più ampia, le procura una dimensione più estesa nella quale fa rientrare tutto quanto avviene intorno, tutta la vita che intanto si svolge. In un contesto così animato gli interminabili turbamenti di Katherine dovuti ai gravi ricordi del passato ed alle paure, alle ansie per il presente, la leggerezza, la sregolatezza di Alice, la loro rivalità assumeranno il valore di un atto di denuncia nei riguardi dei tempi e dei luoghi nuovi, della tanta nuova vita che non ha risolto un problema così vecchio.


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