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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Una lezione di vita

di Antonio Stanca

L’ex-colonnello dell’Esercito Pietro Giovanni Liuzzi, residente a Latina, ha pubblicato nel 2007, presso edit@ – Casa Editrice & Libraria di Taranto, il libro “Leali ragazzi del Mediterraneo” (Cefalonia, Settembre 1943: Viaggio nella Memoria). L’opera contiene le testimonianze raccolte dall’autore durante un viaggio  compiuto a Cefalonia, la maggiore delle isole greche nel mare  Ionio, e relative alle tristi vicende verificatesi in quel luogo quando, dopo l’armistizio con gli anglo-americani firmato da Badoglio l’8 Settembre 1943, avvennero scontri sanguinosi tra i soldati italiani presenti nell’isola e quelli tedeschi improvvisamente divenuti loro nemici. Questi, che erano stati alleati durante la seconda guerra mondiale, si videro traditi dal gesto di Badoglio e si resero autori di azioni gravissime verso i militari italiani. Azioni non dimenticate dagli abitanti del posto che ad esse hanno assistito e che ancora sono in vita nonché dai  più giovani ai quali sono state raccontate. Sono state così crudeli, quelle azioni, da aver suscitato una diffusa, generale sensazione di spavento, di dolore, da essere entrate a far parte della storia, della vita dell’isola, da divenire argomento da tramandare perché di esso tutti sappiano. Ogni cosa a Cefalonia, persone, strade, case, campagne, città, paesi, villaggi, sembra parlare dei gravi fatti del Settembre 1943, dice Liuzzi nel suo lavoro. Ovunque egli si fermi, durante il  viaggio, a chiunque chieda riesce sempre a ricavare notizie di quei terribili giorni. Confusi erano i soldati italiani circa il comportamento da seguire una volta saputo dell’armistizio, pensavano che la guerra fosse finita ed invece si trovarono di fronte ai tedeschi divenuti feroci perché traditi e decisi ad annientarli. Dai loro assalti  gli italiani, tuttavia, si difesero fino alla fine di ogni risorsa materiale e morale. Compirono atti di vero eroismo ma non caddero solo in battaglia perché molti furono uccisi dopo essere divenuti prigionieri o essersi arresi: vennero fucilati in massa e lasciati senza sepoltura. Diversi furono i luoghi di tali eccidi ed ogni volta la crudeltà dei tedeschi superò quella della strage precedente, ogni volta essi portarono morte e distruzione senza curarsi delle suppliche, delle invocazioni, delle preghiere dei prigionieri in nome delle madri, delle mogli, dei figli, di Dio. Qualcuno dei destinati alla fucilazione  sfuggì ad essa per un caso fortuito e dal Liuzzi è stato raggiunto e richiesto di quanto allora accadde. Sono le testimonianze più autentiche, raccolte nel libro, circa eventi che col passare del tempo si è cercato di far apparire meno gravi se non addirittura di dimenticare. Questo vuole evitare Liuzzi, vuole riportare alla memoria quei tragici fatti in tutti i loro momenti ed aspetti e perciò li documenta e testimonia senza trascurare alcun particolare. Un recupero completo, totale, intende compiere anche al fine di ricavare da quel ricordo un monito, un invito a  correggere i contrasti ancora esistenti nel mondo attuale, a risolverli in maniera pacifica evitando lo scontro, la guerra, la violenza. Quel che avvenne a Cefalonia dovrebbe far pensare a quanti pericoli comporta una guerra, avviare su strade diverse da essa e promuovere lo scambio, la collaborazione tra i popoli.

Ampia è pure la documentazione fotografica contenuta dall’opera che, pertanto, risulta una delle migliori finora compiute circa gli avvenimenti di Cefalonia. A distinguerla contribuisce anche il fatto che essi non rimangono soltanto una notizia di morte ma acquistano, grazie al Liuzzi, un significato più ampio, si estendono ad ogni tempo e luogo, diventano un appello, un richiamo, un’indicazione di carattere morale, una lezione di vita.


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