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Come scrivere la vita
(Dalla Polonia un caso)

di Antonio Stanca

A diciannove anni la polacca Dorota Masłowska ha scritto “Prendi tutto”, romanzo di 279 pagine, edito da Frassinelli. Per alcuni critici è stata una rivelazione: s’è detto di un’autrice dotata, sicura dei mezzi espressivi e capace di contenuti nonostante la giovanissima età. L’opera consiste nel lunghissimo monologo del giovane protagonista Forte, che dice della sua vita passata e presente, dei suoi rapporti, scambi, problemi con amici e soprattutto  amiche, Magda, Angela, Natasza, Ala, alcune delle quali sue fidanzate, ed infine l’autrice incontrata per ultima al commissariato di polizia. Leggendo si assiste a un’interminabile confessione, ad un incontenibile bisogno, da parte del protagonista narrante, di parlare di sé, di chi gli è stato e gli è vicino, della sua e della storia degli altri nonché di quanto sta succedendo in Polonia, dei conflitti tra essa ed altre nazioni d’Oriente  ed Occidente, dei problemi passati e di quelli recenti. Ogni persona, in particolare donna, della quale il Forte dice, reca  una storia e questa si collega con quella di altre persone e del proprio paese: dalla voce narrante si sa  della moderna  Polonia e  di quale vita conducono qui  i giovani delle periferie urbane come Forte. Sesso, violenza e droga sono gli elementi principali della loro esistenza che si svolge per strada, nei bar, non distingue tra giorno e notte, non conosce famiglia, accoglie quel che capita fino a non permettere di stabilire se è  voluta o subita.

La  Masłowska, tramite il flusso di coscienza del suo personaggio ed uno stile agile, immediato, riesce a rendere tale condizione umana in maniera autentica, completa. La tecnica usata le permette di cogliere tutti i pensieri che attraversano la mente dei suoi giovani, dai più semplici ai più complessi e contorti, dai calcolati, ragionati a quelli inconsulti, irriflessi, dai concreti, reali agli astratti, visionari. Non manca nessuna delle situazioni di una vita condotta all’insegna del rifiuto della norma, della protesta, della ribellione ma anche del ripensamento, della volontà di recupero fino alla confusione  tra regola ed eccezione.

Soprattutto un documento l’opera della Masłowska, un diario che si propone  di annotare, registrare,  non va oltre i limiti di quanto avviene e si vede, non persegue un significato, un obiettivo, non si costruisce, non si compone e rimane sconnesso, diviso tra le parti che lo formano. Le accoglie tutte e come esse finisce e ricompare, a volte identico a volte diverso, ma sempre a loro immagine.

Si può scrivere anche così, si può essere apprezzati per saperlo fare ma ancora non s’è detto che questo basta per essere scrittori!


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