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Mo Yan, l’arte della storia di Antonio Stanca
Ne “Il supplizio del legno di sandalo” sarà il contadino Sun Bing l’interprete di tanta spiritualità, il simbolo del bene, l’eroe positivo. Egli è il cantore del gruppo musicale “l’opera dei gatti”, di antica tradizione cinese, il suo è l’animo dell’artista che vive per la musica e il canto e crede che siano superiori a tutto, che possano risolvere ogni problema. Anche quando si troverà a guidare una rivolta contadina, accanto a quella dei Boxers, contro l’influenza e il potere che in Cina andavano assumendo le potenze occidentali e contro il sistema burocratico del posto che le favoriva, lo farà per salvare i valori dello spirito. Ed ancora convinto di essi, della loro forza, della loro capacità di emergere in ogni circostanza, si mostrerà in carcere, sul patibolo e di fronte alla morte. L’accetterà, la chiederà ma non rinuncerà a nessuna delle sue fedi come solo un artista poteva fare. Sarà questa forza ad impressionare il lettore, questo messaggio a giungergli dal libro e rivelargli quanta fiducia ha riposto in esso l’autore. Soprattutto nell’epilogo si chiarisce tale messaggio e lo rende simile a quello di un’antica tragedia greca dove si finisce tra la solennità di semplici, essenziali enunciazioni dopo un percorso lungo e difficile. Come i tragici greci anche Yan, nel suo libro, ha lavorato molto prima di rivelarci le vere finalità. Di tutto quanto avveniva nella Cina del primo ‘900 ha detto, della vita che si svolgeva nei centri e di quella delle periferie, delle crudeltà, degli orrori commessi con naturalezza, dell’ufficialità e della clandestinità, dei feudatari, dei burocrati, degli stranieri e dei lavoratori, dei ricchi e dei poveri, dell’Impero e dei sudditi ed in una scrittura sempre aderente alle varie, infinite situazioni che un’opera tanto vasta poteva contenere. Sempre vero, reale è riuscito, in tal modo, ma anche sempre attento all’ interiorità dei personaggi, al suo interminabile movimento, è stato Yan. Tra realtà e idea, azione e pensiero, storia ed arte ha proceduto in questa come nelle altre sue opere, ha detto della vita ma anche dell’anima, ha rappresentato violenze, aberrazioni ma anche sentimenti, affetti, ha parlato di una Cina sospesa tra vecchio e nuovo, passato e presente, spirito e materia e si è mostrato sicuro solo dello spirito e del passato che ne è stato la migliore espressione. |
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