Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Non solo “laici”

di Antonio Stanca

Come in letteratura, in arte anche in filosofia era naturale che i tempi nuovi, quelli contemporanei, avrebbero portato ad una situazione difficile poiché priva di definizione, sospesa tra estremi che non si sarebbe saputo o potuto combinare. Molti sono gli aspetti che la realtà attuale ha assunto, tante le culture, le lingue, le religioni che ha accolto e arduo è diventato riportare tale vastità entro termini che la possano contenere, controllare ed ancora più arduo pensare di programmarla, assegnarle degli sviluppi, indicarle delle direzioni come avveniva in passato. La storia del pensiero contemporaneo non è più soltanto europea od occidentale poiché si è caricata di  altre presenze, ha dovuto assumersi altri impegni. A questi, tuttavia, non ha ancora risposto né si può prevedere quando lo farà, si è fermata ad attendere, ad assistere a quanto avviene.

Di tale spettacolo dice Vittorio Possenti, ordinario di Filosofia politica presso l’Università di Venezia ed autore di numerosi scritti, in “Le ragioni della laicità” appena pubblicato da Rubbettino. E’ un breve saggio diviso in capitoli dedicati, ognuno, ad un argomento diverso ma tutti riconducibili entro quell’atmosfera che all’autore sembra potersi dire distintiva dell’attualità, la generalizzazione dei punti di vista, delle posizioni, la loro relatività, la perdita di riferimenti unici. E’ questa la cultura della “laicità”, dell’uomo che si è voluto libero da ogni vincolo, da ogni dipendenza diversa da quella della ragione, padrone della vita, di una vita ridotta alla sola realtà. Dell’uomo che si costruisce i propri fini ed i mezzi per ottenerli in un universo privo di valori, interessi che non siano concreti, immediati, in una realtà che cambia in continuazione poiché liberata dalle idee, dalla morale necessarie a ridurla, regolarla. E’ la contemporaneità prevista da Nietzsche circa due secoli fa nel suo “Genealogia della morale” e divenuta oggi la scena principale alla quale la filosofia è chiamata ad assistere. Molte sono le argomentazioni al riguardo che i pensatori, i filosofi del nostro tempo elaborano e dei quali Possenti in questo libro offre preziosa testimonianza ma pochi sono gli esiti che si spera di ottenere. Il mondo è esploso in una serie infinita di atteggiamenti, di comportamenti, ai quali, s’è detto, il pensiero è chiamato solo ad assistere e che nel comune denominatore “laico” ha creduto finora di comprendere. Questo mondo, questo tempo, questa cultura della “laicità” hanno già mostrato, tuttavia, segni di debolezza, hanno perso la baldanza che avevano agli inizi e molte delle strade allora intraprese si stanno mostrando senza uscita. Prima tra tutte quella della scienza, che era sembrata una garanzia senza limiti e che, invece, è divenuta sempre più deludente e quasi un pericolo, poi quella della politica sfociata nella guerra, poi quella del sociale che procede ormai per proprio conto. Nessuno, niente più è nelle mani di quell’uomo “laico” che aveva creduto di potere tutto, ogni cosa gli è estranea, avviene senza di lui, fuori di lui. Così si spiega come ultimamente sia emersa la ricerca di quell’interiorità che era stata messa da parte, di quell’idea, fede, religione che erano rimaste ai margini del processo di “laicizzazione”. E religione intesa non come cristiana, cattolica, protestante, islamica, buddista, indiana ma come idea di Dio, come pensiero che supera la condizione umana e riunisce, raccoglie le infinite diversità nelle quali è naufragato l’uomo “laico”, si erge a valore collettivo, principio unico, assoluto, inalterabile in un momento in cui tutto è diviso, cambia, si trasforma. Quando l’uomo credeva di essersi rinnovato al punto da cancellare il proprio passato si è scoperto smarrito nel presente ed ha avuto bisogno di ritrovarsi in quell’idea che dal passato veniva e con lui, in lui si continuava, si è accorto che non ci può essere separazione tra le parti ma solo confronto, dialogo, che nel pensiero niente finisce completamente, che nessuna realtà può procedere senza idea, nessuna ragione senza fede, nessun uomo senza Dio.


La pagina
- Educazione&Scuola©