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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Per capire Saki

di Antonio Stanca

Recentemente nella serie “Short Stories” curata dalla “Biblioteca di Repubblica-L’Espresso”, Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A., Roma 2010, è comparso un breve volume dedicato allo scrittore inglese Saki, pseudonimo di Hector Hugh Munro. Contiene quattro suoi racconti tradotti da Fenisia Giannini Iacono e accompagnati dalla versione originale.

Saki è nato nel 1870 in Birmania dove il padre era ispettore di polizia dell’Impero Britannico. Rimasto orfano della madre a soli due anni, era stato mandato insieme ai fratelli in Inghilterra presso la nonna e le zie. Severe, rigorose oltre ogni limite si erano rivelate queste, usavano la frusta con i bambini e, tuttavia, nella loro casa Saki dovrà vivere durante gli anni richiesti dai suoi studi. Nel 1893, arruolatosi nella polizia indiana, deve recarsi in Birmania per servizio ma qui si ammala di malaria e nel 1895 ritorna in Inghilterra. Nel 1896 esordisce nel giornalismo e nel 1902 diviene corrispondente del Morning Post e collabora con altri giornali. Nel 1904 compare la sua prima raccolta di racconti, “Reginald”, nella quale come nelle altre che seguiranno si mostra abilissimo nel costruire brevi e significative storie con mezzi linguistici molto ridotti. Scriverà pure romanzi ma la sua fama rimarrà legata ai numerosi racconti brevi. Morirà nel 1916 durante la prima guerra mondiale sul fronte  francese dove era stato inviato dopo essersi arruolato volontariamente nell’esercito inglese. Lo aveva fatto per seguire i suo eterno spirito  di avventura, quello che lo aveva visto in tante parti del mondo intento a svolgere il suo lavoro di corrispondente di stampa, di inviato speciale.

Saki è morto a soli quarantasei anni e questo non gli ha impedito di raggiungere una notorietà tale da essere considerato un maestro del racconto breve. Un esempio sono i suddetti quattro racconti desunti dalle sue opere ed ora pubblicati per conto della “Biblioteca di Repubblica-L’Espresso”. S’intitolano “Tobermory”, “La cura dell’Antiriposo”, “Sredni Vashtar”, “Il contastorie” ed in essi brevemente e chiaramente Saki presenta quattro situazioni diverse nelle quali fa ironia circa i borghesi del suo tempo, ne denuncia i conformismi, i pregiudizi fino a diventare spietato, crudele nei riguardi loro e della società che dai loro modi era derivata. E’ una protesta che egli conduce in maniera velata, umoristica ma che spesso diviene tragica. Protagonisti, autori di orrori sono a volte dei bambini che nessuno poteva immaginare tanto “cattivi”.

Risente Saki nel suo lavoro di scrittori inglesi quali Oscar Wilde, Rudyard Kipling, Lewis Carroll anch’essi tanto contrari alle convenzioni da averne fatto motivo delle loro opere. Non si spiega facilmente, tuttavia, come l’anticonformismo di Saki diventi quasi ferocia. Non si spiega se non si guarda indietro, al tempo dell’infanzia dell’autore trascorsa in quella casa delle zie inglesi che lo avevano spaventato con i loro rigori, con la loro frusta. Molto aveva sofferto, tormentato era stato da bambino ed una forma di riscatto può essere considerata la crudeltà espressa nei suoi lavori. Non gli basta ironizzare sulla vita, sui costumi dei borghesi, tra i quali rientravano i suoi famigliari, ma arriva ad immaginare di far loro del male, di colpirli, di ucciderli e a volte tramite quei bambini nei qual trasferisce i suoi ricordi, s’immedesima. Dalle persone alla società, ai tempi si estende la sua satira, la sua crudeltà dal momento che non erano meno conformisti e bigotti ed anche da questi l’uomo Saki si era sentito limitato, frenato nel suo spirito, nei suoi ardori, nelle sue aspirazioni a vivere liberamente, nei suoi bisogni di novità. Quando poi dal bambino e dall’uomo era passato allo scrittore naturale gli era sembrata quella rivolta che sempre aveva covato e mai gli era stata possibile. 


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