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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Incontro con Adamà Zoungrana

Finale del Torneo di Lettura per le scuole medie nell’Istituto Comprensivo di Bella

E’ una giornata memorabile per l’istituto Comprensivo di Bella e per gli alunni delle scuola media di Baragiano e Stigliano che sono arrivati nella bibliomediateca “ Annibale Malanga” della scuola di Bella carichi di voglia di vincere. Devono rispondere a domande sul libro finalista per la fascia 9-11 anni del Torneo  di Lettura fra undici scuole in rete per la promozione della lettura di qualità. Il libro è “ Se entri nel cerchio sei libero” di Antonella Ossorio e Adamà Zoungrana, edito da Rizzoli.

Il libro racconta la storia  di Adamà un ragazzo del Burkina Faso che il padre costringe a lasciare la scuola per andare a lavorare nelle miniere di oro all’età di 13 anni. Qui diventa il protagonista di un documentario che racconta le sofferenze dei ragazzi nelle miniere di una regista italiana  . Il documentario viene presentato ad Ostuni nel corso della “Festa dei Bambini del Mediterraneo”, una settimana di incontri per la pace tra ragazzi di molti paesi. Alle 10,30  tutto è  pronto: lavagna per i punteggi, lavagnette per segnare le risposte ed ha a inizio la gara. Attraverso le nove  domande il racconto di Adamà si è snodato in tutta la sua drammaticità: la vita nel villaggio, i giochi con i coetanei, i racconti del nonno. E poi il rapporto difficile con un padre padrone e  con una matrigna che dà a lui la colpa di tutto quello che  non va nella povera casa dove vivono. E Adamà  è costretto a nascondersi, e non ha da mangiare per alcuni giorni. E poi l’allontanamento forzato dalla scuola, le sofferenze della miniera.

I ragazzi vivono l’occasione unica di avere davanti il ragazzo che avevano conosciuto nelle pagine del libro; attenti, spiano le sue reazioni alle risposte sul romanzo. Adamà si lascia coinvolgere e coinvolge con canti e il suono del tamburo.

Vince il Torneo  scuola media di  Ruoti  che riceve la targa tra gli applausi.

Subito dopo è il momento delle domande.

- Chi è  Adamà Zoungrana?

Adama è un ragazzo burkinabè che da otto anni vive in Italia...affidato prima, adottato poi da una famiglia pugliese di San Vito dei Normanni. E’ un ragazzo che si sente fortunato, e che non smette di credere al suo sogno: poter regalare un po’ della sua fortuna anche a quei fratelli, a quegli amici  rimasti in Africa.

- Perchè ha deciso di scrivere "Se entri nel cerchio sei libero?"

Quando Antonella Ossorio mi ha proposto di scrivere il libro, penso di aver accettato per diverse ragioni: trovavo entusiasmante l’idea di mettere in libro la mia storia…e, poi, volevo in questo modo far conoscere un'Africa diversa, profondamente diversa, da quella che si vede sugli schermi tv.

Ma soprattutto ho accolto la sua proposta perché credo, e spero, che una storia come la  mia possa aiutare bambini ed adulti a sentirsi più fortunati.

- Portando il libro in giro per l'Italia quali sono state le reazioni dei lettori?

Non so cosa si aspettano i lettori da "Se entri nel cerchio sei libero", ma posso dire che chi lo ha letto è stato soddisfatto di averlo fatto. Mi ha detto di aver delineato con la mente le immagini che i fatti, le storie, le persone raccontate gli hanno evocato; i lettori sono diventati un po’ partecipi della mia storia, ne hanno conosciuto le verità. Perché “Se entri nel cerchio sei libero” è proprio questo: la storia  “vera” di un ragazzo che nel cerchio è riuscito ad entrarci davvero. E sa apprezzare la sua libertà di oggi.

- Quando va in giro Lei si accompagna con la musica per raccontare le sue storie. Perchè?

Il racconto delle mie storie è accompagnato di solito dallo strumento “djembe” perché nella mia tradizione ogni momento di condivisione, se possibile, deve essere messo in risalto dalla musica...Nel racconto la musica diventa parte della storia.

-Come sono i ragazzi di oggi secondo Adamà, di cosa hanno bisogno?

(Sorride) Per la verità non conosco i ragazzi di ieri e, quindi, non so di preciso in cosa siano diversi quelli di oggi! Quello che posso dire che i ragazzi sanno farsi valere: basta dargli la possibilità di esprimersi... Secondo me i giovani hanno bisogno di conoscere le proprie tradizioni, e hanno bisogno di spazi liberi dove potersi incontrare, stare insieme e raccontarsi...Per me queste cose sono state parte integrante dell’educazione che ho ricevuto, e mi hanno aiutato a crescere.

- Cosa pensa Adamà della scuola italiana e dei suoi docenti?

Cosa posso dire della scuola italiana? La cosa che positiva è che tutti ci possono e ci devono andare a scuola!

Quel che più non mi piace, invece, è la mancanza di disciplina e di rispetto nei confronti degli insegnanti.

Quando andavo io a scuola, eravamo 160: da noi in Africa non ci sono classi con meno di 80 bambini, anche nella capitale; eppure regnava il silenzio quando l’insegnante lo chiedeva. C’era un grande rispetto per lui.

Per il nostro modo di vedere, un insegnante è importante quanto lo sono i genitori nel percorso educativo di un ragazzo. Ecco perchè non credevo ai miei occhi quando in Italia mi è capitato di vedere insegnanti “ripresi” solo per un rimprovero all’alunno. In Africa si dice "per educare un bambino, ci vuole un villaggio". E gli insegnati hanno un ruolo importantissimo, sono formidabili.

- Ha vissuto in Africa e in Italia: quali sono i ricordi, le impressioni, i giudizi su questi due paesi che per Lei sono oggi luoghi di vita e radici?

 Mi sento ancora una volta fortunato, perché ho avuto la possibilità di vivere in due mondi diversi per tante cose e molto simili in altri...

Mi piace il fatto che ogni regione ha la sua lingua, tradizioni, musiche, un po' come in Burkina.

Se dovessi attribuirmi una nazionalità, non saprei: in realtà mi sento di appartenere ad ogni posto in cui metto piede.

I miei ricordi sono tanti, bellissimi ma anche tristi. Però sono felice di tutto quello che mi è capitato: tutto insieme ha fatto di me quello che sono oggi... e quello che ho vissuto CONTINUA AD INSEGNARMI SEMPRE QUALCOSA. La cosa che mi piace del Burkina, e dell'Africa in generale, è l'ospitalità e il rispetto per le persone anziane.

- Come immagina il suo futuro? Scriverà altri libri?

Per ora non riesco ad immaginare il mio futuro, a crearmi nella mente un’immagine precisa di chi sarò e cosa farò. So per certo che mi piacerebbe lavorare con i bambini...anche se non so dove riuscirò a realizzare questo mio sogno. Scrivere altri libri? Anche questo non saprei dirlo ora come ora. Forse lo farò, ogni cosa arriva… ma a suo tempo!

I ragazzi e i docenti ringraziano. Davvero un’esperienza indimenticabile.

Bella, 28 aprile 2010.

Mario Coviello

 


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