PROGETTO DI SCRITTURA CREATIVA
LA ROSA DEI VENTI

di Fabia Zanasi

È possibile utilizzare il linguaggio ipertestuale della rete, per strutturare racconti che abbiano la caratteristica di svolgersi su percorsi alternativi?

Cioè è possibile mettere il lettore nella condizione di poter scegliere, sulla base di un incipit dato (la premessa del racconto), un proprio percorso di svolgimento della trama, che possa rispecchiare inclinazioni personali, tendenze, modelli di comportamento, opinioni, concezioni di vita ecc.?

Se è possibile creare una mappa a più percorsi, questi devono essere decisi a priori tra gli insegnanti che elaborano la storia e la sottopongono successivamente agli studenti o addirittura ad altri insegnanti, oppure va lasciata a ciascuno la possibilità di costruire un proprio svolgimento della trama, nel momento stesso in cui si operano delle scelte?

L'interattività va in qualche modo guidata o no? È più importante dimostrare la fondatezza di certi percorsi, coi loro finali conseguenti, inevitabili, oppure è meglio abituarsi all'idea che ogni percorso e quindi ogni finale è possibile?

Forse la risposta dipende dal target cui ci si rivolge oppure dall'obiettivo che ci si prefigge.

Scriveva il grande Rodari, 30 anni fa, nelle sue "Tante storie per giocare":

"Ogni storia ha tre finali [che erano stati prodotti da un gruppo di bambini]: il lettore può scegliere quello che lo convince di più. Può anche scartarli tutti e tre e inventarsene uno per conto proprio. Se poi gli interessa i finali preferiti dall'autore, guardi in fondo al libro, senza lasciarsi suggestionare".

Si potrebbe partire da qui. Cioè si potrebbe discutere se sia meglio puntare su un percorso precostituito, in cui si possono scegliere delle varianti che portano a finali più o meno diversi, oppure se, posta una breve premessa, sia più proficuo lasciare lo studente libero di scatenare la sua fantasia.

L'idea comunque è quella di portare il lettore a trovare un percorso letterario che sia frutto di scelte progressive, la cui connotazione positiva o negativa venga scoperta, nella sua interezza, solo alla fine, al momento dell'epilogo. Oppure semplicemente quella di mettere a confronto soluzioni diverse, senza tagli interpretativi di tipo valutativo.

Un po' come si fa nelle sceneggiature dei film, allorché si è incerti su quale tipo di finale scegliere (ma la cosa è stata fatta anche coi libri-game).

La differenza, relativamente a questo progetto, sta negli strumenti tipici del web, che permettono ipertestualità e interattività.

L'esempio che qui si può esaminare è molto banale, perché si è conservato il racconto Storia di un marsupio, sfruttando semplicemente le avversative.

Quanti più ma, però, tuttavia,...vi sono, tante più pagine si possono fare (nel caso in oggetto, sempre sulla base delle tre opzioni, che ovviamente non sono obbligatorie).

Il racconto può essere deciso di comune accordo con altri insegnanti, che possono proporre tutti gli svolgimenti che vogliono, coi finali conseguenti, oppure, come già detto, si decide insieme solo l'inizio.

La scelta del genere letterario penso sia del tutto irrilevante: qui sono partita da una fiaba inventata da me, ma si poteva prendere spunto da una fiaba esistente e riscriverla di sana pianta.

Si possono anche scegliere trame più realistiche o addirittura storiche, facendo ragionare lo studente con la tecnica dell'ipotetico "se" ("se fosse accaduto così", "se il protagonista avesse deciso diversamente", la vicenda come si sarebbe potuta concludere?).

L'importante è andare oltre il semplice esercizio nozionistico, basato su test aperti o chiusi, ai quali spesso lo studente, preso dallo sconforto di fronte a certi livelli di difficoltà, finisce col dare risposte casuali.

Qui l'ambizione è quella di vedere lo studente soffermarsi su ciò che legge, prendere decisioni ponderate, vederlo convinto delle proprie scelte e desideroso di cambiare rotta, quando ha scelto un percorso "sbagliato" (sempre che debba trovarne uno come Teseo nel labirinto). In tal senso, se si riuscisse a costruire una classe virtuale, si potrebbe monitorare costantemente il lavoro, verificando i diversi contributi, mettendoli a confronto ecc.

Ovviamente, se gli insegnanti preferiscono decidere a priori una storia che si dirama in più direzioni, dando ad ogni percorso un significato univoco e divergente rispetto agli altri, esisterà indubbiamente una certa difficoltà nell'elaborazione del racconto e soprattutto nella stesura dell'intreccio, poiché non sarà possibile che ogni docente si limiti a proporre un proprio percorso senza tenere conto di quelli degli altri.

Se vogliamo offrire allo studente la possibilità di un ripensamento, occorre che i percorsi si intersechino. Altrimenti si finisce col condannarlo sino alla fine a scelte inevitabili.

Il carattere formativo di questo progetto di "scrittura creativa" sta proprio nell'indurre lo studente a capire che, di fronte a determinati problemi, occorre prendere delle decisioni (perché i problemi non si risolvono da soli), che queste decisioni quasi sempre sono in alternativa tra loro (spesso in maniera radicale ma più spesso in maniera poco evidente), che la scelta delle decisioni peggiori non pregiudica sempre la possibilità di ripensamenti o la necessità di una autocritica.

Quindi la valenza educativa è di tipo psicopedagogico, mentre quella didattica sarà di tipo letterario-linguistico.

Sarebbe gradito e auspicabile, ovviamente, l'apporto di esperti antropologi, sociologi, teorici della comunicazione ecc.

I docenti dovranno discutere la scelta, diciamo, redazionale del progetto, in quanto, considerando lo sperimentalismo in atto, forse sarebbe meglio costruire racconti basati su intrecci non troppo complicati e finalizzati alla percezione di una morale di fondo (di un finale necessariamente migliore di altri) rilevabile in modo sufficientemente chiaro: ciò consentirebbe di creare delle varianti non astruse, ma strettamente attinenti al filo principale del discorso.

Non dimentichiamo che abbiamo a che fare con soggetti in via di formazione, che potrebbero anche non sopportare ipotesi altamente contrastanti.

Oppure lasciamo che ogni gruppo si esprima come meglio crede, sulla base della premessa data, e solo in conclusione si discuterà sui risultati ottenuti.

Un lavoro di questo genere, se usato con simulazioni realistiche, potrebbe permettere un apprendimento graduale, progressivo, non necessariamente lineare, e sarebbe sicuramente molto formativo, non tanto o non solo perché interattivo, quanto perché sostanzialmente autoformativo, infatti lo studente apprenderebbe by doing; anzi, di più, con una conoscenza minima dell'html, lo studente potrebbe essere in grado di creare a sua volta percorsi analoghi per altri studenti.

Il realismo del percorso potrebbe persino autorizzarci a mettere un punteggio finale in base alle scelte operate: p.es. per una risposta subito esatta: 3 punti; una risposta esatta dopo due tentativi: 2 punti; una risposta esatta dopo tre tentativi: 1 punto.

Questo però significa che tutti i docenti interessati al progetto devono essere d'accordo nel tipo di attribuzione, ma escluderei l'idea di attribuire un punteggio a un esperimento di scrittura creativa.

Mi pare infine che un lavoro di questo genere potrebbe avere delle ricadute molto interessanti anche nel campo della dispersione scolastica e della multiculturalità, in quanto da un lato si potrebbe documentare efficacemente un disagio in atto (cioè coinvolgendo gli studenti nella scelta delle trame e dei percorsi si potrebbe arrivare a comprendere il tipo di disagio vissuto) e dall'altro si potrebbero mettere assieme, già al momento della formulazione delle opzioni da scegliere, quelle proposte direttamente dagli studenti appartenenti a culture diverse.

Il progetto potrebbe essere svolto, in questa prima fase, insieme a maestre elementari o insegnanti del biennio superiore, ovviamente separando le scuole.


Storia di un Marsupio

I Pretendenti di Raggiolina