Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Considerazioni sulle Indicazioni Nazionali per il Primo Ciclo

Ho letto la Bozza delle Indicazioni per il primo ciclo con curiosità ed interesse suscitati dal grande battage mediatico di una parte della scuola che chiedeva a viva voce la revisione della Riforma Moratti . L’interpretazione del documento mi ha portata a fare delle considerazioni personali e a cercare non solo segnali di novità, ma anche le tracce di continuità e discontinuità con il passato. Tralascio la prima parte, che fa da introduzione al documento, perchè e’ già stata discussa ampiamente nei mesi scorsi specialmente dalle Associazioni professionali. Comincio la lettura del testo da pag 9 dove si parla di organizzazione del curricolo; la Bozza del documento ministeriale si trova in Edscuola a questo indirizzo URL

http://www.edscuola.com/archivio/norme/programmi/indicazioni_nazionali.pdf

Il testo benché si ponga , secondo il mio parere, per un verso come sviluppo della legge N° 30 del 2000,e per l’altro in continuità con la legge N° 53 del 2003, presenta alcune novità interessanti che dovranno tuttavia essere chiarite dal Ministero attraverso alcune esemplificazioni organizzative e normative legate alla composizione del team dei docenti e al monte ore delle discipline.

INTRODUZIONE

Il curricolo della scuola dell’infanzia si articola in cinque campi di esperienza in cui il bambino ricava una molteplicità di stimoli determinanti per sviluppare il suo apprendimento : Il sé e l’altro; Il corpo e il movimento; Linguaggi, creatività, espressione; I discorsi e le parole; La conoscenza del mondo. Per ogni ambito vengono indicate le competenze in uscita dalla scuola dell’infanzia e alcune preziose indicazioni metodologiche quali ad esempio la cura dell’ambiente ( fisico e sociale ) che sappia accogliere e sostenere , l’importanza della vita di relazione basata sulla ritualità e convivialità, il gusto dell’esplorazione e della scoperta come metodo di conoscenza ; infine i rapporti coi genitori attraverso un dialogo aperto che diventi strumento di formazione reciproca .

Il curricolo del primo ciclo ( elementare e media) si articola per tutta la durata degli otto anni in tre aree disciplinari a) linguistico-artistico-espressiva; b) storico-geografico-sociale; c) matematico-scientifico-tecnologica. In ogni area sono definiti gli obiettivi di apprendimento relativamente al terzo e al quinto anno della scuola primaria e al terzo anno della scuola secondaria di primo grado. Sono obiettivi ritenuti strategici al fine di raggiungere i traguardi di sviluppo delle competenze previste in uscita dalla scuola elementare e media. Le novità per il primo ciclo sono senz’altro due: quella di agganciare più strettamente la scuola primaria alla secondaria in un curricolo continuo e progressivo e ciò presuppone che i due ordini di scuola non possano ignorarsi perchè ogni segmento e’ continuazione e complemento del successivo. Secondo: merita una certa attenzione l’impianto ingegneristico del curricolo dai 3 ai 16 anni: in questo percorso passiamo dai campi di esperienza alle aree disciplinari : tre aree nel primo ciclo , quattro aree nel biennio della secondaria ,un percorso che combacia con le fasi di sviluppo cognitivo e una sempre maggiore specializzazione dei saperi. Durante questo cammino si intrecciano vari percorsi interdisciplinari e disciplinari sia tra le discipline della stessa area, sia tra le aree diverse, e questo comporta una messa in comune di obiettivi, metodi e verifiche. Quindi bisognerà vedere quali sviluppi avrà il dipanarsi di ogni Area nel curricolo verticale e nella continuità orizzontale tra le discipline della stessa Area .


 

LA SCUOLA DELL’INFANZIA

Nell’introduzione al curricolo per la scuola dell’infanzia emergono alcune indicazioni importanti : in primis l’idea di libertà manifestata dai genitori all’atto di iscrizione : sono loro che decidono autonomamente quando e quale scuola i propri figli dovranno frequentare . In secondo luogo il riconoscimento delle scuole religiose e comunali a fianco della scuola statale, entrambe costituiscono un sistema integrato che va incontro alle necessità della popolazione. Dunque un primo e significativo riconoscimento delle varie istituzioni che offrono una pluralità di offerte formative .

Dopo questa breve premessa il documento passa poi ad analizzare alcuni aspetti significativi legati all’infanzia che sintetizzo in questi sei enunciati:


 

1)Le finalità della scuola dell’infanzia sono le seguenti :

Per ogni bambino o bambina, la scuola dell’infanzia si pone le seguenti finalità: il consolidamento dell’identità; la conquista dell’autonomia; il riconoscimento e lo sviluppo della competenza; l’acquisizione delle prime forme di educazione alla cittadinanza, a partire dalle prime esperienze di convivenza responsabile.”

2) La scuola dell’infanzia non e’ solo un’opportunità , ma risponde ad un diritto di ogni bambino di avere a disposizione una buona scuola .

3) Questa prima fase di scolarizzazione ha un ruolo importantissimo e determinante nella formazione della persona :

Le potenzialità e disponibilità ( dei bambini ndr) possono essere sviluppate o inibite, evolvere in modo armonioso o disarmonico, in ragione dell’impegno professionale degli insegnanti della collaborazione con le famiglie, dell’organizzazione e delle risorse date alla scuola per costruire contesti di apprendimento ricchi e significativi.”

4)La scuola dell’infanzia si costituisce come comunità di adulti e bambini

La scuola quindi non solo comunità dei piccoli ma anche degli adulti che si incontrano , si conoscono, si impegnano a favore di una scuola di qualità

Alla scuola dell’infanzia si affacciano genitori che provengono da altre nazioni e che costruiscono progetti lunghi o brevi di vita nel nostro territorio per i loro figli. Essi professano religioni diverse, si ispirano spesso a modelli tradizionali di educazione, di ruoli sociali e di genere appresi nei paesi di origine ed esprimono il bisogno di rinfrancare la propria identità in una cultura per loro nuova. La scuola dell’infanzia è occasione di incontro con gli altri genitori, per costruire rapporti di fiducia e nuovi legami di comunità.”

5) L’ambiente scolastico è ideato e pensato secondo i bisogni dell’infanzia.

Quindi è determinante la costruzione del curricolo implicito.

lo spazio accogliente,caldo, curato, orientato dal gusto, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola che parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità attraverso l’ambiente fisico, la scelta di arredamenti e oggetti capaci di creare una funzionale e invitante capacità di abitarla e di appropriarsene. Il tempo disteso nel quale è possibile per il bambino esplorare, dialogare, osservare, ascoltare, approfondire, crescere con sicurezza e nella tranquillità, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita, di scoprire e vivere il proprio tempo esistenziale senza accelerazioni e senza rallentamenti indotti dagli adulti.”

6) Gli indicatori di competenza sono i traguardi di apprendimento e lasciano la possibilità di uno sviluppo personale secondo un ritmo diverso da bambino a bambino; quindi dal documento ricaviamo l’idea di una gradualità in base ai punti di partenza diversi e in base alle caratteristiche di ciascuno. Vorrei sottolineare che il documento non delinea livelli di uscita , ma piuttosto traguardi di crescita e di apprendimento dentro l’esperienza scolastica.I campi di esperienza sono situazioni in cui il bambino sotto la guida dell’insegnate mette a frutto la prima conoscenza di se stesso e del mondo circostante.Ognuno dei cinque campi e’ preceduto da una breve descrizione e poi di seguito sono definiti i traguardi di sviluppo della competenze.

Alcune interessanti novità riguardano l’avvicinamento del bambino all’arte , al gusto del bello, alla cura del proprio lavoro.Dall’insieme degli indicatori esce l’immagine di un bambino che conosce pian piano la sua persona e la sua identità, che si interroga e si pone i grandi problemi, un bambino responsabile e padrone del suo corpo , un bambino interessato che predilige tutti i linguaggi verbali e non verbali , un bambino curioso e creativo, un bambino che vive in una comunità e in un ambiente e impara a conoscere rischi e quindi ragiona e si controlla.Un bambino che porta un bagaglio culturale appreso nel proprio ambiente e che e’ fiero delle sue tradizioni e della sua storia personale.

CONSIDERAZIONI PERSONALI

-Anche se viene giustamente riconosciuta l’utilità delle Istituzioni private a beneficio dell’utenza , manca la dichiarazione di impegno dello Stato verso l’espansione e generalizzazione della scuola statale.

-Purtroppo vorrei segnalare a questo punto la precaria situazione data dal numero elevato dei bambini iscritti in ogni sezione che non viene menzionato nel testo ma e’ reale e preclude spesso la possibilità di ascolto e di attenzione necessaria verso i piccoli.

-Riguardo l’elenco dei traguardi di sviluppo , purtroppo devo annotare che alcuni indicatori sono a mio avviso al di fuori delle capacità reali , logiche , riflessive, espressive dei bambini dai 3 ai 6 anni

Il bambino:

A) Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e dei diritti degli altri ,dei valori, delle ragioni e dei doveri che determinano il suo comportamento.

B) Conosce le diverse parti del corpo e rappresenta il corpo statico e in movimento.

C) Esplora le possibilità offerte dalle tecnologie per fruire delle diverse forme artistiche, per comunicare e per esprimersi attraverso di esse.

D) Formula ipotesi sulla lingua scritta e sperimenta le prime forme di comunicazione attraverso la scrittura anche utilizzandole tecnologie.

E )Dimostra di sapersi orientare nella organizzazione cronologica della giornata scolastica.

Riferisce eventi del passato recente dimostrando consapevolezza della loro collocazione temporale e sa formulare correttamente riflessioni e considerazioni relative al futuro immediato e prossimo.

F)Conosce i giorni della settimana, le ore della giornata e sa orientarsi nel tempo della vita quotidiana e cogliere le trasformazioni naturali


 

Sostengo che questi indicatori di competenze per la scuola dell'infanzia non sono adeguati all'età dei bambini perché non possono essere raggiunti prima dei sei anni. Prima di quell'età non si pongono domande esistenziali e religiose , perché non mettono in dubbio quanto viene asserito dagli adulti. Fino a 8-9, momento in cui i bambini fanno la Prima Comunione ,essi sono ben convinti, senza ombra di dubbio, dell'esistenza di Dio. Alcune domande potranno venire solo dopo alcuni anni, durante l'adolescenza. Durante il periodo infantile , i bambini si interrogano semmai sulla loro nascita, sulla loro crescita, sono curiosi di conoscere particolari dei primi mesi di vita, di cui non hanno nessun ricordo, cercano segni e manifestazioni dell'affetto dei genitori nei loro confronti, chiedono notizie della loro storia , così come si informano della nascita degli animali o come nasce un frutto, ma non si interrogano certo sulla nascita dell'universo, che per loro ha una grandezza illimitata e fuori dal loro ambiente concreto.
Anche a livello motorio è difficile che un bambino piccolo riesca a rappresentare graficamente il corpo in movimento: questa attività presuppone un'analisi delle singole parti del corpo , mentre a 5 anni il bambino ha ancora una visione globale delle cose e riesce a fatica a cogliere i particolari.
Riguardo il tempo , non e' ancora matura l'idea del passato, presente e futuro e appena riesce a ricostruire a sequenze una storia narrata.
Per concludere credere in obiettivi troppo alti poi porta a creare differenze negli apprendimenti, creando disparità tra bambini.
Infine vorrei sottolineare l’importanza di alcuni traguardi che forse non sono stati messi nel dovuto risalto , ma che invece sono indispensabili per accedere al successivo ordine di scuola :la manipolazione e l’uso della mano , il riconoscimento e l’uso dei simboli,l’utilizzo dello spazio fisico e grafico,la coordinazione oculo –manuale. Meglio lasciar giocare il bambino più a lungo con materiali diversi e fargli sperimentare varie tecniche espressive , piuttosto che avvicinarlo in maniera affrettata e approssimativa alla lingua scritta.


 

LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO

Trovo molto interessante la premessa del curricolo per il primo ciclo. Elaborare il senso dell'esperienza, sviluppare il diritto di cittadinanza, promuovere l'alfabetizzazione culturale di base sono i compiti specifici della scuola primaria e secondaria di primo grado.
Pur riconoscendo che "Fin dai primi anni del percorso scolastico, l'educazione svolge un fondamentale ruolo di orientamento, fornendo all'alunno le occasioni per capire se stesso, per prendere consapevolezza delle sue potenzialità e risorse, per progettare percorsi esperienziali e verificare gli esiti conseguiti in relazione alle attese.".., nonostante questa breve premessa, la scuola media perde in parte la connotazione che l'aveva sempre contraddistinta, quella appunto di orientare verso la scuola secondaria, ed acquista invece il ruolo di far raggiungere una piena formazione delle competenze -chiave secondo il quadro di riferimento europeo .
Il documento precisa che "La scuola secondaria di primo grado rappresenta la fase in cui si realizza l'accesso alle discipline come punti di vista sulla realtà e come modalità di interpretazione, simbolizzazione e rappresentazione del mondo.
La scuola primaria mira all'acquisizione degli apprendimenti di base, come primo esercizio dei diritti costituzionali.
" “Ai bambini e alle bambine che la frequentano va offerta l'opportunità di sviluppare le dimensioni cognitive, emotive, affettive, sociali, corporee, e di acquisire i saperi irrinunciabili. Si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti delle discipline, permette di esercitare differenti potenzialità di pensiero, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico. Per questa via si formano cittadini consapevoli e responsabili a tutti i livelli, da quello locale a quello europeo.
La padronanza degli alfabeti di base è ancor più importante per bambini che vivono in situazioni di svantaggio: più solide saranno le strumentalità apprese nella scuola primaria, maggiori saranno le probabilità di inclusione sociale e culturale attraverso il sistema dell'istruzione. “
Il documento raccomanda ai docenti di porre attenzione a due rischi: la frammentazione dei saperi e l' impostazione trasmissiva dei contenuti disciplinari. Questi due errori vanno evitati perché possono compromettere l'apprendimento e la motivazione allo studio. Viceversa la didattica deve sollecitare l’operatività del bambino e sviluppare il gusto di sperimentare , cercare , trovare , realizzare e confrontare idee e prodotti con i compagni .
Grande importanza viene poi data all'ambiente scolastico : "Valorizzare l'esperienza e le conoscenze degli alunni, per ancorarvi nuovi contenuti. Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità, favorire l'esplorazione e la scoperta, incoraggiare l'apprendimento collaborativi, promuovere la consapevolezza sul proprio modo di apprendere, realizzare percorsi in forma di laboratorio"...queste indicazioni sono strategie preziose per raggiungere la formazione della persona e la capacità di elaborare conoscenze acquisite in una serie di contesti e situazioni diverse.


AREA LINGUISTICO-ARTISTICO-ESPRESSIVA

L'apprendimento delle lingue e dei linguaggi non verbali si realizza con il concorso di più discipline: Lingua Italiana, Lingue comunitarie, Musica, Arte e Immagine, Corpo, movimento e sport. "Tutte queste discipline, pur mantenendo un ambito di apprendimento proprio, storicamente e convenzionalmente organizzato intorno a specifici temi e problemi, a metodi e a linguaggi propri, concorrono a definire un'area sovradisciplinare in cui esse ritrovano una comune matrice antropologica nell'esigenza comunicativa dell'uomo e nell'esplicazione di facoltà uniche e peculiari del pensiero umano.”

L'ITALIANO ha come obiettivi : ascoltare e parlare ; leggere e scrivere; riflettere sulla lingua

Le Indicazioni offrono il validissimo suggerimento di avviare il bambino al gusto di leggere attraverso l’uso di diversi tipi di testo e in particolare quelli di letteratura infantile ; traspare un’avvertenza : la scuola può promuovere l’amore verso il libro ma poi e’ il bambino stesso che deve coltivare in modo autonomo la lettura non solo come sviluppo culturale, ma anche come piacere intimo della mente .

L’uso del testo narrativo e autobiografico è particolarmente indicato per la scrittura , per sviluppare il gusto di raccontare fatti , storie e esperienze legate al proprio vissuto. L’apprendimento della scrittura dovrebbe avvenire nei primi due anni della scuola primaria : un tempo adeguato alle capacità di ciascun bambino ; infatti se il riconoscimento e l’uso delle lettere dell’alfabeto avviene dopo pochi mesi di scuola , occorre un tempo più lungo per maturare la capacità di esprimere , anche in forma semplice, il proprio pensiero. Occorre almeno un biennio per usare in modo consapevole la strumentalità di leggere e scrivere.
I linguaggi non verbali hanno l'obiettivo di sviluppare e consolidare le capacità comunicative attraverso l'uso di diversi tipi di linguaggio : educare quindi all'utilizzo di codici espressivi diversi, adeguati ai vari contesti e usati in modo personale. In questo modo vengono sviluppate non solo le conoscenze, ma anche le capacità e le attitudini personali in vista dell’ inserimento nella vita sociale oltre che lavorativa
QUALCHE CONSIDERAZIONE PERSONALE
Gli obiettivi di italiano sono chiari e completi e non presentano significative novità. Troppo sintetica appare la sezione della riflessione linguistica, considerando la mole dei contenuti legati alla grammatica italiana. Nel testo si parla di rispetto delle convenzioni ortografiche , senza dubbio un traguardo importante che si raggiunge dopo un lavoro intenso, lungo, impegnativo. Nella primaria viene svolto tutto il programma di ortografia, morfologia e sintassi in modo costante , programma che poi sarà approfondito e ampliato nella secondaria. Ultima considerazione: il programma di italiano e' condizionato dal programma di storia , la riduzione dei contenuti storico-geografici lo limita nell’uso dei testi , in particolare manca tutta l’antologia riferita alle varie epoche storiche ed e' carente nella lettura dei testi informativi relativi ad aspetti geografici, antropologici e culturali dei diversi ambienti nazionali e mondiali .

Musica presenta un curricolo un po' troppo specifico per la primaria , visto che gli insegnanti non sono specialisti e finora svolgevano il compito di avviare il bambino all'educazione alla musica , a conoscere la sonorità dell'ambiente , a percepire la coralità del canto attraverso canzoni tradizionali e regionali. Arte e Educazione Motoria fanno giustamente riferimento alle conoscenze ed esperienze maturate in extrascuola , avviamento alle opere d'arte, attività motoria in momenti extrascolastici. L'attività motoria porta miglioramento degli schemi motori di base e di avviamento alla pratica sportiva. Nello stesso tempo concorre al raggiungimento di una maturità psico-affettiva .
L'attività motoria secondo le nuove Indicazioni assolve anche il compito di avviare all'educazione alla salute, attraverso un'alimentazione adeguata ai bisogni dell'età e un corretto stile di vita .
Alle discipline artistico-espressive vengono affidati una molteplicità di compiti e un ricco programma che tuttavia nella scuola primaria dovrà essere svolto in un'ora alla settimana , se rimane l’ organizzazione attuale che prevede la permanenza in classe di ogni docente per 11 ore settimanali. In questo spazio di tempo egli dovrebbe svolgere tutte le discipline dell’area che gli è stata assegnata.


 

AREA STORICO-GEOGRAFICO-SOCIALE

Le Indicazioni relative all’aerea storico –geografica presentano alcune interessanti novità , ma anche alcune perplessità nella loro interpretazione : infatti i principi espressi nella presentazione dell’area storico-geografica-sociale trovano solo in parte corrispondenza con la descrizione delle competenze degli alunni ed inoltre non presentano puntuale e preciso riscontro negli obiettivi . In questi ultimi non ci sono riferimenti ad alcuni contenuti delle discipline e ciò vale in particolare modo per le scienze sociali.

Indicazioni più precise si hanno nel delineare il programma della storia e della geografia : dovrebbe attuarsi a partire dalla quarta della scuola primaria e pertanto rimane in linea con il programma della Riforma Moratti. Infatti si afferma “La conoscenza sistematica e diacronica della storia verrà realizzata fra il secondo biennio della primaria e la fine della secondaria. Si inizierà focalizzando l'attenzione degli alunni sugli aspetti della vita sociale, culturale e materiale delle società preistoriche, protostoriche e del mondo antico, e si passerà, man mano che le capacità degli allievi crescono, allo studio di processi più complessi. La scansione fra primaria e secondaria è costituita dalla Caduta dell'impero Romano d' Occidente, mentre nel primo biennio della scuola secondaria di primo grado il percorso sarà compreso tra il Tardo Antico e la fine dell'Ottocento.”

Riguardo i contenuti della geografia:

Dopo aver costruito le proprie “geografie”, anche attraverso le testimonianze di adulti nella veste di referenti culturali (familiari, insegnanti, testimoni privilegiati), gli allievi possono avvicinarsi alla dimensione sistematica della disciplina gradualmente, dagli ultimi due anni della Primaria fino al terzo anno della Secondaria di primo grado. È soprattutto alla geografia, infatti, che spetta il delicato compito di conferire il senso dello spazio, accanto a quello del tempo: gli allievi devono attrezzarsi di coordinate spaziali per orientarsi in un territorio. Occorre che, fin dalla scuola primaria, siano abituati ad analizzare ogni elemento nel suo contesto spaziale, a partire da quello locale fino ad arrivare ai contesti mondiali.”

Alla geografia spetta il compito di ereditare alcuni aspetti dell’educazione alla convivenza dei precedenti programmi:

Fare geografia a scuola vuol dire formare cittadini del mondo consapevoli, autonomi, responsabili e critici, che sappiano convivere con il loro ambiente e sappiano modificarlo in modo creativo e sostenibile, guardando al futuro.”

ALCUNE CONSIDERAZIONI PERSONALI

I contenuti delle discipline , in particolare il fatto di far iniziare il programma di storia dalla quarta elementare, potrebbero far pensare ad un’organizzazione che preveda un solo docente per l’area linguistico-espressiva-antropologica nelle prime tre classi della primaria ; ciò potrebbe rendere le tematiche piu’ interdisciplinari e avviare il bambino ad acquisire i prerequisiti utili per lo studio delle discipline storico –geografiche : relazioni spazio-temporali, uso dei documenti, aderenza alle fonti eccetera. Dalla quarta poi potrebbe intervenire un docente per l’insegnamento specifico di storia , geografia e studi sociali.

Seconda osservazione: tutta l’impostazione degli obiettivi del primo ciclo tendono a sviluppare competenze sul metodo storico, cioè si presenta un modello di insegnamento che fa apprendere secondo pratiche operative. Sia la presentazione, sia gli obiettivi ,delineano la figura di un insegnante che sollecita, coordina, guida , organizza le attività in classe, piuttosto che trasmettere i contenuti di storia e geografia.

Dalla lettura delle Indicazioni si intuisce che gli obiettivi della Convivenza sono distribuiti nelle varie discipline . Educazione motoria, scienze e in particolare l’area storico-geografica assumono un impegno per la formazione del cittadino.Cito alcuni principi espressi nel documento :

“ L'apprendimento della Storia contribuisce all’educazione civile della nazione, perché permette agli allievi di conoscere il processo di formazione della storia italiana, europea e mondiale e di capire come si sono formati la memoria storica e il patrimonio nazionali. Al tempo stesso, la Storia favorisce negli alunni la formazione di un “abito critico”, fondato sulla capacità di interpretare le fonti e le conoscenze acquisite.”

La geografia invece offre l’opportunità di abituare ad osservare la realtà da diversi punti di vista, partendo dall'assunto che sulla superficie terrestre non esiste il centro del mondo, bensì un’infinita molteplicità di centri. In questo aspetto, oltre che nella conoscenza e nel confronto tra realtà fisiche, territoriali e umane diversificate, si evidenzia il notevole apporto della geografia al tema della cittadinanza, dell'intercultura e all'interiorizzazione dei valori di solidarietà, di rispetto e accettazione dell'altro da sé, di integrazione umana, sociale e culturale. Tuttavia , a mio avviso, sarebbe importante un programma generale di educazione alla cittadinanza che costituisse un collante tra gli obiettivi delle singole discipline.

4) Ultimo punto: il discorso della riduzione del programma di storia e geografia nella scuola primaria. Questa questione è stata ampiamente discussa gli anni indietro ed e’ stata il cavallo di battaglia di coloro che hanno chiesto a gran voce di ripristinare i programmi del 1985. Ma la Bozza delle Nuove indicazioni presenta un curricolo verticale simile a quello del 2003 .

Si tratta ora di trovare una soluzione tra due problemi: quello della ripetizione del programma di storia per ben tre volte nel corso di studi ( com’era prima della Riforma del 2003), e quello dell’impoverimento culturale dei ragazzi fino a 14 anni, momento in cui si conclude l’intero corso della storia e geografia e si arriva a conoscere e a capire il presente ( come propongono le recenti Indicazioni ).

Di fatto i ragazzi di 10-13 anni trovano difficoltà a comprendere alcuni fatti di attualità , e ad interpretare messaggi, segnali, cause dei fatti locali , nazionali e internazionali.

Per cui sarebbe necessario al di là del programma di storia e geografia, poter sviluppare via via, già nella scuola primaria , anche tematiche attuali e non necessariamente legate alla sequenza lineare del tempo o dello spazio ( vicino –lontano) che rispondano alle richieste e agli interessi dei ragazzi su temi e problemi di rilievo .

La sperimentazione dei prossimi anni dovrebbe andare in questa direzione.


 


 

AREA MATEMATICO-SCIENTIFICO-TECNOLOGICA

Nella formazione di base, l’area matematico-scientifico-tecnologica comprende argomenti di matematica, di scienze dell'uomo e della natura, di tecnologia sia tradizionale sia informatica . Nella presentazione dell’Area si afferma che “Si tratta di discipline che studiano e propongono modi di pensare, artefatti, esperienze, linguaggi, modi di agire che oggi incidono profondamente su tutte le dimensioni della vita quotidiana, individuale e collettiva: è perciò necessario che la formazione si confronti in modo sistematico anche con l’esperienza comune (in senso lato) di ragazzi e adulti.”

La Indicazioni per l’Area scientifica presentano alcune novità che riassumo di seguito:

le conoscenze matematiche –scientifiche e tecnologiche mettono in stretto rapporto il pensare e il fare , offrendo strumenti adatti per sviluppare capacità critica nella comprensione dei fenomeni naturali, concetti e artefatti costruiti dall’uomo e gli eventi naturali.

Quindi emerge la finalità educativa delle discipline che si traduce nell’ esercitare la cittadinanza attraverso decisioni motivate e intessendo relazioni costruttive tra la tradizione e i nuovi sviluppi della conoscenza.

Grande importanza viene attribuita al linguaggio, non solo per i termini specifici della disciplina, ma anche come comunicazione delle esperienze , scambi di punti di vista , condivisione dei risultati , verbalizzazione delle esperienze ,come pure viene suggerita una metodologia laboratoriale e in particolar modo, nella scuola primaria, attività legate al gioco .


 

MATEMATICA

Il programma sembra impostato più sul ragionamento che sulle abilità di calcolo, anche se si raccomanda nei primi tre anni di scuola primaria lo studio delle tabelline ,e la divisione in quarta . Tra gli obiettivi non sono citate le proprieta’ delle operazioni e non ci sono riferimenti alla logica e all’insiemistica. Sembra ridotto anche il programma di geometria , in cambio viene valorizzata la capacità di ragionamento e la problematicità viene vista come capacità naturale del ragionamento dell’uomo.


 

SCIENZE

Anche lo studio delle scienze adotta una metodologia basata sulla riflessione personale :”

. Infatti il coinvolgimento diretto, individuale e in gruppo con i fenomeni rafforza e sviluppa la comprensione e la motivazione, attiva il lavoro operativo e mentale che deve essere prima progettato e poi valutato; aiuta a individuare problemi significativi a partire dal contesto esplorato e a prospettarne soluzioni; sollecita il desiderio di continuare ad apprendere. “

Per questo le scienze richiedono un ambiente particolare , e tempi adeguati per osservare e sperimentare. Lo studio delle scienze necessita di un linguaggio specifico e la connessione con altre discipline. Il curricolo presenta due percorsi : quello delle scienze naturali e quello delle scienze sperimentali a partire già dai primi anni.

Le scienze naturali e sperimentali sono fra loro profondamente diverse: per i loro "oggetti" di studio (che peraltro in tempi recenti si stanno rivelando sempre più interconnessi); per il peso che vi hanno diversi metodi di indagine e diversi strumenti tecnologici; per il tipo e il livello di linguaggio simbolico e formale utilizzato per rappresentare e interpretare i fenomeni. D'altra parte, molte altre dimensioni sono comuni alle diverse discipline scientifiche: osservare i fenomeni nel loro verificarsi, sia nell’esperienza quotidiana sia in situazioni controllate di laboratorio (imparare a guardare - imparare a vedere); descrivere e registrare quanto si vede e si fa accadere, dandogli forma attraverso linguaggi appropriati; interpretare fatti e processi attraverso modelli e quadri teorici, anche schematici; fare previsioni riguardo a quanto può (esser fatto) accadere e controllare la loro attendibilità; arricchire e rivedere le interpretazioni in base a nuovi strumenti sperimentali e interpretativi.”questo significa avvicinare il bambino all’osservazione e al metodo scientifico attraverso l’impostazione fenomenologia: ogni percorso didattico deve svilupparsi sulla base di fatti osservati e sperimentati e non raccontati o descritti dai manuali. Importante la mediazione linguistica per stabilire riflessione dell’esperienza e consapevolezza delle relazioni significative

In programma di scienze si articola nei seguenti sezioni:astronomia ,fenomeni fisici e chimici ,fenomeni biologici.

Biologia viene trattata fin dai primi anni al fine di rispettare il proprio corpo in quanto entità irripetibile (educazione alla salute, alimentazione, rischi per la salute).

Lo studio dell’astronomia passa all’area scientifica mentre finora era competenza di geografia.


 

TECNOLOGIA


 

L’educazione tecnica dovrebbe avvicinare all’esperienza tecnico scientifica favorendo l’acquisizione di un’attitudine alla sperimentazione

Nella prima accezione, dispositivi, macchine e apparati (dai computer alle abitazioni, alle reti dell’energia) vengono esplorati e studiati nei loro aspetti costruttivi e progettuali: per questo si fa ricorso a concetti, elementi e processi che sono singolarmente desunti dalle diverse discipline scientifiche, ma che vengono di volta in volta riorganizzati e riconfigurati per assolvere in modo efficace ed efficiente a specifiche funzioni.

Nella seconda accezione, la tecnologia esplora le potenzialità dell'informatica (in senso lato) come strumento culturale transdisciplinare che introduce nuove dimensioni e nuove possibilità nella realizzazione, nella comunicazione e nel controllo di ogni tipo di lavoro umano

Sia l’esperienza tecnico –scientifica che quella informatica vengono svolte in connessione con altre discipline , ad esempio c’ è un collegamento con la storia attraverso lo studio di macchine del passato e l’avvio ad alcune problematiche mondiali legate ai consumi e alla globalizzazione.


 


 

ANNOTAZIONI FINALI e DOMANDE APERTE

- Il Ministero ha predisposto un piano di accompagnamento per le nuove Indicazioni ? Quale? Il documento non dice nulla a questo proposito.

- La verticalizzazione del curricolo si attua nella continuità tra elementare e media mentre nei curricoli precedenti si tentava un aggancio tra i saperi disciplinari e i campi di esperienza della prima infanzia. Quindi manca l’aggancio del curricolo tra la scuola dell’infanzia e il primo ciclo.

-Appare sbilanciato l’insegnamento dell’area scientifica ( matematica-scienze-tecnologia) e quella legata ai linguaggi( italiano, lingua straniera, musica, motoria, immagine) rispetto all’area storico-geografica (storia e geografia), in considerazione che nella scuola primaria l’insegnamento delle discipline riferite alle diverse Aree vengono realizzate nelle 11 ore , quota destinata ad ogni insegnante per le attività in una classe . Come organizzare la presenza in classe delle tre insegnanti? Occorre un ripensamento della presenza prevalente del docente nella classe o formare dei laboratori a carattere interdisciplinare?

–Stranamente nel curricolo non vengono nemmeno menzionati gli istituti comprensivi, ignorando che invece essi possono costituire una condizione facilitante per il raccordo e la continuità tra cicli.

-Scompare Informatica come disciplina scolastica e l’uso della multimedialità viene distribuita nelle varie materie, senza chiarire chi avrà il compito di fornire la prima alfabetizzazione informatica

-Non vi è alcuna indicazione su Religione Cattolica: rimane il dubbio se inserirla nel curricolo obbligatorio o no

-L’Educazione tecnica divenuta ormai tecnologia finirà per essere inglobata nell’insegnamento delle scienze?

–Scompare l’Educazione alla Convivenza e sono assolutamente insufficienti le indicazioni verso i Diritti di cittadinanza raccomandati nell’introduzione al primo ciclo

Alcune tematiche legate alla convivenza, cittadinanza, etica, rientrano negli obiettivi delle singole materie , ma in maniera frammentaria e marginale. I richiami alla convivenza sono assolutamente insufficienti rispetto ai bisogni , grida di allarme e ammonimenti emessi durante lo scorso anno dal Ministero.

-Infine la valutazione. La premessa al curricolo si chiude con una sintetica nota sulla valutazione . E’ condivisibile l’idea che la valutazione abbia una funzione formativa, e come strumento di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo, ma occorre precisare anche come si realizzerà la verifica e la valutazione periodica e finale degli apprendimenti. Considerato che il curricolo si presenta ora come curricolo per competenze definite a livello nazionale, occorre chiarire quali strategie e quali provvedimenti si attuano nei casi di non raggiungimento degli obiettivi minimi e il conseguente debito formativo che un bambino può contrarre fin dai primi anni di scuola.

Agosto 2007

Marisa Bracaloni


La pagina
- Educazione&Scuola©