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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

CONTINUITA’  SCOLLASTICA

 

Questo testo contiene la teorizzazione più avanzata della continuità scollastica, che, se coerentemente applicata, farebbe fare alla scuola, giunta ormai sull’orlo di un precipizio, molti passi in avanti.

Alle sogliole del terzo mill’Ennio, varcate da pochi anni, si è diffuso un nuovo linguaggio, l’esasperanto. Le molteplici branchie del sapere si sono sviluppate in modo multiforme, più multi che forme, in modo ittico e apocalittico, da cui il proverbio: “chi dorme non piglia pesci”. 

E siccome il pesce comincia a puzzare dalla testa, il compito della scuola diventa sempre più importante e difficile, a cominciare dalla valuta-zione, diagnostica e prognostica, agnostica, ma soprattutto ostica, anche per colpa di tutti quegli indicatori,...indicamucche, indicasomari.........

E il bocciato interpella il prof.: -Tu bocci, io sboccio. (E. Scardaccione)

La scuola elementare, con i suoi due cicli (1), fino al 2004, ha già fatto tantissima strada, sui due pedali del pensiero, l’analisi e la sintesi.

Ma sono anche aumentati i problemi di disciplina di-scol-astica, per la  presenza di tanti dìscoli.

In molte scuole c’è il suolabus per il trasporto degli alunni; altri invece vanno a scuola con un vecchio mezzo di trasporto: la motofetta.

La scuola materna, sebbene con i suoi + modesti tricicli, e non-ostante la calata dei neonati, sulle ali dei piedi, e cioè sui pedali, e sulle ali della fantasia, (l’importante non è soltanto essere leali, ma anche avere le ali, di Alice, nel paese delle meraviglie), ha finalmente trovato la giusta direzione, grazie alla potente bussola degli Orientamenti e delle “Indicazioni nazionali”.   L’orienta-mento (prendersi il mento e spostarlo a dx e sx)…(A  proposito, lo sapete perché Dio ha fatto l’uomo con un solo mento? Perché non poteva fare altri… menti.  E poi c’è l’arreda-mento e il riscalda-mento, una bella barba; il raschia-mento e taglia-mento, il rasoio; e il suo contrario, l’attacca-mento; il reggi-mento, fac simile di reggiseno per il mento; l’allatta-mento, speciale biberon per il nutri-mento e l’alleva-mento; l’occulta-mento, apposita mascherina; il sacra-mento, grosso e  imponente profilo mandibolare, detto anche “skukkia” (vedi cap. 1); il firma-mento, per gli autògrafi delle star’s;
l’arma-mento (mimare pistola al mento); l’ali-mento (muovere mani incrociate sotto il mento a mo’ di ali); il tradi-mento (mimare corna al mento); il mento a destra, l’a-ddestra-mento e quello da cani, l’a-ccani-mento; il mento aguzzo, l’a-ppunta-mento; il mento complice, l’a-mmicca-mento; il mento crescente, l’au-mento; il mento da sera, il doppio mento;  il mento confuso, lo smarri-mento e quello incerto, il tentenna-mento; il mento famoso, il monu-mento; quello storico, il risorgi-mento e quello scientifico, l’esperi-mento; il mento lattico, il fer-mento e quello più appetitoso, il condi-mento; il mento più breve, il mo-mento; quello più saggio, il discerni-mento; quello più duro, il ce-mento e quello più schifoso, l’escre-mento; il mento più allegro, il diverti-mento; quello più gradito, il compli-mento; quello usato per lavorare, lo stru-mento; quello stanchissimo, lo sfini-mento e quello disastroso, il falli-mento; quello bellico, il bombarda-mento;  quello che soffre, il la-mento e quello straziante, il tor-mento;  il mento francescano, il fra-mmento; quello affettuoso, il senti-mento e quello degli amanti, il godi-mento; quello dei peccatori, il penti-mento e quello delle palle e dei pianeti, ormai, penso, venuto a tutti, il gira-mentoEd infine il testa-mento, come dice Bergonzoni:  “Cadendo dalle scale ha fatto 4 o 5 volte testa mento, testa mento, ma inutilmente, perché non è morto.”) (Cap. 4)

L’orientamento, dicevo, costituisce anche una delle finalità fondamentali della scuola media, sia per i nordici che per i sudici.

Non c’è più alcun pericolo, quindi, di restare disorientati: semmai c’è il pericolo opposto, e cioè di restare disoccidentati.

Qualora ciò avvenisse, un deciso giro di bua (che è quella che si fa il bue quando cade, ed è per questo che al bue gli piace tanto cadere, così si fa la bua), e subito la rotta s’aggiusta.

Ennio Monachesi

            1 -Primo ciclo = classi prima e seconda; secondo ciclo = terza-quarta-quinta, fino alla riforma  Moratti, che nel 2004 ha riciclato tutto.

 


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