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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Insegnante BARBARA SCARPELLI
Collaborazione GIULIA ORIOLI

a.  s. 2004/2005

SEZIONE dei 4 ANNI

SCUOLA dell’INFAZIA "DON MILANI”

ISTITUTO COMPRENSIVO di BARBERINO DI MUGELLO
Via Monsignor G. Agresti,18
Barberino del Mugello (Firenze)
Telefono: 055841162
Email: scuolamediabarberino@tin.it

 

IL GRANO: UNA STORIA CHE NON FINISCE

DESCRIZIONE ESSENZIALE DELL’ESPERIENZA: LE SUE FASI, IL SUO “PRIMA” E IL SUO “DOPO” (SUO INSERIMENTO IN UN PERCORSO)

L’insegnante ha scelto di lavorare per tutto l’anno scolastico sul grano; alcune attività sono più prettamente di tipo scientifico: analisi di una spiga di grano, semina, registrazione mensile delle caratteristiche delle piante, raccolta delle spighe mature; confronto tra grano e granturco. Altre attività sono correlate al tema e hanno contribuito a dare completezza e motivazione (produzione di diversi tipi di farine e loro utilizzo in alcune ricette).

Nell’anno scolastico precedente è stato svolto un percorso sulla terra come ambiente di vita; nel presente anno scolastico il tema trattato è completamente diverso (l’ambiente del fiume) ma la continuità sta nell’approccio metodologico utilizzato.

 

PREREQUISITI

I prerequisiti sono di tipo metodologico; nell’esperienza svolta nell’anno scolastico precedente l’insegnante aveva già lavorato rispettando determinate fasi: una prima fase “libera” in cui si dà modo al bambino di entrare in contatto con l’elemento su cui si andrà a lavorare e successivamente una fase strutturata in attività ben precise scelte dall’insegnante.

 

OBIETTIVI DELL’ESPERIENZA e OBIETTIVI DI CONCETTUALIZZAZIONE

Gli obiettivi sono attinenti all’area dell’esplorare, conoscere e progettare.

L’acquisizione più importante è stata quella dei concetti di trasformazione e di ciclicità nell’ambito di fenomeni naturali.

L’esperienza anche offerto molte occasioni per imparare a riconoscere somiglianze e differenze, a osservare e descrivere; per allungare i tempi di attenzione dei bambini, suscitando in loro interesse e piacere.

 

DESCRIZIONE DELL’ESPERIENZA

L’insegnante ha iniziato il percorso a fine settembre, portando a scuola un fascio di spighe di grano e appoggiandolo su un tavolo; i bambini erano liberi di toccarlo, ne parlavano tra loro e, spontaneamente, hanno cominciato a portare a scuola altre spighe (granturco). Questa fase di osservazione libera è durata una decina di giorni circa; si è poi passati a una fase più strutturata: è stato chiesto ai bambini di disegnare una spiga dal vero; poi sono state proposte altre tecniche di riproduzione, perché ciascuno  potesse assolvere a questo compito di riprodurre la spiga secondo la modalità più confacente alle sue attitudini. Poi si è chiesto ai bambini di “smontare” una spiga di grano; a ciascuno era stato distribuito un cartoncino diviso i cinque sezioni: la spiga veniva incollata nel primo spazio a sinistra. Negli altri spazi verso destra venivano incollate le varie parti in cui ciascun bambino aveva  “scomposto” la spiga; inizialmente ciascun bambino ha dato liberamente un nome alle varie parti (il gambo era per molti il tubo, ad esempio); l’insegnante in questa fase accoglie tutto ciò che il bambino dice. Solo successivamente, attraverso l’indagine su testi e fonti adeguate, si sono imparati a conoscere i nomi specifici. Ogni bambino ha svolto individualmente questa attività.

         L’attenzione si è successivamente focalizzata sul fatto che tutti, all’interno della spiga, avevano trovato dei piccoli semi o chicchi; si è proposto di provare a schiacciare i semi per vedere che cosa poteva succedere (per poter disporre di una quantità adeguata l’insegnante aveva anche acquistato un sacco di grano). I bambini si sono dedicati con entusiasmo a questa attività, anche se non poco faticosa; la sorpresa è stata notevole, nessuno ha riconosciuto la “polvere bianchiccia” ottenuta come farina (chi ha detto zucchero, chi sale, …). Il miscuglio ottenuto è stato vagliato, setacciato per togliere piccole bucce fino a che la polvere rimasta non era bianca. A quel punto l’insegnante ha chiesto ai bambini di assaggiarla; e a questo punto tutti hanno riconosciuto la farina.

         La proposta successiva è stata così presentata: cosa potremmo fare di questi semi anziché schiacciarli per ottenere la farina? Qualcuno, ricordando i semi dei fiori seminati dai genitori, ha proposto di seminarli. Si è proceduto a tre tipi di semina: ciascun bambino, individualmente, ha sistemato i propri semi in un bicchiere con cotone imbevuto nell’acqua e in un vasetto con del terriccio (ogni bicchiere e ogni vasetto era contrassegnato con il nome di un bambino). Subito dopo questa fase ci si è spostati nell’Aula Verde, area attrezzata dell’Istituto comprensivo a cui il plesso appartiene, presso la scuola media: ai genitori era stato chiesto di preparare la terra e così i bambini hanno dovuto solo zappettare un po’ e hanno potuto seminare i semi che avevano portato (fine ottobre). Al rientro a scuola ogni bambino ha disegnato e verbalizzato individualmente l’esperienza vissuta.

         La prima uscita all’aula verde è stata fatta con il pulmino (con grande entusiasmo dei bambini); successivamente ci si è recati all’aula verde (circa una volta al mese) a piedi dalla scuola, scegliendo le giornate più favorevoli.

         Nei tempi di attesa, tra la semina e la fase di osservazione, e tra una fase di osservazione e la successiva, l’insegnante ha proposto ai bambini alcune attività non prettamente “scientifiche”; la prima è stata un ‘attività di cucina con la farina: si è preparata una schiacciata, i bambini l’hanno mangiata a merenda e anche portata a casa.

         L’insegnante, per registrare le varie fasi di crescita delle piante seminate, ha predisposto un cartoncino fatto da diverse strisce, una striscia per ciascun mese aggiunta di volta in volta; Sulla prima striscia a sinistra erano riportati, in colonna, tre simboli per i tre tipi di semina; su ciascuna striscia, in alto era riportato il simbolo del mese. Ogni mese ciascun bambino ha riportato con un disegno e verbalmente quanto osservato nei due vasetti e all’aula verde; si è notato che tutti i bambini si sono espressi dicendo che nel vasetto e nel bicchiere era nata l’erba, mentre all’aula verde era nato il grano. L’insegnante ha accolto quello che i bambini dicevano e ha però cercato un modo per portarli alla consapevolezza che si trattava della stessa pianta.

         L’osservazione di gennaio, al rientro dalle vacanze, ha dato un risultato particolare: il grano nel vasetto di terra e in quello del cotone è secco. L’insegnante ha deciso di analizzare, “smontare” i due vasetti e poter esaminare cosa era nato e che cosa era successo. Ciascun bambino, con i suoi vasetti, si è sistemato a un tavolo e ha svolto questa operazione individualmente. I bambini si sono sentiti investiti di un lavoro importante; si è trattato di cercare una pianticella che fosse intera (radici, seme, gambo, foglie). Ogni bambino ha incollato quanto trovato nei due vasetti sul proprio cartoncino di registrazione. Dopo questa fase sono state poste ai bambini le tre domande seguenti:

a)     ti ricordi quali semi abbiamo seminato nel vasetto e nel bicchiere?

b)    cosa è successo?

c)     che cosa è nato nei due vasetti?

Alla prima domanda hanno risposto “il grano, semi di grano, il seme del grano”; in risposta alla seconda domanda hanno raccontato il processo (“Sono nate piante che poi si sono seccate; prima erano verdi. Abbiamo ritrovato i semi di grano”). All’ultima domanda tutti i bambini, correggendo quanto detto in precedenza, hanno risposto che era nato il grano.

         Nei mesi successivi si è continuata l’osservazione all’aula verde registrandola sugli appositi cartoncini mediante disegni e verbalizzazioni (sempre lavoro individuale). L’osservazione di maggio è stata particolarmente significativa: infatti si è potuto osservare un campo di grano in miniatura, erano cresciute le spighe e c’erano i papaveri in mezzo.

         A giugno la classe si è recata a osservare un vero campo di grano e successivamente, nella stessa mattinata, all’aula verde: il grano era diventato giallo, i bambini l’hanno “mietuto”. Un bambino ha così descritto quanto osservato: “C’erano tante spighe di grano, erano in fila, tutte insieme e tutte piegate perché erano piene di semini. Sono di colore giallo, perché sono tutte mature; il contadino ora le taglia per fare la farina. E con la farina si fa il pane. Se semino i semini della spiga, nascono ancora le spighe, è una storia che non finisce!. Le altre descrizioni erano ugualmente significative; da queste osservazioni verbali è emerso senz’altro che questa esperienza è stata adatta all’età dei bambini,  davvero significativa, e ha permesso loro di capire la ciclicità del tempo e dei fatti.

 

         I tempi di questo percorso, tra una registrazione mensile e l’altra, sono lunghi; così l’insegnante ha pensato di inserire diverse altre attività. Due di queste sono collegate tra loro; la prima è stata una visita a un mulino ad acqua presente nella zona. I bambini hanno potuto osservare, nell’arco della mattinata, tutto il processo, dai sacchi di grano ai sacchi di farina; durante la visita è anche arrivato il camion a prelevare i sacchi di farina e dunque è sorta la domanda dove venisse portata la farina; così è nata l’idea dell’altra visita, quella a un forno. I bambini hanno potuto constatare, come già avevano imparato, che esistono diversi tipi di farina: bianca e integrale, che loro stessi avevano ottenuta, e gialla, che avevano visto produrre dal mugnaio che al mulino aveva schiacciato anche alcuni semi di granturco. Ogni bambino, con la pasta ottenuta dalla macchina impastatrice, ha preparato alcuni panini. Le due esperienze, del forno e del mulino, sono state descritte dai bambini, soprattutto ponendo attenzione alla sequenza di fatti tra la partenza da scuola e il ritorno a scuola.

         Un’altra attività è stata un’analisi di somiglianze e differenze tra la spiga di grano e quella del granturco, che, ricordiamo, alcuni bambini avevano portato a scuola all’inizio dell’anno. Si è proceduto allo stesso modo che per il grano; su una scheda predisposta dall’insegnante, era stata disegnata la spiga di granturco (non potendo, evidentemente, incollarla come si era fatto per il grano); i bambini l’hanno colorata e, dopo avere anche in questo caso “smontato” la spiga, hanno incollato sulla scheda le diverse parti ottenute e le hanno nominate. Successivamente l’insegnante ha provveduto a dare le giuste informazioni, riguardo al nome, trovandole sui libri. Sono stati poi messi a confronto i due semi; essi hanno di diverso forma e colore. A quadratino o a punta sono le due forme individuate dai bambini, arancione e giallo i due colori. Si è chiesto poi, come proposta individuale, di classificare i semi per genere, per colore e per forma. Come proposta collettiva si è realizzato un cartellone sulle somiglianze e differenze tra i due tipi di spighe, prendendo in considerazione foglie, chicchi o semi, “pelini”, elementi individuati dai bambini dopo aver potuto toccare, annusare, manipolare le varie parti delle spighe. I bambini hanno risposto alle domande Come sono le foglie? Cosa hanno di uguale le foglie del grano e del granturco? Come sono i semi? Come sono i pelini? Come verifica del percorso svolto sulle due spighe, è stato  proposto un  elaborato che tenesse conto della capacità di discriminare le due differenti spighe, il differente seme e la diversità tra le due farine (e anche i due diversi prodotti di cucina, schiacciata e polenta).

           

 

FREQUENZA E DURATA NEL TEMPO DELL’ESPERIENZA

L’esperienza ha impegnato la classe per tutto l’anno scolastico, tre volte la settimana  nell’ora e mezza di compresenza tra le due insegnanti (tipicamente dalle 10,30 alle 12,00).

 

COME L’ESPERIENZA È LEGATA AD ATTIVITÀ ESTERNE ED ESPERIENZE DI VITA QUOTIDIANA

Evidente dalla descrizione.

 

QUALI STRUMENTI DI VERIFICA E CONSOLIDAMENTO VENGONO PROPOSTI

Non c’è stata alcuna necessità di consolidamento.

Tra le verifiche più significative ci sono senza dubbio tutte le osservazioni delle insegnanti, anche in momenti di attività libera e  non strutturata:

-         i bambini hanno dimostrato di saper riconoscere, in giardino, in giardino l’erba che avesse una spiga.

-         Hanno proposto di prendere i semi della frutta per portarli a casa e seminarli.

-         attraverso il parlato dei bambini tra di loro si è potuto cogliere il senso di quanto avessero appreso, capito, interiorizzato.

-         i disegni liberi avevano spesso come tema il campo di grano.

-         Le insegnanti hanno potuto rilevare una migliorata ed aumentata capacità di raccontare, confrontare le proprie ipotesi, ricercare e soffermarsi su testi e libri  che trattassero l’argomento.

Una verifica individuale particolarmente significativa che l’insegnante ha voluto proporre è stata in relazione al lavoro sulla terra dell’anno precedente: che cosa sta sopra la terra? e cosa sta sotto? Ciascun bambino ha sistemato all’interno di un piccola scatola da scarpe un po’ di terra raccolta all’aula verde; la richiesta era di discriminare tra gli elementi da loro conosciuti (formiche, ragni, chiocciole, piante di grano) quelli che stanno sopra e quelli che stanno sotto (dunque fuori e dentro la scatola). I vari elementi sono stati costruiti con diverse tecniche; la scatola è stata decorata con carta colorata, verde sopra e marrone sotto, scelta da ciascun bambino. I semi del grano sono stati messi sotto, dunque dentro la scatola, nella terra (sistemati in piccole scatoline di plastica trasparente), così come le formiche nel formicaio e le chiocciole in letargo. Sistemato il coperchio, su cui erano stati praticati dei fori, i bambini vi hanno posto il grano, la chiocciola quando è sveglia, e la formica, vicino al foro per accedere al formicaio; infine un ragno attaccato a una spiga.

 

 

LABORATORI, FATTORI STRUTTURALI ORGANIZZATIVI E MATERIALI NECESSARI, MODIFICAZIONE DI CALENDARIO (FLESSIBILITÀ ORARIA, CLASSI APERTE, COMPRESENZA, ECC)

Il poter usufruire dell’AULA VERDE ha certamente rappresentato una condizione particolarmente positiva (anche se non è indispensabile per lo svolgimento del percorso). Si tratta di uno spazio attrezzato (un ex vivaio): ci sono secchielli e palette in plastica per i più piccoli; sgabelli di diversa dimensione; attrezzi vari, come zappe forbici, rastrelli. L’insegnante inoltre ha ritenuto valido, nella prospettiva della continuità, far conoscere ai bambini un luogo che frequenteranno nel corso della scuola primaria e della media.

Come già detto, l’esperienza è stata svolta durante le ore di compresenza; l’insegnante che ha collaborato era supplente per tutto l’anno scolastico e ha lavorato volentieri sulla proposta elaborata dall’insegnante Scarpelli.

 

TRASVERSALITÀ DEI CONTENUTI DIDATTICI TOCCATI E DELLE ABILITÀ MESSE IN GIOCO

Sempre presente in qualunque attività della scuola dell’infanzia.

 

PERCORSO FORMATIVO PREGRESSO DELL’INSEGNANTE

Partecipazione al corso svoltosi, qualche anno fa, presso l'Istituto, sul curricolo verticale di Scienze e, in generale, all'attività di ricerca e riflessione sulla didattica delle discipline scientifiche del CIDI di Firenze.

 

QUANTO E COME VIENE SVILUPPATO L’ASPETTO LINGUISTICO

Le insegnanti, pur accogliendo sempre tutto ciò che i bambini  dicono, hanno comunque perseguito l’obiettivo di far imparare termini specifici.

 

I MOTIVI DELLA SCELTA

La scelta del tema è legata al fatto di aver lavorato l’anno precedente con la terra; l’insegnante l’ha scelto proprio per insistere sull’aspetto della terra come ambiente di vita. Tale scelta si è rivelata molto positiva e il tema particolarmente adatto ai bambini questa età.

La scelta metodologica è rafforzata dai risultati positivi che si sono potuti registrare; si tenga infatti presente quanto emerso nella verifica sopra e sotto la terra che ha dato ottimi risultati anche su contenuti del precedente anno scolastico.

 

INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI PUNTI DI “CRISI” IN ITINERE, SULLA BASE DELL’AUTOVALUTAZIONE DATA DALL’INSEGNANTE E MODIFICHE APPORTATE

Non ci sono state difficoltà, contrariamente a qualche timore iniziale dell’insegnante relativo soprattutto ai tempi di svolgimento (legati alle osservazioni mensili).

Per l’insegnante è ormai diventata un’esigenza irrinunciabile quella di documentare il lavoro svolto, anche se il riconoscimento economico non è adeguato; così è possibile, attraverso il percorso documentato, apportare negli anni successivi modifiche e miglioramenti.

 

RAPPORTI DELLA SCUOLA, IN CUI SI È TENUTA L’ESPERIENZA, CON GLI ENTI LOCALI E SUPPORTO DI QUESTI AI PROGETTI DI EDUCAZIONE SCIENTIFICA.

Non presenti nello svolgimento del percorso.


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