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L'importanza del cooperative informale e di consegne e procedure chiare

di Paolo Scorzoni

Secondo la nostra esperienza di insegnanti e formatori, molti docenti sono tentati di abbandonare la sperimentazione del Cooperative Learning a causa di problemi concreti che sembrano di difficile soluzione come:

  • eccessivo rumore nella creazione delle postazioni;

  • eccessivo rumore nel corso dei lavori di gruppo;

  • non adeguata gestione dei tempi e delle modalità del lavoro di gruppo;

  • non adeguato controllo del livello di apprendimento dei contenuti.

A volte però i problemi non sono legati al metodo, ma ad una non adeguata organizzazione del lavoro.

Partecipare ad un corso di formazione sul Cooperative Learning crea entusiasmo e aspettative.

Un insegnante che comincia a sperimentare il Cooperative Learning dall’iniziale entusiasmo passa ad una percezione, spesso inconscia, di non essere in grado di gestire la classe in situazioni nuove e inaspettate. Il docente, non più al centro dell’attenzione, perde le proprie certezze, i propri punti fermi, la propria tranquillità. Ha la sensazione di non avere più il controllo della classe dal punto di vista comportamentale e cognitivo.

Dall’entusiasmo è facile così passare velocemente allo sconforto, perché si rischia di bruciare le tappe e si ha fretta di raggiungere subito tutti i risultati prospettati dal corso della formazione. È possibile arrivare a non tener conto del fatto che studenti e docenti hanno bisogno di prendere confidenza con il metodo e con tutti i suoi potenziali percorsi di applicazione.

Cominciare a sperimentare il Cooperative Learning con una attività troppo complessa (per competenze richieste agli alunni, per numero di ore, per contenuti) significa rischiare un fallimento.

Per evitare questi rischi è opportuno andare per gradi e seguire procedure che possano dare tranquillità agli insegnanti e chiarezza agli studenti.

Diventa perciò fondamentale, all’inizio, passare attraverso la palestra del cosiddetto Cooperative Informale senza fare proposte troppo complesse sia per gli alunni, che per gli insegnanti. Diventa utile successivamente, quando si comincia a lavorare con attività articolate, fornire ai ragazzi strutture[1] con consegne chiare e procedure dettagliate fin dall’inizio del lavoro, in modo da dare a chi affronta l’attività la possibilità di organizzarsi e di pianificare i tempi.

1.1        L’utilità del Cooperative Informale

Una attività informale rappresenta il ponte tra attività tradizionali e attività strutturate in Cooperative Learning. Con Cooperative Learning Informale si indicano tutti quei modi brevi e specifici di lavorare in gruppo che possono seguire una presentazione o spiegazione da parte dell’insegnante.[2]

Esempi di Cooperative informale sono:

  • la discussione a coppie prima della lezione;

  • la preparazione alla lezione a coppie;

  • la spiegazione intermittente;

  • la presa di appunti e/o la schematizzazione a coppie.

Il Cooperative Learning Informale è legato ad attività che durano un’ora e possono essere adattate al canovaccio delle lezioni tradizionali.

Il Cooperative Informale ha il pregio di far entrare la classe in contatto con i principi fondamentali del Cooperative Learning in modo, appunto, semplice e adatto al livello della classe e all’esperienza dell’insegnate.

È possibile fare assieme (insegnanti e alunni) conoscenza con:

1)       l’interdipendenza positiva (soprattutto di scopo, di ruolo, di materiale e di valutazione);

2)       l’interazione promozionale faccia a faccia

3)       le abilità sociali[3] di base come

a)      parlare a bassa voce;

b)      alzarsi senza far rumore con sedie e banchi;

c)      dare e chiedere aiuto;

4)       le competenze cognitive nelle quali si dovrà già essere abili quando si affronteranno attività organizzate come

a)      leggere in modo significativo;

b)      fare domande che stimolino l’approfondimento;

c)      riassumere;

d)      schematizzare;

5)       la revisione

6)       la responsabilità individuale.

Il Cooperative Informale ha anche il pregio di abituare l’insegnante al nuovo rapporto con la classe e alla diversa modalità di relazione e di intervento nei confronti degli alunni.

L’insegnante comincia a rendersi conto che oltre all’intervento diretto (spiegazione frontale a tutta la classe) può essere produttivo anche l’intervento indiretto (domande e materiali forniti alle coppie o prodotti dalle coppie stesse).

Il Cooperative Informale può essere utile anche a chi, pur essendo esperto del metodo, inizia ad applicarlo con classi nuove.

1.2        L’utilità di consegne e procedure chiare

Dopo l’allenamento del Cooperative Informale è possibile passare ad attività più strutturate che possono essere programmate da un minimo di due fino ad un massimo di dieci-dodici ore. A questo punto l’insegnante (per essere tranquillo) deve organizzare il lavoro in modo da sentire sempre la situazione sotto controllo.

Per ottenere questo bisogna fornire fin dall’inizio consegne chiare e procedure graduali.

Consegne chiare significa che fin dall’inizio i ragazzi devono essere messi nella condizione di organizzare il loro lavoro senza dover ricorrere costantemente all’insegnante.

Procedure graduali significa accompagnare i ragazzi (attraverso una breve ma essenziale indicazione sul lavoro da svolgere) immaginando le attività che dovrebbero essere in grado di sviluppare nell’arco di ogni ora di studio.

Le procedure hanno il compito di aiutare i ragazzi più deboli a non perdersi dopo la prima ora in Cooperative Learning; non devono però essere rigide, per consentire agli studenti più intraprendenti di adattarle e modificarle.

La struttura ha la funzione di indirizzare il lavoro degli studenti e di tranquillizzare l’insegnante, che è al corrente in ogni momento della quantità di lavoro prodotta da ogni gruppo della classe.

La struttura deve prevedere l’applicazione di un’interdipendenza molto organizzata (di scopo, di ruolo, di valutazione) mirante a favorire l’interazione tra i membri del gruppo; deve prevedere inoltre un’osservazione globale (ma costante) delle competenze sociali, una revisione in itinere (monitoring) al termine di ogni ora di lavoro, lo sviluppo della responsabilità individuale.

La struttura rende automatici, controllabili e organizzati alcuni comportamenti dei ragazzi e permette di non perdere il controllo della classe.

Grazie ad essa è possibile intervenire non attraverso un’azione “frontale”, ma per mezzo di una consegna, fornita ai singoli, sulla base della quale il gruppo deve organizzare la propria attività attribuendo ad ognuno ruoli e compiti.

Per orientare lo studio è opportuno utilizzare in alcuni momenti la verifica formativa[4] di gruppo che diventa così parte integrante dell’attività.


[1] chiamo struttura un foglio fotocopiato contenente consegne e procedure, da fornire ai ragazzi all’inizio di un nuovo lavoro

[2] COMOGLIO, M., CARDOSO, M. A., Insegnare e apprendere in gruppo, LAS, ROMA, 1996, p. 235.

[3] In questo caso come nel caso dell’interazione promozionale può essere utile utilizzare le strutture di Kagan di sui si è già parlato in questo sito nell’articolo di Daniela Pavan e Pierpaolo Maini dal titolo: L’approccio strutturato di Spencer Kagan.

[4] Consiste nel fornire al gruppo una serie di domande sui concetti fondamentali dell’argomento appena studiato. Rispondendo alle domande i membri del gruppo si chiariscono le idee e rendono uniforme la loro preparazione.

 


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