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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

ISTITUTO COMPRENSIVO DI MONGHIDORO

Scuola dell’infanzia – Elementare – Media

Via M. dei Ramazzotti n. 22

40063 MONGHIDORO (BO)

 

La scuola può fare molto per la valorizzazione della montagna, ma occorrono leggi che favoriscono la permanenza del personale scolastico

 

La promulgazione della legge nazionale che rivaluta il servizio prestato nelle scuole di ogni ordine e grado situate nei comuni della montagna, nonostante le controversie ed i contenziosi che sembra aprire, delinea una nuova stagione per gli istituti scolastici autonomi della montagna italiana. Trova finalmente riconoscimento la specificità delle realtà scolastiche montane che non sono diverse solo per i disagi nei trasporti e nella lontananza dalle città capoluogo; la montagna non va esaminata per le sole dimensioni fisiche, geografiche ed economiche, ma si devono valorizzare pure le peculiarità storiche e culturali, le identità locali, oltre che nel dare una più matura attuazione ai principi di sussidiarietà e solidarietà.

Il nesso tra scuola e territorio che in tante occasioni viene sottolineato trova maggiore ragione per le comunità montane proprio per il ruolo essenziale che le istituzioni educative di base possono svolgere per perpetuare il ricco patrimonio di cultura, valori e tradizioni che le popolazioni della montagna italiana esprimono.

Per fare questo occorre conoscere la montagna come territorio originale e come realtà geofisica con proprie ed esclusive caratterizzazioni non reperibili altrove; la salvaguardia del creato riguarda tutta la natura e il cosmo, ma per la montagna si richiede una cura particolare per la precarietà della conformazione ambientale, per l’investimento ingente di risorse atte alla conservazione e alla tutela, per una speciale “vocazione” che essa custodisce. La fatica di vivere in montagna è nota ed è quindi comprensibile che i giovani tendano ad abbandonare questi luoghi; le economie tradizionali montane, pure trasformate dai processi di cambiamento, non producono in genere beni sufficienti per le esigenze proprie della vita moderna. L’insorgere di una cultura salutista, insieme ad altre componenti ludico - sportive, negli ultimi anni ha promosso i territori montani come luoghi di turismo, di escursioni, di vacanze; ma la montagna è anche altre cose: è risorsa economica, infatti ha bloccato l’emigrazione e risanato la caduta del sogno dell’industrializzazione; è ricca di storia, scritta da gente forte, tenace e creativa; è riserva idrica per gli usi alimentari, energetici e ambientali; è un polmone verde di rilevanza continentale; è area di incontro fra popoli e culture diverse e perciò è vitale laboratorio di convivenza, di rispetto e di valorizzazione del diverso.

Anche l’Appennino bolognese è da riscoprire come prezioso giacimento culturale ed etico per l’umanità: si pensi alle antiche regole di convivenza civile ed ambientale, allo spirito di volontariato, di dedizione, di senso civico dei montanari; la scuola può e deve esprimere il valore pedagogico e fisico dell’andare in montagna. I giovani spesso non hanno in testa una cultura della montagna, anche perché non sono aiutati a trovare ragioni forti per esserne affascinati; per questo le scuole autonome di montagna hanno bisogna di docenti stabili, che non cambiano ogni anno, perché solo così la montagna può essere illustrata come un grande libro della storia della terra interessando gli studenti con particolari metodologie. Le scuole di base montane devono insegnare ai giovani ad amare la loro terra e il loro paese, che la montagna è il luogo della biodiversità e che pochi altri luoghi della terra sono uno scenario di un insieme di biodiversità così differenti eppure in equilibrio così delicato tra di loro.

Uno sforzo collettivo deve essere svolto nella direzione di far conoscere la montagna perché solo attraverso la conoscenza si può arrivare ad amare un ambiente, ad amare qualcosa e quando si ama qualcosa allora si riesce anche ad individuare come difenderlo, come cercare di non distruggerlo, come cercare di non ritenerlo un bene nostro proprio, ma che dobbiamo consegnare ad altri, come centinaia di migliaia di anni a noi hanno consegnato un bene pressochè intatto e noi attraverso la conoscenza, attraverso questo rapporto di amore che abbiamo più che il diritto il dovere di consegnare ad altri un mondo non irreparabilmente compromesso.

Affinché la scuola sia fulcro di questo impegno, non si può prescindere da coloro che devono essere l’anima di questa azione; pertanto rivendicare una attenzione specifica per il personale che opera nelle scuole di montagna, dai docenti al personale ATA ed ai Dirigenti Scolastici, è una maniera per favorire questo lavoro nell’ambito scolastico e che avrà certamente ricadute positive su tutta la comunità italiana.

Prof. Floriano Roncarati

Dirigente Scolastico

Istituto Comprensivo di Monghidoro (BO)

e Presidente regionale del

MCL Movimento Cristiano Lavoratori Emilia – Romagna


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