CHIOSSO GIORGIO, Novecento pedagogico, La Scuola, Brescia, 1997, pp. 360

 

La competenza professionale non può non avere uno spessore storico: i docenti non possono ignorare la storia delle idee pedagogiche.
Il libro ne offre una presentazione essenziale ed efficace, estremamente utile anche a quanti sono impegnati nelle prove dei concorsi.


 

INTRODUZIONE

 

(…) L’analisi delle vicende educative e pedagogiche è stata condotta… in costante riferimento agli scenari culturali tra Otto e Novecento.

Per troppo tempo è prevalsa la cattiva consuetudine di trattare la storia dei modelli e degli ideali educativi in modo del tutto staccato delle coeve vicende culturali, sociali, politiche con il risultato di un forte scollamento tra storia pedagogica e tutto il resto.

Negli ultimi tempi - riprendendo una tradizione che fin dai primi decenni del secolo ha avuto esempi significativi nei lavori di Giovanni Vidari, Angiolo Gambaro e Giovanni Calò - si è tornati per fortuna a riconsiderare lo stretto intreccio tra storia educativa e storia politico-sociale, tra storia delle idee e storia dei progetti pedagogici.

Questa ultima annotazione mi porta a svolgere una breve ed ultima riflessione per spiegare e giustificare la decisione di scrivere un libro di storia pedagogica proprio quando le linee di tendenze della ricerca storico-educativa vanno ormai nella più ampia e complessa direzione della storia dell'educazione.

La legittima reazione nei confronti di una storiografia troppo a lungo illusa di poter rendere conto dei processi formativi a partire soltanto dalle analisi teoriche, ha orientato come è noto le ricerche più recenti soprattutto sul versante dei «vissuti» e dei dati oggettivi. Si sono così aperti nuovi e notevoli spazi di indagine che soltanto in parte sono stati finora esplorati e che meritano di essere ulteriormente approfonditi.

Ma l’apertura di nuovi fronti di ricerca non credo debba in alcun modo, né sul piano didattico né su quello scientifico, far dimenticare il valore della storia delle idee quando essa sia ricondotta nei limiti che le sono propri e, dunque, senza la pretesa di tutto spiegare. Se i libri di testo, i programmi ed i compiti scolastici, i regolamenti ecc. consentono di cogliere la mentalità e la prassi educativa di un’epoca, non è difficile riconoscere che anche la circolazione dei modelli teorici esercita parimenti il suo rispettabile peso sul modo di pensare e di organizzare le istituzioni educative e di considerare i rapporti tra queste e il tessuto culturale e sociale.

C'è, dunque, più di una ragione perché i giovani debbano avvicinarsi non solo ai «vissuti» scolastici, ma anche alle fonti teoriche che con quei «vissuti» interagiscono e che, come quelli, sono parte vitale della storia culturale.


 

INDICE

1 . L'affermarsi della civiltà moderna» 9
2. L'educazione come «fatto naturale» 12
3. Fisionomia e valori della società borghese» 16
4. Durkheim: l'educazione come socializzazione» 21
5. La scuola nella società borghese» 24
6. Pedagogia e psicologia sperimentale: l'esperienza tedesca» 29
7. Il movimento per lo studio dei bambino: Granville Stanley Hal» 31
8. La scala metrica dell’intelligenza di Binet e Simon» 33
9. Gli apporti della medicina e l’educazione degli anormali» 35
10. Il rispetto per l'infanzia» 42
11. Il positivismo in Italia tra dogmatismo e ricerca critica» 47

1. I caratteri dell'educazione nuova» 53
2. Le prime esperienze: il rinnovamento dell’educazione collegiale» 56
3. Le prime «scuole nuove» a livello elementare» 63
4. I movimenti giovanili e lo scoutismo» 67
5. Dalle «scuole nuove» alla pedagogia dell'attivismo» 70
6. Funzionalismo ed esperienza in John Dewey» 72
7. Pensare e apprendere: le cinque fasi del pensiero riflessivo» 75
8. Democrazia, educazione e scuola» 77
9. Il cenacolo ginevrino e la psicopedagogia di E. Claperède» 80
10. La concezione funzionale dell'educazione e la «scuola su misura» 82
1 l. La scuola attiva e la Carta per l’educazione nuova» 85
12. Altre esperienze dell’attivismo psico-pedagogico: O. Decroly» 90
13. L’educazione nuova in Italia e Maria Montessori» 96
14. Il materiale montessoriano» 102
15. La teoria della «mente assorbente» 105
16. Gli attivisti della seconda generazione» 107
17. Attivismo e pedagogia laica in Italia nel secondo dopoguerra» 112

1. Due diverse concezioni della libertà» 119
2. La pedagogia dei valori nella cultura tedesca» 121
3. Etica e formazione del carattere in F. W. Foerster» 124
4. Sergei Hessen: la pedagogia come teoria della cultura» 128
5. Georg Kerschensteiner e la Scuola del lavoro» 132
6. La reazione anti-positivistica nell'idealismo di G. Gentile» 137
7. La riforma dell'educazione nel sistema gentiliano» 139
8. L'identità di maestro e scolaro» 141
9. La didattica come teoria della scuola» 142
10. La riforma scolastica del 1923» 145
11. Gentile e i «gentiliani» nella vita scolastica italiana» 148
12. Il programma dell'educazione liberale» 151
13. Il bivio pedagogico di Jacques Maritain» 154
14. Il marxismo, l'educazione e la pedagogia» 157
15. La pedagogia marxista tra Marx e la rivoluzione russa» 162
16. La pedagogia del collettivo di Anton Semionovic Makarenko» 165
17. L'educazione come egemonia in Antonio Gramsci» 168
18. Il ruolo degli intellettuali e i compiti della scuola unica» 172
19. La pedagogia marxista e lo sviluppo scolastico» 175

1 . L'eredità del primo Ottocento» 179
2. Una doppia circolazione pedagogica» 181
3. Tradizione e modernizzazione: il caso di don Bosco e dei Salesiani» 185
4. La riflessione di Antonio Rosmini» 190
5. I «rosminiani» nella cultura pedagogica del secondo Ottocento» 195
6. La ripresa del tomismo a Lovanio e in Italia» 198
7. Religione e libertà in Lucien Laberthonnière» 203
8. I cattolici e l'idealismo» 207
9. La critica di Casotti a Gentile» 209
10. La critica al naturalismo pedagogico e alla scuola attiva» 212
11. La scuola attiva secondo l’ordine cristiano» 215
12. Alcune esperienze: sorelle Agazzi, Boschetti Alberti, Agosti» 219
13. La pedagogia cattolica di fronte alla «crisi della civiltà» 223
14. La rivista «Esprit» contro individualismo e totalitarismo» 228
15. H progetto personalista di Emmanuel Mounier» 230
16. Il personalismo filosofico e padagogico di Luigi Stefanini» 234
17. La pedagogia cattolica italiana negli anni '50 e '60» 237

1 . La critica alla concezione classica dell'uomo» 245
2. Lo sfondo storico delle culture della crisi» 247
3. L'origine della psicoanalisi» 252
4. Il bambino psicoanalitico: la natura come pulsione» 255
5. Le esperienze anti-autoritarie degli anni '20 e '30» 261
6. La rivoluzione sessuale di Wilhelm Reich» 265
7. Marxismo e psicoanalisi nella-Scuola di Francoforte» 268
8. Gli studi sulla famiglia e sulla personalità autoritaria» 271
9. L'anti-pedagogia del «Grande Rifiuto» 276

1. Le ambivalenze di fine secolo» 279
2. Dalla pedagogia alle scienze dell'educazione» 281
3. La conferenza di Woods Hole e la teoria del capitale umano» 284
4. Jerome Bruner e le critiche a Dewey e Piaget» 287
5. La teoria bruneriana dell'istruzione» 290
6. Neo-comportamentismo e istruzione programmata» 292
7. Le teorie dell'apprendimento: «mastery learning» e curricoli» 294
8. L'apprendimento come mediazione» 298
9. Dall'intelligenza alla mente» 300
10. Le istanze critiche della pedagogia radicale» 302
11. Gli apporti della sociologia dell'educazione» 306
12. Fine del personalismo e ritorno della/e persona/e» 309
13. La società conviviale di Ivan Illich» 312
14. Il modello non direttivo di Carl Rogers» 315
15. Francoise Dolto e l'educazione come condivisione» 318
16. Il dibattito sull'etica contemporanea» 320
17. Alcune proposte (Savater, MacIntyre, Jonas) e relative ricadute pedagogiche» 322
18. Le pedagogie della parola» 328
19. Le pedagogie del dialogo - Ebrier e Buber» 334
20. Le pedagogie del dialogo - Capitini e Dolci» 338
21. Due scenari del futuro: multimedialità e giustizia» 343



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