DECALOGO DEGLI ESAMI

Umberto Tenuta

 

1. Gli esami debbono verificare le capacità e gli atteggiamenti, più che le conoscenze

2. Le conoscenze debbono essere quelle essenziali, fondamentali, i nuclei concettuali fondanti, le strutture delle discipline: non importano i particolari insignificanti (nozionismo)

3. Le capacità sono le competenze, le abilità, i poteri che assicurano la formazione cognitiva, la formazione linguistica, la formazione matematica, la formazione scientifica, la formazione storica

4. Di solito nella scuola non si dà importanza agli atteggiamenti, che invece costituiscono l’aspetto più significativo della formazione.
Anche le aziende (1) oggi privilegiano gli atteggiamenti più che le conoscenze e le competenze.
Quello che maggiormente importa, soprattutto nella prospettiva dell’educazione permanente, è la gioia ed il gusto di imparare

5. Le conoscenze, le capacità e gli atteggiamenti da verificare sono soltanto quelli che i docenti si sono impegnati a far acquisire durante il corso dell’anno scolastico

6. Gli esami, più che agli alunni, vengono fatti all’organizzazione ed all’azione educativa e didattica della scuola, perché gli alunni sanno e sono quello che essi sono stati messi nella condizione di imparare.
Il Regolamento dell’autonomia scolastica fa obbligo alle istituzioni scolastiche di garantire a tutti gli alunni il successo formativo.
Anche la volontà di imparare costituisce un impegno formativo della scuola

7. In tale prospettiva, gli esaminatori dovrebbero assumere un atteggiamento positivo, impegnandosi a rilevare tutto ciò che gli alunni sono e sanno: gli alunni si valutano per quello che sono, non per le loro carenze, che non mancano mai, perché nessuno possiede tutte le conoscenze e tutte le competenze

8. Gli esami creano ansia e l’eccessiva ansia blocca l’intelligenza e la memoria: gli esaminatori dovrebbero creare un’atmosfera distensiva, cordiale, amichevole, sforzandosi di non assumere atteggiamenti severi, burberi, inquisitivi

9. Il migliore esaminatore è quello che mette l’alunno nella condizione di esprimere tutto quello che egli sa ed è: nessun alunno è una tabula rasa

10. Gli esami possono decidere il destino delle persone: una grande responsabilità


Note

1 GOLEMAN D., Lavorare con l’intelligenza emotiva, come inventare un nuovo rapporto con il lavoro, RIZZOLI, MILANO, 2000.