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Flessibilità "flessibile"

La flessibilità dei percorsi formativi e la personalizzazione EDUCATIVA

Umberto Tenuta

Il Regolamento dell’autonomia scolastica prevede percorsi formativi personalizzati, sia sul piano metodologico-didattico per assicurare il successo formativo, sia sul piano degli obiettivi formativi per assicurare il rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali dei singoli alunni.

È ormai matura la consapevolezza che gli alunni sono diversi gli uni dagli altri e che diversi sono anche i contesti socioculturali ed economici in cui essi vivono.

Ne consegue che la scuola dell’autonomia deve promuovere la piena formazione della personalità, nel rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali dei singoli alunni.

Appare anche chiaro che alle mete non si perviene percorrendo una sola strada.

È stato questo l’assunto e l’illusione della scuola di ieri, l’assunto che ci fosse una sola meta ed una sola strada per tutti gli alunni.

Una sola meta, quella a misura della società, dello Stato, della Comunità. Una sola strada, perché gli uomini sono tutti uguali, e quelli che non sono "uguali" non hanno diritto di cittadinanza nella scuola, così come nella società, in quanto sono "anormali", non sono uomini.

E, perciò, vi è una scuola "normale" per gli alunni "uguali" ed una scuola "speciale", anche dentro la stessa scuola normale, per gli alunni diversi, "anormali".

Per gli alunni "normali" la scuola è uguale per tutti nelle mete, nei percorsi formativi, negli strumenti didattici, nei tempi, nei calendari: si ha un ordinamento scolastico uniforme, una distribuzione uniforme delle discipline, un orario uniforme per tutti gli alunni, un raggruppamento uniforme degli alunni nelle classi …

Un meccanismo perfetto.

Tanto perfetto che non funziona.

Non funziona per una ragione semplicissima, lapalissiana, eppure difficile da accettare sul piano operativo.

Non funziona perché gli alunni non sono uguali, ma sono tutti diversi, nei loro atteggiamenti, nelle loro capacità, nelle loro conoscenze. Sono diversi nei loro livelli di sviluppo e di apprendimento, nei loro ritmi e nei loro stili apprenditivi e formativi.

La scuola adotta una taglia media per un alunno medio che esiste solo nei calcoli statistici e che non calza bene a nessuno: va stretta o va larga a tutti gli alunni.

Si è preso atto che va stretta a molti alunni, e la si è allargata, ma così allargata non va bene a un maggior numero di alunni che pure sono costretti a indossarla e comunque continua ad andare stretta ad alcuni alunni.

L’errore è alla radice.

Se, come sembra ormai assodato, gli esseri umani, e quindi anche gli alunni, sono diversi gli uni dagli altri, non può andare bene una casacca uguale per tutti, ma occorre tagliare i vestiti a misura dei singoli alunni.

È questa la grande innovazione della scuola dell’autonomia, una delle sue fondamentali ragioni d’essere.

Alla scuola uguale per tutti, uniforme, fondata sulle regole burocratiche, si sostituisce la scuola della flessibilità:

a) la flessibilità degli obiettivi formativi: assieme agli obiettivi standard o generali vi sono gli obiettivi integrativi e gli obiettivi aggiuntivi che le singole scuole scelgono in riferimento alle esigenze ed alle caratteristiche dei singoli alunni;

b) la flessibilità dei percorsi formativi: la scuola adegua i calendari, gli orari, i raggruppamenti degli alunni ecc. alle esigenze ed alle caratteristiche personali e socioculturali dei singoli alunni;

c) la flessibilità dei criteri e degli strumenti di valutazione: la scuola valuta l’andamento di ogni alunno secondo parametri personalizzati e con strumenti adeguati alle caratteristiche dei singoli alunni.

E, allora, risulta contraddittorio con la logica dell’autonomia una flessibilità "uguale" per tutti gli alunni:

l’ora di lezione di 50 minuti per tutti gli alunni, per i più lenti e per i più spediti;

il 15% di matematica in più per i più "portati" e per i meno "portati";

gli stessi moduli didattici, gli stessi raggruppamenti degli alunni per tutto l’anno, per tutte le attività e per tutte le discipline…

Una scuola uguale si sostituisce ad una scuola uguale: alla scuola uniforme della burocrazia centrale si sostituiscono le scuole uniformi delle piccole burocrazie locali!

Quanto di più assurdo, quanto di più lontano dalla scuola dell’autonomia si potesse pensare!

La scuola dell’autonomia è la scuola della flessibilità, e la flessibilità è capacità, attitudine a rispondere alle esigenze diverse che i diversi alunni diversi manifestano.

La flessibilità è la personalizzazione educativa in risposta alle esigenze formative diverse dei singoli alunni (identità personali, sociali, culturali e professionali ) ed alle loro diverse caratteristiche personali.

Una flessibilità "diversa" per ogni alunno, una flessibilità "flessibile" che continuamente si adegua agli andamenti dei processi apprenditivi e formativi dei singoli alunni.

La scuola dell’autonomia è una scuola a misura dei singoli alunni, una scuola a misura dei contesti socioculturali, una scuola delle persone, non dell’alunno, non delle classi.

Una scuola a classi aperte, una scuola dei raggruppamenti degli alunni che continuamente si formano a seconda delle esigenze individuali.

Una scuola dei percorsi formativi dei singoli alunni, non della classe.

Una scuola, non della lezione frontale, ma dei processi personali di ricerca/riscoperta/reinvenzione che gli alunni effettuano in gruppo o individualmente.

La scuola dell’autonomia è una scuola flessibile, una scuola che continuamente si adegua alle esigenze dei singoli alunni, finalmente considerati nelle loro inconfondibili personalità, da rispettare e da promuovere!

(Già pubblicato in SPAZIO DIDATTICA, http://www.provveditorato.starnet.it/)


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