I Nuclei Fondanti della Geografia

di Emilia Sarno

 

L’attenzione riservata alla geografia per la formulazione dei curricoli della scuola di base rappresenta una svolta significativa nel momento in cui vanno riformulati anche quelli della secondaria per dare la giusta collocazione, in una stagione di ripensamento sui saperi , a quello geografico.Le indicazioni per il settennio sono esplicite e recepiscono il profondo rinnovamento della disciplina evidenziandone la valenza cronospaziale, interpretativa dell’organizzazione spaziale e formativa per una coscienza ambientale. Viene segnalato il definitivo superamento della scansione ciclica per affrontare temi e problemi significativi , benchè - è opportuno sottolinearlo - viene precisato che "attraverso lo studio di questi temi, i ragazzi dovranno acquisire anche il quadro fisico-politico del mondo"(1).

Sono, dunque, questi i punti di partenza per riflettere in un processo di continuità, sulla secondaria, senza tralasciare lo stretto legame con la storia e le scienze sociali, così da cogliere maggiormente la dimensione problematica di una disciplina che deve lasciarsi alle spalle la mera descrittività. Già nei programmi dell’85 per la scuola elementare la geografia era inserita nell’ambito storico-sociale per quella finalità sinergica di orientare nello spazio e nel tempo, da perseguire ora con più consapevolezza in tutto il percorso formativo.Spetta inoltre ad ogni scuola , nel contesto del curricolo disegnato per la secondaria, individuare i nessi altrettanto stretti con le discipline scientifiche,come scienze della terra, non per porre steccati tra i saperi , ma per organizzare meglio un percorso modulare e interdisciplinare che,basandosi sulle varianti geomorfologiche connesse a quelle sociali, realizzi una lettura comparata, anche laboratoriale, dei fenomeni naturali e culturali

.Nel ricostruire i nuclei fondanti, nelle scelte da operare, si deve anche tener conto delle indicazioni del documento della commissione dei saggi che hanno considerato la geografia come luogo simbolico d’incontro fra temporalità naturale e temporalità umana per l’integrazione dei saperi. Infatti il contributo di questo sapere all’integrazione delle conoscenze mira alla formazione completa della cittadinanza, ovvero allo sviluppo di persone consapevoli, aperte alle prospettive multietniche ,responsabili.

Alla luce di queste considerazioni i nodi fondanti del curricolo della scuola superiore potrebbero essere:

1) la funzione metacognitiva della disciplina,ovvero la riflessione sulle modalità di apprendimento per immagini del discente e su come si rapporta ai sistemi di sapere per potenziare l’intelligenza spaziale ; non si può quindi tralasciare il suggerimento di Gardner su questa abilità che l’uomo sviluppa in rapporto al mondo , alla posizione che gli elementi hanno in questo con la conseguente necessità di esprimerli graficamente e verbalmente;

2) la consapevolezza della geografia privata,ovvero il ruolo della componente psichica nell’interpretazione dei molteplici aspetti dello spazio geografico,per rafforzare le competenze orientative;

3) il confronto tra la temporalità naturale e quella umana , considerando come obiettivo comune l’educazione ambientale e il potenziamento di specifiche competenze ambientali ; lo spazio geografico deve essere considerato in modo sincronico e diacronico per cui la riscoperta del paesaggio archeologico, ad esempio ,favorisce di storicizzare un ambiente, ma anche di educare alla tutela dei beni culturali;

4) l’infralettura della geografia collettiva come conoscenza approfondita e critica del sistema uomo-ambiente dal punto di vista sociale, economico, politico, ponendo come finalità educativa la formazione alla cittadinanza interculturale;

5) la riflessione sul ruolo della comunicazione e dell’interscambio di merci, persone, informazioni , capitali per educare a processi complessi collegati alle nuove tecnologie,al quaternario e dunque a tutte le caratteristiche di una civiltà postmoderna.

6) La sicura padronanza di alcuni concetti chiave come paesaggio, spazio, territorio, regione per educare ai linguaggi specifici della disciplina: quello verbale e quello grafico che si completano a vicenda.

In questo modo il curricolo può essere sviluppato in modo progressivo, scegliendo, secondo gli indirizzi, i percorsi da privilegiare sempre in una prospettiva critica, lavorando su tematiche.Le idee-guida per ricostruire il sapere geografico, ma in un certo senso di ogni sapere formativo, sono dunque: la problematicità e l’alterità con la finalità di proporre conoscenze che sviluppino senso critico , capacità di relazione, confronto, perchè la flessibilità sia davvero un modo di essere.

.In quest’ottica è evidente come la geografia si ponga come luogo d’incontro di più saperi evidenziando la sua funzione sia interdisciplinare perché l’ambiente si presenta come l’espressione di più problemi e di risposte culturali , sia contemporaneamente transdisciplinare perché è la sintesi del rapporto uomo-ambiente.

E’ dunque un percorso didattico-disciplinare che consente di esplorare la varietà della condizione umana fornendo gli strumenti necessari all’acquisizione di una mentalità di analisi oltre che di progettazione della dinamica evolutiva tanto del proprio esistere quanto di quello altrui, giacchè si basa sull’interdipendenza tra la fenomenologia dell’ambiente, lo sviluppo cognitivo e la storia della cultura.Peraltro se l’educazione interculturale può essere sfondo integratore per i Pof, lo studio dell’ambiente, anzi degli ambienti ,rimodellati in modo diverso dai gruppi sociali,rappresenta un ottimo punto di partenza per educare gli allievi al pluralismo.

In questo modo il sapere geografico può concorrere al successo formativo degli alunni perché consente l’acquisizione di conoscenze organizzate e strutturate , di temi e situazioni che l’uomo si è posto o si pone ,potenzia competenze operative attraverso la tabulazione di dati e di grafici, grazie alla lettura e all’utilizzo della graficità, consolida, cosa più importante, competenze cognitive:pensare, produrre, riflettere su immagini che provengono dallo spazio per poi inserirsi in questo, nonchè orientarsi nei complessi rapporti che di volta in volta l’uomo ha creato nello e con l’ambiente.Infine arricchisce il cittadino di domani e lo colloca con nuova sensibilità nella realtà.

Queste considerazioni consentono di proporre percorsi analoghi a studenti liceali e non, perché è opportuno educare tutti a quei nuclei fondanti che abbiamo cercato di individuare, sebbene poi , secondo l’indirizzo, si potrà insistere maggiormente su tematiche economiche o geologiche; in ogni caso nei licei il docente di lettere potrebbe collaborare con quello di scienze per risultati più proficui, come nei tecnici il punto di vista umanistico favorirebbe l’attenzione ad aspetti sociali e culturali.

Pertanto si propongono delle suggestioni didattiche per la costruzione di alcuni moduli, che possono essere affrontati all’inizio dell’anno e sui quali lavorare progressivamente.

 

Primo modulo
Geografia privata e geografia collettiva

Prerequisiti come punto di partenza

E’ opportuno accertare non tanto il livello di conoscenza, quanto di consapevolezza del rapporto con l’ambiente, analizzare il profilo cognitivo, la capacità di relazionare dati e di operare confronti. . Attraverso la stesura di mappe mentali,le risposte a test, ancora attraverso l’osservazione d’immagini, visione di paesaggi e anche di discussioni in classe oltre che di lezioni all’aperto, il docente può raccogliere informazioni sugli alunni per poi stabilire la sua programmazione: pertanto questi dati diventano la base su cui poi precisamente rimodellare il curricolo ed attuarlo.

Motivazione ovvero i bisogni formativi: i due aspetti sono intensamente connessi perché la prima è il risultato dei bisogni, della scoperta dei vuoti, dell’assenza di sapere, di una volontà di crescere nella scuola.La consapevolezza dei bisogni si trasforma in motivazione, che non deve essere cercata dal docente e calata dall’alto, quanto emergere dal dialogo educativo: la conoscenza dello spazio consente di abbattere la" quarta parete" della scuola ovvero lo steccato tra l’aula e la realtà, perciò non è difficile proporre agli allievi iter geografici innovativi così da renderli partecipi .Pertanto la motivazione del modulo è più che altro un suggerimento per una piattaforma di discussione in classe, attraverso un brainstorming , per negoziare con gli allievi sia il percorso sia la sua validità.

Per questo modulo la motivazione da proporre agli allievi può essere la consapevolezza di una duplice lettura dello spazio: quella individuale e quella collettiva ,la prima attenta alla componente psichica, la seconda alla dimensione sociale per educare l’allievo a conoscere se stesso e nel frattempo a prendere coscienza di come l’uomo, con la sua cultura, legga e organizzi il territorio.Può essere perciò utilizzato come approccio d’inizio anno fondando la sua ragione nell’analisi dei prerequisiti.

Competenze:padronanza del proprio modo di orientarsi e di quello dei compagni , quindi educazione al relativismo come diverso modo di rapportarsi all’ambiente secondo il genere d’appartenenza , delle esperienze familiari, culturali;

lettura critica dei comportamenti dei diversi gruppi sociali rispetto all’ambiente e sviluppo della capacità d’analisi delle territorialità poltiche.

Contenuti e metodologie

E’ opportuno cominciare dalla stesura di mappe mentali dei percorsi abituali degli allievi e confrontarli:ciascuno metterà in evidenza alcuni particolari;l’analisi della mappa della propria città e l’individuazione di istituzioni e di luoghi significativi faranno emergere i diversi modi di rapportarsi allo spazio anche secondo il genere d’appartenenza; saranno proficue discussioni e relazioni sui dati emersi, sulle eventuali difficoltà e scelte.Si può passare poi al confronto tra mappe di diverse città , anche straniere, per evidenziare topoi comuni, perché collegati a bisogni universali dell’uomo, e topoi specifici.In questo modo emerge il processo economico e politico sotteso ad ogni sistema urbano:E’ emblematico poi lo studio delle capitali e della loro funzione.La storicità dei luoghi consente di evidenziare come l’ambiente è un prodotto culturale da interpretare.

Infine l’attenzione ai quartieri,e alle divisioni reali e virtuali, permette di segnalare i problemi sociali dai ghetti alle bidonville:insomma il paesaggio urbano diventa una chiave di lettura e di interpretazione.

Tempi:12 ore

Modalità di verifica: mappe mentali , mappe concettuali riassuntive del percorso,tabelle riepilogative di dati e informazioni,riconoscimento della legenda di ogni carta, stesura di relazioni sull’argomento.

 

Secondo modulo
Il paesaggio come concetto-chiave per conoscere l’interazione uomo -ambiente

Prerequisiti:si può cominciare con un brainstorming per verificare il livello di conoscenza degli alunni dei concetti-chiave e puntualizzare, in modo semplice ma coerente,la valenza di ogni termine (spazio, ambiente, regione, territorio). La significatività del linguaggio , la necessità di utilizzarlo , secondo le circostanze, correttamente, indicano un modo di rapportarsi allo spazio attento e preciso , utile al processo culturale dell’allievo, perciò può essere la piattaforma di contrattazione: il percorso didattico inizia dalle esperienze già maturate, dalle conoscenze interiorizzate, dal patrimonio della classe, anche abbattendo falsi luoghi comuni.

Successivamente sarà opportuno accertare la capacità di distinguere gli elementi costitutivi del paesaggio naturale (l’altitudine, l’idrografia, la flora la fauna,), di individuare quelli dell’uomo, di interpretare i simboli essenziali delle carte geografiche.

Motivazione

Il paesaggio chiama in causa la realtà emotiva dell’osservatore: lo studente è il punto di vista attraverso il quale il paesaggio esiste e prende corpo ; in questo modo lo si educa al ruolo permanente di osservatore attento, critico,capace di cogliere la semiologia naturale, estetica e culturale dello spazio percepito.

Inoltre, consente di affrontare concetti importanti in modo progressivo come la morfologia del suolo, lo studio della vegetazione, di sistemi economici e sociali, ponendo le fondamenta per argomenti successivi come la regione e la territorialità.

Competenze:saper cogliere le relazioni più semplici e poi più complesse dei fenomeni di un paesaggio, acquisire una corretta metodologia di osservazione diretta ed indiretta distinguendone le diverse tipologie, saper rappresentare simbolicamente la realtà attraverso carte mentali e ricostruire, grazie a tabelle e brevi relazioni , i paesaggi oggetto di studio.

Contenuti e metodologie

L’allievo deve scoprire il paesaggio a cominciare dal panorama come esperienza suggestiva , concreta ed idonea alla sua affettività per poi identificarne le diverse identità:rurale, industriale,urbano, turistico.Sarà opportuno adottare la metodologia sia dell’osservazione diretta sia indiretta(2); la prima fondata sull’indagine di un luogo prescelto per la lezione all’aperto, arricchita dalla fase relazionale con interviste e questionari alla gente del posto, messa a punto successivamente dall’analisi del suolo , delle caratteristiche geomorfologiche, di come rappresenti una forma di spazio vissuto per le trasformazioni presenti, per gli insediamenti umani, per le condizioni di vivibilità, per le possibilità di sviluppo.

L’osservazione indiretta sarà realizzata attraverso la lettura di articoli, di pagine letterarie che possono riguardare i luoghi visitati o di simile entità, la visione di videocassette e l’utilizzo di strumenti cartografici. A mano a mano gli studenti comprenderanno la specificità del paesaggio rurale, ad esempio,distinguendo la vegetazione naturale , le coltivazioni introdotte dall’uomo, l’eventuale presenza dei sistemi di irrigazione, la posizione degli insediamenti umani, la densità abitativa, i cambiamenti avvenuti nel tempo dal punto di vista agricolo e delle scelte di vita.Il discorso sarà completo se saranno messe a confronto gli spazi rurali a seconda delle diverse impostazioni economiche nel mondo.

.Allo stesso modo sarà utilissima la ricerca degli elementi costitutivi del paesaggio industriale per osservare l’influenza dell’azione dell’uomo sul territorio, distinguere la tipologia paesaggistica della prima, seconda e terza fase dell’industrializzazione per poi puntualizzare i problemi dell’inquinamento e della deindustrializzazione.In una sintesi finale si potranno individuare accostamenti e differenze, a seconda dei gruppi sociali,delle tipologie di paesaggio vedendo la stretta connessione tra paesaggio urbano e turistico sia nelle civiltà avanzate sia in quelle meno sviluppate

Tempi :16 0re

Modalità di verifica: ricostruzioni orali, scritte e tabulate dei paesaggi analizzati; schede di confronto tra le tipologie studiate; mappe concettuali riassuntive; questionari a scelta multipla.


Bibliografia

1) Cfr I curricoli della scuola di base a cura di Cerini r Fiorin Tecnodid p.113

2) Cfr G.De Vecchis G.A.Staluppi Fondamenti di didattica della geografia ,pp 83-120 Utet 1997


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