LIBERTA' DI INSEGNAMENTO

Quest'anno è arrivata nella classe di mio figlio (2° media) una nuova insegnante di italiano, che ha modificato drasticamente il modo di insegnare del precedente docente, ripetendo agli alunni quanto male aveva operato il collega.

Siamo nel mese di marzo, e poiché l'insegnante ritiene particolarmente importante la comunicazione verbale, i ragazzi hanno solo parlato dei loro problemi e hanno partecipato al concorso della Stampa (quotidiano).

Per il resto niente: riassunti, temi, grammatica, storia, geografia non usano quaderni.

Noi genitori abbiamo esposto le nostre perplessità in modo garbato, ma non c'è stato verso, afferma che per la crescita dell'individuo è principalmente importante ascoltare ed esprimersi.

Intanto mio figlio e i compagni si annoiano e non hanno voglia di queste continue discussioni su tutto quello che li riguarda.

Cosa possiamo fare?

Leggendo il decreto ministeriale, mi è parso di capire che l'insegnante può decidere di operare come meglio crede.

Cordiali saluti

Una madre che intende
cooperare con i docenti  

RISPONDE UMBERTO TENUTA

Indubbiamente, esiste la libertà di insegnamento: il docente può insegnare come ritiene più efficace.

Al riguardo, l’art. 1 del D.Lgs. 297/1994 afferma che <<ai docenti è garantita la lib di insegnamento come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. L’esercizio di tale libertà è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni>>.

Queste indicazioni di principio vanno correlate alle indicazioni normative contenute, in particolare, nel D.P.R. 275/1999 (Regolamento dell’autonomia scolastica) e nella L. 30/2000 (Legge di riforma dei cicli).

L’art.1, comma 2 del Regolamento dell’autonomia scolastica stabilisce che <<L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>.

Occorre che l’attività educativa e didattica garantisca la <<piena formazione della personalità degli alunni>>.

In tale prospettiva, l’art. 1 della Legge di riforma dei cicli precisa che <<Il sistema educativo di istruzione e di formazione è finalizzato alla crescita e alla valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con le disposizioni in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo>>.

Sembra abbastanza chiaro che la libertà di insegnamento è finalizzata alla piena formazione della persona umana (<<garantire…il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione>>).

In particolare, a norma dell’art. 13 del Regolamento dell’autonomia scolastica (<<Fino alla definizione dei curricoli di cui all'articolo 8 si applicano gli attuali ordinamenti degli studi e relative sperimentazioni, nel cui ambito le istituzioni scolastiche possono contribuire a definire gli obiettivi specifici di apprendimento di cui all'articolo 8 riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze>>), per quanto attiene alla Lingua italiana, occorre tenere presenti gli obiettivi formativi desumibili dai Programmi didattici del 1979 (DM 09.02.79) che per la lingua italiana prevedono:

<<ITALIANO

1.- Obiettivi - Il linguaggio esprime e comunica la realtà interiore e la esperienza dell'uomo. Pertanto lo sviluppo e la maturazione progressivi dell'alunno si realizzano e manifestano in modo eminente attraverso l'educazione linguistica.

L'acquisizione di una sempre più sicura padronanza del linguaggio in tutte le sue funzioni è un diritto dell'uomo e, di conseguenza, uno degli obiettivi fondamentali della scuola la quale, con la varietà dei suoi interventi, si propone di promuovere nell'alunno la capacità di esprimere una più ricca realtà interiore ossia il suo pensiero, i suoi sentimenti, come segno di una crescente presa di coscienza di sé, degli altri e del mondo.

Tutti i linguaggi propri dell'uomo -verbali e non verbali- devono integrarsi nel processo educativo, anche se ognuno di essi è più specifico oggetto di insegnamento di singole discipline. Il linguaggio verbale, tuttavia, ha una sua evidente centralità; infatti di esso si valgono tutte le discipline per elaborare e comunicare i propri processi e contenuti.

Specificamente si tratta di conseguire "il rafforzamento dell'educazione linguistica attraverso un più adeguato sviluppo dell'insegnamento della lingua italiana -con riferimento alla sua origine latina e alla sua evoluzione storica- e delle lingue straniere" (cfr. art. 2 della legge n. 348/1977). Principalmente attraverso l'uso e lo studio del linguaggio verbale l'alunno raggiunge gradualmente come obiettivo fondamentale le capacità di:

- acquisire ed esprimere l'esperienza del mondo e di sé;

- stabilire rapporti interpersonali e sociali;

- accedere ai più diversi ambiti di conoscenza ed esperienze (estetiche, scientifiche, logiche, tecnologiche, ecc.);

- sviluppare, attraverso la riflessione sul linguaggio, le modalità generali del pensiero, quali, ad esempio, l'articolazione logica, il senso dell'evoluzione nel tempo e della diversità nello spazio, ecc.;

- prendere coscienza del patrimonio culturale col quale giunge alla scuola media e accedere via via ad un mondo culturale più ampio, sia moderno che passato, sia nazionale che internazionale.

Più specificamente è obiettivo degli insegnamenti linguistici far conseguire all'alunno -anche mediante un coordinamento di obiettivi e di metodi- il possesso più ampio e sicuro possibile rispettivamente della lingua italiana e della lingua straniera.

Nella scuola media l'insegnamento della lingua italiana, in continuità con gli apprendimenti della scuola elementare, contribuisce alla maturazione e allo sviluppo della comprensione e della produzione del parlato e dello scritto mediante l'interdipendenza dell'ascoltare, parlare, leggere e scrivere secondo le diverse funzioni e varietà della lingua, dirette sia al dominio dei contenuti sia alla graduale acquisizione della correttezza formale. Il primo obiettivo è volto a sviluppare le capacità di capire e di organizzare la struttura dei discorsi parlati e scritti nelle rispettive caratteristiche, in quanto il parlato e lo scritto comportano tecniche e modalità espressive diverse per quanto complementari. Il secondo obiettivo si raggiunge mediante la buona percezione del parlato, una pronuncia largamente accettabile, la lettura corrente ed espressiva, lo scritto corretto anche dal punto di vista ortografico.

Ciò consentirà di utilizzare la lingua italiana in quanto veicolo essenziale di valori culturali e mezzo espressivo di più ampia fruizione, sia nella comunità nazionale sia nell'incontro con le culture straniere.

2.- Indicazioni metodologiche - Compito dell'educazione linguistica, mediante l'insegnamento dell'italiano, è educare alla espressione e alla comunicazione verbale, promuovendo e sviluppando le capacità potenziali dell'alunno attraverso attività sia espressivo-creative sia fruitivo-critiche. Perciò nel lavoro didattico si darà spazio in modo vario ad attività che sollecitino l'iniziativa dell'alunno e favoriscano il rafforzarsi delle sue capacità mentali, il suo progressivo contatto con la realtà nonché la conseguente analisi della esperienza, dei pensieri e sentimenti personali da esse suscitati. Così anche l'esperienza stimolerà nell'alunno il processo di assunzione di nuovi contenuti e il bisogno di esprimerli. Infatti, solo se l'alunno acquisisce sempre nuove cose da dire e se la scuola valorizza l'importanza dell'esperienza, si danno le condizioni del processo di riflessione su di essa e della sua consapevole assunzione. Di qui la motivazione dell'impulso a comunicare e conseguentemente la motivazione ad apprendere come esprimersi in maniera personale: il processo andrà cioè nel senso della valorizzazione della maturazione espressiva. Per contro il più ricco possesso degli strumenti linguistici favorisce anche la lettura della propria esperienza.

Gli apprendimenti linguistici vanno riferiti alle abilità di base (ascoltare, parlare, leggere, scrivere), alle varie funzioni e usi del linguaggio (informare, persuadere, raccontare, esprimere sentimenti e stati d'animo, interrogare, impostare ragionamenti ed argomentarli, partecipare a discussioni etc.) e, tenendo conto delle varietà sociali della lingua legate a fattori geografici, a situazioni particolari ed ambiti territoriali.

La particolare condizione linguistica della società italiana, con la presenza di dialetti diversi e di altri idiomi e con gli effetti di vasti fenomeni migratori, richiede che la scuola non prescinda da tale varietà di tradizioni e di realtà linguistiche.

Queste vanno pertanto considerate, dove esistono, come riferimento per sviluppare e promuovere i processi dell'educazione linguistica anche per la loro funzione pratica ed espressiva, come aspetti di culture ed occasione di confronto linguistico. Questo vale tanto più per gli idiomi alloglotti.

Parimenti non si trascureranno le varietà tipiche, ad esempio della lingua colloquiale e familiare della lingua più formale e colta, perché l'alunno ne sappia cogliere le caratteristiche espressive al fine di utilizzare l'una e l'altra varietà linguistica a seconda della situazione.

Analogamente si andranno individuando i vari linguaggi più specifici e settoriali: burocratico, scientifico, politico, sportivo, pubblicitario, tecnologico, ecc.

Il linguaggio delle opere letterarie di prosa e di poesia sarà considerato anche come espressione della tradizione linguistica che ha fornito la base principale della lingua nazionale nell'uso colto come nell'uso popolare. I testi letterari andranno visti pertanto, oltre che come espressione della personalità dell'autore, anche nel loro aspetto estetico e come documento della civiltà, della vita sociale, delle consuetudini e degli usi linguistici.

Si promuoverà tanto la lettura libera e corrente non mortificata da commenti minuti, limitati quindi a sobri richiami intesi alla comprensione generale del passo, quanto la lettura guidata dall'insegnante in ordine alla comprensione dell'insieme e dei particolari, ampliando i contenuti del testo attraverso conversazioni, esercitazioni orali e scritte sul significato generale, sugli aspetti essenziali, su elementi lessicali.

Sarà utile anche la riformulazione orale e scritta di quanto letto. Si curerà che la lettura sia scorrevole, attenta alla funzione della punteggiatura, realizzata con buona pronuncia italiana. La lettura in classe non può considerarsi sufficiente, e l'insegnante, perciò favorirà in tutti i modi la lettura personale e l'incoraggiamento a leggere indirizzando all'uso della biblioteca di classe, ove esistente, e della scuola, e all'accesso alle biblioteche pubbliche: tutto ciò perché il leggere è l'essenziale strumento educativo di accesso al patrimonio culturale e naturale fattore di autocultura.

L'apprendimento linguistico comporta la riflessione sulla lingua in atto: è il problema della grammatica, non come proposta di astratte e aride cognizioni teoriche e terminologiche, ma come riflessione sui caratteri essenziali dell'organizzazione della lingua nella realtà dei suoi usi. Tale studio deve coinvolgere l'impegno operativo dell'allievo condotto a riflettere sulle strutture grammaticali come si presentano nei testi di ogni tipo ed a sperimentarle nel proprio parlare e nelle proprie espressioni scritte.

Le "regole" della grammatica non sono che uno strumento di analisi della lingua solo approssimativo e sono infatti relative alle varietà linguistiche e alle diverse esigenze espressive: sono inoltre il risultato di una evoluzione storica.

La riflessione sull'uso vivo e attuale della lingua va congiunta ad una coscienza storica che porti a cogliere nella evoluzione della lingua le connessioni con la storia sociale, politica, culturale (letteraria, scientifica, tecnologica, ecc.). Si constaterà per tale via come la varietà dei nostri dialetti e le vicende della affermazione dell'italiano sono strettamente legate alla storia della comunità italiana; e come le lingue costituiscono un documento primario delle civiltà.

In una prospettiva del genere prenderà forma e sviluppo il riferimento all'origine latina dell'italiano, pur non costituendo più il latino materia di specifico insegnamento. Nel contesto della evoluzione dell'italiano, il latino andrà visto, cioè, come il momento genetico della nostra lingua; andrà, anzi, considerato come la sua componente maggiore, presente e riscontrabile nel lessico, nelle strutture, nella tradizione popolare e dotta, nella lingua scientifica, etc. Si terrà anche conto che il latino è alla origine di altre lingue moderne ed è elemento costitutivo nella formazione e nella realtà della cultura europea.

3.- Indicazioni programmatiche.

a) Educazione all'ascoltare, al parlare, al leggere e allo scrivere

Tenendo presente l'inscindibilità dei vari aspetti dell'educazione linguistica, quello dell'educazione mediante l'ascolto tende allo sviluppo della capacità di distinzione fonologica e di comprensione dei messaggi parlati e dei loro contenuti; ci si avvarrà quindi di messaggi di diverso tipo, inerenti il più possibile alla reale esperienza dell'alunno, da quelli della vita quotidiana a quelli dei mezzi di comunicazione sociale, e in modo particolare a quelli delle letture e delle dizioni espressive.

Anche più importante è l'esercizio del parlare, che, favorito dall'intervento immediato e puntuale dell'insegnante, guida l'alunno all'acquisizione e all'uso dell'italiano per comunicare con una lingua differenziata secondo esigenze e modi personali.

Risulterà utile a questo scopo, ad esempio, far raccontare esperienze personali; promuovere il dialogo con i compagni e con l'insegnante; far esporre quanto ascoltato o letto, o visto in trasmissioni televisive, in film o provato davanti ad opere d'arte o nell'ascoltare musica; far discutere un argomento o un problema; guidare gradualmente all'uso più preciso del lessico attraverso l'impiego di sinonimi, contrari, associazioni di parole.

Tuttavia l'esercizio più completo resta quello della conversazione che fonde insieme i due diversi processi dell'ascoltare e del parlare.

Largamente praticata sarà la lettura sia in classe sia in casa: intesa come momento tra i più efficaci dell'educazione linguistica, come impulso al gusto della lettura personale e come stimolo per nuove conoscenze.

Per motivare a leggere si sceglieranno letture rispondenti agli interessi più tipici degli alunni: dallo sport all'avventura, dal mondo della natura alla narrativa più viva ed attuale; nel contempo non si trascurerà di avviare e sostenere gli alunni nelle letture intese ad ampliare la loro conoscenza della realtà e ad arricchire la loro maturazione con l'incontro di testi di alto valore letterario, riguardo ai quali non è da trascurare un sia pur misurato apprendimento a memoria di poesie e passi di prosa.

Le letture saranno riferibili al mondo della fantasia (poesia lirica, epica, favole, romanzi, novelle, letteratura di fantascienza etc.), della storia (biografie di personaggi illustri, documenti storici e di tradizioni popolari, passi di epistolario, autobiografie), della scienza e della tecnica (storia di scoperte e di invenzioni, relazioni di viaggiatori, semplici testi scientifici e di tecnica), della vita associata (sport, giornali, testi legislativi e regolamentari, resoconti della realtà economica e sociale), dell'esperienza interiore (testi di carattere religioso e di riflessione morale, diari), della musica e delle arti figurative.

Necessaria la lettura di passi, opportunamente scelti, di opere di fondamentale importanza per la nostra lingua e, in genere, per le nostre tradizioni letterarie; è parimenti necessaria la lettura, in ciascuno dei tre anni, di almeno un'opera di narrativa moderna italiana ovvero straniera in buona traduzione italiana (completa o adeguatamente ridotta in relazione all'età degli alunni).

Traendo specialmente occasione dall'esperienza dell'alunno, dall'osservazione della realtà, dal contributo delle altre discipline, dalle varie letture, si perverrà all'uso via via più sicuro e personale della lingua scritta, con riferimento alle concrete situazioni che la richiedono, in quanto forma indispensabile per la comunicazione dei messaggi da conservare e trasmettere nel tempo e nello spazio.

Da esercitazioni concrete emergerà la consapevolezza che lo scrivere serve ad esprimere se stessi, commuovere, informare, persuadere, documentare, rendere esplicito il proprio pensiero, mediante appropriate forme linguistiche: si promuoveranno perciò -individualmente e in gruppo- libere espressioni spontanee, diari, cronache vissute e riflessioni; stesura di corrispondenza; preparazione e compilazione di questionari; descrizione di eventi e di esperienze, resoconti, verbali e relazioni, riassunti, manifesti, regolamenti relativi alla vita della classe, articoli per i giornali scolastici, ecc.

Nella correzione degli elaborati scritti dagli alunni, si mirerà ad educare alla congruenza tra il testo scritto e le sue finalità espressive e comunicative, ed insieme all'acquisizione di un corretto uso grammaticale e dell'ortografia, con particolare attenzione per l'interpunzione.

E' da sottolineare l'esigenza di offrire costanti occasioni agli alunni di esprimersi liberamente nelle forme e nei modi che meglio corrispondono alle loro esigenze e al loro livello di maturazione.

In tali libere attività espressive è consigliabile associare alla scrittura disegni, fotografie, schemi, diagrammi, ecc., congiungendo linguaggi diversi in un unico risultato espressivo.

b) Riflessione sulla lingua

La riflessione grammaticale non si realizzerà come studio formale -poco corrispondente ai modi di apprendimento dei preadolescenti e perciò poco produttivo- ma andrà inserita nel processo di sviluppo linguistico, espressivo, come uno dei mezzi atti a promuovere tale sviluppo. Essa muoverà da concrete esperienze linguistiche per avviare gli alunni a valersi coscientemente dei materiali linguistici descriverne gli usi concreti ed arrivare successivamente alle conseguenti generalizzazioni delle strutture fondamentali dell'italiano sia per quanto attiene agli aspetti più propriamente grammaticali (piano semantico, sintattico, morfologico, fonologico), sia per quanto attiene alle funzioni comunicative della lingua.

Lo studio del lessico è importante per allargare e precisare l'ambito delle proprie conoscenze ed è favorito dalla estensione e molteplicità delle esperienze. Servendosi del più vario materiale disponibile, ricavato anche dall'uso linguistico personale degli alunni, si tenderà a far acquisire coscienza e padronanza di alcune importanti proprietà del lessico stesso: derivazione, composizione, giustapposizione, affinità di forma e di significato, rapporti tra significati, pluralità di significati, appartenenza dei vocaboli alle diverse varietà della lingua.

Sarà importante abituare a cogliere valori e significati delle parole sia esaminando contesti significativi, sia utilizzando ampiamente e criticamente il vocabolario ed altri strumenti fondamentali di consultazione e di studio, quali enciclopedie, atlanti, etc.

c) Riferimento all'origine latina della lingua e alla sua evoluzione storica

Dalla varietà attuale delle lingue, all'uso vivo, dal confronto tra documenti di vario genere e di epoche diverse si ricaveranno, anche attraverso ricerche dell'alunno, quei dati che lo abituino a collocare la lingua italiana nello spazio e nel tempo e lo aiutino a sistemare le sue conoscenze più varie (storiche, geografiche, scientifiche, etc.) e le sue esperienze pratiche.

In particolare si cercherà di cogliere adeguatamente il riflesso che gli eventi salienti della nostra storia hanno avuto fino ad oggi sulla nostra lingua. Si darà rilievo agli scambi con le altre lingue moderne, si metterà in luce l'apporto dei dialetti e la loro utilizzazione pratica ed espressiva (in canti, racconti, proverbi). Dei dialetti e delle lingue delle minoranze etniche si accennerà alla funzione sia nel passato, sia nel presente.

Si cercherà - ove possibile- di delineare una prospettiva cronologica complessiva dei fatti via via illustrati e di mettere in risalto i fattori generali della trasformazione delle lingue come le mescolanze dei popoli, la formazione degli stati, lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione (introduzione della scrittura, della stampa, dei mezzi di comunicazione sociale). In questa prospettiva si collocano i riferimenti all'origine latina dell'italiano, da realizzarsi, tuttavia, in modo non sistematico e non finalizzato all'apprendimento autonomo del latino.

L'origine latina -presente direttamente o indirettamente nel lessico italiano- potrà essere utilmente esplorata, mettendo in evidenza le modificazioni semantiche e fonologiche: facendo così prendere ragione sia di alcuni aspetti fonologici (quali la pronuncia e l'ortografia di alcuni fonemi italiani), sia di alcuni aspetti semantici (quali le derivazioni, i calchi, i prestiti etc. la concorrenza di parole di tradizione popolare e di parole di introduzione dotta). Analogamente alcune strutture morfo-sintattiche italiane potranno essere messe a confronto con elementari strutture latine, omogenee o divergenti, per osservarne la genesi, le variazioni e la permanenza nella lingua italiana.

L'importanza del latino sarà così mostrata anche facendo ampi riferimenti al quadro storico generale (ad es. alla formazione della civiltà romana: all'affermazione del cristianesimo; ad alcuni aspetti della cultura europea).

Attraverso le esercitazioni proposte nelle varie parti del programma l'insegnante verificherà il grado di maturità linguistica raggiunto dagli allievi e le capacità di analisi e di sintesi. Tale verifica gli suggerirà interventi, stimoli e rinforzi appropriati: per esempio, o verso il leggere e lo scrivere più liberi o verso il leggere e lo scrivere più organicamente guidati. La verifica gli permetterà di individuare anche il livello linguistico generale sul quale più opportunamente insistere e gli indicherà quando sarà possibile orientare gli alunni verso una maggiore ricchezza e finezza espressiva. L'insegnante procederà alla valutazione tenendo conto del sostanziale sviluppo delle varie abilità, distinguendone gli aspetti essenziali da quelli superficiali, e della maturazione dell'alunno>>.

Le indicazioni dei Programmi didattici del 1979 potrebbero oggi essere utilmente confrontate con quanto prevedono i Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo), seppure non ancora in vigore:

<<C – Dal terzo al settimo anno: dagli ambiti alle discipline

Gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni

ambito linguistico-espressivo

Italiano

Ascolto e parlato

Obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni

Contenuti: tipi e generi testuali

Profilo di uscita

Ascolto e parlato per comunicare. Comprende e produce testi orali di varia natura e provenienza, in situazioni e per diversi scopi legati all’esperienza personale e ai rapporti interpersonali.

Interazione in situazioni di dialogo. In situazioni note è in grado di interagire in modo efficace con persone conosciute, per scopi diversi: chiedere e dare informazioni, collaborare allo svolgimento di attività, confrontare opinioni; è consapevole della necessità di usare registri adeguati alle diverse situazioni e ai destinatari cui si rivolge.

Ascoltare per arricchire il bagaglio di conoscenze e di esperienze. Seleziona, fra i messaggi che riceve, le fonti e le occasioni di arricchimento personale e culturale e ascolta adottando opportune strategie di attenzione e comprensione.

Lettura

Obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni

Contenuti: tipi e generi testuali

Livello ottimale di prestazione

Profilo di uscita

Leggere per capire. L'allievo legge e comprende vari tipi di testo, anche multimediali, caratterizzati da una pluralità di scopi comunicativi e di usi funzionali.

Leggere per scopi diversi. L'allievo applica strategie adeguate a diversi scopi di lettura: leggere per orientarsi su un argomento, informarsi, acquisire conoscenze e studiare, per orientare attività pratiche, per affrontare problematiche di suo interesse, per il piacere di leggere. Utilizza ed elabora le principali tecniche di supporto alla comprensione di testi complessi (appunti, schemi, mappe).

Leggere testi letterari. L'allievo riconosce, per averne fatta concreta esperienza, le principali forme in cui si realizzano gli usi creativi e letterari della lingua, sia in prosa sia in versi. Riconosce i principali generi letterari antichi e moderni (fiabe, miti, leggende, poemi, poesia lirica, teatro, racconti, romanzi ecc.). Ha acquisito autonomia nella scelta dei testi, per seguire liberamente interessi personali, culturali e di ricerca.

Scrittura

Obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni

Contenuti: tipi e generi testuali

Livello di prestazione

Profilo di uscita

Scrivere per comunicare. Scrive, sulla base di modelli sperimentati, una varietà di forme testuali riconducibili a vari tipi di testo, per scopi diversi. Applica strategie di scrittura adeguate ai testi da produrre e controlla il processo di scrittura, dalla ideazione alla revisione.

Scrittura creativa. Esplora la funzione espressiva della lingua per elaborare in modo creativo testi di vario tipo, anche mediante l’integrazione di linguaggi multimediali.

Scrivere per pensare e per rielaborare conoscenze. Sa ricercare, raccogliere e rielaborare in forma scritta informazioni, dati, concetti, ed esperienze per utilizzarli nelle proprie attività di studio e per organizzare e sistematizzare le proprie conoscenze. Sa produrre forme diverse di sintesi sulla base di precise indicazioni sulle procedure da seguire.

Riflessione sulla lingua

Obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni

Profilo d’uscita

La riflessione sulla lingua e sui testi per ragionare e migliorare le prestazioni

L’allievo/a è in grado di ragionare e di esprimere giudizi sui principali caratteri comunicativi e linguistici di un testo usando una terminologia appropriata. Applica conoscenze metalinguistiche (conoscenze sulla lingua) e sa servirsi di strumenti di consultazione per trovare risposta ai propri dubbi linguistici e per risolvere problemi di comprensione e produzione di testi.

La riflessione sulla lingua e sui testi come strumento di crescita culturale e interculturale.

L’allievo/a è consapevole della variabilità della lingua e delle forme della comunicazione nel tempo e nello spazio geografico, sociale e comunicativo. Usa le conoscenze metalinguistiche per riconoscere e confrontare i messaggi e per fare confronti fra le lingue e fra italiano e dialetti>>.

 

Alla luce di quanto sopra, i genitori possono interloquire con i docenti ed i Dirigenti scolastici anche in ordine ai curricoli, salva restando la libertà di insegnamento dei docenti.