PROGETTO: EDUCAZIONE SESSUALE

 

PREFAZIONE

Una scuola per la vita

I docenti, liberi da condizionamenti e capaci di autoesame, di osservazione, di proposta, possono essere "agenti di innovazione in una realtà complessa", sapendo "dar senso , valore, prospettiva a percorsi individuali in una lettura unitaria, e unificante di bisogni, interessi, obiettivi formativi" (R. Tortora), non agendo sui ragazzi, ma agendo"con loro, per metterli in grado di...sperimentare modalità di espressione, di comunicazione, di apprendimento gratificanti e responsabilizzanti" (Corradini)

 

CAPITOLO 1

LA STORIA DELL’E.N.H.P.S.
EUROPEAN NETWORK OF HEALTH PROMOTING SCHOOLS

 

Il Network europeo delle scuole promotrici di salute nasce nel 1992, come progetto pilota riguardante quattro paesi. Oggi comprende circa 43 nazioni.

1.1 La rete europea per la promozione della salute

La rete europea delle scuole per la promozione della salute è un progetto tripartito de:

• l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.)

• il Consiglio d’Europa (C.E)

• la Commissione delle Comunità Europee (C.C.E.).

Il documento congiunto elaborato spiega le opinioni comuni dei tre Organismi Internazionali sul progetto di questa rete, sulla base delle loro attività e priorità attuative:

Dal documento ufficiale, presentato a gennaio del 1995 emergono:

2.1 Progetto rete E.N.H.P.S.

Il concetto di scuola per la promozione alla salute

Questo tende a promuovere stili di vita sani per tutta la popolazione scolastica in ambienti che sostengano e conducano alla promozione della salute.

Offre opportunità e richiede impegno per la preparazione di un ambiente idoneo che valorizzi la salute.

L’O.M.S., la C.C.E. e il C.E. hanno concordato di sostenere la rete europea di scuole per la promozione della salute che tenta fortemente di :

• offrire un ambiente idoneo per lavorare ed imparare, in particolare gli edifici, le aree di gioco, i servizi di mensa, le misure di sicurezza..

• promuovere la responsabilizzazione individuale, familiare e della comunità nei confronti della salute;

• incoraggiare stili di vita sani..;

• fare in modo che tutti gli alunni siano in grado di realizzare le loro potenzialità, oltre che promuovere la loro autostima;

• favorire buoni rapporti tra le diverse componenti della scuola, la famiglia e la comunità.

• Utilizzare le risorse disponibili nella comunità per sostenere l’azione di promozione della salute;

• Preparare un curriculum coerente di educazione alla salute con metodi educativi che coinvolgano attivamente gli alunni;

• Fornire agli alunni la conoscenza e la capacità di cui hanno bisogno sia per prendere decisioni consapevoli circa la loro salute personale, sia per preservare e migliorare un ambiente sicuro e salutare.

L’organizzazione della rete

I requisiti essenziali per una buona gestione ed un buon coordinamento locale, nazionale, europeo sono:

• La selezione delle scuole (da 10 a 20 per ogni Stato membro)

• La costituzione di un gruppo di lavoro locale (provinciale)

• L’identificazione di un centro nazionale di supporto al progetto

• La costituzione di un comitato internazionale di programmazione.

I requisiti per richiedere di partecipare alla rete

Uno stato membro che richieda di partecipare all’E.N.H.P.S. rete deve garantire un impegno al progetto e alla cooperazione tra il Ministero della Pubblica Istruzione e della Sanità.

Le scuole che partecipano alla Rete Europea devono seguire una serie di criteri. Il primo e più importante è il loro impegno verso l’idea delle scuole che promuovono salute. Inoltre devono essere d’accordo nel lavorare secondo i seguenti criteri:

• Promuovere attivamente l’autostima di tutti gli alunni, dimostrando che ciascuno può dare un contributo alla vita della scuola;

• Sviluppare buoni rapporti tra le diverse componenti scolastiche;

• Evidenziare gli scopi sociali della scuola;

• Offrire occasioni stimolanti per tutti gli alunni attraverso una vasta gamma di attività;

• Utilizzare ogni opportunità per migliorare l’ambiente della scuola;

• Sviluppare buoni collegamenti tra scuola, famiglia e comunità;

• Sviluppare collegamenti tra scuola primaria e secondaria per pianificare un curriculum coerente di educazione alla salute;

• Promuovere attivamente la salute e il benessere del personale;

• Considerare il ruolo del personale come modello di comportamento;

• Ricercare la coerenza tra pasti scolastici (ove vi sia la mensa) e il curriculum di educazione alla salute;

• Far conoscere i servizi presenti nella comunità per le consulenze specifiche;

• Sviluppare il potenziale educativo dei servizi di consulenza ed informazione.

 

Alunni della scuola d’infanzia "Andersen" a mensa

CAPITOLO 2

 

Il Progetto H.P.S. in ITALIA

2.1 AVVIO

Il progetto in Italia si avvia con la delibera ministeriale del 16 marzo 1995, Prot. N. 1197 Ufficio Studi Bilancio e Programmazione - ufficio I - indirizzata ai Provveditorati agli Studi di Vicenza , Cuneo, Lecce, Grosseto. La delibera precisa che L’O.M.S., la C.C.E. e il C.E. nella conferenza di Strasburgo hanno proposto ed avviato l’istituzione di una rete Europea di scuole per la promozione alla salute informata.

Tale delibera riferisce che l’Italia ha costituito un gruppo integrato Ministero della Sanità e ministero della Pubblica istruzione per rendere operativa la partecipazione del Nostro Paese a tale rete, e garantire il coordinamento nazionale. Medesima delibera ricorda quali tematiche affrontare in determinate province pilota.

Il Ministero della Pubblica Istruzione ed il Ministero della Sanità infatti sottoscrivendo l’accordo, e adempiendo quanto richiesto per far entrare l’Italia nella rete europea,individua quattro tematiche ritenute importanti nell’ambito della salute e, in base alle esperienze realizzate, le affida alle varie province scelte.

Vincola i Provveditorati ad individuare per ogni provincia tre scuole, una elementare, una media, una superiore dove avviare il progetto e indica le condizioni dettagliate per l’adesione che diventeranno linee essenziali di indirizzo e di intervento.

Fornisce le disposizioni per la gestione e il coordinamento dei progetti nelle scuole mediante un gruppo di lavoro ed il relativo responsabile. Invita i Provveditorati a comunicare entro il 15 aprile 1995 a Roma, ufficio Studi Bilancio e Programmazione - ufficio I - l’elenco delle scuole.

2.2 Province scelte e tematiche

 

Cuneo educazione alimentare

Lecce prevenzione del cancro

Grosseto educazione alla sessualità

Vicenza educazione alla sessualità

Roma prevenzione AIDS/ HIV

L’Italia partecipa all’ENHPS con quindici scuole di ogni ordine e grado.

Il comitato tecnico provinciale di Vicenza per l’educazione alla salute esamina nella riunione del 6.04.1995 la richiesta del Ministero della Pubblica Istruzione per l’attuazione del progetto europeo "La scuola che promuove benessere" sul tema della sessualità.

Sceglie le tre scuole della provincia sulla base delle esperienze già realizzate e sulla reale disponibilità dimostrata dal personale docente all’attuazione di progetti di educazione alla sessualità. Il servizio UIss per l’Educazione e per azione e la Promozione della Salute affianca il lavoro pedagogico con consulenze mediche e psicologiche.

2.3 Scuole scelte a livello nazionale:

SCUOLA ELEMENTARE

Direzione didattica di Montecchio Maggiore 1° circolo

36075 Montecchio Maggiore - Tel 0444/696075

Direttrice didattica Donata Albiero

(in raccordo con l’ULSS n 5 di Arzignano).

Gruppo di lavoro: Patrizia Garbin e Cristina Celsan (insegnanti)

 

SCUOLA MEDIA

SMS di via Prati - Via Prati- 36100 Vicenza

Preside Ada Tomba (in raccordo con la SMS di via Carta - Vicenza, la

SMS "Don Bosco" di Monticello C.O. e l’ULSS n 6 di Vicenza)

Gruppo di lavoro:

Ada Tomba, coordinatrice gruppo di lavoro provinciale, Gemma Riardo (insegnante) - Lorenzina Stella (insegnante)- Serena Tedeschi (insegnante) - Piero Bertoli (psicopedagogista).

 

SCUOLA SUPERIORE

IPSIA "A. Scotton" via Roma- 36042 Breganze

Preside Luigi Mottin (in raccordo con l’ULSS n 4 di Thiene)

Gruppo di lavoro:

Rosanna Battaglia (insegnante, psicoterapeuta), Roberta Magnaguagno (insegnante), Adriano Battagin (insegnante).

Con delibera provveditoriale n14/95 si costituisce il gruppo di lavoro provinciale HPS composta dagli insegnanti sopra nominati e dai tre capi di istituto.

EUROPEAN NETWORK OF HEALTH PROMOTING SCHOOLS

 

ENTRY FORM

Name of Country: ITALY

Desired Entry Date to Network: 6 June 1995

Source of Application

Ministry of Health: International Relations Office

Ministero della Sanità Piazzale Industria, 20 - 00144 Rome

Contact person: dr. Francesco Cicogna

Ministry of Education: Ufficio Studi, Bilancio e Programmazione, Ministero della Pubblica Istruzione

Via I. Nievo, Rome; Contaci person: dr. Sergio Poli

National Coordinators for the project

 

Ministry of Education: prof. Luciano Corradini

Undersecretary of State for Public Education

Ministero della Pubblica Istruzione - 00153 Rome

Ministry of Health: dott. Umberto Filibeck

Senior Medical Officer Intemational Relations Office

 

National Support Contres for the Project

Ministry of Education: Uffico Studi, Bilancio e Programmazione,

Ministero Pubblica Istruzione - 00153 Rome

Ministry of Health: Drug Abuse Comprehensive Centre (DACC) c/o

Intenational Relation Office Ministero Sanità - 00144 Rome

 

Members of Designated National Advisory Boards

Ministry of Education

• dr. A. Luna, direttore generale Ufficio Studi, Bilancio.

• dr. R. Tortora, dirigente superiore, Ufficio Studi, Bilancio

• dr. M. Feola, I dirigente, Ufficio Studi, Bilancio

• dr. S. Poli, direttore didattico, Ufficio Studi, Bilancio Ministry of Health

• dr. Marta Di Gennaro, Director, International Relations Office

• dr. Filibeck, Senior Medical Officer, International Relations Office

• dr. F. Cicogna, Medical Officer, International Relations Office

• dr.G. Costanzo, Medical Officer, International Relations Office

Designated Core Schools Participating in the Project

 

1. Scuola elementare Direzione Didattica I Circolo

Address: Via Lorenzoni, 2 - 36075 Montecchio Maggiore - VI

Age range: 6-11 yrs. Number of students: 560

School Project Manager: dr. Donata Albiero (Principal)

2. Scuola media "Via Carta"

Address: Via Carta, 3 - 36100 - VI

Age range: 11-14 yrs. Number students: 224

Schools Project Manger: prof. Ada Tomba (Principal)

3. Scuola superiore IPSIA "A. Scotton"

Address: Via Roma, 56 - 36042 Breganze - VI

Age range: 14-19 yrs. Number students: 368

Schools Project Manager: dr. Luigi Mottin (Principal)

4. Direzione didattica I circolo di Cuneo

Address: Corso Soleri,1- 12100 - CUNEO

5. Scuola media "Leonardo Da Vinci "

Address: Via Sobrero, 14 - 12100 - CUNEO

6. Scuola ITIS "Delpozzo"

Address: Corso De Gasperi - 12100 - CUNEO

7. Scuola II circolo didattico "G.Tombari"

Address: Via Mazzini, 63 - 58100 - GROSSETO

8. Scuola media "Mazzini"

Address: Via Sant’Andrea Porto Santo Stefano - GROSSETO

9. Liceo scientifico "Enrico Fermi"

Address: Via di Montagna, 1 - Castedelpiano - GROSSETO

10. Scuola media "Villoresi"

Address: Via Pisana, 306 - 00163 - ROMA

11. Liceo scientifico "Talete"

Address: Via Camozzi, 2 - 00195 - ROMA

12. Direzione didattica I° circolo di Maglie

Address: Via Giacomo Mateotti, 101 - 73024 Maglie - LECCE

13. Scuola media "G. Pascoli"

Address: Via Umberto I, - 73039 Tricase - LECCE

14. Istituto tecnico femminile e per Periti Aziendali "G. Deledda"

Address: Piazza del Palio, 13100 - LECCE

 

CAPITOLO 3

HPS in VICENZA

 

3.1 PARTENZA

Inizia il cammino con l’incontro del venerdì 30 giugno 1995 da parte delle tre scuole presso il Centro di documentazione in via Bellini a Vicenza.

Si costituisce il gruppo provinciale ENHPS.

Affiancano i tre capi di istituto (Ada Tomba, Donata Albiero, Luigi Mottin), quali docenti incaricati:

Rosanna Battaglia, Serena Tedeschi, Patrizia Garbin.

Il Provveditorato agli studi di Vicenza è rappresentato dal dott. Marco Appoggi, Ufficio Interventi Educativi.

Dall’anno scolastico 1995/96 l’IPSIA "Scotton" è guidata dal preside Antonio Parise che entra così nel gruppo provinciale. Coordina le tre scuole Ada Tomba in quanto già direttrice di corsi di formazione a livello provinciale sulla sessualità.

Si prendono gli accordi per dar corso al progetto e alla formazione degli insegnanti impegnati nella rete europea in tema di sessualità.

L’avvio non è semplice. Mancano i finanziamenti ministeriali (arriveranno solo alla fine dell’anno 1997), mancano gli interlocutori al ministero che non sono più gli stessi per vicende politiche, manca la nomina ufficiale alle tre scuole.

C’è un unico corso nazionale di aggiornamento a Roma nell’ottobre del 1995 per le scuole italiane impegnate nella rete europea.

Dovrebbero seguire altri corsi, scambi, sensibilizzazioni tra scuole italiane e trasnazionali, ma non è attuata alcun’iniziativa

Invece un incontro a Vicenza con la delegazione di Grosseto il 6 e il 7 dicembre 1995 rileva le difficoltà organizzative in cui versano anche le altre scuole italiane in mancanza di chiarimenti ministeriali.

A livello provinciale, in attesa dei finanziamenti ministeriali, con accordi di rete tra le tre scuole, da dicembre 1995 a dicembre 2000, si attuano circa 200 ore di corsi di formazione con esperti in tema di sessualità e di ricerca azione, quale metodologia privilegiata nell’ambito dell’educazione alla salute.

Sono relatori: Fabio Veglia (libero docente universitario) - Chiara Sergotti (psicologa) - David Hopkins (professore universitario) - Serena Tedeschi (insegnante) - Carina Bianchi (docente) - Daniele Marini (sociologo)-Piero Cattaneo (preside) - Germano Parlato (psicologo, psicoterapeuta).

Si lavora nelle scuole autonomamente e come gruppo provinciale si incomincia a lavorare per un curricolo verticale di educazione alla sessualità. Si trasmette al Ministero della Pubblica Istruzione Ufficio Studi e Programmazione, c.a dr. S. Poli, il 30/11/1995 la stesura del programma triennale integrato di educazione alla sessualità relativo agli interventi didattici nelle scuole della provincia di Vicenza che aderiscono all’ENHPS (agli atti delle tre Scuole Vicentine-European Network of Health Promoting Schools: rapporto informativo sulle azioni di sviluppo della rete ENHPS in provincia di Vicenza 1997)

3.2 PROGRAMMA PROVINCIALE TRIENNALE: 1995-1998

E’ un Programma triennale integrato di educazione alla sessualità per docenti, operatori Ulss, genitori, alunni, per i diversi ordini di scuola supportato da scambi interregionali e transnazionali di progetti, operatori, studenti. Ne fanno parte:

• Primo Circolo didattico - Montecchio Maggiore

• Scuola media di Via Prati -Vicenza

• IPSIA "A. Scotton" - Breganze

Si lavora per tutto l’anno scolastico 1995/96 ‘informalmente’, attendendo i finanziamenti ministeriali e la presentazione ufficiale dello stesso progetto da parte del Provveditorato.

Il 30 aprile 1996 il Provveditore agli Studi di Vicenza convoca i componenti del gruppo provinciale per il progetto "Rete europea delle scuole che promuovono la salute".

Lo scopo della riunione è quello di verificare le attività svolte nell’anno scolastico 1995/96 e di progettare quelle per l’anno scolastico 1996/97.

Si attivano i corsi di aggiornamento provinciale di educazione alla sessualità per i tre ordini di scuola divisi in: primo livello e secondo livello, da novembre 1996 a settembre 1997.

La prima parte è rivolta ai docenti delle classi nelle quali si realizzano le attività di educazione alla salute relative al progetto. La seconda parte è un approfondimento per quel gruppo di docenti che deve costituire, nelle intenzioni, al termine della formazione "un’equipe" di riferimento anche per altre scuole della provincia.

La formazione è affidata al prof. Fabio Veglia aiutato dalla psicologa Chiara Sergotti. Lo schema operativo vale anche per l’anno scolastico 1997/98.

Si ipotizza come gruppo provinciale una convenzione con l’Università di Torino, a fondi arrivati, per la supervisione delle attività svolte, la ricerca sulla loro ricaduta educativa anche in relazione al territorio dove si opera.

A dicembre 1996 Ada Tomba, coordinatrice del progetto a livello provinciale, riassume gli interventi effettuati nelle scuole in una relazione presentata al Comitato Tecnico Provinciale di Vicenza.

Sempre a dicembre, i tre capi di istituto delle scuole aderenti al progetto ENHPS (Tomba, Albiero, Parise) chiedono un incontro con il Provveditore agli Studi di Vicenza per presentare l’azione progettuale delle loro scuole e stabilire quando il progetto sarà presentato ufficialmente dal Provveditore.

(N.B. La presentazione viene fatta il 22/1/1998 a Vicenza, presso il salone dell’Associazione Industriali di Palazzo Bonin, con la partecipazione dei proff. David Hopkins, Università di Nottingham - GB - e Fabio Veglia psicoterapeuta e psicologo. Università di Torino).

II progetto continua a incontrare difficoltà organizzative gestionali: non è ufficiale per altri due anni scolastici e non ci sono finanziamenti. Solo la credibilità dei capi di Istituto e la buona volontà dei docenti riescono a far proseguire tra mille difficoltà il progetto nelle rispettive scuole.

3.3 PUBBLICAZIONI DELLE SCUOLE

Le Scuole, per proprio conto, non vogliono disperdere il prezioso patrimonio costruito e procedono con i loro fondi e/o ricorrendo a finanziamenti extra bilancio.

La dirigente del primo circolo di Montecchio Maggiore, Donata Albiero, d’intesa con l’Usl n° 5 di Arzignano, pubblica, il 14/09/1998, una guida frutto del lavoro condotto dagli insegnanti di scuola dell’infanzia e di scuola elementare nei due anni scolastici privi di finanziamento 1995/96 e 1996/97 dal titolo: "L’educazione socio affettiva e sessuale GUIDA per le scuole materne ed elementari"

Si riportano l’introduzione e la conclusione scritte dalla dirigente del primo circolo di Montecchio Maggiore, a testimonianza del travaglio del progetto:

"Il presente lavoro raccoglie il materiale elaborato ed utilizzato negli anni scolastici 1995-1996 per il Progetto HPS: l’educazione socio - affettiva - sessuale nel primo Circolo di Montecchio Maggiore (VI). Le osservazioni che accompagnano l’esperienza condotta sono frutto di riflessioni che continuano ad influenzare la Programmazione delle classi di questo Circolo.

Sperimentare in un’ottica di ricerca - azione ci ha investiti di grosse responsabilità: verso i bambini soggetto -oggetto del nostro lavoro, verso i genitori spettatori - collaboratori di questo nuovo percorso, verso quei colleghi che aspettavano da noi indicazioni per proseguire ed ampliare l’esperienza.

E’ stata anche l’occasione per provarsi in un ambito educativo carico di pregiudizi e valenze culturali difficili da affrontare, ma così ricco dal punto di vista umano e stimolante dal punto di vista intellettuale da diventare irrinunciabile. Partire con classi che coprivano un arco di età che va dalla scuola materna all’ultima classe delle elementari è stato impegnativo, ma si è rivelato molto utile per le indicazioni di lavoro che sono scaturite. L’importanza di affrontare l’educazione alla sessualità sin dalla scuola dell’infanzia è ormai diventata opinione largamente condivisa da psicologi, pedagogisti, sessuologi insegnanti, genitori e dagli stessi nostri legislatori, che stanno elaborando progetti di ampio respiro a tale riguardo.

Il Progetto HPS, sperimentazione promossa dalla CEE e accolta dal Ministero della Pubblica Istruzione, ha all’origine un principio che ha rinnovato la concezione stessa dell’educazione alla sessualità, scavalcando in maniera decisa il dibattito che vedeva come contrapposte , educazione ed informazione sessuale. Soprattutto quando si opera nella scuola primaria, oggi ci si riferisce all’educazione alla sessualità intesa come educazione ai rapporti: al rapporto positivo di conoscenza, ascolto ed espressione di sé in quanto globalità corpo - psiche, al rapporto positivo con gli altri, fatto di confronto, condivisione, affermazione di sé, educazione alle differenze, capacità di vivere positivamente i conflitti. Pensiamo che in queste pagine sia opportuno solamente accennare ai temi che sottendono l’educazione alla sessualità così intesa... Sin dalle premesse sottolineiamo l’importanza dell’idea di educazione socio- affettiva - sessuale come percorso trasversale: non si tratta infatti di una "materia a sé stante", quanto piuttosto dell’acquisizione e della messa in gioco di competenze professionali basate sull’educazione all’ascolto e alle differenze, sulla capacità di sviluppare negli alunni autostima e abilità relazionali, obiettivi che sono ormai da tutti ritenuti alla base di progetti di prevenzione del disagio giovanile e di educazione alla salute così come prevede la concezione dell’OMS."

Come vive "emozionalmente" la sua nascita un bambino di terza elementare: sarò maschio o sarò femmina?!

Il materiale raccolto è la sintesi di un percorso sperimentale che tuttora prosegue: sono raccontate le esperienze che riteniamo più significative e proponibili ai colleghi come percorsi di lavoro, ripetibili alla luce della propria realtà e competenza.

Sento il dovere di rivolgere un ringraziamento alle insegnanti delle scuole materne statali e delle scuole elementari del Circolo che con entusiasmo, dedizione e disponibilità, hanno dato il loro tempo per siffatto progetto inteso a migliorare la qualità e la salute nella scuola. Va riconosciuto il ruolo svolto dalla responsabile del progetto Patrizia Garbin, allora insegnante nel nostro Circolo, che ha affiancato i colleghi, esaltando le loro competenze e, nel contempo, ha lavorato direttamente con gruppi di alunni, senza mai dimenticare i genitori, rispettando così i principi che sottendono ogni nostro progetto relativo alla salute, rivolto cioè contemporaneamente ad alunni, insegnanti, genitori. Nell’anno scolastico 1996-97 Alessandra Meneguzzo ha curato con lei il lavoro nelle Scuole materne.

Ringraziamo inoltre il responsabile del Servizio Educazione alla Salute dell’ULSS 5 "Ovest Vicentino" che assieme a noi ha condiviso gli obiettivi del percorso, fornendoci tra l’altro gli esperti per gli incontri con i genitori.

ln questa dispensa memorizziamo nelle linee essenziali le nostre azioni educative, iniziando a costruire il Progetto Europeo di Promozione della Salute nella Scuola, senza pretese di insegnare agli altri, ma con la consapevolezza e il giusto orgoglio di poter confrontarci con chi ...nella scuola voglia riflettere sul tema dell’educazione alla salute, intesa principalmente come prevenzione ed attività trasversale a tutte le discipline scolastiche".

"...Nel momento in cui scrivo, il progetto ENHPS finalmente ottiene finanziamenti ministeriali. Le tre scuole vicentine stanno sottoscrivendo la convenzione con l’Università di Torino per avere la consulenza scientifica, per verificare la validità o meno del percorso; nello stesso tempo si avvalgono della collaborazione del prof. Davide Hopkins - Università di Nottingham (G.B) per dotarsi di una metodologia di Ricerca Azione volta al miglioramento del processo educativo e della pratica didattica.

Proprio ora che finalmente ci sono i riconoscimenti ufficiali, sento il dovere di ringraziare quegli insegnanti del circolo che con tenacia hanno portato avanti il progetto da soli dal 1995 al 1998, con dedizione e motivazione interna; per tutti, le due insegnanti responsabili a partire dall’anno scolastico 1997-98: Luisella Cecchetto (scuola elementare), Marialisa Posenato (materna).

La Scuola Media Prati, fino al dicembre 1997, capofila delle tre scuole aderente all’E.N.H.P.S. della provincia, pubblica a dicembre 1995, con la supervisione di Veglia un opuscolo-guida:

"Un percorso didattico di educazione alla sessualità nella scuola media" a cura di Serena Tedeschi e Loredana Conte.

Scrive la preside della scuola Ada Tomba nella presentazione:

"...La guida che viene consegnata agli insegnanti è ...un contributo per dare sempre più dignità e riconoscimento all’impegno nel campo della prevenzione e di molti docenti referenti... Questo testo è il frutto di molto volontariato, di disponibilità di insegnanti che hanno dato il loro tempo per migliorare la qualità e la ‘salute’ della scuola. E’ un segno positivo di incoraggiamento, in un tempo così debole di partecipazione e senso civico che professionalità ed esperienze, nonostante tutto si manifestano, mettendo a servizio della comunità scolastica tempo e risorse intellettuali. Per questo si devono ringraziare le curatrici del lavoro, Loredana Conte e Serena Tedeschi, riconoscendo che senza la loro dedizione e il loro prezioso contributo molte esperienze e proposte utili sarebbero disperse."...

L’Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato "A. Scotton" di Breganze e Bassano, dal canto suo documenta l’inizio del percorso relativo al progetto con il fascicolo:

"Interventi di educazione alla sessualità".

negli anni scolastici 1995/96, 1996/97 a Breganze, sede centrale insegnante referente: prof.ssa Lorena Vezzaro, collabora la prof.ssa Lucia Magnabosco).

Dall’anno scolastico 1997 il progetto coinvolge la sede coordinata di Bassano (responsabile del progetto educazione alla salute prof.ssa Amelia Muffolini) con la produzione del fascicolo:

"Attività e percorso di educazione sessuale".

Finalmente arrivano i finanziamenti dal Ministero della Pubblica Istruzione ai Provveditorati agli Studi di Roma, Cuneo, Grosseto, Lecce, Vicenza, Piacenza per un totale di lire 858.000.000 (prot. di arrivo in Provveditorato di Vicenza: 23 aprile 1997 n 1578/C14). Gli istituti interessati ricevono la comunicazione poco prima delle Vacanze Natalizie II Provveditore infatti assegna i fondi direttamente all’Istituto IPSIA "Scotton’’ per le tre scuole, con nota del 10/12/97, prot n 38120|P12 .Lire 140.000.000 (70.000.000 E.F. 1994 e70.000.000 E.F. 1995).

Diventa coordinatore del progetto a livello provinciale dr. Antonio Parise, preside dell’IPSIA "A. Scotton".

I tre capi di istituto lavorano in unità di intenti e continuano ad affidare ad Ada Tomba il coordinamento del gruppo insegnanti che fa formazione con il prof. Fabio Veglia.

Per l’anno scolastico 1997/98 la commissione provinciale predispone il piano economico per la prosecuzione del progetto (agli atti delle Scuole: Rapporto informativo ENHPS 1997 "Piano di lavoro HPS dei tre ordini di scuola della provincia di Vicenza".

Come affermano in esso i tre dirigenti:

"La commissione ha poi elaborato, alla luce delle più recenti innovazioni metodologiche nazionali ed europee, il piano di lavoro , avendo come riferimento fondamentale il progetto della rete europea delle scuole che promuovono la salute ...

Il progetto HPS si inscrive... (omissis) negli indirizzi nazionali relativi alla prevenzione del disagio e alla promozione del successo formativo, in piena sintonia con le ricerche più avanzate di prestigiose università straniere: University of Nottingham - GB e University of Yale - USA. In particolare si fa riferimento alla teoria della "Ricerca Azione" e alle linee guida per il miglioramento dell’offerta formativa elaborate in Gran Bretagna dal prof. David Hopkins, Chair della "School of Education" dell’Università di Nottingham, autore di un libro sulla ricerca azione in corso di traduzione, e sul miglioramento dell’educazione, di cui lo stesso ha parlato nella sua relazione al convegno internazionale sulla valutazione dei processi formativi tenutosi a Vicenza nell’aprile del 1997... (omissis). Si ritiene necessario, pertanto, attivare la convenzione con l’università di Torino con la cattedra di Psicopatologia della sessualità per gli aspetti psicologici e socio affettivi, e con D. Hopkins per gli interventi formativi riguardanti la metodologia didattica della ricerca azione... (omissis). Tutto ciò naturalmente, alla luce di una verifica del progetto in corso"

Dopo l’assegnazione dei fondi all’IPSIA Scotton si procede alla firma della convenzione tra l’Istituto Scotton di Breganze e l’Università degli studi di Torino - Dipartimento di psicologia il 25/02/1999 (prot. dell’ist. Scotton n 1005 tit DD cl 1) per l’esecuzione di un programma di ricerca dal titolo:

"Rete europea delle scuole che promuovono la salute. L’educazione alla sessualità e l’apprendimento socio-affettivo"

Parte integrante della stessa convenzione è la formazione degli insegnanti e quindi il ruolo che assume il prof. Fabio Veglia del Centro Clinico Crocetta di Torino che viene definito attraverso apposita convenzione:

"Convenzione tra II Centro Clinico Crocetta di Torino e l’IPSIA "SCOTTON" di Breganze VI".

3.4 GRUPPO PROVINCIALE ENHPS

Anno scolastico 1998/99

La commissione provinciale, alla presenza dei tre Capi di Istituto (dirigenti: Tomba, Parise, Albiero), dopo aver valutato gli obiettivi e le attività proposte nelle varie scuole e, constatato che nella scuola elementare si manifesta l’intenzione di applicare la metodologia della Ricerca Azione all’interno del progetto, organizza una conferenza provinciale rivolta alle tre scuole polo e aperta agli insegnanti delle scuole vicentine interessate all’argomento con il prof. David Hopkins e il prof. Fabio Veglia il 22 /10/1998 a cui fa seguito una giornata intensiva il 23/10/1998.

Si stabilisce che i docenti ‘formati’ abbiano poi come consulenti per la Ricerca Azione le proff. Carina Bianchi e Serena Tedeschi che sono in stretto collegamento con il prof. Hopkins. Si prepara insieme a al prof. Veglia la convenzione con l’Università degli Studi di Torino e il Centro Clinico Crocetta di Torino. Si concordano i questionari relativi all’Educazione alla Sessualità da somministrare agli alunni della scuola secondaria di secondo grado e a quelle delle classi terze della scuola secondaria di primo grado. Emergono, però, alcune difficoltà nel proseguire il progetto con la scuola media. Infatti, per difficoltà organizzative e gestionali la scuola media, dove era iniziato il progetto, ufficialmente non aderisce, anche se un gruppo di insegnanti continua a lavorare con la collaborazione dì Serena Tedeschi.

Anno scolastico 1999/2000

La situazione per la continuità del progetto peggiora nella scuola media. Infatti, la Preside Ada Tomba, trasferita in altra scuola media, per effetto del dimensionamento scolastico, perde la titolarità della scuola dove era stato avviato il progetto e dà le dimissioni dalla Commissione Provinciale. Rimangono attive sul progetto solo la scuola elementare e la scuola superiore, con un vuoto da colmare nella scuola media. La prof.ssa S. Tedeschi, ora docente presso la Scuola Media "Ambrosoli" di Vicenza, entra a far parte del gruppo provinciale per la continuità.

Le si conferisce la nomina di consulente per la Ricerca Azione presso la Direzione Didattica Primo Circolo.

Non è facile, per i due Capi di Istituto rimasti, garantire la prosecuzione e la continuità verticale. Gli agganci con il gruppo di coordinamento nazionale a Roma non sono più in essere. Dei progetti avviati nelle altre nazioni europee non si hanno notizie.

Il primo settembre 1999 il I° Circolo di Montecchio Maggiore è dimensionato e perde due scuole importanti in cui lavorano docenti che per tre anni hanno seguito il percorso di formazione con il prof. Veglia a Vicenza. Occorre non desistere e avviare una rete con il Secondo Circolo di Montecchio per garantire la prosecuzione dell’esperienza.

L’unico Istituto a non aver problemi strutturali e logistici è lo "Scotton", grazie anche all’impegno e abnegazione dei docenti formati.

II prof. Veglia evidenzia che per la buona riuscita della ricerca, non può mancare il campione di alunni della scuola media.

La prof.ssa Tedeschi, grazie al prof. Giovanni Colpo, preside della Scuola Media "Ambrosoli" alla disponibilità di alcuni colleghi, avvia la ricerca in alcune classi di questa scuola.

La dirigente Albiero, dopo aver già incluso il Secondo Circolo di Montecchio Maggiore che, per effetto del dimensionamento aveva acquisito, a settembre 1999, due scuole con relativi docenti che si stavano formando nel progetto sulla sessualità, allarga l’esperienza alla Scuola Media viciniore "Anna Frank", con preside Maria Lucantoni; aderiscono così al progetto tre nuovi docenti.

 

CAPITOLO 4

ENHPS NEL I° CIRCOLO DI MONTECCHIO MAGGIORE

 

4.1 PERCORSO SPERIMENTALE NELLA SCUOLA

SECONDARIA DI II° GRADO

L’I.P.S.I.A. "A. Scotton" si caratterizza per l’attenzione e l’impegno rivolti alla formazione globale degli studenti.

Da oltre dieci anni l’educazione alla salute è parte integrante del suo curriculum studii.

L’adesione al progetto E.N.H.P.S. è stata logica conseguenza a questo "modus operandi".

Le insegnanti componenti della Commissione salute hanno iniziato il percorso di formazione nell’anno scolastico 1995/96.

Nello stesso anno veniva proposta, nelle classi seconde, educazione alla sessualità secondo il modello presentato dall’ASL 4 di Thiene, e con i genitori si iniziava il confronto sull’innovazione del modello HPS. L’ottica tradizionale privilegiava la prevenzione delle gravidanze indesiderate e delle malattie sessualmente trasmissibili.

L’adesione graduale al modello HPS ha portato a scegliere un approccio di tipo emotivo comportamentale alle tematiche sessuali, finalizzato alla conoscenza di sé, dell’altro e del processo del conoscere stesso (metacognizione).

Per le docenti formate, partecipare al progetto ha significato intendere l’educazione come:

• entrare in relazione

• emozionare per motivare e favorire la memorizzazione,

• apprendere ed elaborare le abilità preventive

• passare dati e contenuti selezionati secondo un criterio etico, estetico, logico, personale ed interpersonale.

Fondamentale è stata la scelta del linguaggio col quale fare educazione sessuale. Si è optato per un linguaggio sensato, non volgare, che i ragazzi avrebbero potuto adottare, far loro. Partendo dal gergale, nel rispetto del lessico familiare, sono stati educati alla ricerca delle parole più corrette e meno violente, a metà tra il connotativo ed il descrittivo.

Si è deciso, quale criterio programmatico, di rispondere alle domande dei ragazzi. I capitoli di riferimento sono stati:

a. come è fatto e come funziona il sesso

b. come si usa il sesso

c. che cosa si prova e come si comunica

d. etica

e. prevenzione delle conseguenze

f. identificazione sessuale

g. omosessualità

h. pedofilia

i. pornografia.

Dal punto di vista metodologico, si è proceduto problematizzando le questioni sollevate dagli studenti, finalizzandole alla ricerca di significati e valori, senza mai intenti prescrittivi né enunciati dogmatici. Si è individuato nella narrazione il mezzo più idoneo per condividere i significati, per integrare la sessualità nelle componenti psico-fisico-culturali di ciascuno.

I ragazzi dell’IPSIA "Scotton" hanno un’età compresa tra quattordici e diciotto anni, sono in fase adolescenziale. Per il normale processo di identificazione ed individuazione, considerano i genitori figure educative marginali. Il confronto con l’adulto spesso si sposta nell’ambito scolastico scegliendo, come interlocutori privilegiati, alcuni insegnanti di fiducia coi quali relazionarsi, confrontarsi.

L’educazione sessuale permea tutto questo processo di maturazione. Per le docenti coinvolte nell’HPS è stato fondamentale condividere il progetto coi genitori, in cooperazione paritetica qualificata, rifiutando deleghe in bianco, ma presentando il loro programma, i loro contenuti e valori, e la loro tesi educativa: un intervento emozionale, su contenuti rilevanti, facilita l’apprendimento a breve termine, e modifica i comportamenti a medio e lungo termine. Si sono comunque lasciati ai genitori il potere conclusivo e il diritto di veto.

Per la valutazione, sono stati utilizzati questionari complessi socio-emotivo-comportamentali d’ingresso ed uscita. Questi strumenti sono stati elaborati dal team di statistica della prof.ssa Fulvia Ortalda del Centro di Statistica dell’Università di Torino. Lo studio dei dati raccolti sarà pubblicato sul Manuale di metodologia dell’educazione sessuale di Fabio Veglia ( pubblicazione nel 2001).

Nel dettaglio, per lo studio statistico e valutazione sperimentale del progetto, sono stati somministrati i questionari a :

14 classi prime;, 13 classi seconde, 11 classi terze, 8 classi quarte, 6 classi quinte delle sedi di Breganze e Bassano,

per un totale di circa 1000 ragazzi.

Questa fase ha richiesto una considerevole organizzazione, la condivisione programmatica dell’intero istituto I.P.S.I.A. "A.Scotton", ed una quantità notevole di tempo e disponibilità.

Commissioni E.N.H.P.S dell’ IPSIA " A. SCOTTON"

Anno scolastico 1995/96

Proff. Laura Barbieri, Rosanna Battaglia, Marialuisa Bianchi, Lucia Magnabosco, Daniela Mattiello, Amelia Muffolini, Lorenzo Rossi, Lorena Vezzaro.

Anno scolastico 1996/97

Proff. Laura Barbieri, Marialuisa Bianchi, Lucia Magnabosco, Daniela Mattiello, Amelia Muffolini, Lorena Vezzaro.

Anno scolastico 1997/98

Prof.sse Laura Barbieri, Marialuisa Bianchi, Deligi Gabriella, Lucia Magnabosco, Daniela Mattiello, Amelia Muffolini, Lorena Vezzaro.

Anni scolastici 1998/99, 1999/2000, 2000/01

Proff. Laura Barbieri, Marialuisa Bianchi, Lucia Magnabosco, Daniela Mattiello, Amelia Muffolini, Lorena Vezzaro.

 

CAPITOLO 6

DOCUMENTAZIONE UFFICIALE DELLE SCUOLE

 

6.1 Primo circolo di Montecchio Maggiore:

"ENHPS nella scuola elementare" a.s. 1995/96

"ENHPS nella scuola materna" a.s. 1995/96

"ENHPS nella scuola elementare" a.s. 1996/97

"L’educazione socio - affettiva e sessuale: guida" aa.ss. 1995/96 e 1996/97

"Progetto ENHPS scuole d’infanzia" a.s. 1997/98

"ENHPS nella scuola elementare" a.s. 1997/98

"ENHPS nella scuola infanzia" a.s. 1998/99

"ENHPS nella scuola elementare" a.s. 1998/99

"ENHPS nella scuola infanzia" a.s. 1999/2000

"Educare alla sessualità nelle classi quinte" a.s. 1999/2000

"La ricerca azione in campo educativo. Un’esperienza nella scuola primaria" a.s. 1999/2000

Ex Scuola Media Statale di via Prati - Vicenza

"Un percorso didattico di educazione alla sessualità nella scuola media"

6.2 I.P.S.I.A. "A.Scotton"

Breganze:

"ENHPS-Attività e progetti" a.s. 1995/96

"ENHPS-Attività e progetti" a.s. 1996/97

"ENHPS-Attività e progetti" a.s. 1997/98

"ENHPS-Attività e progetti" a.s. 1998/99

"ENHPS-Attività e progetti" a.s. 1999/2000

Bassano:

"Educazione alla salute - Progetto HPS" a.s. 1997/98

"Educazione alla salute - Progetto HPS" a.s. 1998/99

"Educazione alla salute - Progetto HPS" a.s. 1999/2000

Entro l’anno scolastico 2000/01 il progetto verrà portato a termine con le relative pubblicazioni.

 

Appendice

L’ I.P.S.I.A. "A. Scotton", quale coordinatore delle scuole aderenti all’ E.N.H.P.S., provvede a:

• Raccogliere i verbali delle attività della Commissione Provinciale ENHPS

• Fare rendiconti periodici sull’utilizzo dei fondi assegnati dal Ministero

• Raccogliere le relazioni inviate al Provveditorato degli Studi di Vicenza

 

CAPITOLO 7

RETE REGIONALE DEL VENETO

 

Aderente al Network Europeo Health Promoting Schools

7.1 LA RETE

Dall’anno scolastico 2000/01 si è avviata la rete regionale aderente all’E.N.H.P.S.,con nota regionale n 2368/206.922 del 12/01/2000.

Comitato tecnico scientifico:

• Dr. E. Fantuz - Direttore servizio per l’età evolutiva e la famiglia U.L.S.S. n 6 Vicenza Coordinatore del Progetto

• Prof. M. Appoggi - Insegnante / Coordinatore del progetto

• Dr. L. Bertinato - Direttore "Servizio per i rapporti con l’OMS" della Regione Veneto

• Prof. P. Cattaneo - Dirigente scolastico c/o Facoltà di Scienze della formazione all’Università Cattolica di Milano

• Prof. W. Fornasa - Docente di Scienza della Formazione c/o Facoltà di Scienze della Formazione all’Università di Bergamo

• Prof. I. Diamanti - Doc. di Scienza della Politica c/o Università di Urbino

• Prof.ssa C. Macconi - Formatrice c/o centro Concentrica - Milano

• Prof.ssa G. Muscolo - Responsabile Ufficio Interventi Educativi c/o Provveditorato di Cuneo/ Referente Rete Nazionale HPS

• Prof. S. Poli - Dirigente scolastico - MPI

• Dr.ssa E. Tamang - Medico c/o Centro Coordinamento Screening U.L.S.S. n 15 Cittadella e Camposampiero

• Prof. F. Veglia - Docente di sessuologia c/o Università di Torino.

Su 26 Scuole dislocate sull’intero territorio regionale sono state scelte 14 in rappresentanza delle scuole dell’obbligo e delle scuole superiori (un istituto comprensivo e una scuola superiore per ogni provincia).

L’istituto "Scotton" di Breganze e il Primo Circolo di Montecchio Maggiore sono stati selezionati per la provincia di Vicenza, quali istituti polo della rete nazionale "ENHPS", al fine di garantire il raccordo fra le scuole polo italiane con quelle della rete regionale.

Mettiamo la nostra esperienza a servizio di altri per far migliorare e per migliorarci.

7.2. SCUOLE SELEZIONATE PER RETE REGIONALE HPS

VENEZIA

Istituto superiore I.P.S.S.C.T. "L. Luzzati’" Mestre Venezia

Istituto comprensivo "Don A. Toniatti" Fossalta di Portogruaro

VERONA

Istituto superiore Istituto Professionale di Stato per i Servizi

Alberghieri "A. Berti" Verona

Istituto comprensivo "Meneghetti " Verona

BELLUNO

Istituto superiore Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato "Brustolon" Belluno

Istituto Comprensivo di Puos D’Alpago

ROVIGO

Ist.superiore Istituto Tecnico Statale per Geometri "Bernini" - RO

Istituto comprensivo di Fratta Polesine

PADOVA

Istituto superiore Liceo classico "Marchesi" Padova

Istituto comprensivo di Ponte San Nicolò Padova

TREVISO

Istituto superiore Tecnico Statale per il Turismo "G. Mazzotti"

Istituto comprensivo di Asolo

VICENZA

Istituto superiore I.P.S.I.A. "A. Scotton" Breganze

Direzione didattica I° circolo di Montecchio Maggiore

I.C. "Ciscato" di Malo

 

CAPITOLO 8

LA RICERCA ENHPS A VICENZA

 

8.1 Formazione dei docenti

Il significato della ricerca ‘scientifica’ condotta nelle Scuole con la supervisione dell’Università di Torino, dipartimento di psicologia, da parte del prof. Fabio Veglia, può riassumersi leggendo la lettera di quest’ultimo indirizzata al Provveditore agli Studi di Vicenza e ai tre capi di istituto il 11/01/1999 Nella quale egli spiega il ruolo del Centro Clinico Crocetta di Torino da lui diretto e dell’Università di Torino, dove è professore a contratto per l’insegnamento di Psicologia e Psicopatologia del comportamento sessuale. Nello stesso documento egli ringrazia le tre scuole per la convenzione che intendono stilare e spiega il protocollo di ricerca che attuerà per il progetto ENHPS.

...La proposta del Provveditorato di Vicenza ha offerto l’occasione di condurre una ricerca sistematica, longitudinale e ad ampio spettro sull’applicabilità e sulle ricadute formative del modello elaborato (il prof. Veglia da anni conduce ricerche teoriche, metodologiche ed applicative sulla didattica dell’educazione alla sessualità).

Il Dipartimento di Psicologia si è quindi reso disponibile a stipulare una convenzione con l’IPSIA " A. Scotton".

(N.B. l’istituto ha la gestione finanziaria del progetto per le tre scuole; il Centro Clinico Crocetta, fa consulenza metodologica per la psicologia dello sviluppo, didattica, attività formativa e supervisione).

...La scelta fatta dalla commissione provinciale HPS (cfr. Piano di lavoro HPS del 18 luglio 1997) di operare secondo il modello della "Ricerca Azione" e le linee guida per il miglioramento dell’offerta formativa elaborate dal prof. David Hopkins, offre un’eccellente occasione di integrazione tra due modelli innovativi e permette di collocare il progetto sull’educazione sessuale in un ambito di ricerca applicata ad altissimo livello..."

"Da parte mia, - continua il prof. Veglia- ho preso personalmente accordi con il prof. Hopkins per stabilire una collaborazione accademica orientata all’integrazione dei nostri due modelli...

...La parte del progetto curata dal Centro Crocetta si fonda su alcuni assunti fondamentali:

• l’educazione sessuale è parte integrante dell’educazione affettiva, sentimentale e dell’educazione alla vita

• l’educazione sessuale accompagna tutto il ciclo della vita

• l’obiettivo dell’educazione sessuale è consentire o almeno favorire una vita sessuale profondamente umana, armonica, consapevole, ricca di significati, fondata su scelte libere... per un’esperienza unica e irrepetibile e, per quanto possibile, felice, ..(omissis) non è ragionevole delegare l’educazione sessuale agli specialisti se non per le competenze specifiche che li riguardano e che non sono patrimonio comune degli educatori..

• è metodologicamente corretto che siano gli educatori a farsi carico dell’educazione sessuale, in primo luogo le famiglie che hanno il diritto dovere di orientare il progetto educativo proposto ai loro figli e, in secondo luogo, tutte le figure di riferimento, tra le quali gli insegnanti

• è necessario formare gli educatori affinché sviluppino consapevolezza della propria sessualità, possano riappropriarsi delle conoscenze derivate dalla loro esperienza, sappiano scegliere i contenuti rilevanti e, soprattutto, sviluppino le modalità adeguate ed efficaci per trasmetterli

• la formazione degli insegnanti prevede anche la verifica dei modelli educativi e didattici da loro utilizzati e l’applicabilità degli stessi ai contenuti affettivi e sessuali

• il percorso formativo prevede l’armonizzazione dei contenuti con la metodologia utilizzata da ciascun insegnante..."

N.B. Nei primi due anni di sperimentazione, in attesa dei finanziamenti ministeriali, le scuole dell’infanzia ed elementari del Primo Circolo hanno condotto il proprio progetto nell’area dell’affettività, delle emozioni, delle relazioni, tralasciando l’aspetto dell’educazione più propriamente sessuale, in attesa di una formazione specifica delle insegnanti aderenti al progetto.

Ricerca ENHPS e Metodologia

La ricerca, dunque, è finalizzata alla validazione di una metodologia che vede negli insegnanti le figure professionali principali per l’educazione alla sessualità nelle scuole, capovolgendo la prassi consolidata di chiamare gli ‘esperti’ esterni nelle scuole (psicologi, sessuologi, medici, ginecologi). La ricerca ovviamente diversifica per le varie fasce di età si avvale di:

• studio e individuazione da parte delle insegnanti in formazione di strumenti, griglie e questionari idonei alla educazione alla sessualità,

• somministrazione di questionari socio-emotivo-comportamentale di ingresso e uscita, elaborati dal Team di Statistica della prof.ssa Fulvia Ortalda, strutturato presso il Centro di Statistica dell’Università di Torino.

L’intero percorso formativo di circa 100 ore nel corso del triennio condotto dal prof. Fabio Veglia era finalizzato all’acquisizione delle competenze professionali da parte degli insegnanti per poter diventare ‘formatori’ di colleghi (nelle intenzioni), si è articolato su tre livelli:

• Formazione di primo livello per i docenti delle scuole polo.

Sono ammessi i docenti che volontariamente aderiscono all’iniziativa. L’obiettivo di tale livello è la trasmissione dei contenuti e delle conoscenze riferiti all’educazione sessuale necessarie per svolgere unità didattiche nelle classi. Le ore dedicate al primo livello formativo sono 32.

• Formazione di secondo livello per i docenti delle scuole polo.

L’obiettivo è la trasmissione della metodologia didattica ed educativa necessaria per la progettazione di percorsi sui temi della sessualità e per la gestione del gruppo classe. Le ore dedicate al secondo livello sono 62.

• Formazione di terzo livello per un gruppo ristretto di docenti.

L’obiettivo del terzo livello è quello di dotare ogni istituto di uno o più docenti, selezionati tra coloro che hanno concluso il secondo livello, riconoscibili come figure di riferimento per quanto riguarda la progettazione e la gestione complessiva dei programmi di educazione sessuale. I gruppo del terzo livello è formato inizialmente da 8 docenti del primo circolo, 1 docente della scuola media inferiore, 6 docenti dell’IPSIA , per un totale di 32 ore di formazione.

Insegnanti che hanno svolto il percorso formativo interamente:

Scuola superiore: prof.sse: Laura Barbieri, Marialuisa Bianchi, Lucia Magnabosco, Daniela Mattiello, Amelia Muffolini, Lorena Vezzaro.

Scuola elementare: Michela Agosti, Lucia Tonegato, Luisella Cecchetto, Paola Sinigaglia.

Scuola infanzia : Loretta Lora, Alessandra Meneguzzo, Marialisa Posenato, Gabriella Bon.

Scuola media: prof.ssa Serena Tedeschi (diventa membro del gruppo provinciale, consulente per la Ricerca Azione).

A loro si sono aggiunti, in rappresentanza della Scuola Media "A.Frank", a partire dall’anno scolastico 1999/2000: proff. Agostino Filati , Valeria Martini, Sandra Trapula.

La formazione dei docenti si è conclusa a dicembre 2000 (incontro di rinforzo a primavera del 2001) .

E’ interessante la testimonianza di una docente che ha così relazionato al collegio del primo circolo di Montecchio a giugno 2000:

..."mentre negli anni scolastici precedenti la formazione è stata rivolta ai docenti di ogni ordine e grado e riguardava la mappa dei Contenuti e la mappa educazionale relativa all’Educazione Sessuale, a partire dall’anno scolastico 1999/2000 invece, i docenti sono stati suddivisi in sottogruppi.

Lo scopo era quella di produrre un lavoro rivolto ai docenti di scuola d’infanzia oltre che alle colleghe della scuola elementare al fine di:

• Individuare le tematiche di educazione sessuate da trattare con alunni nella fascia 3-11 anni

• Formulare le domande da rivolgere ai bambini, relative alle conoscenze possedute.

• Elaborare una scheda di Osservazione da utilizzare come rilevazione dati ai fini della Ricerca Sperimentale e come strumento di lavoro da inserire in una guida di Educazione Sessuale in fase di stesura (La scheda è stata trasmessa alla scuola il 13/06/2000). In particolare nella scheda sono registrate le emozioni fondamentali (grado di intensità e riconoscibilità), indicatori neurobiologici, indicatori neurocomportamentali, cioè il livello e la modalità di partecipazione e/o di disagio espressi dagli alunni, rispetto alla Teoria dell’Attaccamento di Bowlby. Nel corso di questi incontri sono stati apportati aggiustamenti per rendere più agile la compilazione e la lettura della scheda. A tal fine sono state visionate alcune riprese video fatte durante le attività nelle classi che prevedevano risposte a domande - test poste agli alunni delle sezioni / classi. Naturalmente nella Ricerca non appariranno i nomi dei bambini, per garantire il diritto alla privacy. I formatori, anche in qualità di supervisori, hanno seguito i docenti sia durante i lavori di modifica da apportare alla griglia di osservazione, sia di analisi dei video per fornire ulteriori indicazioni metodologiche..

...Siamo ormai arrivate al traguardo. Riteniamo sia stato importante la fase iniziale di formazione durante la quale ognuno ha lavorato "su di sé", per una formazione che andava al di là del grado di scuola in cui ognuno operava. In questa prima fase abbiamo raccontato ciò che provavamo e pensavamo in merito alla sessualità, sentendoci coinvolte a livello affettivo e cognitivo.

Ciò ha favorito una maturazione personale, aumentando l’attenzione ai "vissuti" dell’Altro. Altrettanto importante è stata la seconda fase di formazione, durante la quale sono state messe a punto le tematiche legate all’età e gli strumenti di lavoro da utilizzare nel Progetto di Educazione Sessuale".

8.2 Sviluppo nelle scuole VICENTINE:

Essa prevede:

• Incontri di sensibilizzazione e formazione dei genitori:

sono previsti per ogni scuola Polo contestualmente alla presentazione dei progetti e alla conduzione dei corsi nelle classi;

• Supervisione da parte del prof Veglia.

Essa si rivolge principalmente ai docenti che seguono il corso di terzo livello, ma è aperta a tutti i docenti formati.

I temi affrontati in supervisione sono quelli relativi alla psicologia dell’età evolutiva, alla metodologia dell’educazione sessuale, alla gestione dei gruppi, alla "ricerca azione" e alla gestione di problematiche speciali.

• Ricerca condotta dal Centro Clinico Crocetta con la collaborazione del Dipartimento di Psicologia e di Statistica dell’Università di Torino e costruzione degli strumenti di indagine.

Gli obiettivi sono di verificare l’apprendimento, la modificazione emotiva e affettiva, il cambiamento di atteggiamento negli allievi e le ricadute del progetto sulla gestione scolastica e sul territorio dopo i percorsi di educazione sessuale condotti secondo diversi modelli teorici e metodologici.

( N.B. A partire dall’anno scolastico 1998/99 si procede al progetto di ricerca vero e proprio sull’Educazione alla Sessualità con un gruppo ‘stabile’ di insegnanti della scuola dell’infanzia / elementare mentre per la scuola media superiore l’attività inizia nell’anno scolastico 1996/97.

• Produzione di materiale didattico.

Le schede di osservazione per l’affettività e sessualità e i questionari per la verifica dei risultati formativi saranno una volta concluso il progetto ( gennaio 2001), messi a disposizione della comunità scientifica e didattica a nome del Gruppo HPS di VICENZA, del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e del Centro Clinico Crocetta di Torino.

L’intero progetto ed i suoi risultati saranno oggetto di un ampio articolo su una rivista specializzata altamente qualificata nel settore, e di un capitolo sul Manuale di metodologia dell’educazione sessuale di Fabio Veglia (pubblicazione nel 2001).

 

CAPITOLO 9

LA RICERCA AZIONE IN CAMPO EDUCATIVO

secondo la metodologia di D. Hopkins

 

9.1 L’ESPERIENZA DEL PRIMO CIRCOLO DI MONTECCHI0

La scuola che lavora nella prospettiva dell’autonomia necessita di una metodologia innovativa di ricerca che le permetta di perseguire i suoi obiettivi, primi fra tutti il miglioramento dei risultati degli alunni e l’aumento della capacità degli operatori di gestire il cambiamento.

Il Primo Circolo di Montecchio Maggiore ha colto l’importante opportunità che il progetto ENHPS portava ai professionisti della Scuola con la metodologia di Ricerca Azione, di cui il prof. Hopkins, Preside della Facoltà di Educazione dell’Università di Nottingham (GB), Direttore dell’Istituto di Scienze dell’Educazione presso la stessa Università, è uno dei maggiori esperti, sia per quanto riguarda la Ricerca Azione sia per quanto riguarda I’Autovalutazione d’Istituto .

Le tappe

La Direzione Didattica del 1° Circolo di Montecchio Maggiore ha, nel corso degli anni scolastici 1998-99 e 1999-00, realizzato un importante progetto di Ricerca Azione in campo educativo. L’obiettivo è stato , prioritariamente, quello di permettere alle insegnanti di acquisire competenze professionali nel campo della Ricerca Azione e, attraverso questo, potenziare la dimensione formativa del progetto "Educare alla Sessualità" nucleo centrale e originale del progetto europeo. Il gruppo provinciale di lavoro, infatti, ha ritenuto la Ricerca Azione un importante strumento di autovalutazione e di potenziamento dell’agire professionale.

Il piano di azione è stato impostato su due fasi: la formazione degli insegnanti e l’applicazione sul campo della metodologia proposta. Le due fasi sono realizzate rispettivamente in due anni di attività, con la progettazione e la conduzione delle proff. Serena Tedeschi e Carina Bianchi.

Le finalità sono state quelle di: aumentare le competenze dei partecipanti relative all’innovazione metodologica nel curricolo; studiare la teoria della Ricerca Azione; approfondire la conoscenza di strumenti per l’osservazione in classe; acquisire delle competenze di base per sperimentare la ricerca in classe.

Il lavoro di ricerca azione

II risultato più rilevante del percorso formativo del primo anno è stata la costituzione all’inizio dell’anno scolastico 99/00, di un vero e proprio gruppo di insegnanti interessati all’applicazione nella pratica didattica dei principi e degli strumenti della Ricerca Azione. La presenza di questo gruppo ha permesso di avviare la seconda fase del progetto, che si è conclusa a giugno 2000.

Le docenti coinvolte sono state: Michela Agosti, Antonella Barichello, Anna Maria Bufali, Assunta Sbicego e Paola Sinigaglia .

Le classi impegnate nella ricerca sono state due classi terze in cui ha operato direttamente l’insegnante Antonella Barichello.

Nella fase di avvio è stato necessario un momento di revisione del metodo e della teoria della Ricerca Azione. Ciò ha permesso di definire i principi generali:

• il miglioramento della scuola inteso come processo finalizzato alla qualità dell’apprendimento degli studenti;

• la consapevolezza che ogni miglioramento deve coinvolgere tutti gli attori del processo, sia coloro che apprendono, sia coloro che progettano l’azione;

• la convinzione che le spinte esterne al cambiamento costituiscono importanti occasioni per realizzare le priorità interne;

• la necessità che la scuola lavori per realizzare condizioni favorevoli alla collaborazione dei singoli individui e dei gruppi;

• l’idea che monitorare e valutare l’azione è una responsabilità condivisa da tutti coloro che lavorano nella scuola.

Il gruppo inoltre ha definito i propri obiettivi per il primo anno di sperimentazione del metodo; individuare un focus condiviso come necessità di miglioramento; individuare ed utilizzare strumenti efficaci per attuare la ricerca in classe.

Le Azioni

Si è partiti dall’analisi degli stili d’insegnamento e, poi, da quella della situazione di partenza delle due classi terze coinvolte.

Queste analisi hanno portato il gruppo a scegliere e definire il focus della ricerca, a stabilire una serie di osservazioni in classe, seguite dalla valutazione dei dati raccolti per definire una strategia di miglioramento.

Dopo una prima fitta serie di incontri dedicati alla progettazione, il lavoro è proseguito nelle classi e, con il coordinatore della ricerca, a scadenza mensile fino al mese di maggio 2000. Dall’analisi di tutti i dati raccolti nella prima fase di indagine il focus individuato dal gruppo è stato il ‘migliorare la gestione del tempo in classe’.

Dalle prime osservazioni condotte, infatti, è emersa la difficoltà di rispettare i tempi previsti per la lezione e di conseguenza un condizionamento per l’insegnante e per gli alunni nel portare a conclusione la lezione.

Si è notato che gli alunni ai quali è stato dato anche molto spazio nella discussione non hanno danno per questo risposte di migliore qualità. L’insegnante ha utilizzato circa il doppio del tempo fissato e gli interventi degli alunni nella discussione sono sfuggiti al suo controllo, diventando a volte caotici per il mancato rispetto delle regole di intervento. Sulla base di queste prime considerazioni sono stati scelti gli strumenti, definiti i criteri e costruite delle griglie per l’osservazione in classe: appunti sul campo, registrazione audio, somministrazione agli alunni della prima parte di un questionario sulla "buona lezione".

I dati così raccolti hanno chiarito le dinamiche all’interno della classe e suggerito alcune strategie di miglioramento della gestione del tempo. Inoltre hanno fatto nascere l’esigenza di integrare le osservazioni già raccolte con il punto di vista di un osservatore esterno, con il quale sono stati concordati in modo accurato indicatori, modalità e tempi di osservazione.

Si è deciso di utilizzare ancora gli appunti sul campo del docente e di somministrare agli alunni la seconda parte del questionario sulla "buona lezione". Si è stabilito inoltre un controllo più stretto dei tempi e delle regole da parte dell’insegnante. Le osservazioni condotte in questa fase, eseguite dapprima in momenti diversi di lezioni dello stesso tipo (lezione espositiva), hanno evidenziato un maggiore rispetto dei tempi sia da parte dell’insegnante sia da parte degli alunni. Gli interventi di questi ultimi sono stati più chiari e precisi e avvenuti nel rispetto delle regole fissate. A favorire una lezione più efficace sono stati una maggiore chiarezza nelle consegne, un migliore controllo degli interventi e il limite al tempo complessivo destinato agli interventi degli alunni.

L’osservatore esterno coinvolto e l’insegnante osservato poi, hanno progettato insieme le azioni successive, concordando con precisione, di volta in volta, modalità e criteri dell’osservazione.

Importante e utile si è rivelato il momento di feedback immediatamente successivo all’osservazione; il risultato ottenuto è stato un significativo aumento della capacità e della sicurezza di gestione del tempo dell’insegnante. Si è passati quindi al controllo dei tempi della conduzione di una lezione - conversazione; sono stati raccolti i dati dagli alunni, dall’osservatore e dall’insegnante stessa. La triangolazione delle fonti e quindi il confronto tra più punti di vista ha confermato l’efficacia, anche in questa situazione didattica della diversa strategia di conduzione della lezione.

Da queste osservazioni è emersa anche l’importanza della prossemica dell’insegnante, che in questo tipo di interazione didattica, si è impegnata a garantire un equo supporto agli alunni con particolare riguardo a quelli più deboli.

E’ stato subito chiaro che è stata data una vicinanza continua solo a pochi alunni (quelli considerati più deboli), ai quali spesso l’insegnante si è sostituita nelle risposte, trascurando gli alunni considerati più capaci e più autonomi dei quali però non è riuscita a valutare la qualità dei progressi.

Dalle osservazioni si è ricavata , quindi, l’immagine di una docente poco attenta agli alunni, mentre le sue intenzioni sono state, all’opposto, quelle di dedicare massima attenzione al processo di apprendimento. L’ansia per i ragazzi considerati più deboli ha determinato in realtà uno squilibrio nella gestione dell’interazione tra insegnante e alunni e complessivamente un’azione didattica inefficace.

Il gruppo, quindi, ha concordato una nuova strategia di comportamento dell’insegnante e stabilito l’avvio di una nuova fase di osservazione relativa alla struttura spaziale del gruppo classe e alla prossemica dell’insegnante.

Questo secondo obiettivo di miglioramento, pur considerato importante, è risultato subito motto oneroso sia per l’osservazione che per l’analisi delle informazioni raccolte, portando ad un impegno eccessivo di controllo e raccolta di dati: si è deciso, allora, di lavorare su un unico obiettivo, limitandosi a completare la ricerca sulla gestione del tempo. L’insegnante, ancora con la presenza dell’osservatore esterno, ha iniziato un nuovo ciclo di osservazioni per valutare, dopo la modifica del comportamento, l’efficacia della nuova gestione del tempo durante la lezione. Nel corso delle discussioni sui dati raccolti è stato possibile valutare anche il processo e gli strumenti usati per l’osservazione, apportando le necessario revisioni alle tappe e agli strumenti adottati.

Nell’ultimo periodo dell’anno scolastico l’azione è proseguita nelle classi. Contemporaneamente, è emersa la necessità di dedicare energie a fare il punto della situazione per essere in grado di relazionare con efficacia ai colleghi sull’esperienza condotta.

Si è deciso allora di centrare maggiormente l’attenzione e il lavoro del gruppo sulla revisione del processo, sulla riorganizzazione del materiale raccolto e delle osservazioni e riflessioni sviluppate nel corso dell’anno.

Questo importante momento di socializzazione e revisione del lavoro svolto è stato programmato con lo scopo di favorire l’allargamento del gruppo di ricerca e l’ampliamento degli obiettivi di sviluppo e miglioramento.

La valutazione

La valutazione finale della ricerca è stata fatta dal gruppo con il supporto del coordinatore che, come primo input alla discussione, ha proposto una sua presentazione sintetica dei dati raccolti in itinere, delle corrispondenti valutazioni del gruppo e dei risultati a cui via via portano le osservazioni.

Questa prima sintesi è stata integrata e modificata alla luce delle indicazioni delle docenti che hanno riportano il proprio personale punto di vista sull’esperienza e, nello stesso tempo, è il punto di partenza della riflessione sull’efficacia delle scelte del gruppo e della metodologia adottata.

E’ apparso subito chiaro l’opportunità di modificare alcuni strumenti di raccolta di informazioni utilizzati con gli alunni.

Un secondo aspetto che è stato sottoposto ad analisi critica è stata la sincronia delle fasi cruciali di progettazione. Sono state tracciate indicazioni sull’organizzazione dei tempi e dell’azione di preparazione della ricerca da adottare l’anno successivo.

E’ stata concordata la struttura e, poi, discussa la prima bozza del rapporto sulla ricerca redatto dal coordinatore, vengono definite le proposte di modifiche e valutata la presentazione dei dati.

Un altro importante impegno del gruppo è stato quello di scegliere i contenuti e la modalità di presentazione al Collegio Docenti dell’esperienza di ricerca a conclusione dell’anno scolastico.

In particolare sono stati individuati i punti di forza e i punti di debolezza del percorso formativo.

Punti di forza:

applicazione efficace del metodo auto riflessivo; primo approccio ad una raccolta strutturata dei dati; applicazione del metodo del ciclo a tre fasi; feedback sulle osservazioni; affiatamento del gruppo.

Punti di debolezza:

applicazione del metodo in classe da parte di una sola insegnante; organizzazione dei dati carente; analisi dei dati non sempre strutturata ed esplicita; scelta e modifica degli strumenti di osservazione non abbastanza motivate; fase di progettazione da migliorare.

Le valutazioni espresse dai docenti del gruppo e i risultati operativi sulla gestione della classe indicano che l’esperienza ha prodotto nuove conoscenze rispetto al metodo e ha migliorato la capacità di gestire la didattica, ha aumentato la consapevolezza del proprio agire professionale e la capacità di individuare risorse alternative per affrontare situazioni problematiche.

Infine, la totale inesperienza delle docenti riguardo all’uso degli strumenti dì osservazione progressivamente si è trasformata in capacità di scegliere, valutare, e, soprattutto, adattare gli strumenti proposti.

Un’importante annotazione fatta al termine della seconda fase del progetto è stata, inoltre, la progressiva acquisizione da parte delle docenti della capacità di negoziare i diversi punti di vista, di condividere la scelta degli strumenti di osservazione più adeguati al contesto e di valorizzare il gruppo nella fase di valutazione dei dati e delle osservazioni raccolti..

Nel corso dell’attività è andato, di conseguenza, via via aumentando il senso di efficacia del gruppo stesso e la consapevolezza che se la Ricerca Azione può essere uno strumento di crescita professionale, la collaborazione e la condivisione dei principi etici su cui essa si fonda ne sono la radice e il fulcro.

Anche sul piano della motivazione personale il gruppo è uscito da questa esperienza rafforzato: la prospettiva aperta è, da un lato l’allargamento del progetto nella scuola e, dall’altro, il collegamento dei focus di miglioramento a un’analisi consistente e condivisa della situazione di partenza e degli obiettivi prioritari della scuola nel suo insieme.

Sviluppi

La ricerca prosegue, allargata alla scuola infanzia con altre tre nuove insegnanti nel corso dell’anno scolastico 2000/ 2001 Antonella Barichello (coordinatrice del gruppo), Assunta Sbicego , Anna Maria Bufali, Livia Spanevello, Luisa Mecenero.