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ASSOCIAZIONE BAMBINI CEREBROLESI LIGURIA

COL PATROCINIO DEL COMUNE DI LOANO

"HANDITUR: IL TURISMO ACCESSIBILE PER LE PERSONE CON DISABILITA’"

LOANO
29 MARZO 2003

LA NORMATIVA SUL TURISMO ACCESSIBILE FRUTTO DELL’EVOLUZIONE DEL CONTESTO SOCIOCULTURALE

(Sintesi della relazione dell’Avv Salvatore Nocera, Vicepresidente nazionale della F.I.S.H., Fed.It. per il Superamento dell’Handicap )

 

Il fenomeno del turismo delle persone con disabilità è l’aspetto più innovativo del processo d’integrazione sociale. Esso è piuttosto recente ed è frutto della mutata presa di coscienza personale e collettiva del modo di vivere la situazione di handicap, conseguente ad una minorazione.

Può dirsi con certezza che il coraggio delle persone con disabilità o dei loro familiari di uscire dall’isolamento e dalla segregazione in casa è frutto di una nuova sensibilità sia degli stessi interessati sia dell’opinione pubblica, dovuta indubbiamente al processo di integrazione scolastica avviata massicciamente in Italia alla fine degli anni ’60.Le persone con disabilità che prima di allora le famiglie custodivano in casa o o ricoveravano in istituti speciali , anche per sottrarli agli indiscreti sguardi altrui,grazie alla frequenza delle scuole comuni non solo hanno cominciato a superare il timore del confronto con la società dei "normodotati", ma sono sempre più divenute una presenza normale in qualunque ambito della vita quotidiana. Così se alla fine degli anni ’60 poteva accadere che qualche famiglia "benpensante" contestasse la presenza in classe accanto al proprio figlio di un compagno con disabilità,oggi l’opinione pubblica condanna casi di rifiuto di ristoratori o albergatori a lasciare entrare nei propri locali persone con disabilità.

Così l’accesso al tempo libero ed al turismo da una semplice nuova opportunità è divenuto un diritto, riconosciuto e tutelato da numerose norme che ne agevolano la fruizione e lo sviluppo.

E può parlarsi di un vero e proprio cambiamento antropologico che la società ha compiuto.

Basti pensare che , prima dell’affermazione dell’integrazione scolastica,erano assai rari i casi di gite turistiche di persone con disabilità. Trattavasi il più delle volte di gite collettive per sole persone con disabilità, organizzate dagli istituti speciali, secondo la vecchia logica della concentrazione in gruppi isolati dal resto della comunità. Trattavasi quasi esclusivamente di turismo religioso a santuari , in cui la gita aveva più un carattere strumentale finalizzato alla conoscenza di una chiesa famosa o al viaggio per andare a "chiedere la grazia". Il carattere dello svago e del diletto, che oggi sono i moventi fondamentali al turismo di tutti, anche delle persone con disabilità, allora aveva uno scarsissimo valore. D’altra parte la società tanto civile quanto religiosa aveva delle persone con disabilità un’idea stereotipata , fondamentalmente legata alla sofferenza ed al dolore. L’immaginario collettivo non riusciva a raffigurarsi le persone con disabilità possibili fruitori di svaghi e della gioia del conoscere cose ed ambienti nuovi, di partecipare a spettacoli e manifestazioni culturali , ricreative e sportive etc.

L’atteggiamento della pastorale religiosa era fondamentalmente incentrato su una interpretazione sacrificale dell’esistenza delle persone con disabilità e delle loro famiglie, che trovava un senso esclusivamente nel "valore salvifico della sofferenza e della croce".

Ma, con la frequenza delle scuole comuni prima, dell’inserimento nei normali ambienti di lavoro poi, sia la mentalità della società civile che di quella religiosa, conoscendo meglio le reazioni e la nuova psicologia delle persone con disabilità vennero lentamente, ma irreversibilmente mutando.

Le stesse persone con disabilità e le loro famiglie cominciarono a vedersi con occhi diversi. Cominciarono a ritenere normale anche per loro una vita in cui lo svago, il tempo libero, il divertirsi tra la gente, non dovessero più considerarsi una colpa , ma un modo normale di vita anche per loro. A livello religioso cominciò a svilupparsi un nuovo approccio pastorale, che completava il " valore salvifico della Croce " con quello "salvifico della Resurrezione" e " dell’annuncio gioioso della salvezza "arrecata da Gesù, non solo all’anima ma anche al corpo.

Divengono così molto più frequenti le gite, anche collettive con compagni di scuola e di lavoro, le gite parrocchiali con gli scout.

Ed un altro fenomeno viene diffondendosi, soprattutto in questi ultimi anni, specie fra le persone con disabilità motorie: il lento diffondersi di viaggi non più collettivi di persone con disabilità, ma di persone singole o con la propria famiglia.Non trattasi di un cedimento alla logica individualistica , introiettata a seguito del crescente benessere economico, ma piuttosto del bisogno di sentirsi e vivere sempre più come gli altri ed il desiderio di scegliersi, come tutti i compagni di viaggio, senza essere costretti ad intrupparsi.

A questa nuova e crescente domanda, ha immediatamente risposto il mercato, fiutando un imprevedibile nicchia da snidare. Infatti le imprese non erano preparate a rispondere ai bisogni specifici di una nuova fetta di clienti, sino ad oggi assenti dal mercato. L’affare è grosso, trattandosi di svariati milioni di possibili fruitori dei servizi e degli impianti turistici. Il Ministero del turismo prima ed il Dipartimento del turismo poi hanno subito sostenuto il decollo di questa nuova assai promettente fetta di mercato.

E’ stato avviato alla fine degli Anni Novanta il progetto "Italia per tutti", che ha visto il Ministero del Turismo impegnato a sostenere un ampio programma di informazione agli utenti ed un ampio programma formativo delle imprese turistiche. E’ così nata la Guida " Italia per tutti", nella quale sono fornite informazioni alle imprese per saper correttamente accogliere clienti con disabilità, tenendo conto delle specifiche esigenze per ciascuna tipologia di portatori di deficit. A questo progetto hanno attivamente contribuito le associazioni dei disabili e loro familiari nel prospettare i bisogni particolari sia per l’accoglienza in strutture recettive, sia in quelle della ristorazione. Il Ministero dell’Industria ha commissionato all’ENEA nel ’99 uno studio sul turismo accessibile il cui rapporto è stato pubblicato nel 2001 sul sito del Dipartimento per il turismo.

Questi mutamenti antropologici sono stati in parte preceduti ed in parte seguiti da una produzione normativa che ne ha certamente consentito l’affermarsi, anche se ancora, rispetto ad altri Paesi occidentali, tale normativa sembra carente, lacunosa e bisognosa di notevoli sviluppi.

Degli sviluppi della normativa e della necessità di ulteriori passi in avanti si può cogliere documentazione nelle annuali relazioni governative al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge-quadro n. 104/92 e più di recente nei documenti introduttivo e conclusivo dell’apposita Sessione di lavoro sul turismo accessibile della Prima Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità, realizzatasi a Roma nel ’99, dalla quale è nato " Il piano di azione governativo per le politiche dell’handicap" e della Seconda Conferenza nazionale, svoltasi a Bari dal 14 al 16 Febbraio 2003.

E, come sempre la scuola ha preceduto la normativa generale. Infatti sino al 1992 le circolari ministeriali della pubblica istruzione prevedevano che gli alunni con disabilità potessero partecipare alle gite scelte solo se almeno in due ed accompagnati dall’insegnante per il sostegno. Però la C M n. 291/92 ha stabilito che anche per un solo alunno con disabilità dovesse essere garantita la partecipazione alle gite d’istruzione e non fosse più necessaria la presenza dell’insegnante per il sostegno, bastando un qualunque membro della comunità scolastica. Nelle scuole superiori si è sempre più diffusa la prassi che fosse un compagno maggiorenne a farsi carico dell’attenzione al compagno con disabilità. La C M dell’ 11 Aprile 2002 ha molto insistito sul valore educativo delle gite scolastiche anche per gli alunni con disabilità ed ha dettato norme precise ai Dirigenti scolastici nella scelta delle agenzie e dei percorsi , affinché fosse assicurata l’accessibilità dei mezzi e dei siti. Per la comprensione della complessità dei problemi che questo nuovo ambito di mercato comporta, occorre tener presente quali sono le fasi , di cui la normativa deve tener conto,che consentano un vero "turismo accessibile" per le persone con disabilità.

Una prima fase comprende l’informazione ai possibili clienti sull’accessibilità delle strutture turistiche. A ciò hanno contribuito molto pure le regioni, giacché questo ambito normativo era di loro competenza ed è stata rafforzato dalla Legge costituzionale n. 3/01.

E’ intervenuta a tale scopo la L.n. 152/00 sull’accessibilità dell’informazione delle pubbliche Amministrazioni ( Si confronti : S.Nocera " Desiderio e piacere d’informare – La comunicazione pubblica nella normativa italiana –", nella rivista " Orientamenti" NN.9/10 del 2000, p 55 e sgg.)

Per consentire la piena fruizione di tali informazioni da parte delle persone con disabilità, soccorrono le norme sull’accessibilità dei siti internet,con accorgimenti che ne facilitino la visitabilità ai ciechi, ai sordi ed alle persone con difficoltà di uso delle normali tastiere.

A questa prima fase di accesso alle informazioni, segue la fase di accessibilità fisica alle strutture turistiche: alberghi, bar, ristoranti, musei, chiese, spiagge, impianti sportivi etc.

A tale accessibilità ha concretamente contribuito la L.n. 13/89 ed il suo regolamento attuativo, approvato con decreto del Ministero dei Lavori Pubblici n. 236/89, cui è seguita la L.n. 104/92 che agli art da 23 a 32 ha dettato una serie di regole su una maggiore cogenza del rispetto delle norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblci e privati aperti al pubblico. Le norme non si limitano a regolare l’accessibilità agli edifici, ma introducono il concetto nuovo di visitabilità e quello di adattabilità, non solo per le persone con disabilità legalmente accertata , ma anche per le persone con difficoltà, anche temporanea, di autonomia motoria. La normativa si è rafforzata con l’emanazione del nuovo regolamento sul superamento delle barriere architettoniche, approvato con DPR n. 503/96, che introduce anche il principio delle "barriere percettive", concernenti i minorati sensoriali, nonché regole molto minuziose per gli spazi esterni agli edifici .

Anche il Codice della strada del 1992 e quello più recente del 2001 hanno dettato regole per l’accessibilità delle strutture ricettive situate lungo le autostrade.

A tale normativa deve aggiungersi quella concernente l’art 23 della Legge-quadro n. 104/92 concernente l’accessibilità del lido del mare e gli impianti sportivi. Nonché l’art 26 sull’accessibilità dei mezzi di trasporto collettivo( treni, aerei, navi, pulman etc) e gli art 27 e 28 sull’adattamento e le agevolazioni per i mezzi di trasporto individuali.

Su tutti questi aspetti e sulla critica alle numerose carenze e vuoti normativi ancora esistenti si confrontino i numerosi scritti dell’architetto Vescovo, reperibili pure sul sito www.edscuola.it/archivio/handicap/hturismo.html.

Se questa, in sintesi, è la normativa concernente il lato della domanda, anche dal lato dell’offerta dei servizi turistici la normativa è venuta crescendo. Si pensi alle numerose agevolazioni creditizie e fiscali nazionali per la ristrutturazione degli impianti e delle strutture ricettive, cui si aggiungono le svariate leggi regionali, che facilitano l’accessibilità di percorsi di montagna e dei Parchi nazionali.

Anche la normativa sui finanziamenti posti a disposizione dall’Unione europea contribuiscono a migliorare l’offerta turistica, purché gli operatori siano aiutati dalle regioni a sapervi accedere, specie per la realtà meridionale.

La normativa segnalata non è ancora completa e soprattutto non viene sempre attuata.

E’ da tener presente che però per il suo rispetto occorrono non solo sanzioni sempre più puntuali e penetranti, ma anche una maggiore cultura di come ci si debba comportare su questa nuova fascia di mercato continuamente in crescita. Occorrono quindi una maggiore sensibilità degli operatori turistici ed una loro più affinata formazione , alle quali dovranno necessariamente concorrere i singoli turisti con disabilità, ma soprattutto le loro associazioni e federazioni.

Certo, può sembrare anacronistico parlare di gioia del turismo in un momento, quale quello attuale, segnato dalla tragedia dell’attuale guerra.

Ma un convegno come questo richiama l’attenzione di tutti affinché vi siano sempre meno guerre e sempre più una vita normale per tutti, anche per le persone con disabilità che hanno diritto come tutti a vivere una vita serena.

Roma 29/3/03.


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