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Caro Fioroni, questa mattina ho un po' di nausea

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Giovedí 01.03.2007 12:32

 

Caro Fioroni,

questa mattina ho un po’ di nausea. Leggo notizie che non vorrei vedere. Scrivo a te che sei il ministro della Pubblica Istruzione.

Ma lo vedi quello che sta succedendo? Non credi che sia il caso di alzare la voce, di battere i pugni, di parlare a tutti, non solo agli addetti ai lavori? Sono questi gli insegnanti “di sostegno”? Che fine sta facendo la legge sull’integrazione scolastica? Io sto male doppiamente, come giornalista che prova un certo imbarazzo, se non disgusto, a occuparsi di fatti squallidi e indecenti, e come persona disabile, perché non è un mistero che vivo e lavoro in sedia a rotelle, disabile “militante” da 55 anni….

Ai miei tempi (si dice così quando i capelli diventano grigi e poi irrimediabilmente bianchi) non c’era una legge per l’integrazione scolastica. Si faceva un po’ alla buona, eppure ce l’ho fatta e non ho subito soprusi, se non qualche battuta pesante, che fa anche bene perché ti abitua all’idea che nella vita le protezioni non servono granché. Ma adesso una legge c’è, e ce la invidiano in mezza Europa perché è un sistema pensato per favorire l’integrazione vera. Già. Sulla carta. Perché poi si scopre ogni giorni che gli studenti più fragili, i disabili intellettivi, sono “separati” e affidati a un meccanismo pedagogico a dir poco inquietante.

Che ne diresti se a un tuo nipotino facessero bere la pipì? O se le compagne di classe lo costringessero a mettersi in ginocchio? Possibile che l’unica arma sia quella della pressione burocratica? Della minaccia di licenziamento come se si trattasse solo di casi isolatissimi, da esecrare e basta? Io credo che occorra ben di più, e subito. Vai in televisione a parlare agli italiani, vacci con la forza della coscienza morale, fai appello a tutti, genitori, insegnanti, famiglie, operatori, amministratori. Questa è un’emergenza vera, e probabilmente stiamo scoprendo solo una minima parte delle nefandezze che si verificano ogni giorno e che vengono subite in silenzio, perché tanto si sa che nessuno può farci nulla. Forse è il momento di riprendere in mano la scuola dalle fondamenta. Pensaci caro ministro, e soprattutto fai qualcosa. Subito. 

franco.bomprezzi@affaritaliani.it

 


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